Comunali di Serra, il centrosinistra parte all'attacco: "Amministrazione fallimentare"

«Quattro anni di fallimenti e di promesse disattese». Questo il bilancio dell’amministrazione Rosi per il segretario giovanile dei Giovani democratici, Luigi Tassone, all’apertura ufficiale della campagna elettorale del centrosinistra per le prossime comunali di Serra San Bruno. Secondo il giovane democratico che ha introdotto la manifestazione “#ricostruireserraèpossibile” «con la vittoria del centrodestra è iniziato il declino e il regresso che ha comportato la mancanza delle più elementari regole di civiltà, il paese è una pattumiera con cumuli di rifiuti ovunque. Il centrodestra ha fallito». Ma il centrosinistra innanzi alla sala Chimirri piena di facce nuove ostenta sicurezza: «non abbiamo paura di vincere le elezioni, abbiamo le idee le persone e le competenze, il cambiamento è doveroso. Il nostro obiettivo è quello di ripristinare la normalità». Valeria Giancotti, dal canto suo, ha ripercorso il contesto storico nel quel si è verificata la vittoria del centrodestra e le promesse di quella compagine che «non hanno prodotto alcun risultato». L’obiettivo di Domenico Scarfone che per la prima volta si affaccia sulla scena politica serrese «è quello di far crescere questo paese per portarlo più in alto e farlo decollare. Dobbiamo lavorare bene insieme a questo progetto". Il segretario cittadino del circolo del Pd, Paolo Reitano ha chiamato il popolo serrese all’unità d’intenti col centrosinistra: «stasera lanciamo un messaggio, abbiamo bisogno di tutto il popolo serrese per stilare insieme un progetto fattibile e condiviso, collaborando con noi per la rinascita di Serra». Poi una stoccata allo «sprint di fine mandato di un'amministrazione che dopo quattro anni si sveglia dal letargo. Tutto questo non ha senso, l'amministrazione Rosi ormai appartiene al passato». Per Reitano la partenza deve avvenire «dalla cultura perché attraverso essa il popolo si rende libero". Per Vincenzo Damiani, quello che importa è che «non bisogna riprendere il Comune per ambizioni personali, ma per farlo rinascere». E’ apparso sicuro e molto convinto, Domenico Dominelli, secondo il quale «questo è un movimento al quale possiamo affidare il governo di questa città. Unità e novità importanti in questo nuovo centrosinistra che è pronto per vincere e per amministrare. Dobbiamo vincere per aiutare il popolo di Serra San Bruno che vuole uscire da un incubo durato cinque anni. Siamo nelle condizioni di dare le gambe al nostro progetto di rinnovamento ma tutto ciò che viene fuori dev'essere la sintesi del gruppo dirigente del centrosinistra deve indicarci l'anima della struttura e i suoi programmi».
Ha duramente stigmatizzato la vittoria elettorale del centrodestra, Pino Raffele, secondo cui «l'attuale sindaco Rosi nel 2011 vinse la competizione elettorale con false promesse e tutti stanno ancora aspettando. I cittadini dovrebbero riflettere – ha proseguito -  e comprendere di essere stati ingannati. Stanno facendo la loro campagna elettorale con delibere prove di copertura finanziaria, a questo ci opporremo con una opposizione ferma e dura». L’ex sindaco, Raffaele Lo Iacono, invece di quanto sarebbe successo nel Comune ha proposto una lettura diversa, a tratti sibillina: «Quello che è successo in questi ultimi anni di amministrazione non è dovuto ad incapacità ma c'è un disegno incomprensibile. Bisogna ricordare che c'è stata una commissione d'accesso che aveva chiesto lo scioglimento del Comune, questo significa che qualcosa ci sarà stato. L'amministrazione comunale ci mette la faccia ma la mente è all'esterno». Bruno Censore, deputato Pd, e artefice della ritrovata intesa del nuovo centrosinistra ha concluso la manifestazione, ponendo l’accenno sulle motivazioni che hanno indotto tutti a ritrovarsi: «Se stasera siamo qui – ha detto - è perché vogliamo dare il nostro contributo al nostro paese, sia che siamo interessati in prima persona sia se non lo siamo. Oggi Serra ha toccato il punto più basso da quando sono nate le municipalità, un livello così basso di degrado la nostra cittadina non lo ha mai toccato. C'è abbandono anche nelle cose più elementari. Ma siamo qui, i cittadini sono con noi e questo vuol dire che non ci siamo rassegnati. C'è rabbia e dobbiamo dare dignità ed opportunità a questo paese che ha una storia, un patrimonio e deve avere un futuro».




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