La guerra indigna solo quando va in tv

A quelli che trovano assurda la guerra 'perché siamo nel 2022', è bene far notare che in Siria e Libia si combatte ogni giorno, da oltre 10 anni, azeri e armeni si sono fatti a pezzi di recente, mentre nella regione etiope del Tigrè la gente muore di guerra da oltre un anno.

Il tutto nella più assoluta indifferenza delle anime pie che trovano il tempo d'indignarsi solo quando è la tv a chiederglielo.

Guerra, dove ha colpito la Russia

Pubblichiamo lo stralcio di un articolo apparso su Insideover, a firma di Andrea Muratore, Mauro Indelicato

 

La guerra aperta tra Russia e Ucraina è iniziata. Vladimir Putin e Volodymir Zelensky lo avevano lasciato intendere chiaramente: aveva l’aria di un non plus ultra allo Zar del Cremlino l’avvertimento del presidente ucraino sui paragoni con la crisi che ha portato alla seconda guerra mondiale, e anche il richiamo di Putin al “genocidio” nel Donbass lasciava intendere che la situazione stesse per precipitare.

L’azione russa è partita e i paragoni chiave da tenere a mente sono due: l’operazione della Nato in Jugoslavia nel 1999 ma soprattutto Desert Storm, l’attacco americano all’Iraq di Saddam Hussein che aprì la Guerra del Golfo nel 1991.

Lo scenario che Lee presenta è chiaro: c’è la compresenza tra un’offensiva a tutto campo delle forze aeree e missilistiche russe e di un attacco di terra su più direttrici. Bielorussia, Belgorod, Crimea: i varchi di ingresso delle truppe russe nel Paese limitrofo sono, per ora, questi tre, mentre anche sul confine del Donbass è partito un attacco su larga scala. Se l’obiettivo fosse quello di “demilitarizzare” e “denazificare”, ovvero russificare, il Donbass, il paragone con il Kosovo e il Kuwait dei decenni scorsi appare ancora più chiaro, e anzi forse solo il basilare punto di partenza: Mosca sta accecando le capacità di reazione ucraina. Un video di Elint News mostra un’offensiva missilistica su larga scala in atto.

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Crisi ucraina, gli Stati Uniti schierano 3 mila soldati in Europa orientale

Gli Stati Uniti invieranno truppe supplementari in Polonia, Germania e Romania in risposta alle crescenti tensioni con la Russia sull'Ucraina.

Lo riferiscono fonti dell'amministrazione americana.

In particolare, nel corso di questa settimana, gli Usa manderanno duemila soldati da Fort Bragg, North Carolina, in Polonia e in Germania e una parte di uno squadrone Stryker di circa mille militari basato in Germania in Romania.

Calci e pugni alla convivente e al figlio: catturato dalla Polizia

Oggi, gli uomini della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad ordinanza di misura custodia cautelare personale, emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Branda, a carico del 29enne M.A.per aver reiterato nel tempo azioni violente finalizzate a ledere gravemente l’integrità fisica e morale della convivente V.S., 30enne di nazionalità ucraina e per aver cagionato alla stessa ed al figlio minore, di 10 anni, lesioni personali. Le azioni di violenza fisica e morale portate in essere da M.A. hanno origine, per come denunciato dalla vittima alla Polizia di Stato, nel mese di gennaio di quest’anno e sono proseguite fino all’8 giugno scorso., allorquando personale dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura di Cosenza, a seguito di una segnalazione pervenuta al 113, è intervenuto presso il piazzale delle Autolinee dove era stata segnalata un’aggressione nei confronti di una donna e di un bambino, ad opera di un uomo. La pattuglia della Polizia di Stato, ha trovato V.S. che, in evidente stato di agitazione, riferiva di essere stata aggredita, unitamente al figlio minore, dal convivente, al quale già da tempo, aveva comunicato l’intenzione di interrompere  la loro relazione sentimentale. M.A. con diversi calci, pugni e schiaffi aveva colpito la malcapitata e, cosa ancor più grave, aveva aggredito anche il minore, che cercava di proteggere la mamma.  Al bambino M.A. ha sferrato uno schiaffo, facendolo cadere rovinosamente a terra continuando a colpirlo con calci all’addome ed alla testa. Per sfuggire all’ira dell’aggressore, la donna aveva trovato rifugio all’interno della biglietteria delle Autolinee, da dove un uomo, avvedutosi di quanto stava accadendo, aveva telefonato immediatamente al 113. L’aggressore nel frattempo si era allontanato. V.S. terrorizzata dall’episodio, anche in considerazione del fatto che M.A. l’aveva minacciava più volte di morte, nell’immediatezza, negli Uffici della Questura ha sporto denuncia riferendo altresì di una serie di analoghi episodi di violenza subiti da parte dell’uomo.  La denuncia della donna e le incisive indagini degli uomini della Polizia di Stato hanno consentito di accertare la pericolosità delle condotte di M.A. nei confronti della convivente V.S., determinando l’emissione, da parte del GIP, della misura cautelare in argomento.

