Coronavirus, Calabria: "Più prodotti calabresi in supermercati e centri commerciali"

"Sostenere il comparto agroalimentare calabrese incentivando la presenza di prodotti di qualità nostrani sugli scaffali dei supermercati, con la collaborazione della grande distribuzione organizzata”.

È la proposta avanzata dall’assessore regionale alle Politiche agroalimentari Gianluca Gallo, nel corso di una videoconferenza tenuta, insieme al vice Presidente della giunta regionale Nino Spirlì ed al dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, con i rappresentanti della Gdo, delle organizzazioni di categoria, di Unioncamere ed Unindustria.

 “In questa fase di grave emergenza legata alla Covid-19 – ha sottolineato l’Assessore Gallo - le aziende ed i produttori della filiera agroalimentare calabrese stanno continuando a garantire quotidianamente, con grandi sacrifici, l’afflusso costante sul mercato di beni di prima necessità, anche di qualità. Le negative ripercussioni della pandemia stanno però creando più di una criticità in diversi settori. Parliamo ad esempio del florovivaismo, del circuito lattiero-caseario, del comparto della carne. Pur nella consapevolezza che le debolezze strutturali di sistema potranno essere sanate solo attraverso una stretta integrazione tra politiche e programmi di vario livello istituzionale, d’intesa con il Presidente Santelli auspichiamo la massima collaborazione tra le istituzioni ed il mondo della grande distribuzione organizzata che, ben conoscendo il valore e le potenzialità delle produzioni agroalimentari calabresi, può adoperarsi per favorirne la valorizzazione”.

 L’assessore Gallo ha quindi auspicato un accordo per la promozione dei prodotti agroalimentari made in Calabria ed una loro più diffusa presenza sugli scaffali di supermercati e centri commerciali. "L’obiettivo della Regione", ha spiegato Gallo, “è addivenire ad un protocollo con la grande distribuzione organizzata e gli altri attori economici del comparto agroalimentare regionale, che venga immediatamente istituzionalizzato e attraverso il quale si intraprenda una sfida per rilanciare l’economia dell’intera Calabria. La Regione ascolterà gli stimoli dei territori e degli operatori economici, immetterà liquidità nel circuito economico, soprattutto per supportare le famiglie meno abbienti e, allo stesso tempo, porterà avanti questa azione di promozione, la cui delega è in capo al Presidente, per far conoscere ai consumatori calabresi la qualità dei nostri prodotti, pari se non superiore a quella dei prodotti di oltre confine e più concorrenziali”.

 Il vice presidente della giunta Spirlì è intervenuto richiamando, dal canto suo, l’importanza della comunicazione: «Seguendo la Messa della Domenica - ha dichiarato Spirlì - mi è venuta l’idea di lanciare lo slogan “Calabrese profeta in patria”. Con questo intendo dire che dobbiamo credere di poter essere creduti e seguiti dalla nostra gente. Sono certo che il dramma che ha colpito il mondo ci abbia riportati alla naturalezza dei tempi antichi e ci abbia fatto riacquistare un’umanità dimenticata, che dovrà essere la base per tutti i progetti futuri, partendo dal fatto che la Calabria deve arrivare ovunque, insieme ai suoi prodotti di qualità, già molto apprezzati. La stessa cosa vale per i settori dell’artigianato e del commercio.

 La Regione perseguirà questo obiettivo attraverso una forma di comunicazione libera da formalismi e burocrazia, che sia semplice e direi quasi familiare, capace di arrivare al cuore della gente”. Al termine della riunione, le parti si sono date appuntamento ai prossimi giorni, affinché il percorso avviato venga codificato e possa proseguire con un confronto che sia periodico e costante.

Emergenza Covid 19, Calabria: il neo assessore Gallo al lavoro per preservare il comparto agricolo

Salvare l’agricoltura calabrese dalle conseguenze negative che la pandemia di Covid 19 determina sotto l’aspetto economico.

Questo l’obiettivo perseguito dal neoassessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo al tavolo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, nel corso dei lavori della Commissione politiche agricole convocata per definire le proposte da presentare con urgenza al governo nel tentativo di arginare le ricadute che l’emergenza sanitaria comporta sotto il profilo economico per la tenuta del comparto agricolo e gli scambi commerciali ad esso legati.

