Carabinieri trovano 12,5 chili di marijuana in una palazzina in centro: 3 arresti

La notte scorsa è stata rinvenuta l'ennesima fabbrica di droga, anche questa ingegnosissima e frutto di evidenti "studi" da parte di coloro che l'hanno realizzata.  Il forte ed agre odore della marijuana essiccata veniva infatti incanalata - tramite dei sistemi di areazione - in un reticolato sofisticatissimo di tubi in PVC che espellevano l’aria maleodorante nei pressi di un tetto adiacente all’edificio di interesse. La scoperta, da parte dei Carabinieri della locale Stazione, coadiuvati da quelli della Stazione di Feroleto della Chiesa e della Compagnia Speciale del GOC di Vibo Valentia, si è concretizzata nel cuore di Melicucco, in provincia di Reggio Calabria, in una palazzina della centralissima via Gramsci - dove al primo piano è sita anche una nota barberia. Particolarmente significativo il resoconto di quanto rinvenuto a seguito dell’operazione: circa 2,5 chilogrammi di marijuana già confezionata in 5 involucri di plastica termo-sigillata da mezzo chilo ciascuno e materiale vario per il confezionamento con annessa bilancia elettronica di precisione e macchina per il sottovuoto; circa 10 chili di marijuana già essiccata e pronta per essere suddivisa; 1.000 euro in banconote di vario taglio, ricavo, secondo i militari dell'Arma, dell’attività di spaccio; 183 cartucce, di cui 177 calibro 20 e 6 calibro 12. Il laboratorio, alimentato, inoltre, in maniera illecita tramite by-pass al contatore (tramite cui veniva rubata la corrente elettrica) è stato posto sotto sequestro con tutte le lampade alogene ed i temporizzatori che servivano a far crescere rigogliose le piante. I soggetti tratti in arresto, sospettati della gestione della lucrosa attività, dovranno rispondere dei reati di concorso in produzione, detenzione e spaccio di ingente quantitativo di sostanza stupefacente: V.A., 47enne di Polistena, che  dovrà rispondere anche dei reati di furto di energia elettrica e detenzione abusiva di munizionamento; V.F., 21enne di Cinquefrondi, figlio di V.A.; N.G., 40enne di Taurianova. Al termine delle incombenze, V.A. è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Palmi in regime di custodia cautelare in carcere, mentre gli altri due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

 

 

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Pistole, fucile e proiettili nella masseria: arrestati bracciante agricolo e figlio

Nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio,  attraverso il rastrellamento delle aree rurali ed il controllo di diverse masserie e caseggiati in tutta la piana di Gioia Tauro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il concorso dello Squadrone Eliportato Cacciatori,  hanno tratto in arresto R.C., di 60 anni, di Rosarno, bracciante agricolo, ed il figlio A.C., di 29 anni, di Melicucco, nullafacente, per detenzione di armi e munizionamento comuni da sparo e detenzione di armi clandestine. In particolare i militari, a conclusione di una  prolungata attività di controllo e perquisizione che ha interessato una masseria e le sue pertinenze occupata dai due, hanno rinvenuto, abilmente occultati, tre pistole di vario calibro ed un fucile calibro 12, tutti con matricola abrasa, quattro caricatori per armi corte, 13 chilogrammi di pallini di piombo utilizzati per ricaricare le cartucce e circa quattrocento cartucce di vario calibro per armi corte e lunghe. Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e sarà oggetto di approfondimenti investigativi e tecnici al fine di chiarirne la provenienza e l’eventuale utilizzo in eventi delittuosi, mentre gli arrestati, al termine degli adempimenti di rito, sono stati tradotti presso la casa Circondariale di Palmi. 

 

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Un arresto per ricettazione

I Carabinieri hanno arrestato un 48enne ritenuto responsabile di ricettazione continuata. Domenico Mercuri, di Melicucco, in esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, è stato prelevato in Contrada Puntuto di Melicucco. I fatti commessi risalgono al maggio 2000. 

Ingaggia un sicario per far uccidere la madre: arrestato 39enne

I poliziotti hanno arrestato con l'accusa di tentato omicidio premeditato un uomo di 39 anni accusato di essere il mandante di un progetto delittuoso ai danni della madre. Un piano, quello di D.N., che poi non è andato in porto. Secondo la ricostruzione degli agenti del Commissariato di Polizia di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, il 39enne, residente a Melicucco, avrebbe reclutato Y.Z., di origini algerine, per eliminare la donna. Il movente sarebbe da ricercare in ragioni connesse all'eredità. Al sicario era stato consegnato il cavo che avrebbe dovuto utilizzare per soffocare la vittima designata e che è riuscita a scampare alla morte soltanto grazie all'aiuto ricevuto dai familiari intervenuti. A Y.Z. è stata notificata in prigione l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari. 

Arrestato a Vibo l'assassino di Fabrizio Pioli

E' finita, a Vibo Valentia, a distanza di poco meno di un anno la latitanza di Francesco Napoli, 35 anni, condannato all'ergastolo insieme allo zio Antonio per l'omicidio di Fabrizio Pioli, avvenuto a Gioia Tauro il 23 febbraio 2012. A compiere l'arresto la Guardia di finanza che ha chiuso il cerchio su una vicenda che all'epoca suscitò un notevole clamore mediatico, anche a livello nazionale. La vittima, il cui corpo venne rinvenuto a distanza di un anno dall'omicidio, pagò con la vita la relazione sentimentale che lo aveva legato ad una donna sposata, Simona Napoli. L'arrestato si era reso irreperibile nel luglio scorso, dopo la condanna inflittagli dai giudici della Corte d'assise di Palmi. L'attività investigativa condotta dai carabinieri di Meliccucco e dai colleghi della compagnia di Gioia Tauro ha permesso di individuare l'appartemanto del quartiere "cancello Rosso" di Vibo Valentia, dove Napoli aveva trovato rifugio da alcuni giorni. Il blitz è scattato stamane quando la Guardia di finanza, dopo aver fatto irruzione nell'abitazione, ha fermato Fabrizio Napoli che non ha opposto resistenza. Per l'omicidio di Pioli erano stati condannati anche il padre di Simona Napoli, Antonio (ergastolo) ed il fratello della giovane, Domenico (18 anni). Erano stati assolti, invece, la madre di Simona, Rosina Napoli, e Domenico Galatà accusato di favoreggiamento nei confronti di Antonio Napoli.

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