Tallini (Fi): "La vicenda della Fondazione Campanella dimostra l'impotenza dell'esecutivo"

“La vicenda della Fondazione Campanella è la dimostrazione lampante dell’impotenza di un Esecutivo regionale che, pur riconoscendone a parole l’eccellenza sanitaria, non sa individuare risposte ai problemi e così si limita a dare l’estrema unzione”. Lo afferma il consigliere regionale dell’opposizione Mimmo Tallini, che aggiunge: “Non è lavandosi le mani, dinanzi a problemi che investono centinaia di lavoratori, che si onora il mandato elettorale ricevuto. Adesso, visto che i 250 lavoratori sono stati travolti dall’incapacità politica, si smetta con l’elogiare a parole la loro professionalità e si veda piuttosto come concretamente poter garantire la prosecuzione del loro rapporto di lavoro. Per esempio, si potrebbero subito individuare delle corsie preferenziali per assumere, nei posti messi a concorso l’altro giorno nella sanità, le professionalità della Fondazione. I calabresi - spiega Tallini -  non vogliono dilettanti allo sbaraglio alla guida della Regione, ma politici in grado di assumere la responsabilità di governare anzitutto le emergenze.  La storia della Fondazione è lunga, ma finora, con alti e bassi, se ne è sempre consentita la prosecuzione, garantendo la prosecuzione di un’esperienza sanitaria di cui la Calabria, specie nell’oncologia, ha assoluto bisogno”. Conclude Tallini: “C’è voluto la Presidenza Oliverio  ed il sopraggiungere di una politica attendista che dopo tre mesi non è  neppure in grado di dotarsi di una Giunta intera e che, anzi,  con scelte azzardate ha paralizzato la burocrazia regionale, per far perdere alla Calabria una sfida sanitaria di ottimo livello, utile per frenare l’emigrazione sanitaria ed apprezzata dai pazienti oncologici e dai calabresi”.

Nicolò (Fi): "Urge definire la composizione delle Commissioni"

Il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò, ha posto all’attenzione della Conferenza dei capigruppo “la necessità di una rapida definizione della composizione delle Commissioni consiliari. Ho ribadito al presidente Scalzo ed ai colleghi presidenti di gruppo l’importanza delle Commissioni, visto che l’Assemblea legislativa è di fatto ferma proprio perché nessun progetto di legge o provvedimento amministrativo può essere esaminato e trasmesso alla valutazione del Consiglio senza il lavoro preparatorio di tali organismi. Al presidente Scalzo – prosegue Nicolò – ho espressamente fatto presente la circostanza come sia passato un mese dall’elezione degli organi di presidenza delle Commissioni senza che sia stato avviato il processo di funzionamento delle stesse. Appare davvero pleonastico – continua Alessandro Nicolò – sottolineare il ruolo centrale delle Commissioni, e non solo per i caratteri essenzialmente legati all’attività legislativa, ma perché esse hanno sempre costituito il primo interfaccia istituzionale con il partenariato sociale, le associazioni economiche e professionali, i sindacati lavoratori. Da qui, discende la necessità urgente di calendarizzare i lavori delle Commissioni, valutando gli argomenti a seconda delle priorità e delle scadenze, poiché appare chiaro come i tempi incombono per quel che riguarda la progettazione comunitaria, il Bilancio 2015, il grande nodo della sanità, pubblica e privata, gli enti sub regionali, le partecipate, con il carico di problemi che sono lungi da risolvere. La mia richiesta non è assolutamente strumentale  – evidenzia Alessandro Nicolò – ma è di indole squisitamente istituzionale, visto il tempo trascorso dalle elezioni e dall’insediamento della decima legislatura. Il presidente Oliverio e la sua maggioranza, infatti,  sembrano permanere nel limbo del rodaggio politico, complicato dal rifiuto dell’ex ministro Lanzetta a ricoprire il ruolo di assessore, senza essere stata ancora sostituita. E’ tempo dunque di dare corso a tutte quelle iniziative per affrontare e risolvere le difficoltà che gravano sulle famiglie meno fortunate, sul diffuso disagio sociale, autentica minaccia di scollamento della nostra società regionale”.

