Collegamento multimodale "Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido". Laura Ferrara (M5s) interroga la Commissione

"Il funzionale collegamento dell'aeroporto di Lamezia Terme è un progetto che i calabresi aspettano da anni. Sulla carta rimane uno dei “grandi progetti” che questa amministrazione regionale avrebbe dovuto avviare e concludere attraverso l'asse 7 del Por Calabria 2014-2020 il quale prevede, appunto, il collegamento multimodale “Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido”".

L'eurodeputata calabrese, Laura Ferrara, interviene sul tema dei Grandi Progetti ed in particolare quello riguardante il collegamento da e per l'aeroporto di Lamezia Terme e fa sapere di aver interrogato nei giorni scorsi la Commissione europea.

"L'obiettivo di questo progetto è appunto migliorare la mobilità regionale, collegando i nodi secondari e terziari alla rete globale, nonché garantire la qualità, l’interconnessione e la funzionalità del sistema dei trasporti in Calabria – fa notare la Ferrara-. Ancora oggi però non si conoscono né la versione finale, né i tempi di realizzazione, né i costi dello stesso. Nell'ultima riunione del Comitato di Sorveglianza, risalente a febbraio di quest'anno, si richiedeva la trasmissione ufficiale della scheda del Grande Progetto alla Commissione europea entro il 15 marzo. Chiedo pertanto alla Commissione se la versione finale del Grande Progetto e la spesa prevista per lo stesso sia effettivamente arrivata. 

C'è da segnalare che nella sua fase embrionale il progetto prevede la riqualificazione complessiva della tratta esistente con l’ottimizzazione delle sezioni critiche tranne che per l'ultimo chilometro, quello che collega la stazione di Lamezia Terme centrale all'aeroporto per il quale si è scelto l’attivazione di un sistema bus su gomma e la realizzazione di una sede stradale dedicata al transito di tali mezzi. Alla Commissione chiedo se questa opzione sia conforme agli obiettivi del Por. È lampante il forte ritardo con cui si procede nell'avvio di importanti progetti che potrebbero effettivamente portare dei benefici allo sviluppo del nostro territorio. È intenzione del MoVimento 5 Stelle vigilare per questo motivo ho chiesto alla Commissione se è a conoscenza di un cronoprogramma dettagliato dei tempi necessari per il completamento dell'opera in questione. I Grandi Progetti, se conformi alle reali esigenze della Calabria - e un migliore collegamento dell'aeroporto di Lamezia lo è - non possono rimanere solo spot elettorali - conclude l'europarlamentare –. La loro realizzazione in tempi certi senza spreco di denaro pubblico è un dovere nei confronti dei cittadini" . 

Vigili del fuoco discontinui, la Commissione risponde a Laura Ferrara

«La situazione dei vigili del fuoco discontinui è in corso di valutazione da parte della Commissione europea».

Lo fa sapere Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5 Stelle.

