Un'altra barca carica di migranti intercettata al largo della costa calabrese

Poche ore dopo la conclusione di un'operazione finalizzata al contrasto dell'immigrazione clandestina, culminata con il sequestro di un'imbarcazione e lo sbarco di una sessantina d'immigrati nel porto di Roccella Jonica, nella prima mattinata di ieri, un velivolo della guardia di finanza del Coan in missione di controllo sul mar Jonio, ha allertato il dispositivo di sorveglianza, segnalando un'altra imbarcazione a vela a una trentina di miglia marine dalle acque territoriali italiane.

Ricevuto l'allarme, due unità navali della guardia di finanza, una del Roan di Vibo Valentia e una del Gruppo aeronavale di Taranto, hanno preso immediatamente il mare ed hanno individuato e intercettato un monoalbero di una quindicina di metri, costantemente monitorato dagli elicotteri della Sezione aerea della guardia di finanza di Lamezia Terme, a largo della Calabria.

Una volta fermata e sottoposta a controllo l'imbarcazione, i finanzieri hanno trovato a bordo, stipati sottocoperta, 53 migranti, (43 adulti 10 minori tutti di sesso maschile, di probabile origine pakistana), mentre al timone sono stati sorpresi due cittadini ucraini, sospettati di essere gli scafisti.

I militari hanno, quindi, preso in custodia gli ucraini e condotto sotto scorta la barca a vela nel porto di Crotone, dove sono giunti nella primissima mattinata odierna, per le operazioni di identificazione ed assistenza sanitaria dei migranti.

Dalle prime informazioni, pare che il viaggio sia iniziato alcuni giorni fa in Turchia e la navigazione sarebbe stata condotta in modo da raggiungere l’Italia durante la notte fra sabato e domenica, con l’evidente speranza di trovare meno controlli, portare a termine senza problemi il traffico e consentire agli scafisti di dileguarsi.

Al momento dell’intercettazione la barca a vela stava navigando senza alcun problema apparente e i migranti, non visibili all’esterno, sono stati scoperti solo quando i militari sono saliti a bordo del natante e sono entrati nei locali interni.

I presunti scafisti saranno verosimilmente sottoposti ad arresto, l’imbarcazione, invece, è stata sequestrata, mentre i migranti saranno condotti nelle strutture d'accoglienza per gli adempimenti del caso.

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Fanno sbarcare 80 immigrati in Calabria, arrestati due scafisti ucraini

Due cittadini ucraini, M. O. e T. V., rispettivamente di 47 e 45 anni, sono stati arrestati dagli uomini della Squadra mobile e dell’Unità navale della sezione operativa della guardia di finanza di Crotone, perché ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I due sarebbero gli scafisti dell'imbarcazione che domenica sera ha fatto sbarcare, in località “Gabella Grande” del comune di Crotone, 80 immigrati provenienti da Afghanistan, Iraq, Pakistan e Sri Lanka.

Inoltre, due cittadini iracheni sono stati deferiti in stato di libertà, per ingresso illegale in territorio italiano.

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Immigrazione clandestina, scafista russo fermato in calabria

Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Crotone, congiuntamente ai finanzieri della Sezione operativa navale della città pitagorica, hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto il cittadino russo Timur Shirchenko, di 35 anni, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

L’uomo è accusato di aver condotto sulle coste calabresi un’imbarcazione con a bordo 48 cittadini extracomunitari.

Per la traversata, iniziata in Turchia, i passeggeri della barca avrebbero pagato intorno a 6 mila dollari

Al termine delle formalità di rito, il cittadino russo è stato tradotto nel carcere di Crotone

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Calabria: fermato veliero con 55 migranti a bordo, arrestati tre scafisti ucraini

Sono 55 i migranti di nazionalità iraniana ed irachena soccorsi dai mezzi navali ed aerei del Reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Vibo Valentia unitamente ai mezzi navali della Guardia Costiera di stanza a Roccella Ionica.

L’intervento di due velivoli Dash-8 impegnati nella missione “Triton 2017” sotto l’egida dell’Agenzia europea Frontex, coordinati dall’International coordiantion centre di Pratica di Mare (ente di coordinamento nazionale del dispositivo Frontex antimmigrazione)  e di un’unità navale della Sezione operativa navale della guardia di finanza di Roccella Ionica in coordinamento con un’unità della guardia costiera, ha permesso d’intercettare e fermare un veliero carico di migranti che era diretto verso Punta Stilo (RC). L’imbarcazione, denominata “Hydra”, proveniente dalla Turchia e battente bandiera americana, sembrava un normale natante da diporto.

A mettere in allarme i finanziari è stata la linea di galleggiamento del veliero particolarmente bassa, segno della presenza di numerose persone a bordo.

Una volta salite sull’imbarcazione, le fiamme gialle hanno trovato tre  presunti scafisti di nazionalità ucraina e numerosi migranti irregolari tra cui alcune donne e bambini, tutti stipati sottocoperta in condizioni disumane.

Il veliero fermato, con a bordo i 3 presunti responsabili dell’illecita attività di traffico di migranti, è stato condotto verso il porto di Roccella Ionica, unitamente ai migranti giunti in sicurezza a bordo delle unità della capitaneria di porto e della guardia di finanza.

Contestualmente gli investigatori della Sezione operativa navale della guardia di finanza di Roccella Ionica, hanno tratto in arresto i tre ucraini per il reato di favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina. Dalle loro stesse dichiarazioni, infatti, è stato accertato che i migranti erano stati imbarcati in Turchia alla volta dell’Italia a fronte del pagamento di circa 5 mila dollari cadauno.

I tre ucraini sono stati condotti presso la casa circondariale di Locri a disposizione dell’Autorità giudiziaria che sta dirigendo e coordinando le indagini.

