Bullismo ed il cyberbullismo, i poliziotti della Questura di Vibo incontrano gli studenti di Tropea

In occasione della ricorrenza della giornata nazionale contro il bullismo ed il cyberbullismo, personale della Questura di Vibo Valentia ha incontrato gli alunni dell’istituto comprensivo “Don Mottola” di Tropea, presso i plessi di Drapia, Zambrone e Tropea.

L’iniziativa, fortemente voluta dal dirigente scolastico, è stata sostenuta dal questore, poiché è proprio la scuola il terreno più fertile per far crescere la consapevolezza dei pericoli della rete e la necessità che i comportamenti prevaricatori debbano essere contrastati sin dalla più giovane età.

Durante gli incontri sono stati proiettati video riguardanti condotte di prevaricazione e sopraffazione poste in essere da uno o più soggetti nei confronti di una vittima individuata come bersaglio. Ci si è soffermati sulle potenzialità dei social media e sull’importanza del corretto uso degli stessi, atteso che postare un video, una foto, una frase, o anche solo un “like” può avere conseguenze anche di carattere giuridico. Per poter contrastare tali fenomeni è necessario farli emergere: se chi subisce informa la famiglia, la scuola e le istituzioni si può intervenire efficacemente, anche con gli strumenti informatici posti a disposizione dalla polizia di Stato. L’applicazione “You Pol”, ad esempio, consente, anche in forma anonima, di segnalare in tempo reale episodi di bullismo, cyberbullismo, spaccio di stupefacenti, violenze domestiche e prevaricazioni di ogni tipo.

A Fabrizia incontro su bullismo e cyberbullismo

Si è svolto oggi nei locali dell'Istituto comprensivo di Fabrizia l'incontro tra i ragazzi della scuola media e della terza, quarta e quinta elementare e gli agenti del Commissariato di polizia di Serra San Bruno.

L'incontro rientra nell'ambito del progetto "Conosci le mie emozioni" e dello "Sportello Pedagogico", attività portate avanti in un rapporto sinergico tra l'Istituto comprensivo e l' oratorio della Parrocchia "Santa Maria delle Grazie" di Fabrizia.

Un servizio che accompagna e si sforza di ascoltare i ragazzi e le loro famiglie nel percorso educativo e di crescita personale, attingendo alle risorse e alle responsabilità educative di ciascuno.

Don Ferdinando Fodaro che è il responsabile del progetto e la prof. Maria Carmen Aloe, vice preside, nel delineale il progetto hanno inteso realizzare un percorso che permetta alla scuola di essere un luogo in cui le giovani generazioni non ricevano solo informazioni e conoscenze sulle varie discipline ma soprattutto quello, molto più ampio, di formare individui che possono inserirsi armonicamente nel mondo e nella società.

Il compito di questo progetto, inoltre, è quello di osservare ed identificare i possibili “comportamenti a rischio” degli alunni che possono mettere in pericolo il loro benessere fisico, psicologico o sociale, oppure creargli qualche difficoltà.

In questa linea, la finalità dell'incontro tra i ragazzi e la polizia di Stato ha voluto attenzione il fenomeno del bullismo e i rischi legati ad un uso improprio della rete che diventa cyberbullismo.

Patrizia Bucci, vice ispettore della polizia di stato ha aiutato i ragazzi che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, a capire la distinzione tra vita online e vita offline con i rischi che ne derivano.

Le attività che si svolgono online o attraverso i media tecnologici hanno conseguenze anche nella vita reale. I ragazzi, che hanno fatto tante domande dimostrando interesse per l'argomento hanno compreso la necessita di difendersi con atteggiamenti non violenti, imparando a non girare, commentare, linkare messaggi che possono essere offensivi o dispiacere a qualcuno. Se capita di vedere o ricevere cose del genere, parlane a un adulto di fiducia, segnalarlo, di non rimanere neanche uno spettatore passivo perché i bulli fanno affidamento su questo. La vera sfida, quindi, è quella di imparare ad usare internet per comunicare rispettando la propria e altrui privacy, non reagire allo stesso livello, di non rispondere ai messaggi in chat o ai commento di sconosciuti, bloccandoli o segnalandoli.

Questo incontro è il primo fra tanti messi in programma che da qui a maggio vedranno protagonisti gli alunni dell'Istituto di Fabrizia e le istituzioni o gli esperti selezionati per offrire un contributo educativo alla crescita delle giovani generazioni.

