Bisca clandestina in appartamento: una denuncia per gioco d’azzardo e 14 sanzioni per assembramento

Bianco - Una bisca clandestina è stata scoperta dai Carabinieri in un appartamento, a Bianco (Rc).

Al momento dell’irruzione, i militari hanno sorpreso 14 persone in una sala dove c’erano: un tavolo da gioco, fiche, carte, strumentazione professionale, un flipper e un bar ben fornito.

Alla vista dei militari alcuni dei presenti avrebbero cercato, inutilmente, di darsi alla fuga.

Dopo aver sanzionato tutti gli avventori – alcuni dei quali provenienti dai paesi limitrofi – per violazione delle norme anti Covid, i militari hanno denunciato in stato di libertà per esercizio di giochi d’azzardo, il proprietario della bisca, ovvero S.M., di 31 anni.

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False dichiarazioni per ottenere i buoni Covid, 135 indagati

I carabinieri della Compagnia di Bianco hanno denunciato in stato di libertà, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, 135 persone residenti nella Locride, ritenute responsabili di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

I provvedimenti scaturiscono da un’indagine, denominata “Tantalo”, avviata in seguito all’erogazione dei “buoni spesa covid-19”.

Per gli investigatori, gli indagati avrebbero ottenuto, senza averne titolo, un ingiusto profitto derivante dalla indebita percezione dei sussidi.

In particolare, i militari hanno accertato che alcuni percettori dell’aiuto erogato per far fronte alla pandemia avrebbero effettuato dichiarazioni non veritiere (dalla falsa attestazione sulla residenza e sull’indicazione dei componenti del nucleo familiare, all’omessa o falsa indicazione di ricevere, nel medesimo periodo, altri sussidi sociali) al fine di accedere al beneficio.

Dopo aver analizzato le richieste prodotte da circa 900 cittadini residenti nei Comuni di Africo, Bianco, Brancaleone, Bruzzano, Caraffa del Bianco, Casignana, Ferruzzano, Palizzi, Samo, San Luca, Sant’Agata del Bianco e Staiti, i carabinieri hanno individuato 135 pratiche irregolari che hanno portato alla denuncia in stato di libertà di altrettante persone.

Come se non bastasse, da  quanto fanno sapere dalla Compagnia di Bianco, “circa un terzo degli indagati risulta avere legami di parentela con soggetti appartenenti a ‘ndrine o a famiglie di interesse operativo”.

Tra le persone coinvolte nell’indagine, oltre la metà delle quali risiede nel Comune di San Luca, figura anche un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza già percettore del reddito di cittadinanza e la sorella di un latitante, che nello stesso mese in cui ha percepito il “buono spesa covid-19” ha sottoscritto buoni fruttiferi per un valore di settemila euro. Le denunce sono ora al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri e stanno seguendo il loro corso: tutte tranne dieci, che sono state archiviate (sette per tenuità del fatto, tre “perché il fatto non sussiste”).

Omicidio in Calabria, padre e figlio in manette

Svolta nelle indagini dell’omicidio di Salvatore Emanuele Pangallo, avvenuto lunedì scorso tra le campagne di Africo e Bianco.

Le indagini, condotte dai militari della Compagnia di Bianco con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, hanno dato i loro frutti tra ieri notte e stamattina, quando Pietro e Santoro Favasuli, rispettivamente padre e figlio ritenuti responsabili dell’omicidio in questione, a poche ore di distanza l’uno dall’altro si sono consegnati ai carabinieri.

Padre e figlio, al termine delle operazioni di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Locri.

Dovranno rispondere di omicidio premeditato in concorso e porto abusivo di armi e munizioni. Armi che, allo stato, non sono ancora state rinvenute.

Le indagini proseguono, al fine di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento ed il movente che, dalle prime ricostruzioni, andrebbe ricercato in dissidi privati, tra famiglie comunque legate da rapporti di parentela.

 

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Scoperto un centro scommesse clandestino, due denunce

Durante un servizio finalizzato a verificare il rispetto delle norme in materia di giochi, i carabinieri della Compagnia di Bianco (Rc) hanno individuato un centro scommesse clandestino con due postazioni dotate di computer regolarmente connessi ad internet.

Scorrendo la cronologia dei pc, i carabinieri hanno scoperto che entrambi i dispositivi erano stati utilizzati, senza alcuna autorizzazione, per accedere ad alcuni siti di scommesse online.

 Gli apparecchi sono stati quindi sequestrati e affidati all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la Calabria, per i successivi accertamenti.

