Calabria, lieve scossa di terremoto nella notte

Un terremoto di magnitudo 2.0 è stato registrato, intorno alle 4,10 della notte scorsa, dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia con epicentro a San Pietro di Caridà, nel Reggino.

La scossa, localizzata a dieci chilometri di profondità, ha interessato diversi centri situati a ridosso delle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.

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A Mongiana una nuova stazione sismica dell'Unical

Il laboratorio di sismologia dell'Università della Calabria (www.sismocal.org), diretto dal Prof. Mario La Rocca e dal Prof. Ignazio Guerra, da decenni si occupa del monitoraggio dei terremoti che avvengono nella regione. Si tratta di una rete sismica costituita da 26 punti di rilevamento, distribuita su tutto il territorio regionale.

Recentemente una nuova stazione sismica è stata installata nel Comune di Mongiana grazie alla collaborazione del sindaco, Bruno Iorfida, e dell'amministrazione comunale.

Il monitoraggio sarà effettuato in collaborazione con il Gruppo comunale volontari di protezione civile, al fine di garantire un tempestivo intervento nei casi di criticità e segnalare eventuali problemi.

"La collaborazione con l’Unical – scrive in una nota il primo cittadino del borgo delle Ferriere - ancora una volta, fa si che Mongiana si trovi in una rete regionale importante, soprattutto nel rilevamento sismico. Con tali strumenti, sarà possibile capire meglio l’evoluzione sismica in Calabria e soprattutto nelle zone delle serre vibonesi.

Uno strumento, questo, che può dare tranquillità ad un territorio fragile sotto diversi punti di vista. Prezioso – conclude Iorfida - sarà anche il contributo che darà il Gruppo comunale di protezione civile di Mongiana, sempre attivo e presente, che monitorerà l’andamento di eventuali criticità”.  

Emergenze, lo Stato “fa cassa” con la Calabria: “tagliata” la Caserma dei Guastatori?

La U.O.A. Protezione Civile Calabria, apprese le intenzioni dello Stato Maggiore dell'Esercito in relazione alla possibile dismissione che potrebbe riguardare la 2^ Compagnia Guastatori di Castrovillari, intende esprimere “rammarico e viva preoccupazione per la eventuale cancellazione di un presidio di uomini e mezzi di importanza fondamentale nel caso del verificarsi di situazioni emergenziali”.

“In una Regione come la Calabria – viene rilevato - tra le più esposte ai rischi naturali dell'intera Regione del mediterraneo, e caratterizzata da una storia sismica che ci racconta di tragedie immani (si pensi solo al terremoto del 28 dicembre 1908 che colpì Reggio Calabria e Messina causando oltre 120.000 morti), la paventata chiusura della Caserma di Castrovillari, unico presidio del Genio Guastatori in tutta la Calabria, appare una scelta francamente incomprensibile e non in linea con le necessità di sicurezza e di supporto tecnico del nostro territorio in caso di calamità.

Proprio l'area del Pollino, per altro, di recente (2012) è stata interessata da un prolungato sciame sismico che non può non consigliare il mantenimento di un elevato livello di attenzione in termini di prevenzione e pianificazione di stati emergenziali.

Nonostante ciò, negli ultimi anni si è assistito all'impoverimento complessivo della Caserma che ospita la 2^ Compagnia Genio Guastatori di Castrovillari, che ad oggi vede la presenza di poco più di 100 uomini e nessun mezzo d’opera atto al pronto intervento (escavatori, benne, pale meccaniche, camion ribaltabili ecc.).

L'auspicio – è la conclusione - è che lo Stato Maggiore dell'Esercito possa rivedere radicalmente le proprie strategie organizzative, non solo non procedendo alla paventata dismissione della caserma di Castrovillari, ma, al contrario, prevedendone un cospicuo potenziamento in termini di uomini e mezzi, al fine di garantire, tra l'altro, un adeguato presidio di sicurezza oltremodo necessario, stanti le condizioni di assoluta pericolosità e rischio sismico ed idrogeologico, a cui la popolazione calabrese è tragicamente esposta”.

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"In caso di terremoti la Protezione Civile calabrese non potrebbe intervenire rapidamente"

