"Renzi, basta passerelle e propaganda: i giovani calabresi chiedono diritti e lavoro"

"Domani Matteo Renzi sarà a Reggio Calabria per l’inaugurazione del ristrutturato Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria che, more solito, avviene con ben cinque anni di ritardo rispetto alla scadenza prevista che - ricorda Michelengelo Tripodi, Segretario Regionale del PCdI, - era quella del 2011 (150° anniversario dell’Unità d’Italia). E per non farsi mancare un ulteriore spazio propagandistico ha annunciato che  firmerà il Patto sulla Calabria e poi andrà in Sicilia per completare la giornata a Catania e Palermo dove ha annunciato che saranno firmati altri patti. Insomma un patto non si nega a nessuno, specie se si tratta di aria fritta  e di riciclare sempre le stesse risorse. Nulla di nuovo all'orizzonte. Non c'è alcun finanziamento aggiuntivo rispetto ai fondi europei e nazionali già stanziati. I soloni del governo Renzi si sono inventati un meccanismo fantasioso (alla stregua della famosa finanza creativa di Tremonti) che rappresenta un vero e proprio specchietto per le allodole. il Por 2014/2020 è stato decurtato del 25%, riducendo della stessa quota  il cofinanziamento statale (una sforbiciata che vale circa 7,4 miliardi in meno di cofinanziamenti a danno del Sud), con la garanzia che queste risorse avrebbero potuto essere utilizzate liberamente senza le prescrizioni comunitarie. Adesso scopriamo che quel 25 % sottratto alle regioni del Sud, viene utilizzato solo in parte (meno della metà), per finanziare i famosi Patti che Renzi sta firmando a cominciare da quello sottoscritto con la Campania di De Luca il 24 aprile scorso". "In sostanza rileva l'esponente comunista - Renzi si veste con le penne del pavone con i soldi che ha scippato alle regioni del Sud, E’ un gioco delle tre carte che rappresenta una toppa peggiore del buco. Anche perché il trucchetto di Renzi si accompagna ad  una serie di misure che hanno rappresentato un ingente saccheggio di risorse del Sud  che sono state spostate al Nord, che si aggiunge a quello operato dalla coppia Tremonti-Bossi con i governi Berlusconi: 1) con lo Sblocca Italia 3 miliardi di euro, sui 3,9 miliardi complessivi, vengono prelevati dal Fondo Sviluppo e Coesione che dovrebbe alimentare insieme ai fondi europei le politiche a sostegno del Sud e destinati a finanziare  interventi ed  opere da realizzare al Nord del Paese; 2) per l’EXPO 2015, a Milano vengono investiti 12 miliardi di euro di soldi pubblici, prelevati anche dai FAS per il SUD,  per investimenti diretti e indiretti legati alla realizzazione dell’evento. Si costruisce il villaggio dell’EXPO ma si realizzano anche  nuove strade, autostrade, pedemontane, metropolitane e altre infrastrutture. E Renzi annuncia un nuovo investimento  nell’aera ex EXPO di 2,5 miliardi di euro per il 'Centro di Tecnologie per la vita'; 3) l’utilizzazione nel 2015 di 3,5 miliardi dei 7,4 scippati al Sud, riducendo il cofinanziamento, per destinarli agli sgravi  nazionali per  i nuovi assunti (vedi Jobs act) che per almeno l’80 % sono finiti al Nord". Il problema che i fatti - incalza Tripodi - hanno la testa dura. Infatti, se da una parte ci sono patti e Masterplan, dall’altra parte la realtà concreta denuncia un aggravamento della situazione sociale ed occupazionale che non ha precedenti nella storia del Sud. Tutti gli indicatori dicono una cosa sconvolgente: il Sud dell'Italia si trova in una condizione peggiore anche della Grecia. Impoverimento di massa, disoccupazione giovanile al 70%, reddito procapite più basso d'Italia, PIL con segno negativo da diversi anni, ecc. Crescono urgenze ed emergenze sociali che non trovano alcuna risposta da parte del governo e della regione Calabria. Negli anni del governo Renzi a Roma e Oliverio a Catanzaro conosciamo un declino che appare irreversibile e che non può essere contrastato con la propaganda e con le passerelle che sono davvero stucchevoli e suscitano il rigetto dei calabresi, dalla galleria di Mormanno al Museo della Magna Grecia. Intanto, nei giorni scorsi, con il silenzio assordante di Renzi e del governo, la LCV Capital Management rinnega gli impegni assunti al Ministero dello Sviluppo Economico e cancella l'investimento per la produzione di vetture ecologiche che doveva dare lavoro a 800 lavoratori a Gioia Tauro. Una nuova beffa ai danni di Gioia Tauro e della Calabria mentre cresce la crisi del porto più del Mediterraneo.  Invece di firmare patti, Renzi avrebbe fatto meglio a garantire il rispetto degli impegni presi, ma per Renzi il SUD, oltre la propaganda, esiste solo se bisogna far approvare di notte emendamenti come quello di 'Tempa Rossa' che saccheggiano le risorse del Sud a favore delle grandi multinazionali petrolifere. Le chiacchiere stanno a zero e i patti ancora peggio. Tutto quello di cui non hanno bisogno i giovani calabresi che chiedono diritti e lavoro e non patti e passerelle". "Per questo - secondo il dirigente del PCdI - ci vuole un piano vero per il Sud e la Calabria, ma, soprattutto, ci vuole un rilancio dell’intervento pubblico nell’economia, sapendo che il liberismo selvaggio e la centralità data alle imprese hanno prodotto solo disastri sociali e un enorme sperpero di denaro pubblico". 

