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Caso Quattrone. AN: "Città attonita davanti all'inquietante silenzio di Falcomatà"

"Avevamo sperato che alcuni giorni di riflessione avessero potuto consigliare al Sindaco Falcomatà di esprimere, finalmente, il proprio pensiero in merito alle vicende legate agli atti prodotti dalla sua Giunta e riferite al Piano della Mobilità. Avevamo sperato - è Azione Nazionale Reggo Calabria ad esprimersi - che finalmente una parola di verità sulla evidente dubbia legittimità della delibera di incarico alla UIRNET e sull’incompatibilità dell’Assessore Quattrone venisse pronunciata da Falcomatà. Speranza vana, silenzio assoluto, omertà inquietante, la città attonita si domanda cosa effettivamente si nasconda dietro queste scelte dell’amministrazione comunale. Ha finalmente parlato l’Assessore Quattrone la quale, con un’affannosa difesa del posto su base narcisistica e dopo essersi avventurata nella solita partigiana rielaborazione del recente trascorso storico della nostra città, nulla dice e nulla chiarisce nel merito dell’affaire che la vede protagonista limitandosi a lodare, palesemente fuori luogo e fuori tema, il suo referente politico (senza mai citare il Sindaco che l’ha nominata…); una ingenua esternazione, quest’ultima, che stride anche con il suo ruolo di assessore, ancor più se tecnico prestato alla politica, che dimostra di non aver chiaro come il primo obbligo di interlocuzione istituzionale lo abbia nei confronti della comunità cittadina che è chiamata a governare". "Un passo avanti l’Assessore Quattrone, finalmente, lo ha fatto ammettendo i suoi rapporti professionali con UIRNET e VITROCISET, confermando quindi - è il rilievo mosso da AN - la sua incompatibilità, prima ancora che “in punta di diritto”, per motivi etici, di trasparenza e per evidente conflitto di interesse. Il tutto, oltre che dalle norme civili e penali, è chiaramente previsto da quella Carta di Avviso Pubblico, vero e proprio decalogo etico e comportamentale, al quale il Sindaco e la Giunta hanno volontariamente deciso di aderire, soprattutto per un fatto di “onore”, termine che se avesse voluto significare coerenza politica e rispetto delle regole, con l’affaire Quattrone è, abbondantemente, un onore perso.Ma davvero si vuole far credere che tutto sia normale, che tutto si sia svolto nel pieno rispetto delle procedure? Ad oggi rimangono senza risposte alcuni interrogativi che da settimane inquietano i cittadini. E’ alla città che devono essere forniti i chiarimenti necessari, è alla città che il Sindaco deve spiegare perché ancora non ha revocato l’Assessore Quattrone, perché non ha annullato la delibera contestata, o ,ancor più importante, se ha letto la delibera che ha approvato la sua Giunta e quindi ne abbia condiviso metodo e finalità. E’ la città ad interrogarsi se dietro questi fatti si nasconda un sistema che, dal livello nazionale, si cerca di mutuare nella nostra città". "La metodologia adottata con quegli atti deliberativi, infatti, è identica, nella forma e nella sostanza, con quanto avvenuto - sottolinea Azione Nazionale - nell’ambito della procedura per l’affidamento della gestione della Piattaforma Logistica Nazionale. Utilizzo della finanza di progetto, individuazione del soggetto Promotore, sottoscrizione della Concessione pluriennale. Facciamo riferimento alla procedura già conclusa e gestita dalla UIRNET che ha individuato in una ATI costituita da tre società, una delle quali è la VITROCISET, il soggetto cui affidare la gestione di tutta la piattaforma, che vale, in venti anni, un giro di affari pari a circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. A parte la presenza in questa ATI della Vitrociset, che ricopre il duplice ambiguo ruolo di socio della società che bandisce la gara e di soggetto facente parte dell’Associazione di Imprese che si aggiudica la gara stessa (materia evidentemente di possibile interesse di altre Istituzioni…), ciò che più ci inquieta è il constatare che le delibere della Giunta Falcomatà attivino procedure identiche, con gli stessi soggetti, con le stesse finalità. Il rischio concreto è che si assista a un ritorno agli anni bui nei quali a farla da padrone erano le società di servizi e di progettazione, con viaggio di sola andata Reggio-Roma delle risorse della città, in cambio di garanzie di carriere politiche a favore di qualcuno, a scapito delle professionalità presenti in città, sia in termini di progettisti che di imprese qualificate". "Anche su questo - avverte AN - pretendiamo risposte chiare ed inequivocabili da parte del Sindaco. Il suo ulteriore silenzio non potrebbe che provocare maggiore sconcerto e far aumentare il dubbio che tutta questa operazione sia stata condotta con l’assenso e in assoluta consapevolezza sia del primo cittadino che dell’intera Giunta".

