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Guerra dei Gal, Grillo contro Censore: “Tentativo di occupazione di una corrente di partito”

“Assisto, non senza qualche preoccupazione, a ciò che accadendo in provincia di Vibo Valentia, relativamente alla nascita di un altro Gal, e vedo in questa decisione il tentativo, nemmeno tanto velato, di occupazione esercitato da un partito a fini tutt'altro che nobili. Mi chiedo se questo nuovo strumento sarà in grado di garantire la libera partecipazione di tutti gli enti, di programmare e trovare nuove forme di sviluppo, o costituire l'ennesimo pretesto, affinché si possa mantenere Vibo Valentia e la sua provincia nell'isolamento in cui è stata rilegata dalla politica regionale”. È quanto afferma il coordinatore provinciale di Ncd Alfonso Grillo che vede con sospetto il sorgere del Gal “Terre vibonesi”. “In una provincia piccola come la nostra – spiega Grillo - favorire la conflittualità tra enti, tra confederazione, tra associazioni, è quanto di più deleterio si possa determinare, e le nefaste risultanze, che inevitabilmente ci trascineremo per anni, saranno, per intero, ascrivibili a coloro che in modo irresponsabile, e senza giustificato motivo, hanno agito dimostrando di non meritare fiducia. Un gruppo di azione locale deve lavorare per produrre vantaggi e rapporti in sinergia con tutti i potenziali portatori d'interesse di un territorio, senza immaginare, nemmeno lontanamente, di avere risvolti clientelari o di parte. Quando si approva un progetto e si elargiscono fondi comunitari si deve avere la certezza che, le azioni finanziate, provochino effetti positivi e organici su un territorio;  chi ha fatto atto di fedeltà ad un partito non può avere la discrezionalità delle scelte dirette che riguardano la collettività”. Quindi l’attacco al deputato Bruno Censore, mai nominato ma perfettamente identificabile: “nel caso in questione, addirittura, non si può parlare nemmeno d'interessi di partito, considerato che esponenti e rappresentanti del PD siedono nell'uno e nell'altro gruppo. Certo, sbaglia chi ritiene estinto il ruolo dei partiti, essi, infatti, rimangono, nonostante tutto, l'unico strumento di raccordo tra istituzioni e cittadini, quindi, è errato, rilegarli alla sola funzione di testimonianza durante la fase di concertazione, e chi pensa di sopprimerne gli spazi che sono della politica, presto o tardi ne pagherà le conseguenze. Ma non è occupando gli strumenti democratici, o ergendo se stessi partito e progetto che si ritrova l'agibilità politica. Un gruppo di azione composto da soggetti pubblici e privati, il cui scopo è quello di favorire lo sviluppo locale, attraverso l'utilizzo dei fondi comunitari, non solo deve essere, ma anche apparire equo ed imparziale. Legittimo, quindi, chiedersi se le ‘operazioni’, che questo nuovo gruppo sarà chiamato a compiere, verranno mai viste, prevalentemente, in funzione, dell'interesse di partito, della corrente cui ha sponsorizzato la nascita, o della collettività. Sia chiaro – conclude Grillo - non intervengo per difendere qualcosa o qualcuno, ciò che mi propongo è riaffermare e ricordare, a tutti, me compreso, il concetto di ‘rappresentanza universale’. Un concetto che dovrebbe stillare sobrietà e responsabilità. Non fa onore vedere rappresentanti istituzionali, di qualsiasi livello, privilegiare le liti, le divisioni, la  supremazia personale, piuttosto che l'amore per il proprio territorio”.

 

L’allarme di Grillo: “La Regione trasforma il Vibonese in un immondezzaio del sistema rifiuti”

