Serra: il Comune manda all'asta la vecchia "166", al suo posto un'auto "antimafia"

Il comune di Serra San Bruno “rinnova” il proprio autoparco mettendo in vendita una vettura ed acquisendone una “antimafia”.

Lo scorso 30 novembre, è stato pubblicato, infatti, sull’albo pretorio dell’Ente l' “Avviso d’asta” con il quale si procederà alla vendita di un’ Alfa Romeo 166. L’auto, la cui alienazione è stata deliberata dalla Giunta municipale il 23 novembre, è stata usata prevalentemente per gli spostamenti istituzionali dei sindaci che si sono succeduti nel corso degli ultimi 15 anni.

 Al posto della vecchia “166” arriverà una Lancia Musa, assegnata, nel 2015, al comune di Serra San Bruno dall’ Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni  sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Come si legge nella deliberazione 116  della Giunta comunale: “il veicolo è pressoché nuovo, nella carrozzeria e negli allestimenti come pure per i pochi chilometri percorsi”.

L’arrivo dell’auto “antimafia” ha, quindi, mandato in pensione l’Alfa Romeo che era stata immatricolata nel 2000.

Con oltre 160 mila chilometri all’attivo, la “166” potrà ora essere comprata da chiunque sia disponibile a prendere parte all’asta la cui base di partenza è stata fissata in 2 mila euro.

Prima di procedere all’eventuale offerta, è possibile prendere visione del mezzo chiedendo un appuntamento all’ufficio dell’Area tecnico manutentiva.  Tutte le indicazioni necessarie per partecipare all’incanto sono disponibili sull’albo pretorio del comune accessibile tramite il seguente link: http://www.comune.serrasanbruno.vv.it/albopretorio

Gli interessati hanno a disposizione, ancora, qualche giorno. Le offerte possono essere, infatti, presentate al protocollo dell’Ente entro le ore 11 del prossimo 15 dicembre.

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Serra San Bruno, nasce un nuovo gruppo di Protezione Civile

ProCiv ARCI Serra San Bruno, questo il nome del gruppo di volontariato di Protezione Civile che nei scorsi giorni ha preso vita a Serra San Bruno in linea con la nuova normativa nazionale sulla Protezione civile.

L’associazione nasce per fornire il proprio intervento, non solo in situazioni di emergenza determinate da calamità naturali e/o antropiche, ma anche in tutte quelle attività di previsione, prevenzione, soccorso, superamento dell’emergenza, addestramento, formazione e attività di supporto a grandi eventi che vedono coinvolto l’ambito comunale, regionale e nazionale. Il nuovo sodalizio nasce, inoltre, dal desiderio di creare un punto d'aggregazione in un territorio sempre più socialmente emarginato.

 A farne parte saranno esclusivamente volontari interessati a mettere gratuitamente a disposizione della collettività il proprio tempo, le proprie capacità e competenze e che impegnandosi a frequentare periodicamente i corsi di formazione previsti dal dipartimento regionale per raggiungere un livello di preparazione adeguato, entreranno a far parte sempre più del sistema, regionale e nazionale, integrato di Protezione Civile.

 Otto attualmente i soci, tutti fondatori, che hanno deciso di affidare la massima carica del direttivo ad  Carnovale Antonio che sarà coadiuvato dal Vicepresidente Giuseppe Dominelli e dalla segretaria Maria Teresa Dominelli, tutti con alle spalle diversi anni di attività di Protezione Civile in altri gruppi e per ultimo nel Gruppo Comunale di Volontariato di Protezione Civile di Serra San Bruno. Fanno, inoltre parte della nuova associazione: Rosetta Bonazza, Claudio De Stefano, Nazzareno Tassone, Luciano Tassone e Michele Salerno.

