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Vibonese, l’allarme della Polizia: “La ‘ndrangheta ha armi e dotazioni migliori delle nostre”

“Giubbotti antiproiettili scaduti o in scadenza, armi datate, materiali obsoleti, poche divise, caschi per l’ordine pubblico non più idonei, macchine con più di 200mila chilometri”. È uno scenario drammatico o quasi quello disegnato dal segretario provinciale del Sap Giuseppe Gaccione, che denuncia una situazione che, di fatto, non mette la Polizia nelle condizioni di essere “competitiva” al cospetto delle potenti organizzazioni mafiose insistenti in Calabria. Specie nel Vibonese, terra abbandonata a se stessa e in cui l’escalation criminale pare inarrestabile, le forze dell’ordine sono esposte a rischi enormi anche a causa dell’insussistenza dell’occorrente. “La ‘ndrangheta – afferma Gaccione - ha armi e dotazioni migliori delle nostre.C’è carenza di personale, mancano i quadri intermedi, cioè coloro che ci possono aiutare a condurre l’attività di investigazione nel territorio, l’apparato è debilitato. Pensi – ci spiega – che l’addestramento anzichè sul campo lo abbiamo fatto davanti ad un computer... Vogliamo garantire ai cittadini la sicurezza che meritano, ma così non è facile”. Per far sentire forte la propria voce il Sap ha attivato su tutto il territorio nazionale una protesta consistente nella non utilizzazione della mensa solidarizzando con il segretario nazionale Gianni Tonelli, giunto al 35^ giorno di sciopero della fame. “Ci sono colleghi – è scritto nel volantino distribuito nel Commissariato di Serra – che sono stati puniti per aver detto la verità. Con coraggio si sono caricati l’onere di denunciare le inefficienze del sistema di sicurezza e per questo vengono perseguitati. La verità non è un reato: tutti sanno che i nostri caschi sono marci, la formazione insufficiente, gli equipaggiamenti inadeguati e l’apparato debilitato dai tagli”.

Capistrano, nasconde soggetto con precedenti sotto il letto: arrestato giovane che era ai domiciliari

Gli agenti del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Daniele Cortese in sostituzione degli arresti domiciliari. La misura è scaturita a seguito di un’informativa redatta l’8 febbraio, dopo che il 26enne residente a Capistrano, contravvenendo agli obblighi della misura domiciliare, aveva ospitato nella sua abitazione un soggetto con precedenti di polizia per reati di armi e spaccio e sottoposto ad avviso orale. Unitamente al Reparto Prevenzione Crimine e con l’ausilio di unità cinofile di Vibo, gli agenti, durante una perquisizione a casa del giovane – che ha cercato di depistarli – hanno scoperto la presenza dell’altro individuo. In particolare, il cane antidroga ha sorpreso sotto il letto l’uomo,    mordendogli leggermente un piede. Il soggetto, che aveva qualche dose di marijuana, è stato segnalato per uso di stupefacenti.

Sequestro di armi in una casa di Serra: denunciati padre e figlio

L’intensificarsi dei controlli condotti dagli agenti del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno sta portando significativi risultati. V.F., di 53 anni, e G.F., di 23 anni, rispettivamente padre e figlio, sono stati denunciati a piede libero all’Autorità giudiziaria in quanto nel corso di una perquisizione nella loro abitazione posta nel centro storico e in una struttura di pertinenza sono stati trovati in possesso di armi e munizioni che sono state sottoposte a sequestro. Nelle specifico, la Polizia ha rinvenuto parti di una pistola, un caricatore, munizioni di diverso calibro (anche da guerra) e una baionetta di epoca fascista (sul manico era apposto il Fascio Littorio).

