Mongiana, tutto pronto per l'inaugurazione del sito archeologico delle Reali ferriere

Si svolgerà a partire dalle 17,30 di domani (31 luglio) l’inaugurazione del sito archeologico delle Reali ferriere borboniche di Mongiana.

All’iniziativa prenderanno parte: il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio; il vescovo della diocesi metropolita di Catanzaro – Squillare, monsignor Vincenzo Bertolone; il commissario del Parco naturale regionale delle Serre, Giuseppe Pellegrino; il sindaco di Mongiana, Francesco Angilletta e l’esperto in archeologia industriale, Danilo Franco.

Con la cerimonia inaugurale, il sito archeologico diventerà quindi pienamente fruibile per visitatori e turisti.

Mongiana. Comune e Proloco donano ai cittadini una pubblicazione sulla storia delle Ferriere

Il Comune e la Pro Loco, doneranno ad ogni famiglia di Mongiana una pubblicazione fatta dall’Associazione Calabrese Archeologia Industriale (A.C.A.I.) e curata dal Prof. Danilo Franco sulla storia del Real Stabilimento di Mongiana. L’associazione da oltre 30 anni conduce studi mirati alla riscoperta del trascorso industriale calabrese e delle vicende storiche, sociali ed economiche. Ha proposto e predisposto il progetto mirato all’istituzione dell’ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria. L’Amministrazione Comunale e la Pro Loco intendono, grazie alla distribuzione di questa pubblicazione, far ri-scoprire quello che era Mongiana e quello che, grazie a quanto si sta facendo in ambito di recupero e riscoperta del patrimonio di archeologia industriale, si farà. “L’idea di donare ai cittadini di Mongiana questa pubblicazione” secondo il sindaco Bruno Iorfida “è nata dalla voglia di rendere partecipi tutti della grande attività di riscoperta che da qualche anno stiamo portando avanti assieme al Prof. Danilo Franco, instancabile amante di Mongiana e grande studioso di Archeologia industriale. Credo che rendere partecipi tutte le famiglie di Mongiana rappresenti un momento alto di condivisione di risultati che, senza il loro aiuto non si sarebbero mai potuti realizzare. L’appoggio quotidiano e il fatto di credere in quello che si fa e che si sta facendo è per me una delle cose più belle, che ripaga dei tantissimi sacrifici fatti fin ora per raggiungere tali obiettivi. Spero che leggendo questo volume la gente possa capire chi eravamo ma soprattutto ciò che potremmo diventare”. Mongiana, mira a diventare il centro nevralgico e attrattore principale del territorio delle serre e si pone come obiettivo quello di farsi conoscere oltre i confini regionali e nazionali. Il presidente della Proloco Francesco Aloi si dice “soddisfatto per il lavoro che quotidianamente stiamo svolgendo a Mongiana in ambito di promozione turistica e del territorio. Donare questa importante pubblicazione alla gente di Mongiana, oltre a far capire l’importanza che ha avuto negli anni la produzione siderurgica di Mongiana, è il punto di congiunzione della proficua collaborazione tra Amministrazione Comunale e Pro Loco. Sono certo che i cittadini apprezzeranno questo omaggio, fattoci dall’ACAI e che la collaborazione finora messa in atto porterà per in futuro altri ottimi risultati”.

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“Cantieri Aperti”, studenti seguono i lavori di scavo archeologico a Mongiana

Un’esperienza unica e straordinaria, quella fatta oggi dagli alunni delle scuole di Mongiana. Una visita sul cantiere delle Reali Ferriere Borboniche, dove, accompagnati dai professori, hanno potuto osservare, sotto la guida del sindaco Bruno Iorfida e la supervisione del responsabile della Sicurezza sul cantiere, ingegner Raffaele Campese, e il vicesindaco Antonio Primerano, lo svolgersi dei lavori di recupero e di scavo archeologico eseguiti dalla ditta Vet.Ta Costruzioni, che ha permesso di portare alla luce un altoforno in stile italiano, le fucine e il complesso siderurgico in genere, movimentando 7500 metri cubi di materiale.

Gli alunni delle scuole di Mongiana sono stati i primi a visitare il cantiere. 

I discenti hanno così potuto toccare con mano e vedere la maestosità di un’opera che da qui a qualche mese sarà resa fruibile ai visitatori.

Il progetto, denominato “Cantieri Aperti”, ha lo scopo di sensibilizzare i ragazzi alla valorizzazione di quanto di bello c’è nel territorio di Mongiana e farli prendere coscienza e confrontarsi con una realtà storica sconosciuta. 

La visita ha interessato l’intero sito siderurgico, culla dell’industria siderurgica meridionale, mettendo in evidenza l’impegno e il lavoro minuzioso fatto dagli archeologi, per portare alla luce un così importante sito di archeologia industriale. 

I bambini, dopo la visita, sono tornati nelle loro aule arricchiti e meravigliati dalle sorprese che un piccolo comune dell’entroterra ha riservato.

