Tenta di dare fuoco alla compagna: muratore arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno stretto le manette ai polsi di un muratore 44enne accusato di aver cosparso di liquido infiammabile la convivente, tentando poi di darle fuoco. Ad arrestare A.D., di nazionalità romena, sono stati i militari dell'Arma della Stazione di Acri, in provincia di Cosenza. Gli sono contestati i reati di maltrattamenti in famiglia e tentato omicidio. E' stata la destrezza della vittima, lesta a fuggire e trovare riparo in un bar, a salvarle la vita. Il compagno, invece, contesta questa versione dei fatti. I medici hanno diagnosticato alla donna fratture all'arcata sopraccigliare e ad uno zigomo. L'uomo è stato trasferito nel carcere di via Popilia, a Cosenza. 

Intensificati i controlli della Polizia sul territorio: denunciate 4 persone

Nell’ambito delle attività di prevenzione dei reati, Luigi Liguori, Questore della provincia di Cosenza, ha disposto l’intensificazione dei servizi di controllo del territorio. Nella giornata di ieri, in particolare, sono stati interessati il territorio cittadino, quello di Castrovillari e di Acri con numerosi posti di controllo nel corso dei quali sono state controllate centinaia di persone ed elevate numerosi contravvenzioni. Nei prossimi giorni ulteriori servizi saranno estesi anche  alle  altre zone della provincia. Personale della Polizia di Stato, nel pomeriggio di ieri, ha denunciato in stato di libertà B.L. di 43 anni, cittadino romeno per i reati di lesioni, oltraggio e resistenza Pubblico Ufficiale. In particolare il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico, intervenuto su segnalazione in  Piazza Loreto, ha rintracciato B.L. che in evidente stato di ebbrezza urlava contro i passanti. Lo stesso presentava numerose ferite sanguinanti sulle braccia autoprocurate.  L’uomo, trovato in possesso di un collo di bottiglia, è stato accompagnato presso il locale ospedale dove, in attesa delle cure, gli operatori per contenerne l’agitazione hanno riportato traumi contusivi. Sempre nella giornata di ieri la Polizia ha denunciato S.M., di 52 anni per guida senza patente. In particolare personale dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico nel corso dei servizi di prevenzione dei reati ha controllato S.M. che viaggiava a bordo di autovettura privo di patente perché revocata. I poliziotti, in altra circostanza, hanno poi denunciato G.B., di 27 anni per il reato di evasione dagli obblighi degli arresti domiciliari. In particolare personale del Commissariato di Polizia  di Castrovillari nel corso dei controlli effettuati, avrebbe accertato che l’uomo si era allontanato, senza giustificato motivo, dal luogo di detenzione e successivamente rintracciato in una via della cittadina. Infine, gli agenti hanno denunciato F.L., di 33 anni per guida in stato di ebrezza. Nello specifico gli agenti del Commissariato di Castrovillari, nel corso dei servizi di prevenzione dei reati, hanno controllato F.L. risultato positivo ad eccessivo consumo di alcolici. 

 

 

'Ndrangheta: 7 arresti, in manette imprenditori ed ex consigliere comunale

I Carabinieri hanno arrestato sette persone che gli inquirenti ritengono essere al vertice del clan della 'ndrangheta Lanzino-Ruà. Destinatari dei provvedimenti restrittivi un soggetto in passato consigliere comunale ad Acri, in provincia di Cosenza, e diversi imprenditori. Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, agli indagati, vanno dall'associazione mafiosa alla corruzione elettorale, dalla concussione all'estorsione, dalla frode informatica all'usura, fino ad illeciti connessi alle armi. Sulla base delle risultanze investigative, l'organizzazione criminale si sarebbe mossa per influenzare la gestione del dipartimento regionale Agricoltura e dell'Amministrazione Comunale di Acri. Scopo delle condotte contestate era quello, sostengono gli inquirenti, di conseguire appalti pubblici.  

Arrestato 34enne che ha tentato di dare fuoco alla moglie

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 34 anni accusato di aver ricoperto il corpo della moglie cercando di bruciala all'epilogo di un acceso alterco. A finire in manette per opera dei militari dell'Arma di Acri, in provincia di Cosenza, un 34enne di nazionalità romena al quale è adesso contestato il reato di tentato omicidio. La consorte era rientrata presso la propria abitazione nell'intento di recuperare i propri effetti personali dopo che nella serata precedente l'indagato l'aveva cacciata di casa.  E' stato allora che il marito, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'ha assalita non riuscendo a compiere il misfatto grazie alla rapidità della connazionale che, scappando, ha trovato rifugio in un bar. La vittima è stata accompagnata in ospedale per curare le varie fratture procuratele dal 34enne. 