 

Caso Quattrone, Azione Nazionale alza il tiro: "Silenzio connivente di Falcomatà"

"Ormai da troppo tempo rigore e certezze vengono sistematicamente negati nella disamina di eventi della vita pubblica cittadina per drogare la pubblica opinione - asserisce Azione Nazionale Reggio Calabria - con il panem et circenses rappresentato dal fallace teorema 'non poteva non sapere'. Avere conferito dignità di sistema a questo ignobile artificio di pensiero, ha prodotto nella nostra città conseguenze devastanti che non si riducono soltanto ad un anno e mezzo di vacui slogan o di tagli di nastri di opere concepite e realizzate da chi sapeva davvero ciò che immaginava e voleva per la città operando alacremente. Non è un caso, infatti, che il degrado cittadino sia fotografato dall’ultimo posto occupato tra le smart cities e dal subitaneo crollo verticale cui è andata incontro la cosiddetta 'svolta' nelle classifiche di gradimento". A rendere ancor più spessa la coltre medioevale che ha ripreso a soffocare Reggio Calabria, ci hanno pensato, dopo l’intollerabile sconcio della vicenda Miramare, dapprima la smart assessore Agata Quattrone, richiamata in città dalla sua residenza romana, quindi la collega Patrizia Nardi, importata dalla ridente Piana di Gioia Tauro, forte di un plurichilometrico curriculum al quale attingere - ironizza AN - per spargere cultura in riva allo Stretto ed a beneficio degli 'Amici (i suoi e) della MUSICA'. Sono stati proprio i curricula a rivelare il palese conflitto d’interessi delle due wonder women rispetto ad atti amministrativi a dir poco discutibili ed, in quanto tali, idonei a meritare l’immediato interesse dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione e della stessa Magistratura verso l’intera Giunta Comunale, che è un organo collegiale. La città ha così appreso di vicende dai contorni opachi, nelle quali, di trasparente, c’è solo la connivenza dell’imbarazzante silenzio del Sindaco che ha scelto entrambe le signore su base fiduciaria e che sin qui ha ritenuto di potersi concedere, a dispetto dei suoi concittadini, il privilegio tipico di chi, per definizione, può non sapere. Ma l’inammissibile atteggiamento dell’inquilino di Palazzo San Giorgio, con la sua imperscrutabile sicurezza della impunità, una 'base' ce l’ha, ed è l’indifferente silenzio, complice al limite dell'omertà, dei maitres a penser che ci si ritrova nel perimetro urbano. Certa intellighenzia reggina ha smesso di strillare, perché, oggi, salvo rare eccezioni, non si lanciano più all’intero pianeta appelli alla legalità, quella parolaia e “forte” dell’arbitrario e inaffidabile convincimento che qualcuno “sapeva” in quanto “non poteva non sapere”. Fino a non molto tempo fa, lo scenario cittadino era, infatti, ben diverso da quello attuale: si strillava (eccome!) ed il delirio era funzionale alla 'logica', preventivamente pianificata, che riduceva l’analisi delle dinamiche politico-sociali della città all’alternativa manichea che sacrifica la forza dei fatti per privilegiare la pregiudiziale dell’identità di chi i fatti ha prodotto, nonostante i fatti siano ancora lì a dimostrare opere pubbliche realizzate e qualità della vita che oggi non sono più alla nostra portata. E’ questa la misura della deriva culturale della città voluta dalla partigianeria di chi, oggi, ipocritamente tace davanti ai misfatti, fa finta di nulla davanti agli illeciti e non si indigna più, consolandosi con la scrivania conquistata grazie a qualche scenografica marcia di protesta di cui non si ha più traccia". "Sono spente - è l'amara constatazione di Azione Nazionale - le fiaccole dell’indignazione 'a comando', ma le tenebre che avvolgono la città non impediscono di vedere che è questa, solo questa, la gente a cui evidentemente sta bene che a Reggio 'il re non fa corna'. E questo il Sindaco lo sa!"

