Rapina all'ufficio postale di Gerocarne, tre misure cautelari

I carabinieri della Sezione operativa della compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone accusate di aver compiuto una rapina all’ufficio postale di Gerocarne.

I fatti risalgono al 3 giugno 2019 quando due soggetti, con volto travisato da passamontagna, muniti di mazze ferrate, hanno fatto irruzione nell’ufficio postale.

Al momento del loro ingresso, tutte le persone presenti sono frettolosamente uscite mentre i due malviventi, con le mazze ferrate in loro possesso, hanno rotto uno dei vetri blindati minacciando il cassiere, al fine di farsi consegnare un plico contenente 25 mila euro.

I rapinatori, però, non potendo prendere il plico con il denaro, poiché già messo al sicuro nella cassaforte temporizzata, hanno deciso d'impossessarsi di un altro plico, pensando che al suo interno ci fosse comunque del denaro.

Solo in seguito, i malfattori hanno capito che in quel plico, invece, era presente solo un toner per stampante. Usciti dall’ufficio postale e saliti su una Fiat Panda, con a bordo un complice, si sono quindi dati alla fuga.

Immediatamente è partito l’allarme ai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno che hanno accerchiato la zona d’interesse nel tentativo di chiudere le vie di fuga.

L’autovettura con a bordo i rapinatori è stata intercettata nelle campagne del comune di Gerocarne, dove è iniziato un rocambolesco inseguimento lungo strade sterrate e di difficile percorribilità, tanto da far richiedere l’intervento dell’elicottero dell’8°Elinucleo dei carabinieri di Vibo Valentia e dei militari dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”.

L’inseguimento, dapprima in macchina ed in seguito a piedi, ha consentito di bloccare uno dei fuggitivi, S.G., 29 anni, di Sinopoli (Rc), che aveva provato a nascondersi nella fitta boscaglia in località San Rocco di Gerocarne.

I due complici, invece, sono riusciti a far perdere le loro tracce.

Le successive indagini, condotte anche attraverso accertamenti tecnici scientifici del Ris di Messina, hanno consentito di localizzare la Fiat Panda, risultata rubata e la mazza ferrata utilizzata dai rapinatori.

Il quadro probatorio raccolto, inoltre, ha poi permesso di accertare le varie responsabilità in ordine al reato di rapina e ricettazione.

Così gli inquirenti hanno chiuso il cerchio e raccolto un “qualificato quadro indiziario” a carico di: S.G., di 29 anni, T.G. (34) e S.C. (57), tutti originari di Sinopoli.

Per S.C. sono scattati quindi gli arresti domiciliari, mentre S.G. e T.G., sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza.

 

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