Ai lavori, svoltisi in videoconferenza e coordinati dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore Gallo ha partecipato con il dirigente del Dipartimento Agricoltura e risorse agroalimentari della Regione Calabria, Giacomo Giovinazzo.

 «Date le oggettive e ben evidenti difficoltà del momento – spiega Gallo – d’intesa con la presidente Santelli abbiamo ritenuto opportuno e doveroso, nel confronto con le altre Regioni, presentare e sostenere una serie di iniziative finalizzate ad ottenere provvedimenti concreti e di rapida attuazione, per garantire la piena operatività del comparto agroalimentare, che è il motore dell’economia calabrese. Per questo, alla fine con unità di intenti, abbiamo formalizzato la richiesta di interventi indifferibili finalizzati a fronteggiare le ripercussioni della pandemia».

Particolare attenzione è stata richiesta, dall’assessore Gallo, in riferimento alle sorti del florovivaismo e del settore lattiero-caseario, nell’ambito di misure di carattere generale, sollecitate a beneficio di tutto il mondo agricolo.

Nello specifico, si va – ad esempio - dalla proroga dei bandi relativi ai fondi europei Feasr e Feaga e degli adempimenti e dei controlli Ocm all’aumento delle percentuali degli anticipi per le domande a Superficie e Strutturali, a procedure snelle di accesso al credito agevolato e ad altri strumenti finanziari.

Nel documento finale, licenziato all’unanimità, figurano anche la proroga dei termini per la conclusione dei Piani di sviluppo aziendale dei giovani agricoltori; l’autorizzazione del pagamento dei saldi delle domande a Superficie, per le annualità precedenti al 2020; la semplificazione delle procedure di controllo di tutte le misure, con proroghe sulla tempistica e deroga delle scadenze, nonché la semplificazione su Durc e Antimafia; il ripristino dei voucher semplificati per la manodopera stagionale; procedure agevolate nell’assegnazione del carburante agricolo.

La piattaforma elaborata dalle Regioni sarà ora oggetto di confronto immediato col governo.

Previsto già oggi, sempre in videoconferenza, l’apertura del tavolo di lavoro con il ministro delle Politiche agricole alimentari e gorestali, Teresa Bellanova.

Gal "Terre Vibonesi", presentato il nuovo bando rivolto alle aziende agricole

 È stato presentato il nuovo bando del Gal “Terre Vibonesi”, “Misura 6.4.1, sostegno ad interventi di diversificazione e multifunzionalità delle aziende agricole”.

Con una dotazione complessiva di 505 mila euro, il bando si compone di tre distinti interventi.

L’intervento 6.4.1.1 sostiene la creazione di spazi aziendali che integrino l’attività prevalente con altre di tipo sociale e/o educativo e/o sportivo. L’imprenditore può, ad esempio, realizzare una fattoria sociale, che fornisca servizi all’infanzia, alla terza età e/o ai disabili, permettendo loro di godere di uno spazio salubre a contatto con la campagna in cui sentirsi utili e operativi. Oppure, attraverso una fattoria sportiva, si può coniugare l’attività agricola e la sana alimentazione che ne deriva, con la passione atletica, che è salubre per definizione. Oppure ancora si può immaginare una fattoria didattica, con spazi educativi per bambini che facciano comprendere l’importanza dell’attività agricola per la salute umana e per l’economia locale.

L’intervento 6.4.1.2, invece, sostiene lo sviluppo di piccoli impianti e/o la creazione di spazi aziendali per la vendita di prodotti non agricoli ma legati al territorio, permettendo all’azienda di poter contribuire a diffondere le vocazioni produttive dello stesso.

L’intervento 6.4.1.3, infine, è rivolto alle aziende agrituristiche già operanti, sostenendole nell’ammodernamento volto ad offrire servizi utili alla scoperta, o riscoperta, dell’enogastronomia, delle bellezze paesaggistiche e del patrimonio storico ed architettonico delle terre vibonesi. L’azienda, quindi, potrà ricevere un valore aggiunto derivante dall’offrire all’utenza la fruizione del territorio, e di ciò di cui si compone, e, allo stesso tempo, rappresentare un valore aggiunto per il territorio stesso, che, grazie a tali servizi, sarà sviscerato e conosciuto in ogni suo più bel dettaglio.

