Calabria: denunciati 63 falsi braccianti agricoli

Al termine di una complessa indagine condotta dalla guardia di finanza di Crotone, è stata portata  alla luce una serie di irregolarità inerenti false dichiarazioni di assunzioni di braccianti agricoli.

Durante l’attività investigativa, le fiamme gialle avrebbero riscontrato che tre aziende agricole operanti nel territorio provinciale, nel periodo compreso tra il 2011 ed il 2016, avrebbero falsamente dichiarato la coltivazione di terreni risultati concessi in fitto da diversi proprietari terrieri, nonché la fittizia assunzione di 63 lavoratori che avrebbero beneficiato di un ingiusto profitto, rappresentato da erogazioni assistenziali, quali l’indennità di malattia e di disoccupazione agricola per un importo complessivo di poco meno di 600 mila euro.

Dopo aver esaminato la documentazione acquisita, i finanzieri avrebbero scoperto che le ditte coinvolte non avrebbero mai avuto la disponibilità dei terreni.

 Le indagini avrebbero, inoltre, permesso di accertare che due delle tre aziende agricole coinvolte avrebbero percepito indebitamente un importo complessivo superiore ai 15 mila euro derivante dai benefici previsti dal regime di sostegno al reddito degli agricoltori, mediante presentazione all’Arcea di “Domande uniche di pagamento”, per le campagne agricole dal 2011 al 2016,

Al termine delle indagini, i militari hanno deferito, pertanto, sia gli amministratori delle tre ditte che i  63 falsi braccianti agricoli.

Truffa all'Inps per 800 mila euro, coinvolti 165 braccianti agricoli

Una truffa i danni dell’Inps per circa 800 mila euro. E’ quanto hanno scoperto i finanzieri di Corigliano Calabro (CS), nel corso di un’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica.

A compiere il reato, una società di persone e due ditte individuali che avrebbero effettuato 165 false assunzioni, provocando un danno alle casse dello Stato per circa 800 mila euro.

Il sistema all’origine della presunta truffa prevedeva la presentazione all’Inps, da parte delle imprese, di falsi contratti di fornitura di affitto e di comodato d’uso gratuito di terreni, riconducibili a soggetti ignari e completamente estranei, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai. Grazie alla documentazione, i falsi braccianti percepivano indebitamente indennità di disoccupazione, malattia e maternità.

Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni, anche, da persone estranee al contesto e falsamente indicate nei documenti inoltrati all’Inps dai responsabili delle aziende agricole responsabile della presunta truffa. In tal caso, le fiamme gialle avrebbero riscontrato la mancata conoscenza delle false dichiarazioni e dei contratti fasulli redatti.

L’analisi documentale avrebbe, inoltre, evidenziato la falsa dichiarazione e comunicazione, dal datore di lavoro agli uffici preposti, di circa 20 mila giornate lavorative mai effettuate, che hanno originato l’indebita corresponsione di indennità e conteggio contributivo ai fini del calcolo della pensione di anzianità.

Peraltro, i finanzieri avrebbero accertato che le aziende agricole, a fronte di costi del personale ammontanti complessivamente a circa 1.100.000 di euro, avrebbero dichiarato, in quattro anni, operazioni attive per soli 180 mila euro, un’attività antieconomica, fondata evidentemente sull’esigenza di conseguire indebite erogazioni pubbliche.

Al termine delle indagini, i rappresentanti legali delle tre imprese sono stati denunciati per falso e truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale. I 165 falsi braccianti sono stati, invece, denunciati per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro.

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