'Ndrangheta. Confiscate ville, fabbricati e terreni per 6 milioni di euro

Nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della cosca di ‘ndrangheta dei Commisso, operante nel Comune di Siderno e con ramificazioni nel Nord Italia e in Canada. Stamane, ad esito di una complessa attività investigativa svolta dalla locale Divisione Polizia Anticrimine e dal Commissariato di Siderno e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia -Sezione Misure di Prevenzione - di Reggio Calabria è stata data esecuzione a un decreto di confisca di numerosi beni immobili, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione - nei confronti dei seguenti presunti affiliati alla cosca di 'ndrangheta dei Commisso: Michele Correale, 77enne di Siderno, in atto detenuto; Giuseppe Correale, 69enne di Siderno in atto detenuto; Paolo Correale, 38enne di Siderno; Michele Reale, 58enne di Siderno; eredi di Domenico Futia, 69 anni, deceduto. In particolare Michele, Correale alias "U Zorru", considerato esponente di spicco della cosca, è stato arrestato il 14 dicembre 2010 per il reato di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico di stupefacenti e altri, nell’ambito delle operazioni denominate "Crimine" e "Bene Comune - Recupero". Per tali reati è stato condannato nel marzo 2012 alla pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione. A suo carico grava anche una condanna, divenuta definitiva il 9 novembre 2009,  a 6 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di coltivazione d’ingente quantità di stupefacente. Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione -, accogliendo le risultanze delle indagini patrimoniali, ha disposto la confisca dei seguenti beni immobili: una lussuosa villa, abitazione di Michele Correale; una lussuosa villa, abitazione di Cosimo Correale, figlio di Michele; due fabbricati non accatastati nella disponibilità di Michele Correale; una lussuosa villa, abitazione di Stefania Correale, figlia di Giuseppe; una lussuosa villa, abitazione di Rossana Correale, figlia di Giuseppe; una lussuosa villa, abitazione di Paolo Correale, figlio di Giuseppe; due fabbricati nella disponibilità di Michele Correale; fabbricati a 2 piani nella disponibilità di Vincenzom Futia, erede di Domenico; un capannone non accatastato adibito a ricovero per cavalli; numerosi appezzamenti di terreno di vaste dimensioni siti nel comune di Siderno; Con il medesimo provvedimento è stato disposto altresì, l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per Giuseppe e Paolo Correale. Il valore dei beni confiscati ammonta complessivamente a 6 milioni di euro.

 

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'Ndrangheta. "Operazione "Apegreen Drug": nomi degli arrestati e dettagli dell'inchiesta

Alle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emesse dal G.I.P. presso il locale Tribunale nell'amboto dell'operazione denominata "Apegreen Drug". Di seguito il comunicato integrale della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria-Direzione Distrettuale Antimafia in merito al blitz odierno che ha coinvolto soggetti accusati di appartenere in massima parte alla cosca Commisso di Siderno, ma anche a quella dei Pesce di Rosarno e dei De Masi di Gioiosa Ionica "ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di cocaina, hashish e marijuana, nonché di detenzione e messa in circolazione di monete contraffatte:

 