«È giunta la risposta alla lettera che avevo inviato due settimane fa alla Commissaria all'occupazione e agli affari sociali, Marianne Thyssen. La Commissione conferma le valutazioni in corso – continua Ferrara - in particolare sta esaminando la conformità della legislazione italiana che regola la situazione dei dipendenti del settore pubblico, compresi i vigili del fuoco occasionali, con la clausola 5 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, che obbliga gli Stati membri ad adottare misure per prevenire l'abuso di continue proroghe dei contratti a termine. In pratica, la Commissione europea equipara i vigili del fuoco discontinui ai precari della pubblica amministrazione. Eppure la normativa nazionale di riferimento, il decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, nell'articolo 29 esclude nell'applicazione del D.lgs i vigili del fuoco discontinui. Una difformità con la normativa europea alla base di tutte le anomalie che questi lavoratori da tempo denunciano, anomalie che io stessa avevo già segnalato alla Commissione tramite interrogazione parlamentare. Una paradossale situazione venutasi a creare in Italia, per la quale, tale tipologia di lavoratori discontinui non beneficia di adeguata tutela previdenziale, assistenziale ed economica pur se occupati in base a una successione di contratti a tempo determinato per svolgere compiti analoghi per natura a quelli dei vigili del fuoco permanenti, sotto la stessa catena di comando, così come confermava la Commissione nella risposta alla mia interrogazione.
La prassi italiana, dunque, potrebbe essere contrastante con le clausole 4 e 5 della direttiva n.1999/70/CE, direttiva europea – sottolinea l'europarlamentare – che tutela i lavoratori precari da eventuali discriminazioni. Questo il nodo che dovrà dirimere la Commissione nella sua valutazione finale. Nella sua analisi dovrà considerare se la normativa italiana preveda o meno altre misure equivalenti al decreto legislativo del 15 giugno 2015 applicabili alla tutela dei vigili del fuoco discontinui. La Commissione inoltre per l'eventuale tutela in sede giuridica dei diritti dei vigili del fuoco discontinui, richiama la recente sentenza Santoro, la C-494/16, in cui alla richiedente è stato riconosciuto un risarcimento economico per l'abuso dei rinnovi dei contratti a termine. Continueremo a seguire tutti gli sviluppi della vicenda- conclude la pentastellata – affinché si ponga una volta per tutte fine a questa situazione di disequilibrio e diritti negati».

Fondi europei, il M5s lancia l'allarme "La Calabria rischia di perdere 160 milioni di euro"

«La Calabria rischia di perdere 160 milioni di euro sulla programmazione 2020-2027».

È quanto scrive in una nota, l'eurodeputata del Movimento 5 stelle Laura Ferrara.

«Un taglio inaccettabile se si considera che la Calabria è attualmente la regione più povera d'Italia e che fatica a crescere dal punto di vista occupazionale. Una forte spinta concreta ad una economia ferma al palo può arrivare dai fondi europei dei prossimi anni, considerati i ritardi con cui procede la programmazione 2014-2020».

“Serve una reazione forte dell’Italia contro la proposta di budget europeo presentata dalla Commissione europea. I tagli alla politica di coesione del 7% sono inaccettabili perché colpiranno principalmente le aree più povere d’Italia. Secondo le nostre prime stime si tratta di oltre 3 miliardi di euro di minori risorse investite. Chiediamo che il livello di disoccupazione giovanile sia inserito, oltre al PIL, come indicatore principale per quantificare l’assegnazione dei fondi europei”, così Laura Agea, capodelegazione del Movimento 5 Stelle, commenta il prossimo Quadro finanziario pluriennale 2020-2027 presentato oggi da Juncker al Parlamento europeo. 

“Durante la discussione al Parlamento europeo - aggiunge l’europarlamentare Marco Valli - presenteremo emendamenti per rimediare agli errori della Commissione. Comprendiamo le sfide al budget europeo rappresentate dall’uscita della Gran Bretagna, ma non possono essere i cittadini a pagarne le conseguenze. Ci sono spazi per ridurre i troppi sprechi europei e per rimodulare le spese. Diciamo no ai tagli lineari e, per quanto riguarda la PAC, chiederemo di privilegiare nell’assegnazione dei fondi i piccoli agricoltori ed eliminare le inefficienze. Vogliamo capire meglio, infine, come verranno utilizzati i 25 miliardi stanziati a sostegno delle riforme strutturali. Se per riforme strutturali Juncker intende il Jobs Act e la riforma Fornero faremo le barricate. Il Movimento 5 Stelle mette al centro della sua azione politica l’Italia e i cittadini italiani”, conclude Valli.

 

Ferrara (M5s): "Oliverio faccia chiarezza sui finanziamenti ricevuti in campagna elettorale"

«Invece di trincerarsi dietro un secco “no comment” Mario Oliverio avrebbe potuto fornire lui stesso la lista dei suoi finanziatori, come atto dovuto ai calabresi».

Così Laura Ferrara, eurodeputata del M5s, sull’articolo apparso  sul settimanale Panorama, nel quale in esclusiva appaiono alcuni dei nomi dei finanziamenti della campagna elettorale per le regionali del 2014 a sostegno dell’attuale presidente della Regione Calabria.