“Se il bel tempo si vede dal mattino, c’è poco da sperare nel fatto che il nuovo Piano regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) dia alla provincia vibonese un assetto moderno e funzionale in questo delicatissimo settore”. Lo afferma il già consigliere regionale Alfonso Grillo, coordinatore provinciale del Nuovo Centro Destra, dopo attenta analisi del Rapporto Preliminare Ambientale (RPA) del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della versione preliminare del PRGR Calabria, documento che giorni fa è stato inviato ai soggetti istituzionali territoriali al fine di presentare osservazioni. A parere del coordinatore NCD della provincia di Vibo, il RPA taglia fuori il Vibonese dal nuovo sistema dei rifiuti disegnato dal presidente della Regione Mario Oliverio, che prevede la riconversione delle discariche in moderni impianti di trattamento, passo fondamentale verso una riduzione progressiva della percentuale di indifferenziato. “Mentre nel Piano rifiuti 2007 - nota Grillo - si prevedeva per l’ATO di Vibo Valentia la realizzazione di un sistema di trattamento e smaltimento e la realizzazione di una o più discariche di servizio, da realizzare in prossimità dell’impianto, il Piano 2016, pur affermando che ‘la Regione intende dotarsi di una rete di impianti pubblici di trattamento nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità’, finisce per prevedere la ristrutturazione di sei  impianti esistenti, con produzione di energia elettrica e compost di qualità,  e la realizzazione di due nuovi impianti, uno da ubicare in un’area della provincia di Cosenza Nord ed un altro nell’area ASI di Lamezia Terme in sostituzione di quello esistente”. Cosa si prevede, invece per Vibo Valentia? “Soltanto una discarica di servizio – specifica Grillo - di 200 metri cubi in un sito da individuare. A parte il fatto che una cosiddetta discarica di servizio deve essere adiacente o vicina ad un impianto di trattamento, e non è questo il caso, dal RPA si deduce che l’indifferenziato dell’ATO di Vibo dovrebbe partire per Lamezia o altri siti, e poi tornare, in questa discarica, per la parte non differenziata, cioè quella più tossica. In questo modo Vibo diventa un semplice immondezzaio del sistema rifiuti. Una discriminazione evidente se si pensa che tutte le altre quattro ATO calabresi, compresa l’ATO 3 Crotone, avranno uno o due impianti”. “È vero - osserva l’esponente del NCD - che quando verrà creata l’ATO 4 essa sarà libera di decidere se e dove localizzare un impianto di selezione o di trattamento. Ma a quel punto, con quali fondi europei si potrà realizzare, dato che essi saranno già stati impegnati per gli altri otto impianti? A me pare - conclude Grillo - che la Regione debba rivedere l’impianto del PRGR. Perché se da un lato può esser vero che ogni nuovo impianto di selezione o trattamento rifiuti può creare impatto ambientale, dall’altro non può essere negato alla provincia di Vibo Valentia una possibilità di sviluppo così importante. Ricordiamo, infatti, oggi i settori della differenziata, del riciclo e del riuso sono in tutto il mondo fonte di profitto e occasione di nuovo impiego. C’è un ingiustificato ed inaccettabile passo indietro rispetto al 2007”. 

Dieta mediterranea, Alfonso Grillo bacchetta i consiglieri regionali: “Pensino alla tutela del territorio”

“La protesta che giunge dal consiglio comunale di Nicotera è legittima è giusta, e  non può rimanere inascoltata. Bene fanno sindaco e amministrazione ad essere preoccupati e ad alzare il tono della protesta a tutela di un tema, quello sulla Dieta mediterranea, che la storia ha accomunato alla cittadina tirrenica e che certa politica tenta di sottrarre”. Lo afferma il coordinatore provinciale di Ncd di Vibo Valentia Alfonso Grillo che approfondisce un argomento che lo ha visto protagonista nella passata legislatura. “Non si comprende – sostiene - la superficialità con la quale i rappresentanti regionali del nostro territorio hanno affrontato l'argomento. Inspiegabili e preoccupanti, infatti, sono le parole di soddisfazione, per la verità timide, quasi timorose, che hanno accompagnato il passaggio in III commissione della proposta di legge 54. Le polemiche che sta suscitando tale proposta – sottolinea il già consigliere regionale - che, a parte qualche riepilogo storiografico e scientifico, non presenta alcun elemento di novità, dovrebbe far riflettere quanti ostinatamente vogliono abrogare la legge 45/2013 che  era e resta quella accolta dal mondo scientifico, dalle forze politiche e dalle associazioni con entusiasmo. La storia ci insegna che quando una legge non è amata prima o poi viene superata. Dunque, se proprio non se ne può fare a meno si integri la 45/2013 e si dia attuazione senza perdere ulteriore tempo prezioso. La Calabria – aggiunge - pur detenendo il primato sul tema è indietro rispetto ad altre regioni come Puglia e Campania che da tempo sono dotati di strumenti legislativi efficienti che hanno consentito a queste regioni di primeggiare all'esposizione mondiale sull'alimentazione. In Calabria invece nulla si muove senza prima essere condito di campanilismo bruzio. Ciò che preoccupa è che tutto avviene sotto lo sguardo dei rappresentanti regionali del territorio, i quali, addirittura, hanno avuto parole di soddisfazione, per la verità timide, quasi timorose, nei confronti di una proposta che di fatto priva Nicotera e la provincia di Vibo Valentia della centralità sul tema Dieta mediterranea. Mi domando com'è possibile mettere da parte la tutela del territorio per questuare le simpatie politiche. Si sforzino di essere più originali – sentenzia infine Grillo - e si impegnino a valorizzare ciò che, con sacrificio e duro lavoro, si è ottenuto dopo 50 anni di assoluto silenzio, ancora si è in tempo”.