Gli interessati possono reperire sul sito istituzionale del Gal (http://www.galterrevibonesi.eu/2019/05/27/intervento641/) il bando, che spiegheremo in dettaglio in una serie di incontri in giro per il territorio fino alla scadenza del 31 luglio.

Chiaravalle, esperti e studenti a confronto sul patrimonio agricolo locale

In Calabria c'è un patrimonio produttivo che affonda le proprie radici nella terra e non aspetta altro che di essere riscoperto e valorizzato per come merita.

È l'agroalimentare, argomento trattato oggi a Chiaravalle Centrale nel contesto di un meeting promosso dall'Istituto superiore “Enzo Ferrari” con la collaborazione degli esperti Arsac e Slow Food.

Ad aprire i lavori, incentrati sul nocciolo, il castagno e il noce, la vicaria Lorena Gullà, che ha portato i saluti della dirigente scolastica, Elisabetta Zaccone. Ha introdotto il responsabile della condotta Slow Food Versante Jonico, Salvatore Mantello, prima delle relazioni sulle prospettive di crescita della nocciola tonda calabrese affidate ad Antonio Clasadonte (agronomo e divulgatore Arsac), Vito Roti (vicesindaco di Torre di Ruggiero) e Massimo Rotiroti (assessore comunale a Cardinale).

La vicesindaca di Chiaravalle, Stefania Fera, è intervenuta sul punto evidenziando il ruolo formativo e informativo del “Ferrari”, la cui importanza è ormai riconosciuta in ambito regionale e non solo. Particolarmente interessanti i percorsi di studio presentati da Francesca Sestito, Ilaria Renda e Martina Migliarese.

Le tre studentesse dell'Ipsasr hanno affrontato i temi dei marchi di qualità, della nocciola di Giffoni e delle caratteristiche botaniche del noce, del castagno e del nocciolo. Hanno concluso l'incontro il perito agrario e divulgatore Arsac Domenico Pascali e il prof. Giuseppe Fontana, docente di Scienze e tecnologie agrarie.

L'iniziativa, organizzata dalla responsabile dei percorsi di alternanza scuola-lavoro del “Ferrari”, Rosanna Sanso, ha puntato molto sulle potenzialità occupazionali del settore agricolo per le giovani generazioni.

Quale testimonianza viva è stata raccontata l'esperienza del Consorzio nocciola di Calabria. Significativo il progetto del comune di Torre che punta a censire i terreni incolti per rilanciari in termini di nuova imprenditoria diffusa.

In vista dei nuovi bandi, il Gal “Terre Vibonesi” incontra gli agronomi

Proseguono gli incontri territoriali del Gal "Terre Vibonesi" per presentare i bandi di prossima uscita relativi al "Sostegno agli investimenti per la aziende agricole" e all'"Aiuto all'avviamento per attività non agricole nelle aree rurali".

Dopo l’incontro con Coldiretti e Comune di Rombiolo, ieri al Sistema Bibliotecario Vibonese i rappresentanti dell’agenzia di Sviluppo locale sono stati ospiti dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Vibo Valentia.

Tra gli interventi, oltre a quello dell presidente degli Agronomi Antonino Greco e del presidente del Gal Vitaliano Papillo, del vice Sergio Rizzo e del direttore Emilio Pierpaolo Giordano, anche quello del direttore generale del Dipartimento agricoltura della Regione Calabria Giacomo Giovinazzo.

Una presenza questa, che ha dato ancora più incisività e spessore all’iniziativa per tanti fattori. “Il primo, naturalmente, per l’impegno e la concretezza che lo stesso direttore ha dimostrato fin da subito nei confronti dei Gal – ha voluto rimarcare il presidente Papillo – la sua professionalità e la sua esperienza nel settore sono elementi preziosi da cui dobbiamo trarre il massimo profitto nel prosieguo delle attività con cui ci accingiamo a sostenere lo sviluppo del territorio rurale e del mondo agricolo in modo capillare. Questi incontri che stiamo avviando per confrontarci con tutte le associazioni del comparto agricolo e nei Comuni, davanti ai cittadini interessati ad avviare o implementare le proprie aziende, penso dimostrino quanto teniamo a dare massima diffusione sulle opportunità che il Gal può dare e quindi incentivare e incoraggiare gli investimenti sul territorio vibonese”.