1. Commisso Giuseppe, alias "U mastro", nato a Siderno (RC) il 02.02.1947;

2. Pezzano Cosimo, nato a Siderno (RC) l’08.10.1972;

3. Spataro Claudio, nato a Messina il 19.6.1980;

4. Fazari Luigi, nato a Taurianova (RC) il 3.8.1976;

5. Correale Michele, alias “U Zorro”, nato a Siderno (RC) il 2 novembre 1959;

6. Galluzzo Giovanni, nato a San Giovanni di Gerace (RC) il 29.11.1957;

7. Arena  Domenico, nato a Rosarno il 15.04.1954;

8. Genise Vincenzo, nato a Siderno (RC) il 05.08.1987;

9. Demasi Rocco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 15.03.1954;

10. Demasi Giuseppe, nato a Locri (RC) il 09.10.1986;

11. Macrì Marco, nato a Locri (RC) il 03.05.1972;

12. Buttiglieri Salvatore, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 16.03.1948;

13. Futia Antonio, alias “u Ngilla” nato a Siderno (RC) il 21.09.1958;

14. Castagna Gian Luca, nato a Locri (RC) il 13.4.1975.  

I primi otto soggetti sono stati attinti dalla misura cautelare della custodia in carcere, gli altri da quella degli arresti domiciliari. Le indagini concluse dai poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo hanno portato alla luce l’esistenza di un vasto traffico di cocaina, con proiezioni internazionali, promosso, organizzato e diretto da affiliati alla potente cosca di ‘ndrangheta dei COMMISSO, sotto la direzione ed il controllo del boss Commisso Giuseppe, alias "u mastro" classe 1947, attualmente detenuto, in regime di carcere duro, a seguito dell’arresto operato dalla Polizia di Stato nel 2010, nell’ambito dell’operazione antindrangheta denominata "Crimine", per cui ha riportato una condanna in secondo grado a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il predetto è stato altresì condannato il 20 gennaio scorso a 20 anni di reclusione per le attività di infiltrazione in alcuni pubblici appalti, con sentenza pronunciata ad esito del processo con rito abbreviato, scaturito dall’operazione “La morsa sugli appalti pubblici” eseguita dalla Polizia di Stato nell’estate del 2014.  L’inchiesta si basa principalmente sugli elementi di prova acquisiti dalle intercettazioni ambientali eseguite all’interno della lavanderia Apegreen di Siderno (RC) all’interno della quale erano state captate numerose conversazioni di Commisso Giuseppe "U Mastru", con altri influenti esponenti della ‘ndrangheta calabrese. Un inarrestabile flusso di notizie fuoriuscito da quel che era considerato un riparo segreto della cosca, la lavanderia Apegreen, un versamento continuo di informazioni che, in molti casi,  hanno ridisegnato la storia della ‘ndrangheta portando alla luce le sue innovazioni criminali determinate soprattutto dall’avvento del traffico di sostanze stupefacenti con l’America, un’attività che, in breve, avrebbe cambiato integralmente la fisionomia e l’essenza delle cosche calabresi ed in particolare di quella dei Commisso. Commisso Giuseppe, forte della sua rilevante te della sua rilevante posizione criminale in seno alla 'ndrangheta, controllava e gestiva, dalla suddetta base operativa, un remunerativo traffico di sostanze stupefacenti.  I dialoghi intercettati hanno messo in luce, in modo inequivoco, singole trattazioni di sostanze stupefacenti poste in essere con la costante intermediazione dello stesso Commisso Giuseppe, che ha praticamente monopolizzato questa specifica attività illecita nel territorio controllato dalla cosca, con l’apertura di canali internazionali per l’approvvigionamento della cocaina dal Sud America, segnatamente dal Venezuela, in sinergia con esponenti di spicco della potente cosca Pesce di Rosarno (RC) influente sul Porto di Gioia Tauro.  Il boss Giuseppe Commisso era attivamente collaborato nelle attività di narcotraffico da alcuni sodali dell’organizzazione, tra i quali spiccano, per importanza criminale ed il ruolo svolto, Pezzano Cosimo e Spataro Claudio, nonché Galluzzo Giovanni e Macrì Marco, figlio del defunto Vincenzo detto "U baruni".  