 

 

 

 

 

 

FOCUS REGIONE / Alfonso Grillo: "Scopelliti sbagliò a dimettersi, con Oliverio siamo tornati al 2009"

Consigliere regionale nella passata legislatura, esponente di spicco del Ncd calabrese (oltre che coordinatore provinciale della compagine di Angelino Alfano) Alfonso Grillo è un politico che dispiega la sua azione a partire dal Vibonese. La sua esperienza a Palazzo Campanella gli ha consentito di approfondire tematiche complesse che incidono sullo sviluppo della nostra Regione. Già sindaco di Gerocarne, è attualmente impegnato nel dibattito concernente le vicende relative alla città capoluogo di provincia. Nelle risposte alle nostre domande c’è la sua visione della Calabria di oggi.

 

1) L’alternanza politica sembra essere una regola calabrese. Perchè nessuno riesce a governare per due legislature consecutive?

Premetto che l'alternanza politica, in linea di principio, non è un male, anzi, è ritenuta un caposaldo della democrazia compiuta. Tuttavia, dubito che, in Calabria,  l'alternanza sia ascrivibile al sistema di governo citato. È più facile immaginare al risultato di un malessere reale e percepito, rappresentato dalle scarse azioni e dall'assenza di risultati tangibili in termini di sviluppo e di crescita. I cittadini, in sostanza, credono di volta in volta che cambiare schema politico possa migliorare la vivibilità e il tenore di vita. Salvo poi ricredersi, come nel caso dell'attuale governo, ad un anno dal voto.

 

2) Abbiamo vissuto l’epoca Scopelliti ed ora è in corso quella di Oliverio. Ci offra un confronto fra i due modi di amministrare e di fare politica.

Ecco, entrando nello specifico, ritengo che l'epoca Scopelliti, con tutti i suoi limiti e con tanti errori, aveva ridato speranza al popolo calabrese. La classe dirigente chiamata a governare la Regione, per la prima volta, era riuscita a superare il pantano delle lotte tra fazioni nei partiti e nella coalizione. In tutti vi era la consapevolezza che la litigiosità della classe dirigente, più che il rendimento, era il valico da superare per rendere credibile ogni azione. Sentivamo il dovere di abilitare nei confronti del Paese la nostra Regione, che ingiustamente subiva, per responsabilità della politica, un danno d'immagine e un limite negli investimenti. Così nei primi tre anni ci siamo mossi all'unisono convinti e determinati a cambiare la Calabria, aggredendo tutte le questioni, la sanità, le riforme degli enti, la riduzione dei costi della politica, il dissesto idrogeologico, la cultura. Temi che venivano affrontati in una visione globale del territorio regionale. La percezione dei cittadini, rispetto al lavoro messo in campo, era assolutamente positiva, e, a giudicare dai successi elettorali che il centrodestra ha riscosso nei primi tre anni, ritengo anche molto apprezzato. Il sogno si è infranto con le dimissioni di Scopelliti, a seguito della sospensione per mezzo della legge Severino, comprensibili sul piano personale ed umano, ma assolutamente ingiustificabili sul piano politico. La gente infatti ha percepito questo gesto come il gettare la spugna. Ciò ha ridato fiato e speranza al centrosinistra che fino ad allora si era limitato a svolgere il ruolo di comparsa. Oliverio ha riportato la Calabria alle stesse condizioni del 2009,  uno stato di incertezza e di malessere generale, figlio del vecchio schema politico dove la guerra tra correnti, addirittura tra fazioni, viene privilegiata rispetto agli interessi collettivi. La Calabria divisa in cantoni, con le tre vecchie province (Cosenza, Catanzaro e Reggio) nel ruolo di contendenti e con Vibo e Crotone relegate al ruolo di spettatrici passive. L'attuale legislatura, a differenza della precedente, già dopo un anno perde credibilità e gradimento tra i cittadini calabresi.

