Sequestrati beni per sei milioni di euro alla cosca Crea di Rizziconi

E' stata portata a compimento l'operazione con la quale, questa mattina, la Polizia di Stato ha proceduto al sequestro di beni per circa 6 milioni di euro ad esponenti della cosca "Crea", operante nel territorio di Rizziconi (RC). Emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, i provvedimenti di sequestro hanno interessato numerosi beni sia mobili che immobili. In particolare, la misura è stata applicata a terreni, fabbricati, società, conti correnti e titoli Agea. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro ammonta a 6 milioni di euro.

Trovato impiccato il fratello del presunto boss Antonio Ursino

È stato trovato impiccato ad un albero nella campagne di Gioiosa Jonica, Pasquale Ursino, di 67 anni, fratello di Antonio, attualmente detenuto perché accusato di essere il boss dell'omonima cosca. Il rinvenimento del cadavere è giunto dopo che, ieri sera, i familiari, constatato il mancato rientro del congiunto, ne avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri. Al momento l'ipotesi privilegiata dagl'inquirenti sarebbe quella del suicidio. Tuttavia sono in corso le indagini per cercare di giungere ad una ricostruzione dettagliata di quanto accaduto.

Imprenditori vibonesi collusi con la 'ndrangheta un pentito pronto a fare i nomi

"Continuano a fornire spunti investigativi le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Raffaele Moscato". E' quanto si legge in un lancio dell'agenzia Agi secondo il quale le rivelazioni di Moscato avrebbero offerto lo spunto alla Dda di Catanzaro di aprire un nuovo filone d'indagine sulle collusioni tra la 'ndrangheta ed il mondo imprenditopriale vibonese. Le nuove dichiarazioni del pentito, rilasciate nell'ambito dell'inchiesta sulla sanguinosa faida che ha visto contrapposti i piscopisani ad i Patania di Stefanaconi, starebbero offrendo agli inquirenti elementi validi a svelare i nomi degli imprenditori, legati ai clan, che operano nei centri di Piscopio, Vibo Marina, Bivona, Porto Salvo, Briatico e Cessaniti. "Sotto la 'lente di ingrandimento' degli inquirenti, sulla scorta delle rivelazioni del pentito, anche diversi lavori che sarebbero stati svolti, negli anni, nel porto di Vibo Marina. Il 22 aprile prossimo il pentito Raffaele Moscato, killer del clan dei Piscopisani, fara' il suo esordio in un'aula di giustizia (collegato in videoconferenza con il Tribunale di Vibo) nella nuova veste di collaboratore nel processo 'Libra' contro il clan Tripodi"

Uccide la madre, amante del boss di un'altra famiglia

Sarebbe stato il figlio,  Francesco Barone, 22 anni, ad uccidere Francesca Bellocco accusata d'intrattenere una relazione con Domenico Cacciola, boss di un'altra famiglia mafiosa di Rosarno scomparso, nell'agosto del 2013, contestualmente all'omicidio della donna. I fatti, accaduti a Rosarno, sono stati oggetto d'indagine da parte della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, della polizia di stato e dei carabinieri. A Barone, accusato di aver guidato un commando di sicari con il quale avrebbe ucciso la madre occultatone il cadavere,  e' stato notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Sulla Costa Concordia la droga delle 'ndrine?

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, la Costa Concordia, la nave da crociera naufragata davanti all'Isola del Giglio il 13 gennaio 2012, avrebbe trasportato droga delle ’ndrine calabresi. Due boss, intercettati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine sul traffico di stupefacenti tra il Sud America e l’Italia, riferendosi ad una nave sulla quale era stato imbarcato un carico di cocaina avrebbero detto che si trattava della “  stessa nave che ci ha fatto fare la figuraccia che in tutto il mondo ci ha preso per il culo”. Nei dialoghi in codice intercettati dalle Fiamme gialle la nave viene chiamata "la principessa". Una conclusione cui è giunta la Procura di Firenze, retta dal Pm Giuseppe Creazzo, titolare dell'indagine che, un mese fa, ha portato all'arresto di una ventina di 'ndranghetisti. Dall’inchiesta emergerebbe che la cocaina, una volta imbarcata nei porti di Santo Domingo, Perù, Panama e della Florida veniva nascosta tra i rifornimenti alimentari destinati ai croceristi. Un altro sistema utilizzato per portare gli stupefacenti a bordo delle navi sarebbe stato quella di collocarla in capienti borsoni che, con la complicità di alcuni membri degli equipaggi, venivano, poi, sistemati nelle cabine di "turisti", in genere coppie di calabresi incensurati. Tra le navi utilizzate dai trafficanti ci sarebbero state quelle della Costa Crociere, della Msc e della Norwegian Cruise Line. Secondo gli uomini del Gico, alle prese con decine di intercettazioni, una grossa partita di cocaina (mai trovata) sarebbe finita, all'insaputa dei comandanti e dei responsabili della compagnia di navigazione, anche sulla Costa Concordia.

Commissione antimafia: "Verona è a rischio 'ndrangheta"

"Verona è il punto più fragile del Veneto e ci sentiamo di segnalare che la consapevolezza sul livello 'ndranghetista e mafioso nel territorio è ancora insufficiente".E' quanto hanno affermato i membri della Commissione parlamentare bicamerale antimafia riunitasi a Verona, sotto la guida della presidente Rosy Bindi. "Questa - ha dichiarato Rosy Bindi - è ancora una regione per cui si può usare la parola infiltrazione e non insediamenti e non vorremmo che a episodi sporadici seguisse un radicamento, come avvenuto in altre regioni. Dagli elementi che abbiamo raccolto - ha aggiunto - ci sentiamo di chiedere alla Prefettura e al Comitato di sicurezza, anche alla luce di recenti fatti analizzati dalle procure di Bologna, Brescia e Catanzaro, di rivalutare la possibilità della nomina di una Commissione di accesso al Comune di Verona e magari anche in altri comuni che hanno visto il verificarsi di fatti inquietanti, di rapporti tra amministrazione ed associazioni criminali".

I carabinieri trovano un bunker nella locride

Una vasta operazione, ancora in corso, condotta dai carabinieri, nel triangolo compreso tra San Luca, Benestare e Bovalino, ha portato alla scoperta di un bunker che potrebbe aver dato rifugio ad esponenti della criminalità organizzata

'Ndrangheta: condannato a 12 anni l'ex Consigliere regionale Cherubino

E'stato condannato a 12 anni di carcere l'ex Consigliere regionale Cosimo Cherubino alla sbarra, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, nell'ambito del procedimento Falsa Politica. Secondo l'inchiesta condotta dal Pm Antonio De Bernardo, Cherubino era legato al clan Commisso che con la sua influenza era in grado di determinare i destini politici, economici e sociali di Siderno. Oltre all'ex Consigliere regionale, il tribunale di Locri ha emesso quattro sentenze di condanna e due assoluzioni. Cherubino dopo una lunga militanza nei Sdi, in occasione delle elezioni regionali del 2010 era confluito nel Pdl, ma non era stato eletto, nonostante, secondo l'accusa, fosse stato appoggiato dal clan Commisso.

 

 

 

 

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