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Immigrazione clandestina, fermato uno scafista

Sottoposto a fermo lo scafista di un’imbarcazione soccorsa, in acque internazionali, da una Nave della Marina Militare Italiana e arrestato, in flagranza di reato, un uomo con precedenti specifici in tema di immigrazione clandestina per aver fatto reingresso nel territorio dello Stato italiano senza idonea autorizzazione.

 È questo il bilancio dell’attività investigativa condotta dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – con il coordinamento dalla locale Procura della Repubblica.

 L’uomo sottoposto a fermo – Kamodiallo Daoudiallo di 19 anni, originario della Guinea – è gravemente indiziato di essere stato al comando di una delle imbarcazioni a bordo delle quali hanno viaggiato una parte dei cittadini extracomunitari sbarcati al porto di Reggio Calabria nella giornata del 26 maggio scorso, dopo essere stati soccorsi in mare dalla Nave della Marina Militare Italiana “Libra”.

 Al giovane, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché avrebbe condotto, dalle coste libiche verso il territorio dello Stato italiano, un’imbarcazione a bordo della quale viaggia parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria. L’accusa è aggravata ulteriormente l’aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone, di aver esposto le persone trasportate a pericolo di vita, di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante e di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.

 Un secondo uomo di origine egiziana – Saber El Kot El Sayed Kamal, di 43 anni  è stato arrestato in flagranza di reato in quanto responsabile del reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato italiano in violazione della normativa prevista dal Testo unico immigrazione, in quanto già destinatario di un provvedimento di espulsione emesso lo scorso anno dal Questore della provincia di Catania.

Dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti che erano a bordo delle imbarcazioni, dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio, sono partiti dalla Libia alla volta delle coste italiane, senza scorte di cibo e acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie.

 L’ Autorità giudiziaria ha convalidato i provvedimenti ed emesso, contestualmente, ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del cittadino guineano sottoposto a fermo e nulla osta all’espulsione dal territorio nazionale nei confronti del cittadino egiziano tratto in arresto.

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Immigrazione clandestina: due siriani ed un turco fermati a Crotone

Nel corso di questa settimana, nell’ambito del “Piano di Azione Nazionale e Transnazionale - Focus ‘Ndrangheta”, sono stati disposti, una serie di  servizi di controllo nel perimetro urbano della città di Crotone e nel territorio provinciale. Attuate da personale appartenente a diverse articolazioni della Questura, le attività hanno permesso di: identificate 132 persone; controllare 92 veicoli; elevare 7 sanzioni per violazioni al Codice della Strada; eseguire 4 perquisizioni e 5 controlli amministrativi presso esercizi pubblici. Nel corso dei numerosi controlli effettuati, gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato 3 persone e ne hanno deferite altrettante. Un cittadino malese ed uno italiano sono stati deferiti, rispettivamente, per oltraggio a pubblico ufficiale e per evasione. Due cittadini siriani ed uno turco sono stati, invece, fermati per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I tre extracomunitari sarebbero, infatti, gli scafisti dell’imbarcazione fermata martedì scorso dalle motovedette della Guardia di finanza e della capitaneria di Porto mentre si trovava a largo della costa pitagorica con 120 persone a bordo. Questo, invece, il bilancio dei controlli effettuati nel territorio provinciale: 2 persone segnalate al Prefetto; 11 persone controllate e sottoposte a misure restrittive; 477 persone identificate, di cui 27 stranieri;  266 veicoli controllati; 33 sanzioni elevate per violazioni al Codice della Strada. Sono stati inoltre eseguiti: 1 sequestro amministrativo; 11 perquisizioni e 7 controlli amministrativi;

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ordinanza di misura cautelare in carcere per uno scafista somalo

Un’ordinanza di misura cautelare in carcere è stata emessa dall’ufficio del G.I.P. presso il tribunale di Castrovillari, nei confronti di un cittadino somalo, Xasan Cusman, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La misura, eseguita dagli agenti della Polizia di Stato della questura di Cosenza, è giunta al culmine delle attività investigative che il 30 giugno scorso portarono all’arresto del 28enne. L’uomo venne fermato nel corso di un’operazione condotta dalla Mobile di Cosenza, in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro. Il cittadino somalo sarebbe uno dei tre scafisti responsabili dello sbarco d’immigrati, avvenuto qualche giorno fa, nel porto di Corigliano Calabro.

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, arrestato un 32enne

Gli Agenti della Sezione Polizia Ferroviaria di Villa San Giovanni hanno tratto in arresto un egiziano di 32 anni, regolare sul territorio italiano, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di due minorenni connazionali, avendone organizzato il trasporto su treno verso Torino, nonché avendone favorito la permanenza irregolare sul territorio italiano. Gli Agenti Polfer, notando due giovani stranieri, soli ed impauriti, all’interno della sala d’attesa della stazione di Villa San Giovanni che tentavano di attirare l’attenzione di un loro connazionale nelle immediate vicinanze, hanno accertato che i due minori si erano allontanati volontariamente da un centro di accoglienza di Noto, ove erano stati accolti dopo lo sbarco avvenuto presso il porto di Siracusa tra il 13 ed il 14 maggio.  Per motivi in fase di ulteriori accertamenti, i due adolescenti sarebbero stati adescati dal soggetto che, a fronte di una cospicua somma di danaro pagata dai loro genitori, si sarebbe adoperato per accompagnarli fino a Torino. I due minori, affettuosamente ritemprati dagli Agenti della Polfer, sono stati riaccompagnati presso il centro di accoglienza di Noto, da cui erano fuggiti. L’egiziano, invece, è stato associato presso la Casa Circondariale di Arghillà.

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