Dopo i saluti e l’introduzione ai programmi da parte del presidente dell’Ordine dei dottori agronomi, Antonino Greco e del vice presidente del Gal, Sergio Rizzo, ad entrare subito nello specifico delle opportunità offerte dai primi due bandi presentati dal Gal, è stato il direttore Emilio Pierpaolo Giordano, che si è soffermato sui dettagli dei progetti, rispondendo alle domande poste dal pubblico.

Particolare attenzione è stata posta verso i bandi finalizzati a sostenere le imprese agricole e quelle che operano nel campo della trasformazione, commercializzazione e vendita e/o sviluppo dei prodotti agricoli, attraverso investimenti d'ammodernamento, ristrutturazione ed innovazione.

Il secondo bando presentato, riguarda, invece, l”Aiuto all’avviamento per nuove attività non agricole nelle aree rurali”, con il sostegno ad investimenti finalizzati alla creazione di “Start-up” impegnate nei servizi alla persona, artigianato e manifattura innovativi, servizi e/o prodotti per la valorizzazione e gestione dei beni culturali e ambientali, green economy.”

“In questo contesto il Gal “Terre Vibonesi” intende sostenere nuove imprese – ha sottolineato il direttore Giordano - puntando alla creazione di nuova imprenditorialità innovativa a vantaggio dei giovani laureati per favorire il processo di rafforzamento dell’economia e dell'occupazione nelle aree più deboli perseguendo contestualmente l’innovazione della struttura socio-economica”.

La chiosa finale dell’incontro, appunto, quella del direttore generale del Dipartimento agricoltura della Regione Calabria, Giacomo Giovinazzo, che si è soffermato molto sulla riorganizzazione del settore agricolo in campo regionale e nell’indicare la giusta direzione sia a chi opera nel contesto in campo progettuale sia, e soprattutto, ai giovani che vogliono investire in campo agroalimentare:

“È bene che ognuno svolga il proprio ruolo in modo professionale – ha concluso – e che chi pensa di avviare progetti solo per sfruttare l’occasione del momento con altri fini che non sono quelli della propria vocazione agricola si dedichi ad altro, perché il nostro intento naturalmente è di dare “vere” opportunità di sviluppo a chi ci crede e investe nel giusto modo, altrimenti il nostro monito sarà sempre quello di non approvazione a progetti fantasiosi e che, come capitato anche in passato, già di partenza dimostrino delle incongruità e nessuno sviluppo futuro”.

 

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Platì (Flai-Cgil Vibo): "Opportuna l’istituzione di un tavolo provinciale sul caporalato e lo sfruttamento in agricoltura vibonese"