 Tra le prime azioni del neonato gruppo, una volta formalizzata la documentazione necessaria all’avvio dell’associazione, “la scelta comune di tutti i soci fondatori di confluire sin da subito nella grande famiglia della PROCIV ARCI Nazionale che privilegia occuparsi "preventivamente" dei problemi piuttosto che del soccorso attraverso un processo di formazione intesa non solo come progressiva acquisizione di abilità, capacità tecniche e comportamentali adeguate (attraverso esercitazioni, simulazioni, ecc.), ma, soprattutto, come momento formativo integrale della Persona di fronte ai piccoli e grandi rischi. La PROCIV-ARCI vede, quindi, la necessità di una formazione, che sia processo educativo completo sviluppando sempre più il concetto di ‘cultura dell'autoprotezione’, cioè ad una capacità individuale e collettiva di prendere coscienza dei rischi e dei modi di fronteggiarli o, meglio ancora, di prevenirli, come approccio integrale ad un problema che non si può ridurre solo a questioni tecniche, perché non si può prescindere dalla dimensione emotiva della Persona, ma anche dal comportamento. In questi ultimi anni la PROCIV-ARCI, anche con il sussidio delle diverse associazioni sparse sul territorio nazionale a Lei affiliate, è intervenuta, in diverse situazioni, a sostegno delle Popolazioni colpite da calamità naturali. In particolare, oltre ai soliti, ma pur sempre tragici, interventi in ambito locale (ricerca persone scomparse, incendi boschivi, ed altre emergenze) i suoi Volontari sono stati massicciamente presenti in occasione di eventi di carattere nazionale, ma anche internazionale”.

Forte è la determinazione del presidente Carnovale, che ha caricato d’entusiasmo le persone che con lui hanno deciso di intraprendere questo nuovo percorso.  “La nascita - ha dichiarato Carnovale - di questo gruppo deve essere un vanto per il nostro territorio, la nostra comunità e per la stessa Associazione che io rappresento. Questa si viene a collocare in un territorio dove molteplici sono stati nel corso del tempo le calamità registrate, sia sotto un aspetto meteorologico (Alluvioni, grandi nevicate) e sia per ciò che concerne la vulnerabilità sismica. Proprio da questi eventi – ha proseguito Carnovale – si è iniziato a prendere coscienza nella popolazione e ad aprire una profonda riflessione, che ha spinto alcuni cittadini a riunirsi e formarsi, mettendo così le proprie conoscenze a disposizione della comunità. Confidiamo nella volontà delle istituzioni e di tutti quelli che vorranno aiutarci, perché in questa prima fase di avvio ci ritroviamo nella necessità di reperire fondi, attrezzature e strumentazioni utili per interventi appunto di Protezione Civile. Comunico che tra qualche giorno verranno aperte ufficialmente le iscrizioni per l’ingresso dei nuovi volontari, di ambo i sessi, che andranno ad integrare e rafforzare il gruppo esistente. Chi fosse interessato ad intraprendere questa esperienza, con impegno, lealtà, senso di responsabilità, spirito di collaborazione a tutte le attività di protezione civile, senza fini di lucro o vantaggi personali, può mettersi in contatto con il Direttivo che darà tutte le informazioni necessarie al riguardo. Tutti i volontari aderenti al gruppo – ha concluso Carnovale - dovranno partecipare ad un primo corso di formazione di base e ad altri che seguiranno per un continuo aggiornamento formativo.”

 

Serra San Bruno e l'alluvione del 21 novembre 1935

Il 21 novembre 1935 sembra un giovedì come tanti altri. Il cielo è un po’ grigio, all’orizzonte si staglia qualche nuvola nera carica di pioggia, ma tutto sembra rientrare nella normalità.I Serresi sono presi dalle loro faccende, la preoccupazione tutt’al più è rivolta altrove.

Da più di un mese e mezzo, infatti, l’Italia ha dichiarato guerra al Negus. In Abissinia, a riscattare l’onta di Adua, ci sono molti fanti calabresi. A Serra quindi, non ci si cura molto delle condizioni climatiche. Non c’é, ancora, l’allerta meteo e la pioggia, in fondo, non fa paura. Ogni cosa procede secondo un preciso ordine. Uomini e donne sono alle prese con le loro occupazioni.

Nessuno immagina che quel 21 novembre è destinato ad entrare negli annali, come il giorno del “Dilluvioni”, ovvero qualcosa di più di una normale alluvione.

La giornata sembra, ormai, instradata sul binario della consueta normalità quando, verso le 16, le nubi iniziano a farsi minacciose. Sta per arrivare la pioggia, ma a Serra non è certo una notizia. Nessuno ci bada più di tanto. Verso le 17, inizia la salva di tuoni e fulmini che sembrano voler squarciare il cielo.

Intanto, con il buio è arrivata anche la pioggia la cui intensità inizialmente non lascia presagire cosa sta per accadere. All’improvviso, però, arriva quella che oggi definiremmo una bomba d’acqua. In poche ore cadono 509 mm di pioggia. Chi si trova per strada cerca scampo dove può, nella speranza si tratti di un normale temporale.