Fitto ed il #ricostruttori tour, Venerdì 6 marzo a Vibo Valentia

In una sempre più scricchiolante Forza Italia, assume consistenza la fronda interna guidata da Raffaele Fitto. L’obiettivo dichiarato dell’ex Governatore della Puglia, è di accreditarsi come il successore di Berlusconi. Per farlo ha bisogno di alleati. Non è un caso, che da mesi, stia girando in lungo ed in largo, per la Penisola con l’obiettivo di catalizzare attorno a sé il malcontento che serpeggia nelle guarnigioni azzurre. Nel marasma generale, una delle regioni in cui la confusione regna sovrana è, neppure a dirlo, la Calabria. Nell’ex fortino di Scopelliti, non passa giorno, infatti, che i forzisti non se le diano di santa ragione. Una guerra per bande, in cui non esiste una linea di demarcazione. Non ci sono amici o alleati, perché nessuno si fida più di nessuno. I sodali di ieri, il più delle volte, sono diventati i nemici di oggi, mentre del “doman non v’è certezza”. E’ in questo contesto che, venerdì 6 marzo, accompagnato da Giuseppe Galati,” arriverà a Vibo Valentia, Raffaele Fitto. La tappa calabrese, rientra nel #ricostruttori tour, l’iniziativa con la quale l’europarlamentare azzurro vorrebbe rifondare Forza Italia.  Il tema dell’incontro che si svolgerà, alle 16, presso l’Hotel 501, sarà: "Costruiamo idee per restituire Speranza al futuro dell'Italia e dell'Europa, #Ricostruttori di Forza Italia e del Paese".

Salerno: “Sostengo Ruberto come candidato a sindaco di Lamezia”

“La mia posizione è chiara e non è mai cambiata: sostengo Pasqualino Ruberto come candidato a sindaco di Lamezia Terme perché lo ritengo una persona capace di amministrare con efficienza e lungimiranza una delle principali città della Calabria e perché conosco le sue doti e i suoi valori di politico, di amministratore e di uomo”. Lo afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Domani – aggiunge l’esponente azzurro - sarò presente alla sua manifestazione elettorale per sostenerlo con forza e per aiutarlo a diventare il primo cittadino. La coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli conosce il mio pensiero che, peraltro, ho avuto modo di ribadirle fino a ieri sera. Non vi è pertanto nessun dubbio su quale sia la mia posizione ufficiale. Chiederò – conclude l’ex assessore regionale al Lavoro - al presidente Silvio Berlusconi di rivalutare la posizione del coordinamento regionale di Forza Italia per una scelta oggettiva nell’interesse del partito”.

Serra: Rosi vuole la riconferma, ma Salerno pensa ad un'alternativa

SERRA SAN BRUNO – “La giunta è morta, viva la giunta”. Ci piace parafrasare il detto “Le Roi est mort, vive le Roi!”, che era uno tratto distintivo della monarchia francese per dire che la fine era il principio, che l’idea continuava a camminare su gambe nuove, giovani, guerreggianti. Era insomma un inno di gioia e di vita. Il sindaco, Bruno Rosi, deve pensarla allo stesso modo se, dopo aver fatto dimettere i suoi assessori in nome di un rinnovamento e averne restaurato alcuni, pensa che il ricambio dei giovani guerreggianti possa portare l’esercito forzista verso la vittoria alle comunali del prossimo anno. La situazione politica della maggioranza, per dirla con Ennio Flaiano «è grave ma non è seria» e le vicende degli ultimi giorni rischiano di compromettere il cammino politico dell’intera compagine che sostiene il primo cittadino serrese, ma soprattutto il suo futuro di amministratore. I mal di pancia, in attesa che venisse partorita la nuova giunta, sono stati di molti e le doglie si sono protratte per quasi tre mesi. Poi finalmente il sindaco ha trovato la quadratura del cerchio e ha dato un nuovo esecutivo alla cittadina. Il sindaco è stato chiarissimo, aspira alla sua riconferma nella candidatura a primo cittadino per le prossime comunali e lega questa sua legittima pretesa al raggiungimento di due obbiettivi: la soluzione del problema dell’acqua e la fine della sospensione della vendita dei lotti boschivi che, portando una boccata di ossigeno alle casse comunali, possa dare nuovo vigore all’azione amministrativa. Se cosi non dovesse essere, Rosi sarebbe pronto a farsi da parte. Per il dopo Rosi, però, il dominus politico, il consigliere regionale Nazzareno Salerno, non avrebbe in mente nessun nome e starebbe aspettando che la situazione si chiarisca, prima di procedere ad una eventuale consultazione con la maggioranza. Ma nuove nuvole grigie si addensano sull’orizzonte della guarnigione forzista. L’estromissione dalla giunta, l’ex assessore Carmine Franze, non l’ha mandata, proprio, giù ed è convinto di pagare il prezzo per l’abiura della fede salerniana e la sua appartenenza alla minoranza interna del partito di Berlusconi che fa capo al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Tuttò ciò, secondo i bene informati, potrebbe portare la minoranza interna a chiedere, per le prossime comunali, la costituzione una lista civica a discapito della scelta di quella di partito, e nell’ipotesi più estrema, non escludono che possa partecipare a qualche altra lista civica anche contraria ai fratelli berlusconiani.