Riceviamo e pubblichiamo
 
"Le campagne d’Italia sono un luogo di lavoro troppo spesso povero e sfruttato. Dove c’è chi calpesta diritti e si arricchisce sulle fatiche e sul sudore di uomini e donne, particolarmente migranti, reclutati, sovente, con il vecchio ma collaudato metodo dei caporali. Da Nord a Sud, dal Piemonte alle campagne del vibonese, come l’Altopiano del Poro, le aree premontane delle Serre, ed anche sulle coste, come Nicotera o l’entroterra di Pizzo: ovunque il fenomeno del caporalato resiste, nonostante una legge recentemente approvata, la 199 del 2016, e le numerose battaglie ed iniziative che come Flai-Cgil abbiamo portato avanti in questi anni. Lo dimostrano ancor più i dati, tragici, disperati e disarmanti, evidenziati nel “Quarto Rapporto agromafie e caporalato” dell'Osservatorio “Placido Rizzotto” della Flai Cgil, presentato solo qualche giorno fa a Roma. Un giro di affari di 4,8 miliardi di euro, costruito quasi interamente, se non del tutto, sulle spalle dei lavoratori migranti, con lavoro irregolare e caporalato. Sempre secondo il rapporto, sono tra 400.000/430.000 i lavoratori agricoli esposti al rischio di un ingaggio irregolare e sotto caporale; di questi più di 132.000 sono in condizione di grave vulnerabilità sociale e forte sofferenza occupazionale. Su circa un milione di lavoratori agricoli, i migranti si confermano una risorsa fondamentale. Secondo i dati Inps, nel 2017 sono stati registrati con contratto regolare in 286.940, circa il 28% del totale, di cui 151.706 comunitari (53%) e 135.234 provenienti da paesi non Ue (47%). Secondo il Crea i lavoratori stranieri in agricoltura (tra regolari e irregolari) sarebbero 405.000, di cui il 16,5% ha un rapporto di lavoro informale (67.000 unità) e il 38,7% ha una retribuzione non sindacale (157.000 unità). Le cause di questi fenomeni drammatici sono da ricercare in parte dallo stato di bisogno che rende altamente vulnerabili i lavoratori, ed in parte nella soggezione e preoccupazione di restare senza alcuna occupazione: in questo si mantiene il meccanismo che fa la forza dello sfruttamento e del caporalato. D’altro canto, sarebbe fondamentale che si sviluppasse una decisa volontà politica e istituzionale per ribaltare tali situazioni, con azioni mirate in aiuto tanto ai lavoratori che alle aziende sane e che agiscono nella piena trasparenza e nella legalità. Un modo diretto di riconoscere la funzione sociale del lavoro e la tutela dei lavoratori, che potrebbe arrivare anche dal potenziamento dei fondi e delle dotazioni per gli Ispettorati del Lavoro. Ma non solo: come Flai-Cgil di Vibo Valentia, riteniamo possa essere opportuno l’istituzione di un tavolo provinciale sul caporalato e lo sfruttamento in agricoltura, attorno a cui far sedere organizzazioni sindacali, associazioni, istituzioni e forze dell’ordine, e organizzare in maniera efficiente il contrasto di questo genere di pratiche criminali. In più, rappresenterebbe un passo tanto importante quanto decisivo se anche nel Vibonese si insediasse una sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità: un modo concreto e tangibile, questo, in applicazione della legge 199, per dimostrare che si può dire no al caporalato e costruire un tessuto legale ed efficiente in cui si possano muovere lavoratori e imprese agricole".


Battista Platì - Segretario provinciale Flai-Cgil Vibo

Truffa in agricoltura nel vibonese, sequestrati 300 mila euro

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia hanno eseguito una serie di provvedimenti di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, appartenenti ad alcune persone accusate di truffa ai danni dell’Unione europea.

Secondo l'accusa, i soggetti colpiti dalla misura di sequestro avrebbero illecitamente percepito agevolazioni di natura comunitaria.

L’attività espletata dalle fiamme gialle avrebbe permesso di mettere in luce come, nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2014, diversi imprenditori agricoli abbiano utilizzanto false attestazioni e contratti di fitto di fondi rustici al fine di percepire indebitamente contributi pubblici nell’ambito di agevolazioni erogate dalla Unione europea nel settore della Politica agricola comune.

La presunta truffa, che ha interessato sia del Fondo europeo agricolo di garanzia che del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, ha coinvolto dieci persone, tutte segnalate all’Autorità giudiziaria per l’ipotesi di reato di falsità materiale commessa dal privato, di falso ideologico e truffa aggravata.

I sequestri sono stati disposti con decreto del giudice delle indagini preliminari ed hanno riguardato beni per un importo complessivo di circa 300 mila euro.

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Calabria: nasce la Comunità dei grani antichi, mulini storici, panifici e pastifici artigianali

Creare nuove opportunità di lavoro attraverso la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e della miriade di piccole imprese operanti in Calabria: questa è la sfida della costituenda Comunità dei grani antichi e mulini storici attivi, panifici e pastifici artigianali, ampiamente condivisa da Mauro D’Acri, consigliere regionale delegato all’Agricoltura, nel corso di un incontro particolarmente partecipato che ha avuto luogo nei giorni scorsi presso la Cittadella regionale.

L'iniziativa, necessaria per condividere efficaci strategie di sviluppo, ha rappresentato un’occasione importante di dialogo e confronto tra la sfera istituzionale ed un partenariato composto da differenti realtà.