 

"Incredibile che ancora i medici siano senza ricettari e i cittadini prive di medicine"

"E poi qualcuno si meraviglia perché la provincia di Reggio Calabria è la maglia nera d’Italia essendo all’ultimo posto di tutte le rilevazioni riguardanti la qualità della vita". Usano il sarcasmo Michelangelo Tripodi e Lorenzo Fascì, rispettivamente Segretario regionale e provinciale di Reggio Calabria del PCdI, per commentare il caso della mancanza di ricettari. "Basti guardare - incalzano, infatti, i due esponenti comunisti - alla grottesca  vicenda riguardante i ricettari medici. Nonostante l'impegno assunto dai Commissari Straordinari, i medici di base recatisi oggi presso la sede dell'ASP hanno dovuto prendere atto che i ricettari non sono ancora arrivati.  Quindi prosegue per loro la impossibilità di poter prescrivere medicine, cure, accertamenti sanitari ai loro assistiti. Una situazione davvero incredibile, incresciosa, inaccettabile.  Non è possibile, in una società civile, lasciare i cittadini, soprattutto le fasce deboli quali pensionati, disoccupati, lavoratori in mobilità, senza la possibilità di potersi curare".  "Già avevamo alzato la voce - rammentano i due rappresentanti del PCdI - per segnalare agli Organi responsabili questa grave lacuna gestionale e amministrativa qualche giorno fa; adesso, considerato che anche i Commissari non hanno risolto il problema, chiediamo pubblicamente al presidente della Giunta Regionale, quale organo istituzionale sovraordinato, di assumere immediatamente i provvedimenti che il caso richiede.  Chiediamo anche ai consiglieri regionali - i quali domani saranno impegnati nella seduta di Consiglio - di approvare un Ordine del Giorno volto a chiedere ai vertici dell’ASP le ragioni; i motivi della denunciata carenza. Ci domandiamo: ma a che serve avere un Commissario nella sanità calabrese se rimane sordo davanti a problemi di così grave natura? Pensiamo che di fronte a questo scempio - è la conclusione di Michelangelo Tripodi e Lorenzo Fascì - è giunta l’ora che i cittadini unitariamente scendano in piazza per far sentire la loto voce e per far rispettare  i loro diritti".