Ma quel giorno, di normale non ha proprio nulla. La furia della pioggia e del vento sono tali che iniziano a cadere gli alberi, qualcuno finisce nell’Ancinale. Nei punti in cui l’argine è più stretto, complice la presenza di qualche ponte, i tronchi si mettono di traverso e creano un effetto diga.

Il fiume tracima ed inizia ad invadere il centro abitato. Le zone più esposte sono le botteghe artigiane che sorgono sul Garusi e la zona abitata che sorge su corso Umberto I, attorno alle chiese Matrice ed Addolorata.

Il livello dell’acqua sale rapidamente, chi non ha fatto in tempo a scappare cerca scampo sui tetti. Le donne recitano il Rosario, gli uomini non credo ai loro occhi. Nessuno ricorda niente del genere. Dai tetti delle case che si affacciano attorno al Monumento lo spettacolo è desolante. Tutto è stato travolto e sommerso.

Corso Umberto I ha le sembianze di un lago. Le ore passano, la situazione non migliora. A molti sembra di trovarsi davanti ad una riedizione del diluvio universale. A rendere l’atmosfera ancora più lugubre, le tenebre che avvolgono il paese dopo che l’acqua ha trascinato via i pali della luce e della rete elettrica.

Verso la 22, sembra essere arrivato il miracolo che tutti hanno invocato, la pioggia cala d’intensità e le acque iniziano a defluire. Il tappo, di alberi e terra, che ha ostruito l’Ancinale è saltato.

Ciò che per Serra rappresenta la salvezza, per altri è l’inizio della tragedia. I paesi situati a valle del fiume vengono, infatti, travolti dall’onda d’acqua. A Spadola il ponte che collega a Brognaturo viene abbattuto. Le conseguenze più disastrose le subisce Cardinale, dove la parte bassa dell’abitato viene trascinata via insieme a 44 persone.

Passata la piena, i serresi scendono dai tetti. L’entità del disastro, però, sarà chiara solo alle prime luci dell’alba, quando gli effetti devastanti della tragedia saranno visibili nella loro interezza. I danni materiali sono ingentissimi. L’acqua, il cui livello ha raggiunto i due metri d’altezza, ha trascinato con sé ogni cosa. Strade e case sono invase da fango e detriti.  Il cumulo di terra e sabbia, in alcuni punti, supera i tre metri.

Ma non è tutto. Alla disperazione di chi ha perso soldi e beni, in alcuni casi una vera e propria fortuna, si unisce il dramma di chi ha perso la vita. La pioggia non ha fatto distinzioni di età, sesso o condizione sociale. L’acqua ha trascinato tutto ciò che ha incontrato sul proprio cammino, compresa la vita di 18 persone.

Nella giornata del 22 verranno recuperati i primi 8 corpi, 5 uomini e 3 donne. Per gli altri dieci bisognerà aspettare i giorni successivi.

Tra le vittime della tragedia, il più anziano è un vegliardo, Giuseppe Muzzì che probabilmente, raggiunta la veneranda età di 88 anni, non si sarebbe mai aspettato di dover morire in quel modo.

I devastanti effetti dell’alluvione trovano ospitalità sulle cronache nazionali. La Stampa di Torino, nell’edizione del 23 e del 24 novembre, riporta ciò che è accaduto segnalando Serra San Bruno tra i “comuni più danneggiati”.

A distanza di più di 80 anni, di quella tragedia rimane soltanto una lontana eco. Altrettanto sbiadito è il ricorso di quella canzone scritta, con il tipico spirito canzonatorio dei serresi che riescono a burlarsi anche delle sventure e della quale ricordiamo, solo alcuni versi: “Lu 21 di novembri vinna lu dilluvioni/ mu si leva d’arriedi la chiesa chidha massa d’imbroglioni”.

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Serra, Pd: "con l'amministrazione Tassone è ritornata la buona politica"

“Con l’amministrazione Tassone la buona politica è tornata nelle stanze di Palazzo Tucci”. E’ quanto afferma in una nota il circolo serrese del Partito democratico

 “I risultati raggiunti in questi primi cinque mesi di attività politica e amministrativa – prosegue il comunicato - sono sotto gli occhi dell’intera popolazione serrese che, quotidianamente, riconosce e apprezza lo sforzo messo in campo da una compagine giovane, competente e preparata che sta affrontando le sfide e i problemi ereditati dalla precedente gestione con grande senso di responsabilità e con un rispetto per le istituzioni che da anni non si riscontrava”.

