Controlli del Nas: chiuso un ristorante, sequestrati più di 4 quintali tra carne, pesce e dolci

I carabinieri del Nas, in occasione delle festività pasquali, sono stati impegnati in numerosi controlli nel Reggino, durante i quali hanno controllato 56 attività, tra ristoranti, macellerie e pasticcerie, di cui 28 hanno presentato delle irregolarità.

In particolare, in due pasticcerie di Siderno sono stati sequestrati 80 chili di dolci privi di tracciabilità, mentre in altre due è stato riscontrato il mancato aggiornamento delle schede di autocontrollo haccp.

In una macelleria di Bagnara Calabria, invece, è stato sequestrato un agnello privo  della documentazione di provenienza.

Inoltre, a Taurianova sono stati sottoposti a sequestro oltre 100 kg di uova di cioccolato, vendute per artigianali, di cui non è stato possibile riscontrare la provenienza e gli ingredienti utilizzati.

Oltre due quintali tra carne, pesce e preparati vari privi di tracciabilità sono stati sequestrati in una trattoria di Rosarno; mentre a Reggio Calabria, i militari, coadiuvati dal personale del dipartimento di Prevenzione dell’Asp, hanno sospeso l’attività di un ristorante del centro per gravissime carenze igienico sanitarie, in particolare la diffusa presenza di blatte e fuliggine.

Sempre nel capoluogo reggino, presso una gastronomia, sono stati sequestrati 30 kg di carne e preparati privi di documenti sull’origine.

Infine, i carabinieri del Nas hanno elevato in totale 23 mila euro di sanzioni, mentre tutte le attività irregolari sono state segnalate alle autorità amministrative e sanitarie per i provvedimenti di competenza. Gli alimenti sequestrati saranno distrutti da ditte specializzate.

Droga nel magazzino di un bar, arrestato un 47enne

Fucili e pistola con matricole abrase, munizioni e droga. E’ quanto hanno rinvenuto i poliziotti della Questura di Reggio Calabria, durante un’attività di controllo effettuata nel quartiere Santa Caterina della città dello Stretto.

In particolare, durante una perquisizione nel deposito di un bar gestito da un 47enne, sono stati trovati  200 grammi di cocaina, alcune dosi d’hashish, bilancini di precisione e 27 mila euro. L’uomo, quindi, è stato arrestato, con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Contestualmente, gli agenti hanno deciso di estendere la perquisizione ad un’area di uso comune, ritenuta di pertinenza del deposito, dove sono stati localizzati e sequestrati a carico d’ignoti: due fucili a canne mozze, due fucili a pompa, una pistola, 60 cartucce di varie marche e calibro, 6 chili di marijuana e 132 grammi di cocaina.

Una volta sequestrato il tutto, gli investigatori hanno avviato le indagini finalizzate a dare un nome ai responsabili dell’occultamento.

Controlli nelle mense scolastiche, i Nas riscontrano carenze igienico sanitarie

I carabinieri del Nas di Reggio Calabria, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo coordinato in ambito nazionale dal Comando tutela salute incentrato sull’erogazione dei servizi di refezione presso le mense degli istituti scolastici, privati e pubblici e di ogni ordine e grado, hanno eseguito oltre 40 ispezioni in tutto il territorio della provincia reggina.

I militari hanno controllato sia le sedi delle aziende di catering che forniscono pasti confezionati sia i punti cottura all’interno degli istituti scolastici, in particolar modo asili nido e scuole dell’infanzia, al fine di tutelare la sicurezza degli alunni.

Sei aziende hanno evidenziato irregolarità per carenze igienico sanitarie e strutturali e mancato aggiornamento del piano di auto controllo Haccp, mentre presso altre due mense scolastiche sono stati sequestrati 60 chili di alimenti privi di tracciabilità che saranno destinati alla distruzione.  Infine, sono state elevate sanzioni amministrative per più di 13 mila euro.

Operazione “Metameria” contro la ‘ndrangheta, sequestrati 3 milioni di euro

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale di beni del valore di circa 3 milioni di euro.

In particolare, la misura è stata emessa dal Tribunale reggino, a conclusione di approfondimenti patrimoniali coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria,  scaturiti dalle risultanze emerse nell’operazione “Metameria” .

L’attività, sulla base di meticolosi accertamenti di natura patrimoniale compiuti dai militari dell’Arma, ha consentito di dimostrare la pericolosità sociale e l’illecita accumulazione patrimoniale posta in essere da uno degli indagati, ritenuto responsabile di intestazione fittizia delle quote di una società operante nel capoluogo reggino e considerata funzionale ad occultare l’infiltrazione della cosche “Condello”, “Rugolino” e delle altre operanti a Reggio Calabria nel settore delle imprese dedite ai servizi di pulizia e manutenzione delle reti fognarie.

L’operazione “Metameria”, che ha determinato nel febbraio 2021 l’emissione di 28 provvedimenti cautelari, ha permesso, tra l’altro, di ricostruire i rapporti della cosca Condello con imprenditori ritenuti asserviti totalmente alla ‘ndrangheta. L’inchiesta è confluita a sua volta nel processo “Epicentro”, nel cui contesto l’odierno indagato è stato condannato a 2 anni e 8 mesi.