“Sono veramente contento – ha affermato Iorfida – perché oggi ho avuto il piacere di presentare ai ragazzi delle scuole elementari e medie  di Mongiana un cantiere in continua trasformazione, che sarà di impulso alla crescita di tutto il territorio. Mi ha colpito particolarmente la loro espressione stupita e meravigliata. Questo progetto, fortemente voluto dalla mia amministrazione, vuole avere lo scopo principale di far innamorare sempre di più i giovani alla storia di Mongiana, mettendo in luce tutti gli aspetti di un glorioso passato.

Credo inoltre che solo con una corretta propagandasi possa far sviluppare un paese. La cultura e la promozione culturale, soprattutto indirizzata ai più piccoli – ha aggiunto - rappresenta il punto di partenza e di svolta nella crescita di un paese; è dai più piccoli che bisogna partire per ottenere i risultati migliori, coinvolgendoli direttamente ed in prima persona. Infatti non ci può essere cultura senza sviluppo ma allo stesso tempo non ci può essere sviluppo senza cultura.

I giovani devono rendersi conto delle potenzialità che il Comune di Mongiana ha, in quanto il futuro di Mongiana è legato a loro, alla loro voglia di sapere e di fare, ed appartiene a loro. Un ringraziamento va alla ditta Vet.Ta Costruzioni che ha da subito abbracciato l’idea e promosso l’iniziativa e poi alle scuole di Mongiana che hanno accolto con entusiasmo l’idea. Invito le scuole e gli istituti scolastici, di qualsiasi ordine e grado – ha concluso - che vogliono venire a Mongiana a visitare il cantiere di contattare il Comune di Mongiana, per vivere un’esperienza unica e sorprendente a contatto con la storia”.

 

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Mongiana e la fabbrica d'armi senza bufale e bugie

Martedì 20 sarà a Mongiana in visita Oliverio, in previsione dell’apertura del Museo. Tutto bene, sia il Museo sia la visita; ma siccome sento già odore di bufale e strombazzature, forse sarà meglio raccontare noi la storia di Mongiana.  Lavorazione del ferro è attestata a Stilo nel XII secolo; nell’età moderna, a Pazzano; per poi salire sempre più in montagna, alla ricerca di acqua e di legname da cui ricavare il carbone. Nel XVIII secolo, da piccoli villaggi del territorio di Castelvetere (poi, Caulonia), nacque Mongiana, dove ebbero sede le fonderie e la fabbrica. I re Borbone di Napoli, Carlo e Ferdinando IV; Murat; Ferdinando in veste di re delel Due Sicilie dal 1816 riservarono ogni attenzione a questa attività, che, è bene precisare, era di proprietà dello Stato. Vi attirarono tecnici anche stranieri, donde i cognomi Broussard, Broussardi, Franzè, Franzè… La materia prima veniva dalle miniere di Pazzano e Bivongi; nel 1846, Ferdinando II sbarcò a Siderno e si recò a inaugurare una nuova miniera, quella di Agnana. Per le scomode leggi del Regno, solo le fabbriche di Stato potevano utilizzare il ferro calabrese; e Razzona di Cardinale, che era privata – ne parleremo un’altra volta – importava il ferro dall’Elba. Il carbone di legna non era un’energia molto potente come quello fossile, ma almeno era prodotto in loco.  Il complesso di Mongiana dava lavoro a centinaia di operai; e restano, a genuina gloria dei Borbone, le belle case costruite per le maestranze. E qui mi si lasci dire che, verso il 1840, un operaio inglese, francese, americano (altro discorso, la Germania) avrebbe considerato un sogno impossibile avere sopra la testa una solida casa di pietra a due piani e soffitta, e il pane assicurato, e una paga garantita dal re.  Come tutte le attività garantite dallo Stato, anche Mongiana andava avanti con una mentalità burocratica, con lente innovazioni sia delle tecniche sia delle cose stesse da produrre: fucili presto superati; e una sezione artistica fondeva busti del re di ghisa: ne sono rimasti, in Calabria, tre; e una statua intera è a Messina. Di particolare pregio sono le colonne greche di ghisa, una bella sintesi tra l’antichità e il progresso.  Dopo il 1861, privatizzata, Mongiana venne acquistata da Achille Fazzari. Era stato garibaldino, e, come altri, fece colpo su una ricca fanciulla catanzarese, ovviamente attirata dal bel tenebroso invece che da un noiosissimo vicino di casa militesente. Ammodernò il vecchio fucile per farne un moschetto, e, con il nome di “Mongiana” trovò chi, nell’esercito, lo adottasse. Non durò a lungo, e la fabbrica finì abbandonata. Una leggenda metropolitana parla di macchine trasferite a Terni, ma un amico che vive proprio lì e che intendeva darsi alla ricerca, non ha trovato alcuna prova. Mentre gli edifici andavano in degrado, anche il contesto sociale s’impoverì. Un po’ di respiro lo diede il Parco della Vittoria, gestito dal Corpo Forestale, che ha dato e dà impulso al turismo estivo.  Malamente non dico restaurata ma rifatta, la Fabbrica riceve visitatori, e si spera che giovi il Museo. Basta che se ne parli sul serio, senza fantasie da “terza potenza industriale del mondo”, seguita da improvviso “genocidio”.

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