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Tallini (Fi): La Lanzetta liquidata con cinismo

“Le forti e circostanziate accuse lanciate dall’ex ministro Lanzetta al Pd calabrese devono fare riflettere tutti. Ma soprattutto devono fare riflettere le violente e velenose risposte che sono venute dai vertici del Pd nei confronti di una persona che solo un mese fa faceva parte del tanto osannato Governo Renzi”. E’ l’opinione del consigliere regionale Mimmo Tallini (Fi), che sottolinea come “La Lanzetta sia passata, nel giro di poche ore, da ‘apprezzata ministra della Repubblica’ a ‘stalker’ dell’assessore De Gaetano, da simbolo dell’antimafia a sindaco che ha portato al dissesto il Comune di Monasterace. Pippo Civati l’aveva inserita nel suo ‘pantheon’ ideale, indicandola come una personalità da additare come esempio di moralità e coraggio, ma per i cinque segretari provinciali del PD è solo ‘una che non può dare lezioni di moralità a chicchessia’”. Per Tallini: “Il cinismo con cui è stata liquidata l’ex ministra lascia senza parole, ma conferma che il Pd calabrese è attraversato da una guerra tribale che sta condannando alla paralisi e all’isolamento la nostra terra. Che quella di Oliverio sia stata una finta rivoluzione ormai lo sanno tutti. La Lanzetta si è limitata solo a certificarlo. In tre mesi, non è riuscito nemmeno a dare una Giunta alla Calabria, cosa inaudita e mai avvenuta nella storia del regionalismo. Emerge - afferma Tallini - l’incapacità di affrontare le emergenze, come dimostra la tragica fine a cui è stata condannata la Fondazione Campanella. Mentre gli ospedali scoppiano, il Presidente fa il braccio di ferro con il ministro Lorenzin per essere nominato commissario della sanità, dimostrando un attaccamento al potere senza precedenti. Non c’è traccia di un provvedimento, di un progetto, di un’idea. La Lanzetta, che magari avrà portato al dissesto Monasterace e che probabilmente non ha lasciato traccia al Ministero degli Affari Regionali, un merito l’ha comunque avuto e i calabresi dovranno essergliene grati: ha mostrato a tutti di che pasta è fatto chi dovrebbe governare la Calabria. Noi, pur da avversari - conclude Mimmo Tallini - le dobbiamo dare atto di essere stata coerente e di avere mantenuto fede alle sue dimissioni da ministro e da assessore regionale, caso veramente raro in un Paese come l’Italia dove le dimissioni soltanto si annunciano”.