 

"Medici senza ricettari, malati privi di cure: vogliamo subito i responsabili"

"Da giorni chi abita a Reggio Calabria – e provincia – ed ha bisogno di curarsi non può. Perché mai? Perché i medici di base - ricordano in una nota Michelangelo Tripodi e Lorenzo Fascì, rispettivamente Segretario regionale e Segretario provinciale del PCdI - sono rimasti senza ricettari, in quanto l’ASP non li rifornisce! La competenza infatti di fornire i medici di base dei ricettari è dell’ASP. La carenza maggiore si registra nel centro  e nel nord della città di Reggio Calabria. Orbene, sembra incredibile ma è pur vero. A chi è capitato di recarsi dal suo medico di famiglia per farsi prescrivere medicinali, prestazioni sanitarie, esami clinici, ecc. ha ascoltato il medico sconsolato rispondere: 'mi dispiace ma non ho ricettari e non posso quindi fare alcuna prescrizione'. Immaginiamo per un momento quante persone anziane, quanti ammalati cronici si sono trovati in questi giorni ad aver bisogno di medicine e\o di accertamenti sanitari. Sì, purtroppo è vero, non ci sono ricettari. Ora, in un Paese normale, in un Paese civile è possibile che accada un fatto del genere? Tutto ciò è inammissibile. Giovedì mattina i medici di base stanchi di tale gravissima disfunzione protesteranno davanti la sede dell’ASP in via Diana. Noi diamo la nostra piena e convinta adesione a tale forma di protesta e apprezziamo l’impegno e la sensibilità dimostrati dei medici di medicina generale". "Chiediamo con forza - è l'istanza formulata dai due esponenti comunisti - che la direzione dell’ASP – formata peraltro da tre commissari straordinari provenienti dalla Prefettura – chiarisca pubblicamente come sia potuto accadere una tale omissione; vogliamo sapere chi sono i responsabili, quale provvedimento  i commissari intendono adottare per accertare le responsabilità dell’interruzione di un pubblico servizio e cosa intendono fare per risolvere immediatamente il problema. La stessa domanda rivolgiamo al Commissario Scura che impegnato com'è a tentare di chiudere gli ospedali che funzionano non si occupa affatto delle gravissime emergenze sanitarie che scoppiano sul territorio". "Sembra un paradosso - argomentano Tripodi e Fascì - che in una terra in cui oltre agli organi ordinari si registra la presenza di commissari che dovrebbero garantire e rafforzare l’efficienza, invece, la quotidianità è lastricata da inefficienze da guinness dei primati (si fa per dire). Come fa il Mezzogiorno a risalire la china, a mettersi al pari con altri Paesi civili se non si riesce a dare alla burocrazia una adeguata qualificazione ed una altrettanto capacità gestionale? Per questo, auspichiamo che arrivino subito risposte e provvedimenti risolutivi delle inefficienze da parte di tutti i soggetti coinvolti e responsabili e cioè Regione Calabria, Commissario Scura e Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria".

 

Intimidazione mafiosa ad un consigliere comunale, Tripodi (PdCI): "Episodio inquietante"

"A nome del Partito Comunista d'Italia e mio personale - scrive in una nota il segretario regionale Michelangelo Tripodi - esprimo la più piena e totale solidarietà e vicinanza all'avvocato Antonio Muscherà, Consigliere Comunale di Polistena della lista di maggioranza "Avanti Polistena", che è stato fatto oggetto di un attacco intimidatorio di chiaro stampo mafioso. Rivolgo, inoltre, la più ferma e netta condanna nei confronti di chi, vigliaccamente nell'ombra, ha recapitato un proiettile calibro 9 nello studio dell'avvocato Muscherà, compiendo un'azione delittuosa e criminale". "Mi auguro - auspica l'esponente comunista - che le forze delle ordine e le autorità preposte facciano subito piena luce su questo episodio così grave e d inquietante che provoca preoccupazione e allarme nella famiglia dell'avvocato Muscherà  e nell'intera comunità polistenese. Sono certo che l'avvocato Muscherà non si fermerà e continuerà con ancora più forza e determinazione nel suo impegno istituzionale e professionale senza arretrare di un millimetro". "Le forze criminali che puntano a scardinare l'ordine democratico e la convivenza civile non possono prevalere - conclude Michelangelo Tripodi - né a Polistena né altrove".