 

 

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Matrimonio per ottenere il permesso di soggiorno: due denunciati nel Vibonese

I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica per i reati di falsità commessa da privato in atto pubblico e violazioni della normativa sull’immigrazione un uomo del luogo di 80 anni e una donna ucraina 34enne. I due erano convolati a nozze nel 2013, ma quella che poteva a primo acchito sembrare una storia d’amore che non tenesse conto della differenza di età di oltre 40 anni si è rivelata, come spesso accade oggi, un escamotage per ottenere il tanto agognato permesso di soggiorno. I carabinieri della Stazione di Pizzo hanno avviato le indagini già da qualche mese e l’esito degli accertamenti, avvalorati da alcune acquisizioni testimoniali, ha consentito di appurare che la cittadina extracomunitaria e l’uomo, dopo aver contratto matrimonio, avevano dichiarato, falsamente, di convivere sotto lo stesso tetto, ma in realtà i due dimoravano in due appartamenti diversi. È stato inoltre accertato che la giovane straniera intratteneva in realtà da tempo una relazione con un altro uomo più giovane del "marito". Insomma un vero e proprio matrimonio di facciata. I due dovranno ora rispondere dei reati loro contesti e per la donna saranno avviate le procedure per la revoca del permesso di soggiorno.

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Francia e Germania decidono, gli italiani pagano

“L’Italia ha riacquistato prestigio internazionale”. Una frase ripetuta ad ogni piè sospinto da esponenti del Governo, osservatori interessati ed opinionisti ancillari. Una frase con la quale si cerca di nascondere la verità cristallizzata nei dolorosi “schiaffi” ricevuti, negli ultimi anni, dal Belpaese. La storia dei Marò è solo una delle tante, una vicenda in cui i Governi che si sono succeduti non sono riusciti a far valere le ragioni dell’Italia né in termini di diritto, né in termini politici. Quanto il ruolo italiano sia marginale e subalterno, non solo sullo scacchiere internazionale, ma anche europeo, lo dimostra il mancato invito al vertice che si svolgerà stasera a Parigi ed al quale, oltre al rappresentante Ue, prenderanno parte i Ministri degli esteri di Francia, Gran Bretagna e Germania. Al responsabile della Farnesina, Paolo Gentiloni, quindi, non è stato recapitato nessun invito. Eppure, il tema dell’incontro riguarda da vicino l’Italia. Il “direttorio” composto dalle tre potenze continentali affronterà, infatti, i nodi relativi all’Iran ed alle crisi libica e siriana, tutti Paesi nei quali, gli interessi economici italiani sono storicamente rilevanti. Come se non bastasse, dalla Siria e dalla Libia, parte la gran parte dei flussi migratori che arrivano nel nostro Paese. In altre parole, le scelte fatte a Parigi ci investiranno in pieno senza che nessun rappresentante del Governo italiano abbia contribuito a determinale. A rendere ancor più grave la situazione, l’atteggiamento silente di Renzi&Co, considerati, dalle potenze europee, alla stregua di parenti poveri da teneri relegati in un angolo. Del resto, l’esclusione dal vertice di Parigi non è, affatto, un caso isolato, basti pensare al negoziato sul nucleare iraniano al quale, in rappresentanza del Vecchio Continente, hanno partecipato, al solito, Francia, Germania e Gran Bretagna. Situazione analoga a quanto accaduto nel caso della crisi Ucraina. Nel corso degli accordi di Minsk, del febbraio scorso, seduti al tavolo dei negoziati, nel ruolo di sensali, c’erano infatti le diplomazie francese e tedesca. In tutti i casi, dall’Iran all’Ucraina, l’Italia è stata chiamata a condividere il peso di scelte economiche, come le sanzioni, assunte, il più dalle volte da Francia e Germania, ovvero Paesi che, sotto il profilo commerciale, sono nostri concorrenti diretti. Il tutto nel silenzio più assoluto del Governo italiano, i cui rappresentanti esclusi da tutti i tavoli che contano, si consolano in Tv parlando del riacquistato prestigio internazionale dell’Italia. Un prestigio di cui oltre confine non si è accorto nessuno.

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