Peculato e simulazione di reato, impiegato comunale finisce ai domiciliari

I carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura, nei confronti di Salvatore Ientile, di 63 anni, impiegato comunale di Cinquefrondi, ritenuto responsabile del reato di peculato e simulazione di reato. 

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini avviate dai militari della Stazione di Cinquefrondi che, nel gennaio scorso, hanno raccolto la denuncia presentata da un funzionario della locale amministrazione comunale, che aveva accertato l’ammanco di circa 24 mila euro derivanti dalla riscossione dei canoni idrici.

L’articolata indagine, coordinata dalla Procura delle Repubblica di Palmi, avrebbe consentito di accertare che Ientile, nella sua veste di operatore amministrativo ed incaricato di riscuotere i canoni idrici pagati dai cittadini, si sarebbe appropriato del denaro.

Nel gennaio scorso, temendo di essere scoperto dai colleghi, Ientile si è sarebbe recato al Commissariato di Polistena per denunciare una rapina a mano armata subita, a Cinquefrondi, una sera dell’ottobre 2017, mentre portava il denaro in banca.

Dagli accertamenti svolti dai carabinieri la denuncia sarebbe risultata completamente falsa.

Al fine di recuperare le somme pubbliche di cui l’impiegato si sarebbe illecitamente appropriato, i carabinieri della Compagnia di Taurianova, su disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno sottoposto a sequestro preventivo un'abitazione, cinque conti correnti ed una autovettura, di proprietà dell’indagato.


Ientile, al termine delle formalità di rito, è stato ristretto presso la propria abitazione e dovrà rispondere del reato di peculato e simulazione di reato.

 

 

Simulano una rapina, ma vengono smascherati dai Carabinieri: nei guai due persone

Rispondono di appropriazione indebita aggravata, ricettazione e simulazione di reato due indagati, rispettivamente di 52 e 46 anni, che i Carabinieri hanno denunciato al termine di un'attività investigativa avviata in seguito alla denuncia presentata dal primo.

Residente a Montalto Uffugo, nel Cosentino, si era rivolto ai militari dell'Arma sostenendo di avere subito una rapina ad opera di due banditi muniti di pistola. Con gli indumenti infangati, il 52enne aveva raggiunto la caserma riferendo di essere stato obbligato dai malviventi a lasciare il furgone che stava utilizzando per il trasporto di cibo. Secondo la sua versione dei fatti, i rapinatori lo avevano condotto a bordo di un'autovettura nelle campagne che circondano Acri per poi dileguarsi.  

Indagando sull'episodio, gli inquirenti hanno scoperto la presenza di diverse contraddizioni nel racconto della sedicente vittima. E' per questa ragione che hanno invitato l'uomo a presentarsi nuovamente al fine di chiarire alcuni aspetti. Davanti ai dubbi sollevati dai Carabinieri al 52enne non è rimasto altro che confessare: si era impossessato del carico di merce dell'azienda di cui è dipendente e l'aveva rivenduto al 46enne, di Cosenza, con il quale avrebbe successivamente diviso i proventi.

Accusa extracomunitario di averlo rapinato per 5.500 euro: denunciato vibonese per simulazione di reato

Gli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale hanno proceduto a denunciare a piede libero un uomo di 29 anni, dipendente di una nota ditta di spedizioni, resosi responsabile di simulazione di reato. Nella mattinata dell’8 agosto aveva richiesto al 113 l’intervento della Volante dichiarando che, mentre si trovava a Vibo Marina per effettuare alcune consegne, era stato avvicinato da un extracomunitario il quale, minacciandolo con un coltello, gli aveva rapinato l’incasso delle consegne effettuate in mattinata, per un ammontare di 5.500 euro in denaro contante e assegni bancari. La versione fornita dall’uomo in sede di querela non ha convinto sin da subito gli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale, che hanno immediatamente svolto le indagini per ricostruire l’accaduto. L’esame delle immagini di un sistema di videosorveglianza presente nella zona interessata, il contenuto delle concitate prime richieste di intervento avanzate dall’uomo al 113 ed, infine, le testimonianze da parte delle persone presenti al fatto, hanno evidenziato una discordanza con quanto dichiarato dal dipendente della ditta di trasporti. Alla luce di ciò, l’Ufficio Prevenzione Generale, ha indagato l’uomo e fatto luce sulla dinamica di un fatto che nei giorni scorsi aveva suscitato allarme sociale anche e soprattutto in relazione alla chiamata in causa di un extracomunitario quale autore del grave episodio. 

Indebitato, simula una rapina a mano armata dentro casa: smascherato dai Carabinieri

Deve difendersi dalle accuse di simulazione di reato e procurato allarme un uomo di 29 anni a cui i Carabinieri hanno notificato una denuncia in relazione ad un episodio verificatosi la sera del 19 marzo. Intorno alle 22 l'indagato si è rivolto telefonicamente al 112 affermando che tre banditi, armati e col viso nascosto, erano entrati dentro il suo appartamento. Dopo averlo reso inoffensivo, si erano impossessati del denaro e dei gioielli conservati nella cassaforte del padre. Un bottino che ammontava complessivamente ad una cifra vicina ai 50 mila euro.  L'attività investigativa condotta dai militari dell'Arma della Compagnia di Roccella Jonica,in provincia di Reggio Calabria, ha permesso, invece, di accertare che il 29enne aveva inscenato la rapina perché pesantemente indebitato a causa del gioco. 

Simulano il furto di pietre preziose: denunciati marito e moglie

I Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, i coniugi P.A.D. e S.C., entrambi bolognesi di 45 anni, per i reati di tentata truffa aggravata e simulazione di reato in concorso. La coppia, secondo quanto sostenuto dagli investigatori, avrebbe falsamente denunciato la sottrazione di un ingente quantitativo di pietre preziose, coperti da polizza assicurativa, per un valore stimato in circa 600.000 euro. Il provvedimento è stato notificato ai due a Saline Joniche, frazione di Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria. 

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