La difficile sfida (senza mezzi) all’illegalità: il caso del Commissariato di Serra San Bruno

A parole, l’attenzione dei governanti romani – poco importa se di destra, di centro o di sinistra – sulle aree marginali, sui quei territori che presentano ritardi di crescita soprattutto a causa del prevalere delle forze criminali e della diffusione di una mentalità mafiosa o paramafiosa, è talmente alta da fare la barba alla stratosfera. La realtà, nuda e cruda, è che la presenza dello Stato a queste latitudini è percepita dai cittadini come un’entità astratta, intangibile, quasi come un teorema pseudopolitico difficile da dimostrare. Nelle montagne del Vibonese c’è chi spara e chi minaccia, chi ricatta e chi intasca. Ci sono ambienti oscuri dove si incontrano interessi e illegalità e dove la tracotanza e l’oppressione non sempre portano la coppola e la lupara, ma talvolta indossano la cravatta ed hanno il colletto bianco. In un contesto privato delle migliori risorse intellettuali, condizionato dall’isolamento geografico e dalla ritrosia mentale, è facile la penetrazione di concetti criminali quali l’omertoso guadagno facile e l’emulazione della barbarie. A sfidare radicate organizzazioni criminali, ad intromettersi in cruente faide, a combattere le diverse forme di illegalità sono uomini armati di buona volontà e poco altro. Nel Commissariato di Polizia di Serra San Bruno c’è la consapevolezza della complessità della sfida. C’è determinazione, ma anche quegli umani sentimenti che si provano al cospetto del rischio. Le intenzioni si scontrano con la carenza dei mezzi a disposizione. L’unica vettura 4x4 utilizzabile per i servizi di montagna è una non trascendentale Fiat Panda: ci sarebbe anche un Mitsubishi Pajero, ma è tutt’altro che fiammante e quindi riposto in un parcheggio. “Ci sono carenze – sottolinea la segreteria provinciale del Sap, che è in stato di agitazione come tutto il sindacato con in testa il segretario nazionale Gianni Tonelli, che da 23 giorni sta attuando lo sciopero della fame in piazza Montecitorio per attirare l’attenzione delle Istituzioni sulle carenze strutturali della Polizia e delle forze dell’ordine in generale – che riflettono l’andamento nazionale: tanti agenti vanno in pensione, ma non vengono sostituiti o comunque le nuove assunzioni sono insufficienti. Questa situazione si riflette a cascata nei piccoli centri e tutto diventa più complicato”. E all’orizzonte c’è un pericolo mai del tutto scongiurato: quello di una chiusura che significherebbe il definitivo abbandono dello Stato.

Serra, cambio ai vertici del Commissariato di Polizia: Valerio La Pietra sostituisce Antonio Lanciano

È Valerio La Pietra il nuovo dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno. Trentacinque anni, originario della provincia di Avellino, è laureato in Giurisprudenza. Ha frequentato la scuola superiore di Polizia e nei prossimi giorni verrà presentato alla stampa. Va a sostituire Antonio Lanciano, che era arrivato nella cittadina della Certosa poco meno di un anno fa.

Arrestato a Serra un 21enne destinatario di mandato di arresto europeo

Personale della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno ha tratto in arresto  A.C.P., 21enne originario di Vaslui (Romania). L’attività è scaturita da una segnalazione della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della P.S., in quanto il soggetto è risultato essere destinatario di un mandato di arresto europeo, emesso dall’Autorità giudiziaria rumena, per l’esecuzione di una sentenza di condanna alla reclusione in quanto lo stesso, nel suo Paese di origine, si era reso responsabile del reato di furto aggravato. Il giovane si è reso irreperibile in Romania, sottraendosi, dunque, alla cattura. Per tale motivo, le Autorità rumene, avendo il sospetto che il ricercato potesse trovarsi in territorio italiano, hanno inserito una nota di ricerche dello stesso nella Banca Dati Schengen ed hanno inviato, contestualmente, un mandato di arresto europeo, alla Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno. A sua volta, il Dicastero ha immediatamente inviato al Commissariato di Polizia di Serra San Bruno la nota di ricerche, indicando come luogo di residenza del ricercato la via Alessandro Manzoni n. 46 della cittadina della Certosa. Dai primi ed immediati accertamenti è stato verificato che l’individuo non era però né residente né iscritto anagraficamente nel comune di Serra San Bruno. A seguito di una più approfondita attività di indagine condotta da personale del Commissariato serrese, il ricercato è stato comunque rintracciato in Via Catanzaro  ed immediatamente tratto in arresto. Lo stesso è stato associato alla Casa Circondariale di Vibo Valentia a disposizione della Corte di Appello di Catanzaro, come previsto dalle norme in materia. Il provvedimento è stato convalidato dall’Autorità giudiziaria competente.

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