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Assunzioni sospette all’Aterp di Vibo

Con tempistiche diverse, alcune Aterp calabresi avrebbero provveduto ad effettuare assunzioni nei periodi pre-elettorali. Circostanze che i sospettosi intendono come produttrici di effetti clientelari e, dunque, finalizzate a spostare equilibri elettorali. E se a Catanzaro le selezioni sarebbero avvenute abbondantemente prima dell’ultima tornata elettorale, a Vibo ci sarebbe qualcosa di diverso. Innanzitutto perché il progetto finanziato con 1 milione e 400 mila euro avrebbe avuto l’impulso decisivo poco prima del 23 novembre. Ma soprattutto perché stavolta i colori politici sembrano mischiarsi in una logica non direttamente interpretabile e perché lo sguardo potrebbe essere rivolto alla competizione amministrativa della città capoluogo di provincia. Fra i beneficiari ci sarebbero infatti alcuni amministratori (fra tutti un ex vicesindaco di Mileto ed un paio di attuali consiglieri di Vibo Valentia) e parenti di esponenti di spicco di questo o di quel partito. Il commissario dell’Aterp vibonese Tonino Daffinà sostiene di aver agito in tutta trasparenza nel processo propedeutico alle selezioni, ma il flusso di visite che si sarebbe registrato negli uffici dell’Aterp proprio nelle ore che hanno preceduto lo svolgimento della giunta regionale che ha deliberato la decadenza dei vertici delle Aziende che si occupano di edilizia popolare alimenta i dubbi. E mentre tutti danno per scontata la costituzione di un’unica Azienda regionale, per come stabilito dalla legge regionale 24/2013, nelle diverse realtà territoriali si continua a ragionare secondo prospettive provinciali o campanilistiche senza che in questo caso si capisca quale sia davvero il campanile da tutelare.


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