 

3) Il principale problema, negli ultimi anni, è stato quello di riorganizzare la Sanità. C’è l’esigenza di far quadrare i conti, ma anche quella di garantire un diritto essenziale per i cittadini. Il primo aspetto è prevalso sul secondo: davvero, nel 2015, c’è così poco spazio per la tutela della salute?

È una situazione del tutto anomala, quella della Sanità in Calabria. Noi ci siamo battuti per rendere normale il servizio sanitario, lottando contro tutto e tutti e con un piano di rientro, imposto dalla precedente legislatura, che non dava spazi di manovra, che imponeva la chiusura degli ospedali e i tagli alla spesa pubblica, limitava i servizi e impediva le assunzioni nel comparto. Un piano di rientro approvato senza avere contezza dell'ammontare dello sforamento di bilancio. Davanti a tutto questo ci siamo rimboccate le maniche e, dribblando l'impopolarità, abbiamo messo in campo una serie di azioni che, grazie soprattutto alla comprensione dei cittadini calabresi,  hanno portato alla riduzione del debito. A Scopelliti va riconosciuta la determinazione nell'inseguire l'obiettivo e se oggi si parla di turnover e assunzioni nella Sanità pubblica il merito è da ascrivere al governo regionale di centrodestra. Ne consegue che gli spazi per tutelare la salute pubblica oggi sarebbero assolutamente molto più ampi rispetto al 2010. Dico sarebbero, perché lo scontro istituzionale in atto tra il commissario Scura e il governatore Oliverio genera un immobilismo preoccupante che pregiudica il lavoro finora svolto e priva il cittadino di un'assistenza sanitaria efficiente.

 

4) Il Vibonese sembra essere considerato, indipendentemente da chi si trova al governo della Regione, un territorio marginale. È vero che qui vive meno del 10% della popolazione calabrese, eppure ci sarebbero enormi potenzialità. Cosa ne pensa.

Finché si continuerà a ragionare per superfici territoriali, per numeri e percentuali di densità abitativa, la Calabria non avrà alcuna speranza. Lo sforzo che c'eravamo imposti nella passata legislatura consisteva nel valorizzare in modo organico le peculiarità della Calabria con un approccio globale e non campanilistico. Ricordo il momento in cui bisognava distribuire sul territorio calabrese i fondi della depurazione: alla proposta dei consiglieri del territorio di Vibo Valentia di attenzionare l'area a maggior densità di presenze turistiche, la Costa degli Dei nello specifico, nessun eccepì, e venne attribuito al territorio di Vibo il 40% dell'intera somma disponibile. Così come nessuno eccepì quando abbiamo individuato a Nicotera la sede della Fondazione sulla Dieta Mediterranea, o quando si è pensato alla metanizzazione dell'Alto Mesima o ancora quando proposi l'inserimento nel POR Calabria del porto di Vibo Marina. Non registro oggi alcun intervento tangibile a favore della provincia di Vibo, anzi noto, con una certa sorpresa, un continuo e preoccupante impoverimento del territorio: chiusura di uffici regionali, ridimensionamento di personale, perfino tentativi di appropriazione di specificità, storicamente e globalmente riconosciute, come nel caso della Dieta Mediterranea, tutto in un clima di accondiscendenza dei rappresentanti della maggioranza. Io credo che il cittadino di Cosenza, piuttosto che quello di Reggio Calabria, se avrà benefici, diretti o indiretti, dovuti all'aumento del PIL regionale a seguito della valorizzazione delle eccellenze turistiche ed enogastronomiche del Vibonese non si lamenterà del fatto che si incentivino quelle specificità e che si valorizzi quell'area, così come nessun vibonese si lamenterà se si privilegia l'area grecanica quando si parlerà di enoteca regionale,  Sila per il turismo invernale o Reggio per il bergamotto. Le barriere più pericolose e spesso quelle meno facili da superare sono quelle mentali.

 

5) Ncd è un partito che collabora con Renzi a Roma e con Oliverio a Catanzaro. Ma i valori di riferimento sono diversi rispetto a quelli del Pd e la distanza dalle altre compagini di centrodestra pare sempre maggiore. Quale è la rotta giusta allora?