Il titolare del centro scommesse è stato denunciato per il reato di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommesse e, qualora non fornirà giustificazioni plausibili, dovrà pagare una sanzione amministrativa dai 5 ai 50 mila euro.

A riprova di quanto accertato, al momento del controllo i militari dell’Arma hanno sorpreso nel centro un uomo che, oltre a riscuotere una vincita, stava anche pianificando nuove giocate per il fine settimana.

Anche lui, come il titolare, è stato denunciato e dovrà rispondere di partecipazione nel reato di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommesse.  

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Arsenale in una stalla, arrestato un allevatore

Cinque fucili, un revolver, quasi duecento munizioni di vario calibro. Non hanno creduto ai loro occhi i carabinieri della Stazione di Bruzzano Zeffirio (Rc) e dei Cacciatori di Calabria quando hanno rinvenuto l'arsenale nelle pertinenze della casa di G.S., 29 anni, di Bianco.

In particolare, i militari si sono presentati nella zona rurale di Bianco, dove vive l’arrestato, con il sospetto che potesse detenere illegalmente armi.

L’uomo, però, si era dimostrato fin da subito apparentemente tranquillo, ripetendo in più occasioni di non avere nulla da nascondere e di limitarsi a fare l’allevatore. La preoccupazione, però, è aumentata decisamente quando i carabinieri, dopo aver controllato l’abitazione, hanno passato al setaccio la stalla e il capannone adiacenti. I risultati non si sono fatti attendere: dentro un contenitore in alluminio, infatti, non distante dalle vacche e dalle capre, i Cacciatori di Calabria hanno trovato un fucile ed alcune munizioni.

Il controllo si è fatto così, via via, sempre più serrato fino a che, sempre nel fienile, nascosti tra i covoni di paglia, non sono stati trovati altri due fucili. Le operazioni hanno infine consentito di trovare altre munizioni in un capannone poco distante ed una pistola, due fucili e munizioni nascosti in una vecchia cisterna arrugginita.

Le armi, quasi tutte con matricola abrasa e in buono stato di conservazione, sono state sequestrate. L’insospettabile 29enne, che dovrà ora rispondere dei reati di ricettazione e detenzione illecita di armi e munizioni, è stato invece arrestato e portato nel carcere di Locri, in attesa dell’udienza di convalida.

Scoperte e distrutte due piantagioni di canapa indiana

I carabinieri della Compagnia di Bianco (Rc) e dello Squadrone eliportato Cacciatori  “Calabria”, hanno individuato due piantagioni di canapa indiana.

In particolare, i militari, durante un servizio di controllo nelle località Santa Venere e Palazzo del comune di Bianco, hanno scoperto due coltivazioni composte, rispettivamente, da 170 e 30 piante di canapa indiana.

Gli arbusti sono stati estirpati e distrutti sul posto, così come disposto dalla Procura di Locri.

Rimangono aperte, ovviamente, le indagini dei militari dell’Arma, alla ricerca dei responsabili della coltivazione.

Bloccato dopo un inseguimento, 30enne finisce in manette

I carabinieri della Compagnia di Locri (Rc) hanno arrestato L.M, 30 anni, di Africo, accusato di resistenza a pubblico ufficiale.

In particolare, l'uomo, nella serata di ieri, è stato sorpreso a bordo della sua auto mentre era intento ad effettuare manovre pericolose per la sicurezza della circolazione stradale nel comune di Bovalino.

Come se non bastasse, incurante dell'Alt intimato dai militari, il 30enne si è dato alla fuga.

È scaturito, quindi, un inseguimento, conclusosi, dopo una decina di chilometri, a Bianco.

Una volta bloccato, il fuggitivo è stato arrestato e posto ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

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Reddito di cittadinanza anche a detenuti e sorvegliati speciali, scattano le denunce

I carabinieri della Stazione di Africo Nuovo (Rc) hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Locri, 30 persone ritenute responsabili di falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o altrui.

Le denunce sono scaturite da un'indagine, convenzionalmente denominata "Apate", avviata a gennaio scorso.

In seguito ai risultati scaturiti dalle indagini, i militari hanno denunciato 30 percettori di reddito di cittadinanza, accusati di aver omesso o attestato falsamentea la situazione anagrafica, patrimoniale e reddituale propria o del proprio nucleo familiare, così da rientrare nei parametri previsti per l’assegnazione del beneficio.

Tra i denunciati, oltre a persone che avevano un regolare lavorano, figurano un sorvegliato speciale ed un detenuto.

Per gli investigatori, le indennità indebitamente percepite avrebbero provocato un danno erariale superiore a 90 mila euro.

 

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