Droga, i carabinieri arrestano 19 persone

Coordinati dalla Dda di Catanzaro, i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, stanno conducendo un'operazione finalizzata ad eseguire 19 provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di 'ndrangheta Perna. Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte avrebbero gestito il traffico e lo smercio di sostanze stupefacenti in diverse localita' della provincia di Cosenza. Tra i fermati figura anche il 41enne Marco Perna, figlio di Franco, presunto capo dell'omonima cosca, detenuto in regime di 41 bis. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno scoperto un deposito nel quale erano custoditi armi e droga.

Armi e droga: in carcere giovane di 25 anni

Giudicato responsabile, con sentenza passata in giudicato, di porto abusivo di armi da sparo, reati connessi alle sostanze stupefacenti, e ricettazione, un giovane di 25 anni è stato arrestato dai Carabinieri a Reggio Calabria. Non è la prima volta che il 25enne finisce nei guai. I militari dell'Arma hanno dato seguito ad un provvedimento disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Deve scontare una pena residua, inflittagli con sentenza passata in giudicato, di 3 anni e 8 mesi di reclusione. Gli episodi per i quali è stato condannato sono stati compiuti a Melito Porto Salvo a maggio dello scorso anno. 

Droga, due arresti nel vibonese

Due persone, G.N. di 24 anni e G.C. di 28, sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Rombiolo con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, durante una perquisizione presso l'abitazione di G.N. che si trovava ai domicialiari perché sorpreso, tempo addietro, ad innaffiare una piantagione di marijuana nel comune di Joppolo, i militari hanno rinvenuto un chilogrammo di hashish e 300 grammi di marijuana. Al momento del controllo, in casa di G.N., i Carabinieri hanno trovato in possesso di 60 grammi di marijuana, G.R. di Spilinga, già noto alle forze dell'ordine. Dopo l'arresto G.N. è stato recluso in carcere, mentre G.R.  è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

 

Piante di canapa in casa, arrestato 22enne

Un ragazzo, G.C., di 22 anni è stato tratto in arresto dai carabinieri della Tenenza di Rosarno con l'accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione nell'abitazione dove risiede il giovane, i militari dell'Arma hanno rinvenuto diverse piante di canapa indiana di altezza variabile tra il metro ed il metro e mezzo, per un peso complessivo di un chilo e 200 grammi.

Trovati con 200 Kg di droga, marito e moglie arrestati nel vibonese

Una coppia di Rombiolo, Pietro Pata di 58 anni e Gemma Sacchinelli di 48, e' stata arrestata, a Rombiolo (VV), dai carabinieri con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti. Marito e moglie sono stati trovati in possesso di 200 chili di marijuana custoditi all'interno di due capannoni, che fungevano da essiccatoi. La droga, già pronta per essere immessa sul mercato, una volta venduta avrebbe fruttare oltre 500 mila euro.