Pezzano Cosimo e Spataro Claudio erano i principali luogotenenti di Commisso Giuseppe u mastru, per conto del quale trasportavano e consegnavano agli acquirenti le partite di droga; curavano i rapporti con importanti esponenti di altre organizzazioni criminali, finalizzati all’acquisito di sostanza stupefacente, fra cui il camorrista Fattoruso Francesco; indirizzavano l’attività di altri sodali, fra i quali Surace Pietro e Castagna Gian Luca. Castagna Gian Luca è un Sovrintendente della Polizia di Stato di origini sidernesi, in servizio presso la Frontiera Marittima del porto di Gioia Tauro, il quale è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l’accusa di aver preso parte al sodalizio criminale finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti, diretto da Giuseppe Commisso; di aver fornito ai componenti dell’organizzazione criminale informazioni riservate sui container che sarebbero giunti al porto di Gioia Tauro e sulla uscita degli stessi dall’area portuale, in sostanza informazioni sulle modalità di elusione dei controlli presso l’area portuale di Gioia Tauro, nel caso di importazioni di sostanza stupefacente via mare; di aver compiuto attività materiali connesse al traffico di sostanze stupefacenti, recando messaggi per conto dei componenti del sodalizio criminale, accompagnando alcuni di loro dagli acquirenti, tra i quali FATTORUSO Francesco , noto esponente del clan camorristico Aquino-Annunziata di Boscoreale (NA) - trovato cadavere, il 26 marzo 2014, all’interno della sua autovettura completamente distrutta dalle fiamme - che acquistava dai Commisso ingenti quantitativi di sostanza stupefacente pagandola con denaro contante consegnato, di volta in volta, a Pezzano Cosimo, Spataro Claudio, Surace Pietro, nonché allo stesso Castagna Gian Luca. In alcune intercettazioni ambientali, durante un viaggio di ritorno dalla Campania con Pezzano, il poliziotto infedele riferiva che alcune banconote - evidentemente ricevute a Scafati da Fattoruso Francesco da cui si erano recati poco prima - puzzavano di muffa. Nel corso delle indagini sono stati documentati la cessione di un chilogrammo circa di cocaina (al prezzo di 41.000,00 euro) da Commisso Giuseppe - tramite Pezzano Cosimo e Spataro Claudio - a FazariI Luigi di San Giorgio Morgeto (RC); il coinvolgimento di un esponente di spicco del clan dei Pesce di Rosarno, Arena Domenico (cognato di Pesce Vincenzo) che veniva interpellato dal Mastro per organizzare l’importazione, in un container, di un carico di sostanza stupefacente dal Venezuela, con scalo al porto di Genova; le modalità per far arrivare partite di droga al porto di Gioia Tauro. Il ruolo di broker della droga svolto dall’Arena per conto della potente cosca Pesce di Rosarno (RC) è suffragato da alcune formidabili intercettazioni ambientali captate all’interno della lavanderia Apegreen, laddove egli riferiva a Commisso Giuseppe di avere avuto la disponibilità di un grosso quantitativo di sostanza stupefacente, circa cento chilogrammi, che aveva venduto a 39.000 euro al chilogrammo e di avere ricevuto, complessivamente, per tale vendita, somme di denaro che si aggiravano tra i 500 ed i 700 mila euro. Nell’ottobre del 2013, gli investigatori della Polizia di Stato reggina, nel prosieguo delle attività di indagine coordinate dalla D.D.A. di Reggio Calabria, hanno arrestato Genise Vincenzo, colto in flagranza mentre trasportava un chilogrammo circa di cocaina (978 grammi), rinvenuta dai poliziotti, ben occultata, all’interno della sua autovettura Suzuki Vitara.  Le intercettazioni video consentivano di accertare che il fornitore della droga sequestrata al Genise era Spataro Claudio. Commisso Giuseppe è altresì indagato, in concorso con un correo, di detenzione e di banconote contraffatte di taglio imprecisato. Fra i soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo figurano anche De Masi Rocco e Giuseppe di Gioiosa Jonica (RC), con l’accusa di aver venduto ed acquistato, per conto del sodalizio criminale diretto da Commisso Giuseppe, ingenti quantitativi di sostanza stupefacente Si tenga conto che i suddetti De Masi sono rispettivamente fratello e nipote di De Masi  Giorgio , alias "u Mungianisi", arrestato, dopo un periodo di latitanza a Torino, in quanto ritenuto il capo locale di Gioiosa Jonica, secondo quanto emerso nell’ambito dell’operazione "Il Crimine". In forza delle risultanze acquisite nel corso delle indagini condotte dalla Polizia di Stato è stato possibile stabilire la continuità e l’assiduità dei rapporti tra i sodali, evidenziati dai numerosi contatti tra di loro, la materiale partecipazione alla fase esecutiva dei numerosi reati scopo portati a termine, l’elaborazione e l’adozione di un linguaggio convenzionale comune e, infine, un luogo unico di incontro tra i partecipi, ovvero la lavanderia Apegreen di Commisso Giuseppe, elementi questi dotati della gravità indiziaria che è stata ritenuta idonea a suffragare la contestazione associativa agli indagati, con i seguenti ruoli:

 

• Commisso Giuseppe, alias "U mastro", promotore ed organizzatore

• Pezzano Cosimo, partecipe

• Spataro Claudio, partecipe

• Fazari Luigi, partecipe

• Correale Michele, alias "U Zorro", organizzatori

• Galluzzo Giovanni, organizzatore

• Arena Domenico, organizzatore

• Genise Vincenzo, partecipe

• Demasi Rocco, partecipe

• Demasi Giuseppe, partecipe

• Macrì Marco, partecipe

• Buttiglieri Salvatore, partecipe

• Futia Antonio, alias "u Ngilla", partecipe

• Castagna Gian Luca, partecipe

Quanto ai reati fine concernenti il traffico di cocaina, va rilevato che è stato contestato a:

 

• Commisso Giuseppe, Pezzano Cosimo e Spataro Claudio, di aver detenuto 5 kg di cocaina in data 15.02.2010;

• Fazari Luigi, di aver detenuto 23 kg di tipo cocaina, nell’estate del 2009;

• Commisso Giuseppe, Pezzano Cosimo, Spataro Claudio e Fazari Luigi  di aver detenuto 1 kg circa di cocaina in data 24.02.2010;

• Commisso Giuseppe, Pezzano Cosimo, Spataro Claudio e Fazari Luigi di aver detenuto 1 kg di cocaina, in data 28.02.2010;

• Commisso Giuseppe, Pezzano Cosimo, Spataro Claudio, Fazari  Luigi, Comandè Antonino e Camillò Rocco, di aver detenuto a fini di spaccio 1 kg circa di cocaina, in data 02.05.2010

• Pezzano Cosimo di aver detenuto a fini di spaccio 5 kg circa di cocaina, in data 11.05.2010;

• Commisso Giuseppe, Correale Michele, Galluzzo Giovanni di aver detenuto a fini di spaccio 3 kg circa di cocaina, in data 30.12.2009

• Arena Domenico, di aver detenuto a fini di spaccio 100 kg circa di cocaina, nel mese di marzo 2010

• Varacalli Giuseppe, di aver detenuto a fini di spaccio circa 50 kg di marijuana, nel mese di gennaio 2010

• Pezzano Cosimo, Spataro Claudio e Genise Vincenzo, di aver detenuto a fini di spaccio, una ingente quantità di cocaina, in data 31.07.2015 e in data 28.09.2015

• Spataro Claudio (in concorso con Genise Vincenzo arrestato in flagranza di reato), di aver detenuto a fini di spaccio, un kg circa di cocaina (978 grammi)  in Siderno (RC) in data 12.10.2015"

 

"L’odierna operazione di polizia - termina il comunicato ufficiale - s’inserisce nel quadro dell’azione di contrasto alla 'ndrangheta operante nel mandamento jonico della provincia di Reggio Calabria ed è, in particolare, finalizzata alla disarticolazione della potente cosca Commisso di Siderno, attiva in Italia, Europa ed in Canada. Essa rappresenta la prosecuzione delle precedenti operazioni eseguite dalla Polizia di Stato sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria passate alla cronaca con il nome convenzionale di “Crimine” (2010), "Recupero- Bene Comune" (2010), "La Falsa politica" (2012), "La Morsa sugli Appalti" (2014) "Acero-Crupi" (2015) che hanno colpito la cosca Commisso nelle sue diverse articolazioni territoriali ed internazionali".  