 

Blitz di Alleanza Calabrese a Palazzo San Giorgio: esposto striscione "Verità per Agata Quattrone"

"Falcomatà e i suoi servitori chiedono verità di fatti accaduti in Egitto dimenticandosi di dare risposte sul malaffare che stanno, loro stessi, attuando nella città di Reggio Calabria e sulle spalle dei Reggini". Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese, mantiene alta l'attenzione sui casi controversi che stanno minando, giorno dopo giorno, le fondamenta di un'Amministrazione Falcomatà che stenta, dimostra debolezze una dietro l'altra ed arranca zavorrata dall'assenza di peso politico specifico. "Nascondendosi dietro maschere ipocrite - punta l'indice il massimo esponente del movimento autonomista - che fanno da corollario alla becera propaganda mandata in onda dai comunicati fotocopia messi in bocca ai suoi assessori e consiglieri dagli spin doctors di Palazzo San Giorgio. Spazzatura, non differenziata, putrescente, esposta senza ritegno e senza dignità alla cittadinanza.  Continua Falcomatà a nascondersi dietro uno striscione esposto dal balcone del palazzo di Città, per celare maldestramente le mancate risposte ai Reggini. Parole, retoriche, trite, stanche, fuorvianti, viscide, petalose. Reggio ha bisogno di altro. Reggio vuole sapere la verità sulle persone che la amministrano. Reggio vuole la verità per Agata Quattrone. Reggio vuole la verità per Giuseppe Falcomatà.  Reggio vuole sapere cosa deve restituire il Sindaco alle lobbies che lo hanno votato. Reggio vuole chiarezza, trasparenza e legalità. Reggio vuole che la Procura della Repubblica inizi a frequentare piazza Italia. Le pedisseque riunioni di gabinetto  del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica ormai i cittadini hanno capito che non hanno alcun senso. Reggio vuole che il Prefetto inizi a uscire dal palazzo e che inizi a guardarsi intorno. E forse ci sarà un domani per Reggio. Forse…Alleanza Calabrese nel chiedere verità per Agata Quattrone, la smart assessora/consulente a pagamento, chiede al sindaco Giuseppe Falcomatà un minimo scatto d’orgoglio e rassegnare le dimissioni, per manifesta incapacità di guidare una città come Reggio Calabria. "Per inciso - è l'affondo finale di Vacalebre - ricordiamo che lo stesso sindaco si sta continuando a fasciare della bandiera della legalità e della trasparenza, camminando a testa alta, a piedi scalzi, con l’auto di servizio e parcheggiando in divieto di sosta".