Terza giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, l’U.Di.Con. a confronto con seimila ragazzi

“Abbiamo deciso di dare vita ad un evento che non è mai stato organizzato in questa modalità prima d’ora – scrive in una nota il presidente nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – entreremo contemporaneamente nelle scuole di 10 regioni italiane, in occasione della terza giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, parleremo di quanto questo fenomeno sia in forte crescita e di come, incredibilmente, se ne parli sempre meno. I social network stanno, di fatto, incrementando dei numeri che già senza il loro avvento, erano spaventosi. Noi, come associazione che tutela le fasce più deboli della popolazione, vogliamo dare un segnale forte, parlando direttamente agli studenti. Porteremo anche la nostra mascotte, Capitan Udicon ed il fumetto che lo vede protagonista in una storia di bullismo scritta proprio da giovani studenti della scuola media”.

La terza giornata nazionale contro il bullismo ed il cyberbullismo vedrà l’U.Di.Con. – Unione per la difesa dei consumatori – protagonista di un evento che abbraccerà contemporaneamente nelle scuole di 10 regioni italiane.

L’ingresso dell’associazione permetterà agli studenti di parlare di bullismo e cyberbullismo con un esperto.

Nell' occasione, sarà somministrato anche un questionario anonimo che l’associazione ha già distribuito in altri eventi simili.

“Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Lazio, Piemonte, Umbria e Lombardia – continua Nesci – saremo in alcune delle scuole di queste Regioni italiane e porteremo un esperto del settore per parlare dei danni che può causare un atto di bullismo. Parleremo con oltre 6.000 ragazzi, ma questo è solo l’inizio – spiega in conclusione Nesci – organizzeremo altri eventi sul territorio e di portata sempre crescente, perché non abbiamo intenzione di nasconderci dietro un dito come fanno molti, il bullismo miete vittime e non è più tempo di restare solo a guardare”.

Alunno minaccia il Prof: "non mi faccia incazzare, mEtta sei. Chi comanda qui, s'inginocchi" (VIDEO)

"Non mi faccia inca..are, metta sei". Questa la frase con cui ha inizio un ignobile video, subito diventato virale, nel quale si vede un alunno che bullizza un docente.

Il fatto è successo a Lucca in una classe di primo anno dell'Itc "Francesco Carrara" dove, con ogni probabilità, l'alunno, autore del deprecabile gesto, aveva appena ricevuto un'insufficienza che ha fatto scattare la rabbia. Nel video, pubblicato in rete dagli stessi compagni di classe del ragazzo, si vede l'alunno in piedi alla cattedra, a pochi centimetri dal professore che è intento a segnare il cattivo voto sul registro elettronico. 

Il bullo non ci sta e gli urla due volte "prof, non mi faccia inca...are" tentando di strappare il tablet dalle mani dell'insegnante. A quel punto il professore si alza e il ragazzo, urlando più forte continua "non mi faccia inc...are, metta sei". Dopo di che il giovane si allontana qualche passo dalla cattedra, dando le spalle all'insegnante, poi si rigira e puntandogli il dito in faccia insiste "lei non ha capito nulla, chi è che comanda... s'inginocchi!". Il tutto mentre il resto della classe ride e riprende.

Non è finita qui, il video continua con la classe che prende parte al vile atto di bullismo mettendo sulla cattedra i cestini della spazzatura mentre un altro ragazzo, dopo aver indossato un casco da motociclista, simula delle testate all'indirizzo del professore.

Il video, che ha fatto il giro della rete indignando l'Italia intera, è ovviamente arrivato anche tra le mani del dirigente scolastico, il professor Cesare Lazzari, che ha commentato "Stiamo monitorando la vicenda per comprendere ciò che è successo, da sempre lavoriamo per la prevenzione di fatti simili". Sempre il dirigente ha assicurato che "saranno presi provvedimenti, ci sono già 2-3 procedimenti disciplinari in corso, è un fatto gravissimo, l'insegnante è sconcertato. Ed è grave anche che non sono venuto a saperlo dall'interno della classe, ma da persone esterne. Questo silenzio, se non addirittura complicità della classe, è altrettanto grave rispetto al fatto in sé".

Soriano, caso del presunto pestaggio di un minore a scuola: la cronostoria e gli ultimi aggiornamenti

Ennesimo sviluppo sulla vicenda del presunto pestaggio subìto, circa tre settimane fa, da un minore in una scuola di Soriano Calabro.

