Sequestrati beni per 600 mila euro ad un pregiudicato calabrese

Sono stati posti sotto sequestro beni per un valore che si avvicina ai 600 mila euro. Il provvedimento è stato eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Bologna, destinatario il catanzarese Saverio Giampà, sedici anni addietro trasferitosi dalla Calabria alla Toscana. Attualmente risiede nella città delle Due Torri. Tratto in arresto nel 2010 con l'accusa di essere uno spacciatore di sostanze stupefacenti, gli è stata successivamente inflitta una condanna ad otto anni di carcere perché giudicato responsabile di detenzione e traffico di droga. Sulla scorta di quanto ipotizzato dagli inquirenti, ha investito in imprese di natura commerciale il denaro raccolto mediante le attività illecite. Una conclusione cui sono arrivati notando le incongruenze fra le dichiarazioni al Fisco ed il suo tenore di vita. L'elenco dei beni oggetto della misura giudiziaria applicata stamane interessa autoveicoli, aziende, fabbricati e rapporti finanziari. 

 

 

Processo "Aemilia": sul banco degli imputati Vincenzo Iaquinta

Fra le 236 persone che siedono sul banco degli imputati in aula per la celebrazione dell'udienza preliminare del processo scaturito dall'operazione "Aemilia" figura stamattina anche Vincenzo Iaquinta. L'ex attaccante della Nazionale è accusato di aver violato le norme che regolano la detenzione di armi. Insieme a lui pure il padre, Giuseppe, di professione imprenditore che deve rispondere del reato di associazione di stampo mafioso addebitatogli dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. In questi minuti viene sentita la fiscalista Roberta Tattini, nei cui confronti l'accusa è di concorso esterno al clan crotonese Grande Aracri. 

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