“Le audizioni dei rappresentanti della Protezione civile, della Sorical e dell’Arpacal oggi in Commissione speciale di Vigilanza, hanno evidenziato ulteriormente lo stato di difficoltà e di incapacità in cui sta operando la Giunta regionale”. Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia, a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò. “Nelle scorse settimane, a seguito delle allarmanti dichiarazioni dal commissario della Protezione civile – avevo chiesto all’esecutivo regionale di fare chiarezza sul contenuto delle stesse, peraltro, esternate da un uomo posto in quella carica dal presidente Oliverio. Oggi, in Commissione speciale di Vigilanza, abbiamo ascoltato dallo stesso Tansi una testimonianza sullo stato di funzionamento della Protezione civile, sulla sua capacità di intervenire prontamente in caso di gravissime calamità naturali. Responsabilità, soprattutto politiche, di uno stato di colpevole abbandono dell’unica struttura di pronto intervento in caso di terremoti, senza servizi di comunicazione satellitare e senza protocolli operativi d'intesa con gli enti locali. Ho proposto, unitariamente deliberata dalla Commissione, di tenere una seduta del Consiglio regionale espressamente dedicata all’argomento. I dati esposti da Tansi nella sua audizione sono davvero sconcertanti: in Calabria sono 450 mila circa gli edifici esposti a rischio sismico ed interi quartieri della città di Reggio Calabria, edificati dopo gli anni ’70, presenterebbero caratteristiche negative in caso di urgente necessità di sgombero. Di tempo – avverte Alessandro Nicolò – ve n’è davvero poco per recuperare una situazione divenuta preoccupante, ma neppure si può rimanere con le mani in mano. La Regione e i Comuni devono necessariamente avviare una forte azione sinergica perché anche primi del tempo massimo dei 90 giorni concesso agli enti locali, si sia nella possibilità concreta di sapere chi deve fare cosa al manifestarsi di eventi naturali particolarmente afflittivi per la sicurezza dei cittadini e delle strutture pubbliche e private. Al massimo entro la fine di quest’anno – conclude Alessandro Nicolò – Comuni e Regione devono potere parlare il medesimo linguaggio per raggiungere quegli standard operativi che scongiurino perdite umane nel caso di eventi particolarmente significativi”.           

 

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Terremoto: è ufficiale la metà dei comuni calabresi non ha un piano d'emergenza

"Più della metà dei terremoti catastrofici che si sono verificati in Italia hanno avuto origine in Calabria, sismi che hanno sprigionato un valore energetico 32 volte superiore rispetto a quello di Amatrice. Per questo occorre non perdere altro tempo". È quanto ha affermato, nel corso della riunione svoltasi oggi presso la prefettura di Catanzaro, il responsabile della Protezione civile calabrese Carlo Tansi. Dall'incontro, cui hannno preso parte i prefetti, i sindaci, i rappresentanti delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco di tutta la regione è emerso che “solo il 54% dei Comuni calabresi ha un piano di emergenza e di questi pochissimi sono stati aggiornati dopo il 2012”. Come se non bastasse, in alcuni casi i piani d'emergenza lasciano piuttosto a desiderare, basti pensare che secondo quanto dichiarato da Tansi c'é stato "un comune aspromontano"  che ha approvato "un piano contro il rischio tsunami". "Negli anni - ha aggiunto il responsabile della Protezione civile calabrese - sono stati stanziati centinaia di migliaia di euro per l'approvazione dei piani di emergenza: il 90% di questi fondi pur essendo stati erogati non sono mai stati utilizzati dalle amministrazioni". Al fine di cercare di recuperare i ritardi, a partire da questa settimana la Protezione civile metterà a disposizione degli enti alcuni esperti. Inoltre, è in fase di progettazione una app che in caso di necessità potrà guidare i cittadini nei punti più sicuri e nelle aree di accoglienza. Altro nodo cruciale è quello rappresentato dalla vulnerabilità degli edifici pubblici. Secondo il rapporto redatto alla fine degli anni Novanta da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione grandi rischi della Protezione civile, in Calabria ci sono quasi 11mila edifici pubblici a rischio crollo anche in caso di terremoti non catastrofici. La Protezione civile sta, quindi, lavorando all'aggiornamento dello studio e nelle prossime settimane dovrebbero iniziare i sopralluoghi con i tecnici. Il prefetto di Catanzaro Luisa Latella ha invitato gli amministratori pubblici ad "agire rapidamente. Serve una forte presa di coscienza; si è perso troppo tempo. È inquietante - ha affermato- leggere l'elenco dei Comuni che hanno avuto finanziamenti e non li hanno spesi. È un peccato contro Dio e contro gli uomini". Infine, il prefetto ha assicurato che "le risorse per la messa in sicurezza degli edifici pubblici ci sono. Sono occasioni che non si possono perdere. Questi fondi non possono essere lasciati in un cassetto".

Terremoti: intenso sciame sismico al largo della costa calabrese

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 si è registrata alle 5:30 di oggi al largo della costa tirrenica calabrese. La profondità del sisma, secondo quanto rilevato dagli strumenti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stata localizzata ad una profondità di 225,3 chilometri. Fa seguito ad altri eventi tellurici che nelle ultime 24 ore hanno interessato la stessa area: il primo alle 21:44, di magnitudo 2.4; il secondo, poco più tardi, alle 22:50, con epicentro ad Oppido Mamertina, di magnitudo 1.5. Altre scosse si sono verificate qualche chilomentro più a sud, nello specchio di mare antistante la fascia costiera del Messinese: alle 00:06, di magnitudo 2.2; alle 2:06, di magnitudo 3.1.

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