I fatti:
Nella mattinata del 9 novembre scorso, un alunno frequentante la terza media presso l'istituto omnicomprensivo "Ferrari - Macchiavelli" di Soriano Calabro, sarebbe stato aggredito, al rientro dal bagno, da un bidello che lo avrebbe preso dal collo e spinto a terra; successivamente gli avrebbe sferrato un calcio all'addome, destando l'attenzione, con il caos generato, dell'insegnante del ragazzo. Questo quanto raccontato dai genitori dello studente ai carabinieri della locale Stazione. Il giovane, sempre secondo quanto riferito dai familiari, sarebbe stato costretto a recarsi presso gli ospedali di Soriano prima e Vibo Valentia poi, per ricevere le dovute cure.

La replica:
Nella ore successive alla denuncia, la figlia dell'operatore scolastico accusato è uscita, in difesa del padre, con una nota stampa asserendo che non solo il padre non avrebbe aggredito il giovane alunno, ma che mancherebbero anche prove a sostegno della tesi portata avanti dal ragazzo e che, per di più, sembra quantomeno strano che lo studente "non abbia lamentato nulla durante le ore di lezione scolastiche" e si chiede inoltre  "come avrebbe potuto, dopo aver ricevuto una così grave aggressione descritta dalla famiglia a suon di calci, spintoni e botte, continuare serenamente le ore di lezione. Difficilmente credo avrebbe potuto rialzarsi, recarsi in aula per proseguire in tutta tranquillità le ore scolastiche e successivamente andare a casa. Ci tengo a precisare che sul posto non c'è stato nessun intervento da parte dei mezzi di soccorso né di terzi".

La posizione di politica e scuola:
La prima a prendere posizione, chiedendo l'immediato interessamento del ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, e del Garante per l'infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, è stata Dalila Nesci, parlamentare grillina e capogruppo in seno alla commissione Affari Sociali alla Camera, che per conoscenza aveva scritto anche al procuratore capo di Vibo Valentia, Bruno Giordano.

La dirigente scolastica dell'istituto in questione, Licia Bevilacqua, ha subito avviato un'indagine interna affermando «ad oggi nessuna delle persone da me ascoltate ha riferito di aver visto quanto denunciato dalla parte lesa. È mia intenzione fare chiarezza garantendo comunque un clima sereno e positivo. Sono venuta a conoscenza dei fatti il giorno dopo, venerdì, e data la chiusura della scuola sabato per la festa patronale, sono riuscita ad aprire un’istruttoria solo lunedì scorso».

In seguito, tutte le parti in causa, ragazzo, operatore e dirigente scolastico, sono state convocate dal Garante per essere ascoltati e cercare di arrivare ad una soluzione. Marziale ha affermato che: "all'unisono, Garante, direttore scolastico provinciale, la dirigente scolastica, genitori e legale rappresentante del collaboratore scolastico, abbiamo concordato una strategia che badasse a riportare serenità emotiva nel bimbo, anche attraverso iniziative che avrebbero dovuto coinvolgere docenti, genitori e alunni". 

Gli ultimi aggiornamenti: 
Nella giornata di ieri la dirigente scolastica ha provveduto a notificare ai genitori del ragazzo una sanzione ai danni del loro figlio per aver provocato la lite in oggetto, asserendo anche che le lesioni riscontrate sul corpo del giovane sono state auto inflitte dal ragazzo che si sarebbe dimenato buttandosi a terra. 

Immediata la reazione di Marziale che attraverso un comunicato stampa non nasconde il proprio stupore per l'atto intrapreso dalla Bevilacqua. "Si tratta di un provvedimento - sottolinea - che contravviene a tutto quanto era stato stabilito in sede di audizione e che offende la sensibilità e la dignità degli astanti, oltre che il rispetto dovuto ad un bambino che è tornato a casa con la necessità di ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Un provvedimento - continua Marziale - che si spinge ben oltre le proprie competenze, perché a stabilire la dinamica reale dovrebbero essere ben altre istituzioni e non la dirigente, che in sede di audizione ha ammesso di avere interrogato i propri alunni sugli accadimenti senza la presenza dei genitori, ed è il caso di ricordare che neanche un magistrato può ascoltare un minorenne senza genitori". Inoltre, il Garante auspica che la direzione scolastica regionale prenda provvedimenti nei confronti della dirigente scolastica.

Non si fa attendere neanche la replica della dirigente scolastica che, sempre attraverso una nota stampa, si affretta a chiarire: "Non avendo alcuna intenzione di entrare in polemica col Garante tengo a precisare che sono state diffuse notizie non del tutto corrispondenti a verità. Tuttavia, in piena sintonia con il Garante, la mia Amministrazione e la famiglia, concentrerò tutti i miei sforzi per un percorso di inclusione di tutti gli alunni e in particolare mi adopererò per assicurare a l’alunno in questione un clima sereno e tutta la vicinanza della comunità educante». 