Io credo sia necessario sin da subito fare dei distinguo. La collaborazione di tipo governativo, quella romana, appunto, vede l'Ncd impegnato con propri ministri e rappresentanti al governo del Paese con l'unico obiettivo di fornire un apporto su una piattaforma programmatica, ben definita, con il fine primario di far uscire l'Italia dall'emergenza. Altro impegno sono le riforme della Pubblica amministrazione, sui quali personalmente, anche se ritengo siano necessarie per far correre il pane, rispetto a ciò che sta avvenendo, nutro, nel merito, molte perplessità. Sulla legge elettorale, ad esempio, la mia posizione si specchia in quella del coordinatore nazionale del partito Quagliariello: non si può approvare una legge elettorale che di fatto esclude la rappresentanza in parlamento di quei partiti che raggiungono un dignitoso consenso elettorale; per le Province, invece,  si è intervenuto troppo frettolosamente, liquidandole senza verificarne i risultati; al Senato, a fronte di una giusta e doverosa rivisitazione delle competenze, ad una obbligata riduzione del numero di senatori, alla condivisibile idea di eliminare il sistema bicamerale, ritengo sbagliato togliere ai cittadini il diritto di scelta dei propri rappresentanti. Nessun accordo mi risulta essere mai stato siglato tra Ncd ed Oliverio, non capisco cosa ci possa unire, viste le insopprimibili differenze storico-culturali e quale convenienza politica potremmo mai trarne da un eventuale accordo con chi, già dopo sei mesi, ha svelato i limiti ed il fallimento del progetto politico. Se ogni tanto ci spingiamo a dare qualche suggerimento di tipo programmatico è solo per senso del dovere e per responsabilità nei confronti dei cittadini calabresi. Le sorti della nostra terra ci interessano a prescindere dal ruolo e dall'appartenenza. Continueremo, quindi, ad avanzare le nostre proposte, nell'auspicio che, ogni tanto, Oliverio ci ascolti. Ciò gli consentirebbe di rimediare qualche brutta figura in meno e di raccogliere qualche risultato in più a beneficio della collettività. Sul fronte del centrodestra, c'è ancora tanto che non ci piace. La rotta è ripartire dai temi del rinnovo della classe dirigente: la proposta di un nuovo schema politico che guardi maggiormente all'area moderata del paese e meno alla politica radicale, spesso estremista, della Lega può essere la base da cui partire per riportare al voto gli italiani. Noto che alcuni amici di FI stentano a comprenderlo, nonostante il crollo di consensi nel centrodestra in generale, e in Fi in particolare. Il mio auspicio è che le forze del centrodestra, trascorso questo momento di confusione, ripartano dallo schema che già ha funzionato alle passate competizioni elettorali in alcune regioni importanti.

Vibo, Consiglio comunale su Dieta mediterranea: Grillo (Ncd) replica al PD

"Fatemi capire: il tema della Dieta mediterranea non può essere affrontato in un civico consesso perché non rappresenterebbe una necessità impellente avvertita dal cittadino? Ok. Poniamo il caso che sia vero. Il Pd potrebbe spiegarmi perché, allora, il tema merita di essere affrontato a prioritariamente a livello regionale, con la proposta di una nuova legge, nuova si fa per dire, a regolamentazione della questione? No, perché se non è una necessità per i vibonesi, non lo è nemmeno per i calabresi. O sbaglio?". Alfonso Grillo, coordinatore provinciale del Nuovo centrodestra, si rivolge direttamente a Michele Mirabello, Stefano Soriano, Antonio Lo Schiavo e al Partito democratico nel suo insieme, intervenuto per "stigmatizzare" la convocazione di un civico consesso sul tema della Dieta mediterranea. "Sono io – replica Grillo – a dirmi perplesso per questa uscita che sa tanto di ordine di scuderia. E pongo una umile e semplice domanda: come mai il Pd, partito che governa la Calabria, anziché dare risposta ai grandi problemi, quali disoccupazione giovanile, fondi comunitari, infrastrutture e sanità, si occupa di Dieta mediterranea? Forse perché la questione, contrariamente a quanto sostengono Mirabello, Lo Schiavo e gli altri, è importante. Beh, allora – prosegue Grillo – prima di intervenire bisognerebbe ragionare un po’ in coerenza. Perché, altrimenti, si corre il rischio di mostrare le proprie debolezze. E, a dire il vero, il Pd non ci fa una bella figura. Per seguire, infatti, gli ordini di scuderia deve votare una proposta di legge che sottrae a Vibo Valentia una risorsa attribuitagli da tutto il mondo scientifico. Che si pensasse, invece, un po’ di più al territorio e meno all’opposizione spinta e francamente molto poco ragionata. Io, al contrario, la maggioranza comunale la ringrazio, per aver dimostrato di possedere una visione territoriale globale, maturità politica e vero interesse per il territorio, mantenendo l’idea della città radiale, di cui il sindaco Costa è promotore".

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