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Incendio a Fabrizia: le lacrime e i pensieri del giorno dopo

Ci sono giorni che segnano irrimediabilmente la vita delle persone: i pochissimi punti fermi che la realtà offre svaniscono in una manciata di minuti come se il destino avesse deciso di procurare gravi ferite anche alla speranza. Nella mente di chi il dramma lo vive da vicino si affollano pensieri cupi. E ora, come si fa ad andare avanti? Le famiglie che nell’incendio che ha sconvolto Fabrizia hanno lasciato i loro scarni averi ed un pezzo della loro storia si sentono perdute. Sopravvivere in una terra difficile come quella calabrese è già un’impresa ai tempi d’oggi: anche prima della fine del mese le tasche sono vuote, mentre la certezza matematica di nuove (inevitabili) spese inchioda i padri di famiglia ad un contesto sempre più grigio. Quando a queste situazioni già complicate si aggiungono eventi nefasti, allora ci si rende concretamente conto di quanto sia sottile quel filo che regge l’equilibrio quotidiano. Basta una svista, la sottovalutazione di qualche “impegno domestico” ritenuto secondario o un colpo della sorte e il marasma occupa la scena. È in questi momenti che deve emergere quel senso di comunità che spesso appare flebile nell’epoca moderna. Sia la popolazione del comprensorio serrese a dare una mano a chi ieri ha perso tutto, lo faccia presto ed in maniera decisa. Ricordando che la dignità e la morale valgono più di qualche spicciolo.

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