 

'Ndrangheta. Operazione "Apegreen drug": catturate 14 persone

Dalle prime ore dell’alba, è in corso un’operazione della Polizia di Stato in Calabria. Diversi arresti e perquisizioni, disposti dall’Autorità giudiziaria di Reggio Calabria, si stanno eseguendo nei confronti di soggetti ritenuti legati a cosche della ‘ndrangheta. Quattordici sono gli arresti e decine le perquisizioni nell’entroterra reggino, fra Gioiosa Ionica, Rosarno, Siderno. Otto persone sono destinatarie di misura cautelare in carcere, 6 della misura degli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sono state svolte da investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile calabrese. L’operazione, denominata "Apegreen Drug", è frutto dell’analisi e dalla ricostruzione delle conversazioni ambientali intercettate all’interno della lavanderia Apegreen di Siderno, gestita dal boss Giuseppe Commisso, detto u'mastru, di 69 anni, detenuto per una condanna a quattordici anni di reclusione per associazione mafiosa. Era l’estate del 2010, quando, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, grazie alle microspie piazzate all’interno della lavanderia Apegreen di Siderno, intercettarono ore di conversazioni fra esponenti della 'ndrangheta ionico-reggina che consentirono di ricostruire, secondo gli inquirenti, le attività criminali della cosca Commisso e scoprire l’esistenza di locali operative in Italia e all’estero. Quelle indagini portarono all’operazione CRIMINE che, con oltre 300 arresti, disarticolò le proiezioni nel Nord Italia, specie in Lombardia, e all’estero (Australia e Canada) della 'ndrangheta.  Le odierne evidenze investigative, scaturite dalle attività tecniche effettuate all’interno della lavanderia Apegreen di Siderno – presunta base operativa del sodalizio - hanno consentito con l’operazione di oggi, di qualificare, a parere dei titolari dell’indagine, il ruolo della cosca Commisso nel settore del narco-traffico internazionale.  L’attuale segmento investigativo rappresenta l’epilogo delle principali inchieste condotte sulla cosca Commisso, dal 2009 ad oggi, e conferma, anche con recenti sequestri di stupefacenti, l’operatività del sodalizio in Africa (Costa d’Avorio) e Nord Europa (Belgio) e Venezuela.  Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano, oltre al boss detenuto Giuseppe Commisso, di 69 anni, quelli che gli inquirenti considerano i suoi attuali broker di riferimento ed altri personaggi legati alla potente cosca Pesce di Rosarno , alla cosca Ursino di Gioiosa Ionica 

 

 

 

'Ndrangheta, operazione contro il clan Commisso: 18 arresti nella Locride

Militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coadiuvati dai colleghi dello Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) hanno dato avvio nelle prime ore di oggi ad una vasta retata, in va di conclusione in questi minuti, che ha smantellato un'organizzazione dedita, secondo la ricostruione degli inquirenti, all'esercizio abusivo del credito, all'estorsione ed all'usura. Diciotto le ordinanza di custodia cautelare disposte sulla scorta di un'inchiesta portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. I destinatari dei provvedimenti disposti dal Giudice delle indagini preliminari sono sospettati di essere organici al clan Commisso, una cosca di 'ndrangheta i cui interessi criminali gravitano nel comprensorio di Siderno, area jonica del Reggino. Nell'ambito della medesima operazione, le Fiamme Gialle, inoltre, stanno apponendo i sigilli ad appartamenti, autoveicoli ed appezzamenti di terreno.

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