«Un articolo imbarazzante per il governatore, al quale ora chiediamo un chiarimento ed un atto di trasparenza. Fra i suoi sostenitori compare anche il nome dell’imprenditore Spadafora, coinvolto non solo nell’inchiesta Stige della DDA di Catanzaro ma anche nel filone dell’indagine su Calabria Verde, per la gestione e gli affidamenti degli appalti per i tagli boschivi. L’articolo mette inoltre in evidenza come alle donazioni siano seguite, una volta eletto Oliverio, nomine o affidamenti diretti nel caso di aziende. Atti legittimi sotto il profilo della legalità ma discutibili dal punto di vista etico - politico. Fra i finanziatori è innegabile che vi siano dei portatori di interessi dai quali è stato difficile smarcarsi una volta ricevuto il sostegno economico. Soprattutto per questo il Movimento 5 Stelle autofinanzia le proprie campagne elettorali e manifestazioni attraverso il sistema delle micro donazioni, i nostri unici lobbisti sono i cittadini. La Calabria si conferma essere la regione più povera d’Italia e questi 4 anni targati Oliverio nulla hanno prodotto in termini occupazionali e di sviluppo per l’intero territorio. Gli unici a poter registrare un guadagno concreto sono gli amici degli amici ed i consiglieri regionali, che fra le varie urgenze che insistono sul territorio, trovano solo il tempo per aumentare i vitalizi».

Tirocinanti della giustizia, Ferrara (M5S): “La Commissione europea vigilerà su eventuali abusi su Fse”

«Sui tirocinanti della giustizia, quelli finanziati con il Fondo Sociale europeo, Bruxelles chiederà all’Italia maggiori informazioni al fine di evitare abusi ed usi impropri dei fondi europei da parte delle Regioni».

Lo annuncia Laura Ferrara, l’eurodeputata del MoVimento 5 stelle che sulla questione aveva interrogato la Commissione europea.

«La risposta della Commissione fa ben sperare rispetto all’uso illegittimo delle risorse del Fondo Sociale europeo nell'ambito delle politiche attive del lavoro per finanziare i tirocini formativi negli uffici Giudiziari. Migliaia di stage autorizzati in tutta Italia dal Ministero della Giustizia tramite convenzioni con le Regioni – spiega la Ferrara – rivolti sempre alle stesse persone, che quindi sono ormai formate per svolgere quella determinata mansione. Dal 2011, proroga dopo proroga, quello che doveva essere una stage formativo, la cui durata massima è prevista dalla legge per non oltre 12 mesi, diventa per migliaia di italiani l'ennesima gabbia precaria che cela un rapporto lavorativo a tutti gli effetti. La Commissione, venuta a conoscenza di questa situazione tramite la mia interrogazione, seguirà gli sviluppi della vicenda tramite meccanismi consolidati, quali i riesami del comitato per l'occupazione e il semestre europeo. Ho portato all’attenzione della Commissione come questi tirocini continuino ad essere rinnovati in netto contrasto con quanto previsto dalla normativa europea in materia di lotta al precariato. La Commissione nella sua risposta conferma come “la clausola 4 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato enuncia il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato nel rispetto delle condizioni di impiego. Secondo la clausola 5 gli Stati membri devono inoltre porre in atto misure di prevenzione degli abusi dei contratti a tempo determinato. Qualora i tirocinanti in questione siano di fatto lavoratori regolari, è possibile segnalare eventuali prassi non conformi tramite gli opportuni meccanismi di ricorso disponibili a livello nazionale, tra cui l'azione legale”. Non vi è dubbio alcuno, dunque, che finora con la complicità del Ministero e delle Regioni, in Italia si sia portata avanti una pratica dalla dubbia legittimità. È notizia di questi giorni – aggiunge la Ferrara - che il ministero del Lavoro inserisce per la prima volta i tirocini tra gli ambiti principali di intervento per l’attività di vigilanza dell’Ispettorato nazionale del lavoro per l’anno 2018. Mi auguro che questo monitoraggio sia esteso anche alle amministrazioni pubbliche, in cui la pratica di mascherare con gli stage veri e propri rapporti lavorativi, senza alcuna tutela, è largamente diffusa».