Nel suo complesso, l’indagine ha consentito di accertare l’entità dei beni illecitamente ottenuti durante il periodo di pericolosità sociale dei soggetti investigati e di sequestrare diverse imprese, oltre 200 tra beni mobili e immobili nelle province di Reggio Calabria, Cosenza e Messina, 19 quote societarie e disponibilità finanziarie pari a oltre 3 milioni di euro, per un valore complessivo stimato di oltre 23 milioni di euro.

Infiltrazione della 'ndrangheta, amministrazione giudiziaria per catena di supermercati

La Direzione investigativa antimafia e il Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla locale Procura distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione ad un provvedimento con il quale il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto l’amministrazione giudiziaria nei confronti di una società per azioni con sede a Catania.

Si tratta di un noto marchio, operante nel settore della grande distribuzione alimentare, è presente con oltre 100 punti vendita in Calabria e Sicilia, con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro e 2500 dipendenti.

Il complesso esame degli elementi d’indagine, tra cui le risultanze dell’operazione "Planning", sempre condotta dalla Dia e dal Nucleo polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, avrebbe portato alla luce uno stabile rapporto di oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche dell’impresa - in particolare l’espansione commerciale sul territorio - ed esponenti della ‘ndrangheta o collusi con questa.

Difatti, l’edificazione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita presenti nella città e nella provincia del capoluogo reggino sarebbero avvenuti attraverso imprese, formalmente intestate a prestanome, ma, di fatto, gestite da imprenditori contigui alla criminalità mafiosa locale, favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali.

In tale contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente.

Pertanto, il Tribunale avendo rilevato la sussistenza di sufficienti indizi per ritenere che l’attività posta in essere nella gestione dell’impresa, seppur colposamente, abbia agevolato imprenditori che operavano nell’interesse della ‘ndrangheta, ne ha disposto l’amministrazione giudiziaria per il periodo di un anno, al fine di arginarne la contaminazione mafiosa.

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Furto di energia elettrica, arresti e denunce

Nella giornata di ieri, nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria, si è svolto un servizio straordinario di controllo del territorio nell’ambito del piano di azione nazionale e transnazionale focus ‘ndrangheta, che ha visto impiegata un’ingente aliquota di personale tra gli agenti dell’ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico, del reparto Prevenzione crimine di Siderno, del XII R

reparto Mobile di Reggio Calabria, del Gabinetto regionale di polizia scientifica, i militari dell’Arma e della guardia di finanza, personale della polizia municipale ed i tecnici dell’Enel, della società Hermes servizi metropolitani e della Tekno service.

Nel corso dell’attività finalizzata a verificare la regolare occupazione delle unità abitative e gli eventuali allacci abusivi alla rete elettrica pubblica, personale dell’Upgsp e della polizia locale  ha proceduto all’arresto di tre donne per il furto di energia elettrica negli immobili da loro occupati.

Altri quattro soggetti sono stati denunciati in stato di libertà, per il reato di furto di aggravato di energia elettrica e acqua, mentre sei persone sono state denunciate per occupazione abusiva di immobili.

Grazie al supporto fornito dalle unità cinofile, sono stati rinvenuti e sequestrati circa 1,5 kg di marijuana.

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Beni per 1,4 milioni di euro sequestrati a imprenditore vicino alle cosche

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria che dispone la confisca di beni - per un valore di circa 1,4 milioni di euro - riconducibili ad un imprenditore edile reggino, già attivo nel settore dei pubblici appalti, indiziato di contiguità alla ‘ndrangheta.

L’imprenditore è stato coinvolto nel corso di diverse attività investigative, coordinate e dirette dalla locale Direzione distrettuale antimafia, dalle quali è emerso che la sua ascesa imprenditoriale sarebbe stata favorita dall’appoggio della criminalità organizzata reggina.

In particolare, nell’operazione “Nuovo corso” - poi confluita nel processo “Epicentro” - il destinatario della misura è stato condannato, in primo grado, a otto anni di reclusione per il reato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso.

In virtù di ciò, la Direzione distrettuale antimafia reggina ha delegato il Gico della guardia di finanza a svolgere un'indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dell'imprenditore, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.

L’attività ha consentito di ricostruire il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dell'uomo, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Con il provvedimento di confisca sono stati raggiunti: 12 fabbricati, 8 terreni, disponibilità finanziarie e quote di partecipazione al capitale di una società operante nel noleggio autovetture, per un valore di circa 1,4 milioni di euro.

Trovati 600 grammi di tritolo e 2 ordigni

I carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Calabria e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia hanno rinvenuto, in un terreno privato, in località “Ciccarello” della città dello Stretto, un involucro parzialmente sotterrato contenente tre panetti di tritolo innescati con detonatori a miccia e due ordigni artigianali di circa 200 grammi ciascuno.

Il materiale esplodente, il cui peso complessivo si aggirava intorno al chilo, è stato neutralizzato dagli artificieri dell'Arma che hanno prelevato alcuni campioni da inviare al Ris di Messina al fine di verificarne la provenienza.

Gli investigatori della Benemerita sono ora al lavoro per cercare di dare un volto ai responsabili dell'occultamento.

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