La partita di calcio finisce in tribunale

Finisce in tribunale la vicenda relativa alla gara del campionato di Eccellenza tra Guardavalle ed Acri, non disputata lo scorso 28 febbraio a causa delle presunte minacce subite dalla compagine cosentina. In merito a quanto accaduto, il sostituto Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Fabiana Rapino, ha sentito in qualità di testimoni due giocatori ed un dirigente dell'Acri. I tre, nel ricostruire l'accaduto, hanno confermato le violenze.

Calci, schiaffi, minacce e non si gioca la partita

Minacce, calci, schiaffi e la partita non si gioca. E ' successo a Guardavalle dove la locale compagine avrebbe dovuto ospitare l'Acri,  per la gara valida per il campionato d'Eccellenza. Poco prima di scendere in campo, pero', la squadra ospite lascia gli spogliatoi e si avvia verso l'autobus. La decisione e' clamorosa, perche' i dirigenti ed i giocatori dell’Acri rifiutano di giocare la partita. La ragione della scelta, la societa' cosentina la da' in una nota nella quale viene raccontato quanto sarebbe accaduto.

"I fatti…solo i fatti. Siamo arrivati al ristorante “Agriturismo Fassi” ( invito stranamente comunicatoci con fax inviato dal Comune di Guardavalle il 22 dicembre 2014…sic!!) alle ore 11:00/11:30. Mentre – si legge nel comunicato –  la squadra sedeva al tavolo per il pranzo sono “comparsi” cinque  “signori” i quali intimavano ai presenti (dirigenti e calciatori) di perdere la partita altrimenti gli avrebbero “spaccato le gambe” e addirittura un calciatore, Rabihou Amadou, veniva afferrato da un orecchio e gli veniva puntato un coltello da tavola alla gola. Dopo questa “incursione” durata circa 30/45 minuti di continue minacce ed allusioni che si sarebbero verificate in campo ai calciatori, questi “signori” lasciavano il locale. A questo punto il Dirigente accompagnatore, di concerto con la Società e con la Questura di Cosenza (che ringraziamo per il sostegno e la professionalità dimostrata) decideva di recarsi allo stadio non in tempi regolamentari ma nell’immediatezza dell’orario  di inizio dell’incontro, anche per aspettare l’arrivo della forza pubblica (avvisata intanto dalla Questura di Catanzaro) presso il ristorante suddetto, arrivo che è avvenuto intorno alle 14:15/14:20. Scortati  da una pattuglia dei carabinieri di Guardavalle siamo arrivati allo stadio circa alle 14:40. All’arrivo negli spogliatoi, mentre stavamo entrando nei locali riservati agli ospiti, un nostro tesserato (Siciliano Giuseppe , classe 1996) veniva colpito da calci e pugni tra schiena e collo da un soggetto da noi non identificato e davanti agli occhi del Commissario di Campo. A quel punto la società dell’Acri non ritenendo che ci fossero più le condizioni psicologiche ed ambientali per iniziare una partita di calcio (perche quello eravamo andati a fare) ha deciso di non disputare l’incontro. Questi sono i fatti. Questa partita l’avevamo attenzionata da più tempo, vi alleghiamo le richieste fatte alla questura di Cosenza ed alla Lega calabra. Avevamo verbalmente più volte sollecitato la stessa, nella persona del Presidente Mirarchi, di segnalarla alla Procura Federale perché varie erano state le minacce ricevute nei mesi scorsi . Ci auguriamo che le istituzioni federali presenti facciano per intero il proprio dovere e soprattutto si assumano il coraggio di dire la verità, solo la verità. Da parte nostra nessuna offesa alla comunità di Guardavalle, che certamente non può essere rappresentata da questi “soggetti” . Anzi il Signor Sindaco dovrebbe preoccuparsi più di quello che succede a casa sua che a guardare in casa degli altri (Signor Sindaco nella sua intervista a Stadioradio Lei  ha dichiarato di aver incrociato il pullman della squadra dell’Acri che andava via, poi però ha anche dichiarato che era al campo e che non è successo nulla , ha forse il dono dell’ubiquità ?) Se i valori sportivi sono l’essenza di una società civile, forse è il caso che chi li rappresenta e dovrebbe difenderli si assuma le dovute responsabilità, altrimenti ognuno sarebbe legittimato a fare la stessa cosa , altro che crescita sportiva, sociale e culturale. Dobbiamo aspettare forse un altro caso Licursi? Chiediamo di essere ascoltati dal Giudice Sportivo in contraddittorio con il Commissario di Campo prima di ogni decisione, precisando che se non ci dovesse essere giustizia assumeremo ogni determinazio anche in maniera eclatante”.  

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