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Tallini (Fi): "La vicenda della Fondazione Campanella dimostra l'impotenza dell'esecutivo"

“La vicenda della Fondazione Campanella è la dimostrazione lampante dell’impotenza di un Esecutivo regionale che, pur riconoscendone a parole l’eccellenza sanitaria, non sa individuare risposte ai problemi e così si limita a dare l’estrema unzione”. Lo afferma il consigliere regionale dell’opposizione Mimmo Tallini, che aggiunge: “Non è lavandosi le mani, dinanzi a problemi che investono centinaia di lavoratori, che si onora il mandato elettorale ricevuto. Adesso, visto che i 250 lavoratori sono stati travolti dall’incapacità politica, si smetta con l’elogiare a parole la loro professionalità e si veda piuttosto come concretamente poter garantire la prosecuzione del loro rapporto di lavoro. Per esempio, si potrebbero subito individuare delle corsie preferenziali per assumere, nei posti messi a concorso l’altro giorno nella sanità, le professionalità della Fondazione. I calabresi - spiega Tallini -  non vogliono dilettanti allo sbaraglio alla guida della Regione, ma politici in grado di assumere la responsabilità di governare anzitutto le emergenze.  La storia della Fondazione è lunga, ma finora, con alti e bassi, se ne è sempre consentita la prosecuzione, garantendo la prosecuzione di un’esperienza sanitaria di cui la Calabria, specie nell’oncologia, ha assoluto bisogno”. Conclude Tallini: “C’è voluto la Presidenza Oliverio  ed il sopraggiungere di una politica attendista che dopo tre mesi non è  neppure in grado di dotarsi di una Giunta intera e che, anzi,  con scelte azzardate ha paralizzato la burocrazia regionale, per far perdere alla Calabria una sfida sanitaria di ottimo livello, utile per frenare l’emigrazione sanitaria ed apprezzata dai pazienti oncologici e dai calabresi”.

Codacons: “La Fondazione Campanella appesa alle decisioni sul Commissario alla Sanità?”

“La Fondazione Campanella, fortemente voluta dal compianto Rettore Salvatore Venuta, per la cura e la ricerca sui tumori, rischia di chiudere i battenti dal 2 marzo per inerzia di chi avrebbe dovuto portare avanti impegni non solo economici, ma soprattutto etico-morali che avrebbero permesso all’Ente di continuare a fornire prestazioni assistenziali a chi aveva scelto di curarsi nella propria regione”. Lo dichiara il responsabile del Codacons Serre Vibonesi Antonio Carnovale che sottolinea che “il ben preciso diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione”. “La chiusura del polo oncologico – sostiene Carnovale - determinerà gravi disagi per tutti gli utenti, purtroppo tanti, del nostro territorio che giornalmente lottano contro le malattie oncologiche che saranno, quindi, dirottati in altre strutture ospedaliere con immaginabili conseguenze”. Le contraddizioni di quanto accade nella punta dello Stivale sono rimarcate dal fatto che “mentre la Calabria muore ogni giorno di più, a Falerna si parlava di ‘Banda Larga’, argomento che sarebbe dovuto, necessariamente passare in secondo piano di fronte alla tragedia della chiusura del polo oncologico”. Ne derivano diversi quesiti: “Dove sono andati a finire i buoni propositi pre-elettorali sulla Fondazione Campanella? Qual era la soluzione annunciata a fine gennaio che avrebbe permesso alla Fondazione di continuare a vivere?”. A tali interrogativi, ad avviso del Codacons, “difficilmente si potrà dare risposta, forse perché le uniche domande che si fanno sulla sanità calabrese sono quelle relative alla mancata nomina del Commissario alla Sanità, agitando presunte anomalie nelle tempistiche di nomina”. Da queste riflessioni nasce un dubbio legato ad una specifica “anomalia” ovvero quella per cui “tali tempistiche coincidono con una generale inerzia sul problema della Campanella”. “Non vorremmo  - precisa l’associazione a tutela dei consumatori - che le considerazioni espresse appaiano esclusivamente ‘politiche’, ma è inevitabile scendere in argomento quando la soluzione da trovare non può che essere politica”. Non manca l’augurio “che da qui al 2 marzo si possa trovare una dovuta soluzione, in modo da scongiurare la tragedia per il territorio e, laddove ciò non dovesse avvenire, speriamo che il ministro Lorenzin possa, facendo ricorso ai propri poteri costituzionali, intervenire in sussidiarietà per ‘imporre’ il mantenimento in vita dell’importante struttura”.

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Fondazione Campanella, Mangialavori (CdL): "Convocare il subito il Consiglio Regionale"

“La convocazione urgente di una seduta del Consiglio regionale da dedicare esclusivamente alla Fondazione Campanella”. E’ quanto chiede il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL). “E ’ inequivocabile - evidenzia il consigliere della Casa delle Libertà. Il tempo scorre senza che siano assunte decisive contromisure che blindino la sopravvivenza della struttura. E sulla ‘Campanella’ purtroppo incombe sempre di più il rischio chiusura. Uno scenario inquietante che aprirebbe drammatiche prospettive: la sospensione di tutte le attività assistenziali; la perdita di molti posti di lavoro e di professionalità qualificate nelle attività di ricerca e nella cura delle malattie oncologiche; e, ancor più grave, l’incremento dell’emigrazione sanitaria”. Mangialavori sottolinea in particolare questo passaggio: “A pagare il prezzo della chiusura di un’infrastruttura sanitaria così importante e
necessaria per la Calabria, sarebbero quelle persone che già sopportano grandi sofferenze e tribolazioni, che affrontano quotidianamente il disagio della malattia, ricorrendo a pesanti farmaci e costose terapie. Malati che, oltre al carico della patologia, dovrebbero dunque  affrontare e sostenere, per curarsi, le spese di trasferimento e permanenza fuori regione. Assolutamente inaccettabile ed offensivo dei diritti primari un sistema sanitario così concepito che invece di lenire le sofferenze ed essere vicino ai più deboli, aumenta il dramma di chi già deve combattere ogni giorno contro malattie importanti. Così, anche il già fragile sistema sanitario della Calabria vedrebbe lievitare ulteriormente i costi dell’emigrazione sanitaria, che diventerebbero decisamente insostenibili”. “Di fronte ad una emergenza di tale portata - che vedrebbe irrimediabilmente scomparire uno dei pochi centri di eccellenza in Calabria specializzato nell’assistenza oncologica - le Istituzioni non possono rimanere inerti ed impassibili. La politica - rilancia Mangialavori - è chiamata a ricercare tempestivamente ogni utile strumento tecnico-normativo per la risoluzione della vicenda, individuando precise fonti di finanziamento che garantiscano permanentemente, e dunque anche per il futuro, l’operatività della struttura”. “Dunque, rinnovo l’appello alla politica affinchè - anche mediante il coinvolgimento e la compartecipazione di tutti i livelli di governo - compia tutti gli sforzi per trovare la vera chiave di volta  e  perché  -  anche attraverso l’istituzione del Registro Tumori - conclude Giuseppe Mangialavori,  si diano le risposte sanitarie che i calabresi da tempo attendono”.

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