 

Chiedono "Verità per Regeni", ma alzano un muro sul "caso Quattrone": #nonseitulamiacittà

Quanta ipocrisia, quanto inutile ciarpame propagandistico, distante anni luce dalle emergenze che una città derelitta come Reggio Calabria attende siano risolte, magari anche con competenza e dignità. Avere il senso delle priorità è testimonianza del rispetto dovuto alla città tutta. Si dirà che durante la seduta odierna del Consiglio Comunale è stato approvato il Documento Unico di Programmazione, un atto rilevante ai fini del buon andamento amministrativo di una comunità, ma una domanda è lecito sia posta: che senso ha chiedere "Verità per Regeni", il povero ricercatore universitario friulano barbaramente torturato e trucidato in Egitto, vantandosi di questa stucchevolmente ovvia, quanto follemente inutile, posizione pubblica, addirittura srotolata plasticamente dal balcone di Palazzo San Giorgio ed al centro di un ordine del giorno, se non si è in grado di dire una parola di verità nell'Aula del Consiglio Comunale su ciò che dovrebbe, davvero e senza squallida retorica, essere al centro dell'attenzione di un'Amministrazione Comunale? Giovanotti che giocano a fare quello per cui non sono pagati, né chiamati in causa che si dilettano con idee bislacche, vuote come vuoto appare il contenitore dei risultati fin qui conquistati. Eppure, si lanciano in pericolosi voli pindarici su faccende legate a misteri internazionali di cui disconoscono anche gli elementi basici, enormemente più grandi di loro, dimenticando di sfoderare tutto questo coraggio leonino per affrontare nella sede idonea tutti gli aspetti legati al "caso Quattrone", questo sì ad essi assai vicino e sul quale sono obbligati a dar conto alla città. Ci ha provato, a dire il vero, Massimo Ripepi, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, ad inchiodarli alle responsabilità che competono ad un amministratore pubblico, perché tali sono e niente di più, tentando di farli scendere sulla Terra dall'iperuranio dell'inconsistenza, ma anche lui è stato costretto a sbattere contro il muro di gomma dell'arroganza e dell'indifferenza. "Non penserete mica che vi metteremo a parte di una bagattella come quella di una consulenza da 190 mila euro amabilmente concessa ad una società che, per una 'maledetta' casualità", è stata legata all'attività professionale dell'assessore proponente, Agata Quattrone? In forma più edulcorata, è questo il messaggio partito oggi dalla maggioranza di centrosinistra. "Non ho niente da chiarire" - sono state le parole pronunciate dalla delegata ala Pianificazione dello Sviluppo Urbano Sostenibile - Mobilità e Trasporti - Smart City, spintasi oltre, arrivando a sostenere che, in buona sostanza, il comunicato inoltrato dopo l'esplosione della bufera può anche bastare, si mettessero tutti l'anima in pace una vota per tutte: "La città ha già avuto la sua risposta". Certo, ha aggiunto che provvederà  "a fornire ulteriori elementi per smentire notizie artefatte", ma perché non farlo davanti alla massima assemblea elettiva cittadina? In fondo se, come ha tenuto a precisare: "Non ho nulla di cui essere imbarazzata", cosa le ha impedito di parlare nel luogo che gli "eterni illusi" della democrazia ritengono sia quello meglio attrezzato per un dibattito franco? Avrebbe avuto un'occasione d'oro: entrare nel merito della questione e raccontare perché i suoi accusatori hanno preso un abbaglio, illustrare dettagliatamente la regolarità di una condotta finita, suo malgrado, nell'occhio del ciclone. Ma ci ha pensato il sindaco Giuseppe Falcomatà a costruire il recinto di filo spinato attorno al castello sotto assedio. Lo ha fatto, bontà sua, annunciando che il provvedimento in oggetto non sarà ritirato. Figurarsi, quindi, se può essere presa sul serio la richiesta di dimissioni avanzata dalle opposizioni nei confronti dell'assessore. Non scherziamo, siamo in un momento delicatissimo: abbiamo appena chiesto Verità per Giulio Regeni! 