Commisssario alla sanità, Nicolò (Fi): "Logiche da manuale Cencelli"

“La disputa sul nome del prossimo Commissario alla sanità acuisce lo stato di difficoltà in cui operano aziende ospedaliere, servizi territoriali e strutture convenzionate. Tutto questo, a carico della qualità delle prestazioni e dell’assistenza alle persone”. Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò. “La querelle - come altrimenti definirla? - tra il Pd e il Ncd sul profilo del commissario, dimostra in tutta evidenza – prosegue Nicolò – il carattere vero della maggioranza allargata, saldatasi esplicitamente su opportunità e logiche da ‘Manuale Cencelli’. Si spiegano così i ritardi del Governo Renzi nel nominare il nuovo Commissario. Eppure dalle aziende ospedaliere e dal territorio, giorno dopo giorno, esplodono contraddizioni e disservizi tenuti a bada esclusivamente dalla volontà e dalla deontologia professionale del personale medico e paramedico, spesso senza direttive chiare e senza strumenti adeguati. Uno stato di incertezza in cui è fatale che lieviti persino la percentuale degli errori. Non è mia intenzione produrre una polemica ‘tout court’ su questioni davvero ataviche che affliggono la sanità calabrese,  ma il balletto tra Ncd e Pd per l’assegnazione dell’incarico di Commissario prevale rispetto ai bisogni della collettività. Con un Governo ‘amico’ a Roma, cosa impedisce una rapida e qualificata decisione? Sembra invece prendere corpo, giorno dopo giorno e con livelli incandescenti di polemica, un latente ed incontrollabile confronto-scontro tra  Pd e Ncd, connotato certamente da una sorta di ibridismo politico e ideale. La scelta del Commissario, dunque – sottolinea Alessandro Nicolò – è solo una delle manifestazioni più evidenti dello stato dei rapporti tra i due partiti, che di fatto, però, sta tenendo in scacco la rete sanitaria. E’ chiaro che il dibattito tra esponenti del Pd e del Ncd non può prescindere da una analisi politica: può il Ncd continuare a fare da puntello alla galassia guidata dal Pd, sia a livello centrale che in questa regione? E per quanto tempo le convulsioni interne del partito di Matteo Renzi potranno ancora essere mediate? L’auspicio - che è anche un appello - è che il Ncd ritrovi presto il suo ruolo nella coalizione di centrodestra, per rilanciare un rapporto fecondo e per indicare una strada alternativa al centrosinistra, su programmi e valori, per costruire insieme un progetto di sviluppo che renda il Paese meno vulnerabile e più coeso socialmente. La sfida è alta – conclude Alessandro Nicolò – e la nostra volontà è di raccoglierla con senso di responsabilità ridando fiducia alla forze migliori dell’Italia”.           

Nicolò critico nei confronti della riforma del catasto

“La riforma del catasto che il Governo Renzi si appresta a varare, più che  gettare le basi per riscrivere parametri e rendite su tutto il territorio nazionale,  costituirà un ulteriore elemento di depressione economica e sociale”. E’ quanto afferma in una nota alla stampa il presidente del gruppo consiliare regionale di Forza Italia, Alessandro Nicolò. “L’ambiziosa road map” decisa dal governo Renzi, nasconderebbe “forme di tassazione nuove sulla casa. L’aggiornamento del valore degli immobili” continua Nicolò, “attraverso il riclassamento catastale, secondo alcuni calcoli pubblicati da autorevoli quotidiani nazionali, potrebbe comportare per i proprietari aumenti tributari fino al 400%  dei livelli attuali. Se da un lato il provvedimento governativo servirà a far emergere edifici ed unità abitative tuttora sprovvisti di regolare planimetria e registrazione” dice ancora Nicolò “parimenti, puntando ai metri quadrati per definire il calcolo delle rendite, calerà come una scure sui piccoli risparmiatori e le famiglie, colpendo con un procedimento universale evasori e cittadini onesti che non hanno mai nascosto allo Stato la reale consistenza dei loro immobili”. Secondo il consigliere forzista, il sistema di ricalcolo comporterebbe un aumento della tassazione nei confronti degli immobili di categoria C, ad uso commerciale, sulla cui valutazione peserebbe, con i nuovi criteri, lo stato di conservazione dell’edificio, la sua centralità e la presenza di affacci o ascensori. Questo provvedimento, così com’è, colpirebbe il già debole tessuto commerciale della nostra regione. “E’ auspicabile, a questo punto” conclude Nicolò “che gli enti locali calabresi, prima di applicare le nuove norme, dettaglino la qualità urbana del contesto in cui gli immobili sono inseriti, quindi, le infrastrutture e i servizi, la qualità ambientale, comprendendo i caratteri paesaggistici e naturalistici”.

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