Sulla questione torna ad interviene pure la parlamentare del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci che preannuncia un’interrogazione parlamentare contenente la richiesta di un’ispezione. "Sugli sviluppi della denunciata aggressione a scuola di un bambino di Soriano - asserisce la Nesci -, presenterò un'interrogazione parlamentare per un'ispezione ministeriale, avendo appreso dal Garante Antonio Marziale, che la dirigente dell'istituto scolastico coinvolto ha notificato ai genitori del bambino un avviso di sanzione nei suoi confronti". 

La parlamentare grillina conclude: "Concordo col Garante sul fatto che la dirigente scolastica ha da ultimo agito al di fuori delle proprie competenze, mandando all'aria la strategia pedagogica concordata proprio nell'ufficio di Marziale. La scelta della dirigente è irresponsabile e alimenta il disagio del bambino, che ha diritto all'istruzione dell'obbligo, e della famiglia, che adesso si ritroverà in contrasto con la scuola, indipendentemente dalla vicenda penale, che farà il suo corso in separata sede. Ricevuta la relazione del Garante, interrogherò il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli".

Non resta dunque che aspettare i nuovi sviluppi di una storia che è ancora lontana dall'ultimo atto.

Soverato, venerdì 26 maggio si terrà un convegno sul bullismo e cyber bullismo

Bullismo e cyber bullismo: consapevolezza e difesa. Sarà questo il tema del convegno-dibattito che si svolgerà venerdì 26 maggio 2017 nella sala consiliare del Comune di Soverato, alla presenza del sindaco Ernesto Francesco Alecci e del consigliere comunale Emanuele Amoruso.

I lavori saranno introdotti dal dottor Renato Daniele,dirigente scolastico e saranno moderati dall'avvocato del Foro di Catanzaro, Eliana Corapi. Interverranno Marisa Manzini, procuratore aggiunto della Repubblica Cosenza, Saverio Salerno e Ugo Annunziata, assistenti capo Polizia postale e Comunicazioni Sez. Di Catanzaro. Concluderà i lavori l'avvocato Sabrina Rondinelli, penalista del Foro di Catanzaro.

L'evento è accreditato dal Consiglio dell'ordine degli avvocati di Catanzaro, con il conseguimento di n.3 crediti formativi.
Gli avvocati si dovranno iscrivere entro il 24/05 inviando una mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A Storie Vere su Rai Uno il caso del bimbo della provincia di Reggio Calabria vittima di bullismo (VIDEO COMPLETO)

Il servizio pubblico è tornato ad occuparsi della grave vicenda del bambino calabrese di neanche dieci anni, delle elementari, vittima un anno e mezzo fa di una serie di riprovevoli episodi di bullismo culminati con un pestaggio che l'ha mandato all'ospedale. La nuova edizione del programma “Storie Vere” di Rai 1, condotto da Eleonora Daniele, nella puntata di oggi, mercoledì 17 maggio, ha dedicato un approfondimento a questo fenomeno raccontando alcune storie emblematiche che hanno avuto vasta eco, tra cui quella dell'attore e star di “Ballando con le Stelle” Antonio Palmese e, appunto, quella del piccolo della provincia di Reggio Calabria.

In collegamento dalla sede Rai reggina sono intervenuti la giovane mamma Francesca assieme a Salvatore Agosta, consulente personale di Studio 3A, la società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni genere di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui la madre del piccolo si è rivolta per far luce sui fatti e per ottenere giustizia.

“E' successo di tutto e di più. Mio figlio tornava a casa tutti i giorni piangendo, non riusciva più neanche a camminare da quello che subiva a scuola, dai compagni di classe e da qualche altro alunno più grande di lui. Un incubo al punto che non voleva più andare a scuola. Ho capito che c'era qualcosa che non andava, ho cominciato a recarmi a scuola per vedere com'era la situazione, ma più si andava avanti più le cose peggioravano, non c'era via di uscita. Finché, il 27 gennaio 2016, è stato brutalmente picchiato e da lì sono iniziati i problemi, tanti, come la bulimia alimentare. Ho dovuto toglierlo da quell'istituto e mandarlo in un'altra scuola. In quei giorni mio figlio era un bambino con poca voglia di vivere” ha raccontato la mamma, puntando il dito sull'atteggiamento dell'istituzione scolastica e di tutta la comunità. “A scuola ho trovato un muro, mi sono ritrovata in una solitudine che non avrei mai creduto di dover sopportare, un secondo dolore più grave ancora: una solitudine che ci ha distrutti, è come se fosse stato un male aver denunciato. E' forse questa la cosa più terribile: sentirmi sola e abbandonata”. Parole forti.