 

Bufera Quattrone. Azione Nazionale avverte: "Saranno i giudici ad interessarsi del caso"

"Prosegue il silenzio del Sindaco Falcomatà sull'affaire Quattrone, mentre la città è attonita per il goffo tentativo dell'assessora di far rientrare il conferimento di un incarico professionale (alla società di cui è socia altra società legata alla stessa amministratrice da un rapporto di consulenza) nella ben diversa fattispecie - spiega Azione Nazionale Reggio Calabria - di partenariato pubblico privato. Una scelta poco smart, quella della Quattrone, la quale non può sperare di cambiare le carte in tavola: perché si possa puntualmente parlare di partenariato pubblico-privato, è necessario il contributo economico-finanziario del privato che invece non si coglie affatto in questa opaca vicenda. Sembra evidente la violazione di precisi divieti di legge a fronte dell'autorizzazione di una attività di consulenza di 190.000 euro mediante un affidamento diretto, cioè in assenza di altri elementi di comparazione". Di ciò dovrebbe beneficiare una società della quale - rileva AN - l'assessora Quattrone era consulente libero-professionale, ed appare inevitabile che la delibera di Giunta del 30 dicembre 2015 sia destinata a suscitare l'interesse del giudice penale, sotto il profilo del possibile abuso d'ufficio che sanziona anche le ipotesi commesse ad eventuale interesse privato, e della stessa magistratura contabile, non potendosi affatto escludere un danno erariale di rilevante entità. E, piaccia o no, a nulla vale che l'assessora e qualche idiota, davvero poco 'utile', si producano nella stucchevole rievocazione del passato. Sia ben chiaro a tutti che i fari sulla vicenda UIRNET - VITROCISET sono stati accesi e non si spegneranno fino a quando non saranno assicurate le risposte che la gente attende, cioè la revoca dell'affidamento e la destinazione della Quattrone alle sue dorate vacanze romane. La gente esige anche precise risposte che non si limitino solo alla sanzione di una indiscutibile infrazione della normativa in tema di inconferibilità di incarichi ed incompatibilità dei pubblici amministratori. Alquanto modesta, infatti, è stata la considerazione manifestata da una componente (esterna in tutti i sensi) della giunta comunale per l'ateneo reggino: il suo saccente e tronfio richiamo al Politecnico di Milano ed all'Universitá di Napoli è una bella e buona delegittimazione della fucina del sapere cittadino! Senza contare il distacco, quasi il disprezzo, per i reggini iscritti al locale Ordine professionale degli ingegneri e degli architetti che continuano a vivere ed operare in città e non possono tollerare di essere sacrificati a chi può contare su amici extra moenia grazie ai quali conseguire succulente prebende da furbetti quali credono di essere". "Signor Sindaco, se Lei tace, Azione Nazionale - è la rassicurazione conclusiva - la voce la alza per gridare che Reggio non è terra di conquista ed i reggini non sono carne da macello dei Suoi "amici di fuori".

 

Bufera Quattrone. "La misura è colma e Falcomatà continua a tacere"

"Al netto delle bugie raccontate da certa sinistra in merito alla perdita di ben 84 milioni di euro destinati al Piano della mobilità che le amministrazioni di centro-sinistra hanno prima tentato di scippare, nel 2009, alla nostra città e poi, per incapacità gestionale nel 2014 e 2015, fatto perdere definitivamente e su cui i documenti, gli atti, l’excursus politico-amministrativo parlano chiaro, è necessario - rimarcano Azione Nazionale, Reggio Futura, Destra per Reggio e Alleanza Calabrese - fare alcune puntualizzazioni. Gli atti sono peraltro pubblici e a disposizione di chiunque, anche dei distratti Quattrone e Castorina, ai quali evidentemente il loro sponsor politico, già assessore regionale ai tempi in cui il misfatto stava maturando, omette di raccontare la verità. Come nella migliore tradizione dell’agorà, siamo sempre disponibili al confronto pubblico dove esibire tutta la documentazione. Veniamo alla questione sollevata. Riproponiamo alcune domande, rispetto a cui chi riveste ruoli istituzionali, invece di cianciare scomposte argomentazioni, non dovrebbe sottrarsi ma viceversa dovrebbe sentire l’obbligo e il dovere di fornire chiarimenti alla città. Nell’ordine.