“Grazie all’attività della maggioranza, che con spirito di abnegazione e con una costante dedizione sta portando avanti un lavoro sotto diversi aspetti straordinario, Serra ha oggi un nuovo volto e si presenta come una cittadina accogliente, pulita e ordinata che ha riconquistato il suo ruolo di comune capofila per l’intero comprensorio, ruolo che nel recente passato purtroppo aveva perso e che oggi le viene legittimamente riconosciuto”.

“Sicuramente – prosegue la nota - ci sarà ancora tanto da fare ma i risultati raggiunti in questi primi mesi ci fanno ben sperare per il futuro. L’amministrazione comunale potrà contare sul contributo che il nostro partito darà costantemente, così come sin ora è stato fatto, in quanto solo un lavoro simbiotico tra buona politica e buona amministrazione porterà ancora risultati positivi e importanti per la nostra comunità”.

“Dopo cinque anni di immobilismo e di incalcolabili danni finalmente si è voltata pagina e insieme ai cittadini stiamo scrivendo una nuova storia continuando con entusiasmo, fiducia, passione e partecipazione il percorso di rinascita politica, amministrativa, sociale e culturale di Serra San Bruno, percorso condiviso e sostenuto dai cittadini che, sempre più numerosi, apprezzano e sostengono tutte le iniziative e le attività messe in campo per far rinascere Serra. 

"A chi oggi 'predica bene' – conclude la nota -vogliamo ricordare che solo fino a qualche mese fa ha razzolato veramente male”.

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Serra, il sindaco Tassone annuncia "importanti novità"

Interventi per risolvere l’annoso problema dell’acqua, costruzione di una nuova palestra interscolastica, creazione di un portale e di un’App dedicati al turismo, installazione di un hotspot per la connessione gratuita ad internet. Sono queste le novità in arrivo per la cittadina della Certosa. Ad annunciarle in un posto pubblicato sulla sua pagina Faceebook, il sindaco Luigi Tassone. “Con l'inizio del nuovo anno – scrive il primo cittadino - ci saranno importanti novità per la nostra cittadina”. Oltre agli interventi  programmati per il 2017, “a giorni” saranno installate “le nuove segnaletiche luminose per la zona a traffico limitato lungo Corso Umberto I”.  Annunciata, infine, l’imminente dotazione di nuove attrezzature e strumenti agli operatori comunali impegnati nelle attività di mantenimento del decoro urbano e della pulizia della cittadina.

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Conservava hashish e marijuana in un vecchio frigorifero: arrestato un ragazzo di 22 anni

Un ragazzo di 22 anni è stato arrestato dai Carabinieri che, perquisendo la sua abitazione, hanno rinvenuto più di settanta grammi di hashish e, all'interno di un contenitore, quasi dieci grammi di marijuana. Le sostanze stupefacenti erano custodite dentro un vecchio frigorifero in una struttura limitrofa alla residenza di Caulonia, in provincia di Reggio Calabria, in cui vive C.A., il giovane finito in manette e condotto presso il carcere di Locri. Nell'ambito della medesima operazione, i militari dell'Arma delle Stazioni di Caulonia e Caulonia Marina hanno denunciato un uomo di 41 anni. Gli sono contestati i reati di coltivazione di stupefacenti e furto di energia elettrica. In un fabbricato da lui utilizzato hanno trovato una serra realizzata artigianalmente, dotata di impianto di areazione e luci alogene per le quali aveva creato un allaccio abusivo alla rete elettrica ed in cui coltivava cannabis indica. Dentro i Carabinieri hanno scoperto una piantina che superava i cinquanta centimetri di altezza. 

Serra, cane malato in cerca di aiuto

SERRA SAN BRUNO - E’ solita aggirarsi nei pressi dell’isola ecologia, con una massa pendente sotto al petto, gli occhi spenti dal dolore e la necessità di essere curata. Stiamo parlando di un cane femmina, un meticcio che da alcuni giorni è apparsa lungo la strada che dalla cittadina della Certosa porta a Mongiana. La massa potrebbe essere il sintomo evidente di qualche neoplasia, forse un tumore alla mammella, per questo c’è la necessità che l’amico a quattro zampe venga in qualche modo aiutato. Il tumore sembra essere localizzato tutto all’esterno nella parte addominale. Si spera che le autorità amministrative cittadine intervengano per portare a conoscenza dell’ennesimo caso che riguarda il migliore amico dell’uomo. Cosi come si spera che il servizio veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale intervenga per prestare le cure dovute. Lasciarlo morire nell’indifferenza sarebbe un gesto ripugnante da esecrare e a cui tener testa con un gesto di umanità.

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