“E' un caso molto delicato – ha continuato Salvatore Agosta facendo il punto sulla vicenda – Parliamo di un bambino di non ancora dieci anni all'epoca dei fatti (oggi ne ha undici). La mamma si è rivolta a noi di Studio 3A per avere assistenza sotto il profilo legale e per far valere i propri diritti e di questo noi ci occupiamo. La prima cosa che abbiamo fatto è stata di sporgere una querela presso le autorità del posto, le quali sono andate nell'istituto per effettuare i dovuti accertamenti. Qui, purtroppo, si è creata proprio una barriera, al punto che l'istituto è arrivato a denegare completamente i fatti - che pure noi abbiamo prontamente dimostrato con denunce e certificati medici -, anziché avviare, come avrebbe dovuto, una propria indagine interna per appurare cosa sia avvenuto e dare risposte alla famiglia. A questo ci stiamo pensando noi: abbiamo già acquisito alcuni elementi, ne serviranno altri. Abbiamo trovato un muro anche a livello di omertà ambientale: non è stato facile reperire delle testimonianze, necessarie per supportare le azioni che intendiamo portare avanti. Ci siamo riusciti ed è un altro tassello che abbiamo aggiunto per il prosieguo ottimale di questa battaglia”.

Anche Antonio Palmese ha espresso sconcerto per la giovanissima età del bambino preso di mira (“dieci anni? è tanto piccolo” ha detto) ma ha fatto forza alla mamma sostenendo che “quest'esperienza negativa con il tempo rafforzerà suo figlio, diventerà una persona migliore”. “ll bullismo – ha concluso il noto psichiatra Alessandro Meluzzi, ospite in studio - è un comportamento odioso e nocivo, e la sua nocività non si ferma alle vittime ma si estende alle famiglie, alle classi, all'educazione a un atteggiamento omertoso nei confronti di qualcuno che diventa il capro espiatorio di un gruppo: è una malattia profonda di una comunità e purtroppo la scuola per sua stessa natura, essendo un organizzazione anche burocratica, in casi come questi ha una certa tendenza a rinchiudersi a riccio, in modo difensivo, spesso addirittura negando, rimuovendo, minimizzando. Proprio per questo bisogna ricorrere a tutti gli strumenti che ci sono in campo, quello della pubblica opinione, delle denunce penali, dei colloqui. Quando c'è un evento di bullismo e della sua forma amplificata, che è il cyberbullismo, bisogna dire a chi lo fa di smettere, ma bisogna anche dire alla vittima di non tacere, perché il silenzio e la rimozione, alla fine, è la base di una malattia che diventa cronica, irreversibile e in qualche modo mortale”.

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Bullismo ai danni di uno studente in Calabria: il preside si rivolge alla Polizia

Nella giornata di ieri, gli operatori della Polizia di Stato, Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, alle direttive del Questore Liguori sono intervenuti, su espressa richiesta telefonica al 113 del Preside di un istituto scolastico della città di Cosenza, riguardante un episodio di bullismo verificatosi in settimana, all’esterno della scuola, e reiterato nella giornata di ieri a carico di uno studente che, impaurito, avrebbe chiesto aiuto al dirigente scolastico ed a una professoressa. I fatti risalgono a qualche giorno addietro, quando a dire dello studente, alcuni coetanei dallo stesso conosciuti, senza motivo lo hanno malmenato, tant’è che all’uscita da scuola è stato accompagnato a casa da un’insegnante. Successivamente, nella mattinata di sabato, un quarto elemento del branco lo ha intimorito ulteriormente dicendogli che lo avrebbe atteso all’esterno dell'edificio. Lo studente, spaventato, anche in considerazione delle violenze subite precedentemente dagli altri tre, si è rivolto al Preside che immediatamente ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato. Gli agenti intervenuti sul posto hanno acquisito ulteriori elementi d’indagine riguardo la vicenda e successivamente verificato che all’uscita da scuola dello studente non era presente alcun appartenente al branco. I dirigenti scolastici, inoltre hanno riferito ai poliziotti  che la madre dello studente era stata doverosamente informata ed aggiornata riguardo i fatti accaduti al figlio fuori dalla scuola. 

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