 

Mobilità in deroga, Tripodi (Pdci): “Da Roccisano solo dilettantismo, arroganza e incapacità”

“I giorni, le settimane e i mesi passano ma per i 29.000 lavoratori calabresi percettori della mobilità in deroga la situazione diventa sempre più tragica”. Lo afferma il segretario regionale del Pdci Michelangelo Tripodi che aggiunge: “le promesse annunciate in maniera roboante dall’assessore regionale al Lavoro Roccisano si sono sciolte come neve al sole e la corresponsione degli assegni  viene continuamente rinviata e disattesa dal governo Renzi e dalla Regione Calabria. Si continua a giocare cinicamente con la pelle e con la stessa sopravvivenza di questi cittadini calabresi, facendo finta di dimenticare che molti sono creditori addirittura di 18 mensilità non pagate e che ciò sta determinando una gravissima emergenza sociale che colpisce questi lavoratori e le loro famiglie. Non va mai dimenticato che si tratta di migliaia di famiglie che si trovano nell'indigenza più assoluta, che si vedono negati i diritti più essenziali, come addirittura la possibilità di mandare i propri figli a scuola perchè impossibilitati a comprare libri, quaderni e accessori vari se non  addirittura privati dei beni più essenziali. Ma l’aspetto incredibile della vicenda – asserisce Tripodi - che evidenzia solo dilettantismo, arroganza e incapacità riguarda il metodo che l’assessore al Lavoro sta utilizzando in questa vertenza. Infatti, nei giorni scorsi, dopo che è emerso il totale flop delle sue dichiarazioni e, a seguito delle numerose manifestazioni di protesta dei lavoratori, il dipartimento Lavoro della Regione aveva convocato i lavoratori e i sindacati per un incontro finalizzato a discutere, ancora una volta, i termini della questione. L’incontro con tanto di formale convocazione si doveva svolgere giovedì 15 ottobre scorso. Incredibilmente, nonostante la convocazione scritta, l’assessore Roccisano non si è presentata alla riunione e al dipartimento Lavoro della Regione hanno fatto spallucce. Adesso, dopo questa serie infinita e inarrestabile di gaffe i sindacati sono stati convocati il prossimo 20 ottobre per un incontro al quale dovrebbe partecipare anche il presidente della regione Oliverio. A questo proposito, risulta decisamente apprezzabile l’iniziativa assunta dalla UIL calabrese che, anche per dare forza alla discussione e alle indubbie giuste e legittime motivazioni dei lavoratori, ha indetto un sit-in sotto gli uffici della cittadella regionale, presso i quali si terrà l’incontro in questione. Purtroppo, registriamo come altri sindacati non hanno inteso aderire alla sacrosanta manifestazione di protesta organizzata dalla UIL poiché, ancora una volta e nonostante le chiacchiere, hanno paura di disturbare il manovratore Oliverio e i loro amici del PD. Per questi personaggi, nonostante l’odio più volte manifestato da Renzi e dal PD nei confronti del sindacato, prevale l’interesse di bottega rispetto a quelli dei lavoratori. Per quanto ci riguarda ribadiamo il nostro convinto sostegno alla battaglia dei circa 29.000 lavoratori calabresi che attendono da tempo immemore la corresponsione della mobilità in deroga. In tal senso – specifica l’esponente di estrema sinistra - in attesa che il governo Renzi e il ministro Poletti si ricordino che esiste la Calabria e che esistono 29.000 lavoratori che attendono di percepire gli emolumenti spettanti, riteniamo che ci sia un sola cosa da fare subito: la Regione garantisca immediatamente il pagamento di tutte le mensilità arretrate ai 29.000  percettori di mobilità in deroga procedendo alle necessarie anticipazioni di cassa che saranno compensate una volta che avverrà il trasferimento dei fondi dalla Stato. Questa – è la conclusione - è l’unica cosa che va fatta per tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori visto che le promesse della Roccisano stanno a zero”.

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