Droga e politica, così la 'ndrangheta la fa da padrona

E’ grazie alla cocaina ed ai rapporti con il mondo della finanza e della politica che la ‘ndrangheta è riuscita a diventare una delle “più potenti manifestazioni criminali”. E’ quanto emerge dalla relazione, presentata in Parlamento l’8 settembre scorso, sull’attività svolta e sui risultati conseguiti, nel secondo semestre del 2014, dalla Direzione investigativa antimafia. La relazione, che fa il punto sull’azione di contrasto condotta contro le organizzazioni criminali presenti in Italia, per quanto riguarda la ‘ndrangheta, evidenzia come da “ consorteria essenzialmente calabrese”, abbia “ormai da tempo, travalicato i confini regionali, diventando un aggregato criminale capace di agire con estrema disinvoltura nei contesti più diversificati”. Grazie ad “ un’accentuata predisposizione nei confronti di comparti economici, finanziari ed imprenditoriali” le ‘ndrine calabresi non si limitano a perseguire la “mera accumulazione di denaro”, ma “prediligono” esercitare “forme di potere sui singoli, sulle imprese e sulla collettività, anche grazie ad atteggiamenti di cecità compiacente”. Quel che più sorprende è la “ la capacità degli affiliati di esportare le dinamiche criminali attraverso comportamenti che possono riproporre il tradizionale modello mafioso anche mediante la costituzione al di fuori della Calabria, di nuclei stabili sul territorio legati, spesso, da vincoli familiari”. A favorire una buona dose d’impermeabilità ad alcuni fenomeni come il pentitismo l’organizzazione su base prevalentemente familiare. A differenza di cosa nostra, la ‘ndrangheta “non si identifica in una organizzazione di tipo rigidamente verticistico”, anche se, “nell’ultimo periodo”, appare “protesa nel ricercare una certa forma di aggregazione attorno a centri di comando più definiti”. In altri termini, in un tempo di profondi mutamenti, gli interessi vanno coltivati sul piano globale, quindi, non ha più senso continuare a rappresentare “un mero insieme di cosche prive di connessioni tra loro”. Pertanto, la ‘ndrangheta rappresenta oggi “un sistema criminale moderno, adattato alla mutevolezza delle condizioni ambientali”, capace di adeguarsi ai tempi e di strutturarsi come “una galassia di centri di potere alla ricerca di possibili sinergie con consorterie spesso territorialmente limitrofe”. Non è un caso che le “ indagini” abbiano “consentito di appurare l’esistenza di una regia che tende a riunire le potenzialità ‘ndranghetiste che, pur mantenendo il suo centro nevralgico in Calabria, persegue una costante opera di radicamento in altre regioni d’Italia e all’estero”. Le risultanza investigative avrebbero permesso di fare luce su una struttura “gerarchicamente organizzata, al cui vertice si pone una articolata denominata “provincia” o “crimine”, sovraordinata ai “mandamenti”, che insistono sulle tre macroaree tradizionali definite (ionica, tirrenica e centro), all’interno delle quali operano le “locali” e le ’ndrine’”. Le cosche sarebbero “quindi coinvolte in una stretta sinergia, mai improvvisata, ma, anzi, legata da rigide direttive che fanno emergere l’esistenza di un sistema che, nonostante fortissimi interessi criminali divergenti, mantiene una sostanziale identità di comportamenti”. Un cliché secondo il quale si punta sempre a “penetrare settori che offrono le migliori possibilità di remunerazione". Per questo motivo “gli appetiti malavitosi sono trasmigrati nelle aree di maggiore spesa pubblica ove le infiltrazioni mafiose tendono a confondersi con la miriade di aziende coinvolte nell’assegnazione di ricchi appalti”. La necessità di mettere le mani sul ricco settore dei lavori pubblici, nel corso degli anni, ha indotto le consorterie calabresi a cercare “sinergie” con il mondo della politica tanto da incidere “sulla partecipazione democratica”. Grazie alla capacità di   “ penetrazione del tessuto economico e imprenditoriale, con conseguente acquisizione di ingenti ricchezze” la ‘ndrangheta riesce a “connettersi” con la “cosiddetta zona grigia, in cui orbitano professionisti e imprenditori i quali, a loro volta, rappresentano un canale privilegiato di comunicazione con la politica, interessata ad ottenere consenso e sostegno finanziario”. Un meccanismo collaudato che garantisce il condizionamento delle scelte politiche che determinano il “controllo della cosa pubblica”. Accanto alla rete di relazioni con il mondo delle istituzioni, la ‘ndrangheta è riuscita a costituire un vero e proprio network internazionale grazie al quale ha assunto il controllo, quasi, esclusivo del traffico di droga. “ Nel panorama del traffico internazionale di cocaina, che dal Sud America giunge in Europa, - si legge nella relazione - la ‘ndrangheta riveste una posizione oligopolistica”, tanto che le  “altre organizzazioni criminali italiane richiedono sovente approvvigionamenti a esponenti  ‘ndranghetisti che, attesa l’entità del giro d’affari gestito, possono essere considerati 'grossisti', alla stregua di rappresentanti di una multinazionale”. A promuovere gli esponenti della cosche calabresi al rango d’interlocutori esclusivi dei cartelli sud americani sarebbero “l’affidabilità e la solvibilità”. La disponibilità economica derivante dal traffico di stupefacenti ha permesso alla mafia calabrese di radicarsi nelle aree più ricche del Paese, a tal punto che le regioni a più alto rischio sono considerate quelle “del Centro – Nord Italia”, dove la ‘ndrangheta può contare su importanti appalti pubblici” e su “situazioni favorevoli” che le consentono di “effettuare operazioni di riciclaggio e reinvestimenti di beni ed utilità di provenienza illecita nei comparti economici, commerciali e finanziari”

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Scoperte armi e droga in edifici abbandonati

Perquisendo edifici in disuso, i Carabinieri hanno trovato parti di pistola e quasi 150 grammi di sostanze stupefacenti. Nello specifico, i militari della Compagnia di Palmi, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia, hanno rinvenuto eroina e marijuana, insieme a due serbatoi cal.7,65, una canna cal.7,65 cui erano state apportate le modifiche necessarie per inserire il silenziatore per l'innesto di silenziatore. Scoperti, inoltre due aste guida molla,  due unghie estrattrici, una cartuccia cal.7,65 ed un silenziatore. 

   

Intensa attività della Guardia di Finanza nel contrasto alla droga

L’attività di contrasto al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti costituisce uno tra i compiti prioritari per la Guardia di Finanza, anche per i rilevanti interessi economici che si annidano, connessi a queste attività illecite. Accanto alle investigazioni effettuate dai Reparti specializzati del Corpo, fondamentale risulta l’attività preventiva ed il controllo del territorio, nell’ambito delle quali le pattuglie si avvalgono della preziosa collaborazione dei cani antidroga. Anche in provincia di Crotone le unità cinofile (il labrador Val ed il pastore tedesco Vamos), nei primi sette mesi dell’anno, si sono distinte in numerosi servizi predisposti presso l’aeroporto Sant’Anna, lungo le rotabili di grande comunicazione (Strade Statali 106 e 107) ed in altri ambienti ritenuti particolarmente “sensibili”, quali l’autostazione, la stazione ferroviaria ed i locali da intrattenimento. In tutto sono stati effettuati 18 interventi con esito positivo, nell’ambito dei quali sono stati sequestrati 3,3 grammi di eroina, 0,4 grammi di cocaina, 9,3 grammi di hashish e 12,1 grammi di marijuana ed anche una boccetta di metadone dal peso di 46,7 grammi. Diciotto persone, risultate detentrici ai fini di uso personale delle sostanze stupefacenti, sono state segnalate al Prefetto per l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dall’art. 75 del D.P.R. nr. 309/90. Molto intensa, infine, l’attività preventiva che ha riguardato soprattutto gli istituti scolastici cittadini. Ulteriori risultati sono stati conseguiti a seguito dell’intensificazione dei servizi disposta nel periodo ferragostano. Le pattuglie delle Fiamme Gialle, in vari interventi, hanno sequestrato complessivamente 40 grammi di marjuana e 10,3 grammi di eroina, segnalando all’Autorità Giudiziaria tre persone, di cui una in stato d’arresto.

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