"La Comunità - ha spiegato Pino Campisi, presidente Acli terra Calabria - non è una rievocazione romantica ma una rete che raggruppa un numero crescente di piccoli artigiani, produttori, imprenditori agricoli, associazioni, Amministrazioni Comunali e cittadini attivi, animati dall’ambizione di recuperare i grani antichi, lavorati con la macinazione a pietra, che consentono di produrre una farina di alta qualità, nella convinzione che valorizzare i grani antichi significa anche tutelare il patrimonio storico-culturale di un intero territorio. Il ritorno alle macine antiche sarà per la Calabria un nuovo brand, un nuovo modo di generare tutela della salute, dell’ambiente e riscoperta di nuovi stili di vita. La comunità nasce con un obiettivo prioritario: creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita di un sistema imprenditoriale diffuso ed integrato, in grado di incidere in maniera significativa sui livelli occupazionali regionali, soprattutto su quelli giovanili che ad oggi risultano i più drammatici, attraverso l’interazione di tre “mondi”, lavoro, agricoltura e sviluppo economico".

Da parte sua, D’Acri ha accolto con entusiasmo la nutrita delegazione della Comunità e la proposta di lavorare sinergicamente alla creazione di una filiera di grani antichi in Calabria, anche in collaborazione con altri assessorati dell’Amministrazione regionale ( Sviluppo economico e lavoro )  partendo dalla definizione di un testo di legge e dalla individuazione di una serie di misure incentivanti che possano favorire la coltivazione di grani autoctoni e la realizzazione di prodotti di qualità, valorizzando la biodiversità.

“Il Psr – ha spiegato ai presenti – è uno strumento importante per la Calabria e le eccellenze calabresi. Molte linee di intervento sono state già mandate a bando ma abbiamo la possibilità di valutare le modalità più opportune per sostenere una filiera che rappresenta indubbiamente un ritorno alle nostre origini, come stiamo facendo per il biologico, attraverso l’innalzamento dei parametri e l’indennità compensativa. Se ci crediamo e operiamo in una logica di sistema, saremo in grado di raggiungere risultati straordinari, anche perché la Calabria, soprattutto nelle aree interne, è caratterizzata da un tessuto produttivo costituito da micro imprese, spesso di natura familiare, che per generare reddito devono essere messe necessariamente in rete”.

All’incontro ha preso parte anche Antonello Rispoli, evidenziando che Slow food, è impegnata ormai da qualche anno, in diverse regioni d’Italia, sul tema dei grani antichi, sostenendo anche che “in Calabria, l’iniziativa è stata accolta con particolare interesse, anche perché può rappresentare una valida risposta ai fabbisogni occupazionali”.

Alla Comunità, che ha come soggetto proponente il Parco agricolo Calabria, hanno già aderito, oltre a Slow Food, Acli Terra Calabria, la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Lamezia Terme, il Progetto Policoro L. Terme, l’Associazione Il cammino del pane, AveLavoro, i Comuni di Miglierina, San Pietro a Maida e Sant’Onofrio, Feder Agri Calabria, l’Associazione Calabrese Archeologia Industriale, Fai Cisl, la Cooperativa Sociale L'Arco, il Mulino a pietra di Raffaele Campisi, il Pastificio Fioccata, il Pastificio Cardamone, Il Pastaio di Palmi, l’Associazione Un Ponte per l'Europa, la Cooperativa Sociale Giacobbe, la Cooperativa sociale AIDP, l’Ist. Istruzione Superiore R. Piria di Palmi, l’Associazione Acli Arte Spettacolo Nuova Scena, l’Associazione Rivivere la Nostra Terra, l’Azienda Agricola Imperi, l’Azienda Agricola Fassi, il Forum Regionale delle Famiglie, il Bio-Distretto dell’Alto Tirreno Cosentino, il Comune di Bagaladi che ha in proprietà un vecchio mulino a pietra ad acqua, l’Associazione Le terre di mare con Federico.

Tuttavia il progetto è aperto a quanti intendano aderire nel rispetto dei valori e del disciplinare in via di definizione. Tra gli obiettivi prioritari perseguiti: messa in rete dei mulini a pietra attivi in Calabria; costituzione di una filiera regionale dei prodotti da forno, pane, pasta, con l’adozione di un marchio regionale identitario; creazione di imprese per l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio di esclusione sociale (detenuti, ex detenuti e diversamente abili); promozione e recupero degli antichi mestieri.

I lavori si sono conclusi con la proposta di D’Acri di istituire, presso la Cittadella regionale, un tavolo tecnico ad hoc, in grado di dare seguito, con tempestività, alle proposte e agli spunti emersi durante l’incontro.

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