Cattura e detiene specie protette: denunciato per uccellagione

Deferimento all’Autorità giudiziaria per i reati di uccellagione e detenzione di avifauna protetta e particolarmente protetta ai sensi della vigente normativa sulla caccia. È il provvedimento riservato ad un soggetto di Castrolibero. All’accertamento dei reati in materia di protezione e tutela della fauna protetta si è giunti al seguito di un accurato controllo svolto in un’area coltivata ad uliveto in località “Marchesato” nel Comune di Castrolibero. Al suo interno il personale del Comando Stazione di Cosenza del Corpo forestale dello Stato ha rinvenuto alcune trappole per la cattura di tali specie (uccellagione), di diversa forma e sistema di funzionamento, perfettamente armate e dotate di esca. Da una successiva ispezione dei luoghi il personale ha  accertato la presenza di avifauna protetta detenuta in alcune gabbie posizionate nelle vicinanze di un’abitazione insieme ad altre trappole identiche a quelle rinvenute nell’uliveto ed un rete per uccellagione perfettamente posizionata sul terreno.  Identificato il proprietario dell’abitazione si è quindi proceduto alla perquisizione dei luoghi attraverso la quale si è accertata la detenzione di numerosi esemplari di specie di uccelli protetti ai sensi della Convenzione di Berna la cui detenzione è appunto vietata. Tra questi alcuni esemplari di avifauna particolarmente protetta quali Cardellini, Verzellini oltre a Tortore dal collare, Tortora Comune, Faggiani, Quaglie, Colombacci e Tordi. Si  è quindi proceduto al sequestro delle trappole e delle reti da uccellagione la cui detenzione e tra l’atro vietata nonché di tutta l’avifauna rinvenuta che successivamente, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, tramite il Centro Recupero Animali Selvatici di comtrada Laconi di Rende è stata reimmessa in libertà.

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“Lo smembramento della Polizia provinciale può essere evitato”

“Non disperdere le competenze e le professionalità acquisite dai Corpi di Polizia provinciale”. È l’obiettivo del consigliere regionale Giuseppe Graziano, ad avviso del quale “per la Calabria, regione che conta su un patrimonio agricolo, boschivo e faunistico di inestimabile valore, il mantenimento di un’entità così specializzata non può che essere una risorsa in più per garantire la tutela e la salvaguardia dei territori. Oggi più che mai, soprattutto per gli effetti della cervellotica riforma del Governo Renzi sulle forze dell’ordine che ha cancellato il Corpo forestale, serve un’azione incisiva che possa assicurare un presidio di controllo costante sull’ambiente. Umbria e Toscana – osserva l’esponente della Cdl - si sono già determinate per assicurare alle loro province uno stanziamento ulteriore di risorse per ampliare lo spettro d’azione della polizia territoriale e rendere la sua azione più incisiva. Il Governo Oliverio si adoperi per avviare questo stesso percorso così da evitare il proliferare dei reati all’ecosistema, soprattutto nell’ambito dei settori caccia e pesca”. Graziano, sulla questione della Polizia provinciale della Calabria e sulla vigilanza nelle materie non fondamentali, oggetto di riordino da parte del Governo Renzi, ha anche presentato un’interrogazione per chiedere al Governo regionale quali azioni intenda intraprendere al fine di tutelare questa essenziale forza di prevenzione e tutela ambientale. “In Calabria – afferma il segretario questore del Consiglio regionale - abbiamo una risorsa importante di professionalità e competenze nell'ambito della tutela del territorio, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli animali, del bracconaggio ed in genere contro lo sfruttamento criminale dell'ambiente e degli animali, rappresentata dai Corpi di Polizia provinciale. Il loro ridimensionamento, previsto dalla riforma Delrio al seguito dell’annullamento delle Province, rappresenta una mannaia per le politiche a difesa dell’ambiente e dell’ecosistema che, seppur con grandi difficoltà, sono state avviate sul territorio regionale. Si pensi all’assist che si darebbe all’azione dei bracconieri o dei trafficanti di rifiuti o, ancora, alle ecomafie senza la presenza di un organo di repressione. Appare ovvio – aggiunge Graziano - che ci troviamo di fronte all’ennesima decisione bizzarra del Governo centrale che da un lato taglia, ingiustamente, fondi e competenze ma dall’altro, ovviamente, esige massimo controllo dei territori attraverso un’azione di polizia pervasiva. E si capiscono le difficoltà delle Regioni, così come quelle dei Comuni, nel dover far fronte ai servizi avendo poche risorse disponibili. Ecco perché è d’obbligo, soprattutto in questa contingenza, essere lungimiranti e scaltri. Magari trovando le giuste interpretazioni alla legge. A proposito, l’accordo Stato-Regioni – precisa Graziano – dello scorso 5 novembre fornisce una cornice interpretativa condivisa per la migliore applicazione della normativa introdotta dal decreto legge 78/15 in materia di Polizia Provinciale. Alle regioni, viene data la possibilità di riallocare il personale per le funzioni di vigilanza collegate alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione, con copertura delle relative spese. Diverse regioni, come l’Umbria e la Toscana, hanno già annunciato l'accordo con le Province, che consentirà, di mantenere l'unitarietà dei corpi di polizia provinciale, evitando inutili quanto dannose dispersioni in altri ambiti, di personale specializzato in materie importanti. In tali convenzioni, si stabilisce che la Polizia Provinciale, oltre ad occuparsi della vigilanza sulle materie fondamentali oggi in capo agli Enti di area vasta, si occuperà, per conto delle regioni, anche di controlli sulla caccia, sulla pesca, e su diverse materie, di competenza amministrativa regionale. Potrebbe fare lo stesso anche la Regione Calabria, che in tal modo – è la proposta di Graziano - potrebbe evitare sia la parziale, scompaginata e incongrua mobilità di personale di polizia provinciale verso altre destinazioni e sia la drastica riduzione o annullamento delle attività di presidio del territorio in aree rurali ed extraurbane”.