1. E’ vero che la UIRNET è stata individuata tra le 6 milioni di imprese che operano in Italia senza alcuna procedura di evidenza pubblica e senza alcuna comparazione?

2. Chi ha presentato le credenziali di tale società all’Amministrazione Comunale, atteso che non vi è traccia di alcuna attività in tal senso?

3. E’ plausibile che per rapporti di tale natura il tutto si definisca e si concluda con scambi di corrispondenza in appena quattro giorni (dal 24 al 27 novembre 2015)? E’ verosimile la circostanza che si possa immaginare che sia stata l’Assessore Quattrone a perorare la causa della URINET proprio in virtù della sua diretta conoscenza di tale realtà imprenditoriale avendo avuto rapporti di lavoro sia con la società madre sia con uno dei soci (la VITROCISET)?

4. E’ amministrativamente corretto togliere soldi da quelli destinati alla realizzazione del parcheggio del Palazzo di Giustizia per usarli per la consulenza alla UIRNET?

5. E’ vero o no che l’Assessore Quattrone, dunque, ha avuto rapporti di lavoro sia con la UIRNET che con la VITROCISET?

6. Per come si sono realmente svolti i fatti, si ritiene ancora compatibile l’Ingegner Quattrone con il ruolo di Assessore?

La misura è colma. Non è consentito, peraltro, che l’Assessore di una Giunta che ha fatto della trasparenza e legalità la propria bandiera, possa beffardamente liquidare gli interrogativi che si pone il cittadino comune alla stregua di barzellette". "Il Sindaco - incalzano gli estensori della nota - deve con immediatezza, senza perseverare nel suo assordante silenzio, assumere esclusivamente due provvedimenti: revocare in autotela la delibera incriminata e sollevare l’Ingegner Quattrone dalla sua Giunta, restituendola alla sua pregevole residenza romana".

 