Ferrara (M5s): "Business immigrazione e riforma del diritto di asilo, vittoria al Parlamento europeo"

Riceviamo e pubblichiamo

"Oggi è stata la prima vera vittoria dell'Italia contro Mafia Capitale e contro il business dell'immigrazione; una vittoria sancita dal Parlamento europeo - in commissione LIBE - grazie all'approvazione del report a firma della portavoce Laura Ferrara. È stato inferto un duro colpo al sistema che creava business illegale e immorale facendo leva sulle lungaggini burocratiche per ottenere un verdetto sulle domande di richiesta d'asilo. Ora ci vorranno massimo sei mesi per valutare una domanda di protezione internazionale (oggi invece fino a 18!), che possono arrivare a soli due mesi per le procedure accelerate. Ci sarà una riduzione del carico burocratico per i Paesi di primo ingresso e anche maggiori garanzie per i richiedenti asilo. In un'ottica di equilibrio tra l'esigenza di garantire la protezione internazionale a chi ne ha diritto e una procedura veloce ed efficace.

Il nuovo regolamento riduce gli abusi che hanno contribuito a sovraccaricare i sistemi di asilo degli Stati membri, restringendo in modo drastico i tempi burocratici su cui si è speculato in passato. Un passo in avanti enorme considerando che un Paese di primo approdo come l'Italia da anni sopportava il peso dell'inefficienza e dell'immobilismo normativo anche a livello europeo.

È un risultato storico. Uno dei nostri obiettivi politici era quello di tagliare il cordone ombelicale che lega la criminalità organizzata con la gestione dei centri di accoglienza. Abbiamo raggiunto ciò che ci eravamo prefissati, perché al termine dell'iter di approvazione il regolamento sarà direttamente applicabile negli Stati Membri e abrogherà la precedente Direttiva Procedure e le relative leggi nazionali di attuazione, tra cui per esempio il Decreto Minniti. Inoltre, procedure più veloci portano a un taglio dei costi crescenti che lo Stato italiano sta affrontando per i centri di accoglienza.

Nel dettaglio, i contenuti possono essere riassunti in queste aree:

- tempi più brevi per valutare la domanda, 6 mesi per la procedura ordinaria (ora ce ne vogliono di fatto 18). Due mesi soltanto per quella accelerata, nel caso di domande di protezione internazionale chiaramente infondate o fraudolente;

- lista comune dei Paesi di origine sicura, verso i quali i richiedenti asilo possono essere rimandati;

- riduzione del carico burocratico per gli Stati di primo ingresso (leggasi Italia);

- la Turchia non viene considerata un Paese sicuro;

- garanzie per i richiedenti asilo, così da avere un miglioramento della qualità delle decisioni amministrative che porterà a minori ricorsi.

Questo voto conferma che il nostro lavoro è apprezzato in Europa. Dobbiamo archiviare in fretta gli errori del passato come il Regolamento di Dublino o l'Operazione Triton. Le prossime battaglie politiche saranno la lotta agli scafisti e ai trafficanti e il ricollocamento obbligatorio e automatico di tutti i migranti arrivati in Italia.

Prossimi step del regolamento: annuncio del mandato negoziale in plenaria. Le procedure di triologo (riunioni tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione) inizieranno a settembre 2018".

Laura Ferrara, europarlamentare M5s

Calabria, depurazione: la petizione del M5s sarà discussa a Bruxelles

«Per la prima volta le annose criticità legate alla depurazione in Calabria saranno discusse di fronte alla Commissione PETI, grazie alla petizione promossa dal MoVimento 5 Stelle.L’obiettivo è quello di sollecitare urgenti misure per eliminare le problematiche che riguardano il sistema depurativo in Calabria e per garantire che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a trattamento appropriato in conformità alla Direttiva 91/271/CEE».