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Il Consiglio dei ministri modifica il calendario venatorio della Calabria: le novità

Il Consiglio dei ministri ha deliberato l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Lombardia e Umbria, disponendo la modifica del loro calendario venatorio con la chiusura della caccia al 20 gennaio 2016 per le specie tordo bottaccio, beccaccia e cesena. L'intervento si è reso necessario per evitare che il limite al 31 gennaio fissato dalle Regioni interessate facesse coincidere la stagione della caccia di una o più delle specie indicate con il periodo prenuziale o di riproduzione, determinando cosi una violazione della normativa europea e andando ad aggravare la posizione dell'Italia rispetto all'eventuale chiusura negativa del caso Eu-Pilot 6955/2014, avviato dalla Commissione europea. Già dal luglio dello scorso anno e in diverse successive occasioni il Governo aveva provveduto a sensibilizzare gli enti territoriali ad adottare le modifiche ai calendari che erano risultati non conformi. Da ultimo lo scorso 23 dicembre le Regioni inadempienti, 9 in tutto, erano state diffidate a provvedere entro 15 giorni ad adottare i necessari provvedimenti di modifica dei calendari, ma il mancato adempimento da parte di alcune ha reso necessario il ricorso all'esercizio dei poteri sostitutivi. Nello spirito della più leale collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, il ministro dell'Ambiente ha proposto e ottenuto l'inserimento di una clausola che determina l'invalidità delle delibere, nell'ipotesi in cui le Regioni territorialmente competenti provvedano ad intervenire sui rispettivi calendari entro il 19 gennaio 2016, termine ultimo utile per provvedere all'adozione delle modifiche richieste.

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L'elefante uccide il cacciatore che lo ha ucciso

E` stato ucciso dall'elefante che ha ucciso. Un cacciatore di 55 anni, Ian Gibson e` stato schiacciato da un pachiderma cui aveva sparato poco prima, mentre cercava di portare via le preziose zanne. L'incidente si e` verificato nello Stato dello Zimbabwe. Gibson il cui funerale e` stato pagato dal Dallas Safari Club, con cui stava cacciando e stato ricordato come "un bravo uomo, uno dei cacciatori professionisti più esperti del continente africano".

Caccia, a Palazzo San Giorgio i vice campioni nazionali

Stamane, a Palazzo San Giorgio, l’Assessore allo Sport Nino Zimbalatti ha ricevuto i vice campioni nazionali della 47° edizione del  Campionato Italiano S.Uberto a squadre organizzato dalla Federcaccia. La squadra reggina, composta da Angelo Costantino Angelo, Fortunato Marino e Domenico Sarica, accompagnata dal Capogruppo di Forza Italia Demetrio Marino, ha ricevuto parole di elogio dall’Assessore Zimbalatti. ai tre concittadini, residenti nella circoscrizione di Gallina, l’Assessore ha, tra l’altro, manifestato “ la soddisfazione per il secondo posto conseguito alla finale nazionale dalla squadra reggina nella “caccia pratica”, quale risultato di alto prestigio, il più importante rispetto alle precedenti quarantasei edizioni del Campionato Nazionale”. 

 

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