'Ndrangheta, sequestro beni da 1,2 milioni di euro

Su richiesta di Nunzio Antonio Ferla, capo della Direzione investigativa antimafia, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di beni riconducibili al 39enne Santo Gambello, considerato organico al clan della 'ndrangheta Labate ed attualmente soggetto al regime della sorveglianza speciale. Il valore patrimoniale del provvedimento eseguito stamane è pari alla cifra di un milione e 200 mila euro. Coinvolto nell'inchiesta "Gebbione, fu tratto in arresto insieme ad altri 37 soggetti nel luglio di otto anni fa. Una vicenda giudiziaria per la quale, riconosciuto colpevole di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, gli sono stati comminati in Appello 6 anni e 4 mesi di carcere. L'elenco dei beni oggetto della misura preventiva eseguita stamane comprende tre seminterrati, ampi complessivamente quasi 1000 metri quadri, utilizzati come deposito e garage

'Ndrangheta, sequestrati ad imprenditore beni per 80 milioni di euro

Personale della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha sequestrato un vasto patrimonio la cui titolarità, sulla scorta di quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, sarebbe riconducibile ad Antonino Castagna, imprenditore di Vibo Valentia considerato vicino ai Mancuso, potente clan della 'ndrangheta di Limbadi. L'importo complessivo dei beni oggetto del provvedimento, disposto dal Tribunale di Vibo Valentia su input del direttore della DIA, è pari a 80 milioni di euro. 

Catturato in Calabria un latitante mafioso condannato per omicidio

E' stato catturato un uomo di 50 anni considerano dagli inquirenti tra i personaggi che rivestono un ruolo apicale nella cosca catanese dei Cappello. Personale della Direzione investigativa antimafia del capoluogo etneo, supportato dai colleghi di Torino e di Catanzaro, lo ha arrestato nelle vicinanze di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza. Paolo Balsamo era in stato di latitanza da giugno e deve scontare una condanna a 30 anni di carcere perché ritenuto responsabile di associazione mafiosa ed omicidio. Dopo essere riuscito ad evitare di finire in manette il mese scorso, è stato scovato mentre era in compagnia di alcune persone calabresi su cui gli inquirenti stanno adesso indagando per capirne il ruolo a 

'Ndrangheta, sequestrato noto ristorante nel cuore di Roma

Personale della Direzione investigativa antimafia ha posto sotto sequestro il ristorante "Il Barroccio", ubicato nel cuore di Roma. Secondo le risultanze investigative, la gestione del noto esercizio commerciale, che si trova nelle vicinanze del Pantheon, in via dei Pastini, sarebbe nelle mani di Salvatore Lania, imprenditore originario di Seminara, in provincia di Reggio Calabria, tratto in arresto poco più di quattro mesi fa. Il reato contestatogli è intestazione fittizia di beni. Analogo provvedimento aveva interessato due ulteriori locali, riconducibili a parere degli inquirenti al medesimo titolare: "il faciolaro" e "La rotonda. Fino al momento sono stati apposti i sigilli ad un patrimonio, riferibile a Lania, il cui valore ammonta complessivamente ad una somma vicina a 11 milioni di euro. 

 

'Ndrangheta, sequestrati ad imprenditore beni per 800 mila euro

Un patrimonio il cui valore complessivo ammonta a 800 mila euro è stato posto sotto sequestra ad un imprenditore 48enne considerato dagli inquirenti organico ai clan della 'ndrangheta di Rosarno Pesce-Bellocco. Destinatario del provvedimento restrittivo Gianluca Favara, che era già recluso n carcere in quanto implicato nell'inchiesta "Ndrangheta Banking", risalente allo scorso anno. Il provvedimento è stato eseguito all'alba di oggi dal personale della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria sulla base di una disposizione del Tribunale della città dello Stretto. L'uomo, al quale sono stati posti sotto sequestro sia beni immobili che mobili, era stato arrestato anche quattro anni addietro. 

    

Sequestrati dalla Dia beni a noto imprenditore calabrese

Il Tribunale ha disposto il sequestro di un patrimonio pari a 700 mila euro all'imprenditore 61enne Vincenzo Oliveri, implicato in diverse indagini per truffa. Le sue attività, concentrate in particolare nel settore oleario, spaziano dal comparto turistico a quello della ristorazione. Ad eseguire il provvedimento giudiziario adottato dalla magistratura di Reggio Calabria è stato il personale della Direzione investigativa antimafia che ha apposto i sigilli  ad un appezzamento di terreno e ad un immobile, entrambi ubicati a Gioia Tauro. Due anni fa Oliveri era stato destinatario di una misura analoga: in quella circostanza a finire nel mirino degli inquirenti erano stati beni del valore complssivo di 325 milioni di euro. 

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