Parità di genere, Tallini: "Perché la Ciarletta tace sulla composizione della giunta regionale?"

“Seguo con attenzione - afferma il consigliere regionale del Gruppo Misto Mimmo Tallini - le iniziative volte ad affermare nelle Istituzioni la parità di genere. Un principio presente nella Costituzione e nello Statuto della Regione che va garantito in ogni Istituzione. Mi chiedo, però, come mai la Consigliera regionale di Parità Maria Stella Ciarletta, si dedichi con tanto zelo alle ‘pagliuzze’ e non si è accorta della ‘trave che ha nell’occhio’. Eppure - spiega Tallini - la Giunta regionale è composta di soli uomini. Non si violano, in questo modo, principi fondamentali? Non ci sono dubbi. Ma, a quanto pare, per la Consigliera di parità, ciò che per i piccoli comuni è severamente proibito non lo è per l’Ente pubblico calabrese più importante, che può anche fare a meno delle donne e del rispetto della parità di genere. Sul punto, c’è un preciso ricorso al Tar, vedremo come andrà a finire e quali conseguenze potrà avere. Fatto è che una Giunta senza donne viola più principi, sia in riferimento all’art. 51 Cost. che in adempimento dell’art. 117 Cost., dall’art. 2, comma 2, lett. d), dello Statuto regionale, il quale dispone che ‘la Regione ispira in particolare la sua azione al raggiungimento dei seguenti obiettivi: (…) d) la rimozione di ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, economica e culturale, nonché la promozione della parità di accesso tra gli uomini e le donne alle cariche elettive’. Più chiaro di così si muore. Eppure - aggiunge Tallini - la signora Ciarletta non si muove. Neanche sapendo che le illiceità appena indicate sono state costantemente sanzionate dai giudici amministrativi. Mi riferisco, per esempio, alla sentenza Consiglio di Stato, sez. V, n. 3670 del 21/06/2012, nella quale si afferma che “ (…) nell'art. 11, comma 3, dello Statuto lombardo viene in evidenza una disposizione che impone alla Regione una specifica ‘azione positiva per obiettivo legale’, intesa come misura volta al perseguimento di uno specifico risultato (nel caso di ‘èiequilibrio’) conformato ad un interesse considerato dalla legge nonché da fonti superiori di cui essa risulti espressione attuativa (nella specie: uguaglianza, o sostanziale approssimazione ad essa, di uomini e donne nelle posizioni di Governo regionale). Lo stesso principio - commenta il consigliere regionale - è stato recentemente affermato dal Tar Catanzaro con le sentenze 1, 2, 3 e 4 del 9 gennaio 2015, con le quali è stata dichiarata l’illegittimità dei decreti di nomina delle Giunte di alcuni Comuni calabresi. Insomma, siamo in presenza di una Giunta regionale che nella sua incompletezza è tutta maschile, ma la Consigliera regionale di parità non se n’è accorta. Né ritiene di sollevare il caso. Non certo per evangelica ipocrisia (Luca 6,41) - conclude Tallini – ma perché la nostra Sentinella è consapevole che un conto è prendersela con i poveri sindaci, sempre più tartassati e in gravi difficoltà, un conto è disturbare l’uomo solo al comando della Regione”.

 

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