Caso Quattrone. L'assessore si presenti in Aula e spieghi: carte in mano

No, non è il modo migliore per difendere il proprio operato, non è la via d'uscita più onorevole per lasciarsi alle spalle i sentiero stretto in cui è stata cacciata dai rilievi circostanziati mossi da Azione Nazionale e, in un secondo momento, dai consiglieri comunali della minoranza di Palazzo San Giorgio, prima del secondo affondo, quello odierno, della stessa AN. L'assessore Agata Quattrone, a cui il sindaco Giuseppe Falcomatà ha assegnato le deleghe alla Pianificazione dello sviluppo urbano sostenibile, a Mobilità e Trasporti ed alla Smart City (?), dopo un primo anno in cui il suo nome era sulla bocca dei tanti che, anche sussurrandolo, lamentavano la sua assenza da Reggio sostenendo, a buon motivo, l'impossibilità di gestire da Roma un incarico del genere, è finita all'improvviso nel vortice delle polemiche per una consulenza che merita più di una parola di chiarezza e non una semplice, offensiva, scrollata di spalle. Alzare il sopracciglio immaginando di liquidare la questione tacciandola di "polverone sollevato dalla destra  per coprire le malefatte che essa ha compiuto quando essa governava la città" non le fa onore né entra nel merito della vicenda. Il che, ad essere sinceri, desta più di un sospetto. Perché alzare una generica ed inconsistente cortina fumogena senza illustrare, tecnicamente e nel dettaglio, le proprie ragioni, è il certificato della debolezza di una tesi. Proprio in virtù dell'obbligo di mantenere un approccio "laico" rispetto alle cose della politica, non ha senso in questa sede prendere una posizione preconcetta, sposando una tesi, ma un amministratore pubblico ha il dovere, etico e morale, prima ancora che politico, di rendere conto, con dovizia di particolari e nell'aula solenne del Consiglio Comunale, di ogni singolo atto compiuto nell'esercizio delle sue funzioni. A maggior ragione se al centro dell'attenzione è finita una consulenza che vale poco meno di 200 mila euro, una enormità in un'epoca in cui la città è stremata da una disoccupazione galoppante e da un pessimismo disincantato cresciuto nel buio dell'attuale disperazione. Sarebbe offensivo rimanere ancorati ad un comunicato, poco efficace nella forma e con una sostanza da "pasdaran" che non corrisponde, a quanto pare, al suo profilo umano e professionale. Coloro i quali hanno denunciato il caso, nel frattempo, si sono preoccupati di annunciare il coinvolgimento diretto dell'Autorità Anticorruzione. Chiunque, anche chi come l'assessore Quattrone è ancora alle prime armi con la scivolosa materia della politica, sa che già solo questa mossa sarà in grado di tenerla sulla graticola per un periodo di tempo sufficientemente lungo per creare problemi. Altrettanto evidente è che il Primo Cittadino dovrà, per forza di cose, dire una parola cacciandosi dall'angolo nascosto in cui in questi giorni si è infilato dalle accuse mosse dalle forza dell'opposizione. Sarà costretto a farlo perché il ritiro delle delibere in oggetto è una delle richieste avanzate dalla minoranza. Tacere non è più possibile e farlo nella sede deputata, l'aula del Consiglio Comunale, è un obbligo di fronte all'opinione pubblica, prima ancora che davanti alle rimostranze degli avversari. Nella vita, privata come in quella pubblica, quando si è corazzati con lo scudo della propria buona coscienza, quando è forte la convinzione di essere dalla parte giusta della storia, le procedure formali non prevedono nulla di meglio rispetto ad un chiarimento ufficiale nel cuore di un'assemblea rappresentativa, di qualsiasi livello essa sia. L'ipotesi che, addirittura, possa essere stato taroccato il curriculum per celare un rapporto in essere con un'azienda beneficiaria di denaro pubblico erogato tramite un provvedimento che si provvede personalmente a stendere non meriterebbe commenti ulteriori in quanto sarebbero superati dall'unico passo possibile: le dimissioni immediate, irrevocabili ed accompagnate da scuse. E allora, di fronte alle accuse, gravissime, pronunciate in queste ore e in questi giorni e tali da aver fatto scoppiare, giustamente, un pandemonio mediatico, perché non sfruttare questa circostanza per inaugurare il question time, tanto pomposamente, quanto avventatamente voluto da Demetrio Martino, presidente della Commissione Statuto e Regolamenti? A proposito di sedicente trasparenza e presunti palazzi di vetro...

Reggio Urbanista 2.0: emessa circolare comunale che chiarisce alcuni aspetti del Piano Casa

Prosegue il processo di avvicinamento tra il settore Urbanistica e i cittadini. L’Amministrazione Falcomatà rende noto che, nei giorni scorsi, è stata pubblicata sul portale dell’Ente (www.reggiocal.it) e trasmessa agli ordini professionali una direttiva finalizzata ad omogeneizzare le istruttorie dei procedimenti edilizi che riguardano il Piano Casa. La direttiva dirigenziale emanata dall’architetto Manuel Pulella fornisce indicazioni sia ai tecnici istruttori comunali sia ai liberi professionisti in merito ad alcuni aspetti per i quali sono state avanzate più volte richieste di chiarimenti. Al riguardo soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Pianificazione dello Sviluppo Urbano Sostenibile Agata Quattrone: “lodevole – ha affermato - il lavoro del neo dirigente con cui fin da subito si è lavorato per rendere più efficiente il settore Urbanistica. Con questo nuovo provvedimento si fa chiarezza riguardo ad alcuni aspetti che in passato potevano essere soggetti a diverse interpretazioni e comportare ritardi nella evasione delle pratiche. Standardizzare le procedure, semplificarle e comunicare correttamente ai cittadini e professionisti l’iter di qualsivoglia adempimento – ha concluso - è la strada che questa Amministrazione intende perseguire per ridurre errori e ritardi e aumentare il livello di trasparenza”.

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