Lo rende noto Laura Ferrara, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle che sin dal suo insediamento si è concentrata sul tema della depurazione in Calabria.

«Attraverso la petizione, che sarà discussa insieme a Renato Bruno, consigliere comunale a Scalea, chiediamo alla Commissione che le Autorità nazionali e regionali attribuiscano una priorità più elevata a questo settore; un censimento di tutte le reti fognarie e degli impianti depurativi verificandone i problemi strutturali e quelli gestionali per definire gli interventi necessari a sanare rapidamente le criticità esistenti; un piano speciale di interventi di adeguamento dell’intero sistema depurativo regionale che, attraverso un’oculata gestione delle risorse finanziarie, garantisca il collettamento di tutte le reti fognarie agli impianti di depurazione e l’adeguato trattamento di tutte le acque reflue prima dello scarico; il risanamento delle deficienze dei Comuni calabresi coinvolti nelle procedure d’infrazione UE n.2004 – 2034 e n.2014/2059; un attento e trasparente monitoraggio degli impianti depurativi e del loro corretto funzionamento anche attraverso l’uso delle moderne tecnologie.

Scalea è uno dei comuni compresi negli agglomerati coinvolti in due procedure d'infrazione europea.

La prima (n.2004/2034) si è conclusa con sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea del 19 luglio 2012 con 18 agglomerati calabresi coinvolti. A oltre 6 anni da quella sentenza, 13 agglomerati non solo continuano ad essere non in regola, ma non hanno ancora iniziato a svolgere alcuna attività necessaria ad un ripristino funzionale dei propri sistemi depurativi, negli altri “casi” la situazione non è migliore ed i vari iter procedurali vanno a rilento tra commissariamento degli interventi e ricorsi giudiziari. Allo stesso modo, dopo oltre 4 anni dall'avvio della procedura d'infrazione 2014/2059, che vedeva coinvolti 128 agglomerati calabresi, oltre 100 permangono in infrazione. Come se non bastasse lo scorso novembre il Ministero dell’Ambiente segnalava ulteriori 30 agglomerati calabresi in preinfrazione. La carenza del sistema depurativo – conclude la Ferrara - va a discapito della tutela del diritto alla salute dei cittadini, della tutela della qualità dell’ambiente, ma anche del turismo. La stagione estiva è alle porte ed anche quest’anno non sarà un “mare da bere”».

 

Vigili del fuoco discontinui, Laura Ferrara (M5s) scrive alla Commissaria europea

«Le problematiche relative alla situazione dei vigili del fuoco discontinui potrebbero, presto, trovare un definitivo chiarimento».

È quanto fa sapere l'eurodeputata del MoVimento 5 stelle, Laura Ferrara che sulla tematica interrogò la Commissione europea.

«Alla luce della risposta che mi inviò la Commissaria all'occupazione e agli affari sociali, Marianne Thyssen, le ho inviato una lettera in cui chiedo di conoscere i chiarimenti che le autorità italiane hanno fornito sulla questione relativa a questa categoria. Nella sua risposta, inviatami lo scorso dicembre, la Thyssen – ricorda la Ferrara - dichiarò di essere al corrente della situazione dei vigili del fuoco discontinui in Italia i quali “sono occupati in base a una successione di contratti a tempo determinato... per svolgere compiti analoghi per natura a quelli dei vigili del fuoco permanenti, sotto la stessa catena di comando”. Così scriveva la Commissaria. Proprio per la paradossale situazione venutasi a creare in Italia, per la quale, tale categoria di lavoratori discontinui non beneficia di adeguata tutela previdenziale, assistenziale ed economica, la Commissione Europea ha deciso di chiedere ufficialmente chiarimenti al Governo italiano. A questo punto bisogna sapere se gli attesi chiarimenti siano o meno arrivati e come l'Europa si esprimerà sul tema. Per la prima volta  - conclude la Portavoce M5S - le istituzioni comunitarie vengono interessate in maniera diretta su tematiche del lavoro e del precariato, sulle quali troppo spesso il Governo italiano è rimasto inattivo nonostante le normative europee».

 

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