Prestavano soldi a tassi usurai: arrestati due fratelli

I Carabinieri hanno arrestato due fratelli, rispettivamente di 51 e 49 anni, considerati responsabili di estorsione ed usura in concorso. Nei confronti di due loro parenti, invece, è stato disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Sulla scorta di quanto ipotizzato dai Carabinieri di Cassano allo Ionio, i fratelli hanno erogato soldi in prestito applicando un tasso usuraio che arrivava anche al 1000% su base annua. I militari dell'Arma, inoltre, hanno posto sotto sequestro una somma pari 200 mila euro ed una pistola calibro 7,65.  

Minorenne picchiato e minacciato per debito di droga: arrestato 27enne

La Polizia ha tratto in arresto un giovane di 27 anni accusato di estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo quanto accertato dal personale del Commissariato di Lamezia Terme, si sarebbe reso responsabile di aggressione fisica e ripetute minacce ai danni di un minorenne che gli era debitore. I soldi dovuti, una cifra vicina ai mille euro, erano frutto di diverse cessioni di marijuana. La vittima, hanno ricostruito gli inquirenti, si sarebbe limitato a saldare 400 euro. Al ventisettenne catturato dagli uomini in divisa già in passato erano stati addebitati analoghi reati. 

Ragazza calabrese invia foto e video erotici e viene ricattata

Agenti della Squadra Mobile di Catanzaro, con il supporto dei colleghi di Lucca, hanno tratto in arresto con l'accusa di estorsione un fiorentino di 41 anni. Secondo quanto contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari, utilizzando la rete dei social network avrebbe circuito una giovane di Catanzaro facendosi spedire fotografie e riprese erotiche. Entrato in possesso del materiale "a luci rosse", avrebbe ordito il ricatto ai suoi danni minacciandola di rendere pubblici video ed immagini. La ragazza ingannata dal 41enne, sostengono gli investigatori, la prima volta ha sborsato una cifra vicina ai 200 euro, prima di essere ulteriormente vessata con ulteriori sollecitazioni al pagamento di denaro. 

Serra, un arresto per estorsione e truffa

Nei primi del mese di ottobre 2014, a seguito di una denuncia-querela per truffa ed estorsione, presentata da un anziano pensionato residente nel comune di Serra San Bruno, la locale Stazione Carabinieri, guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone, ha avviato un’ attività di indagine che ha visto indagato ed oggi arrestato un quarantanovenne, Michele Gamo, residente a Serra San Bruno, nullafacente e con precedenti di polizia. Le indagini sono state coordinate  e dirette dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia; il GIP del Tribunale ha emesso ordinanza di arresti domiciliari in accoglimento delle fonti di prova presentate. L’anziano, disperato, si era rivolto ai Carabinieri in preda ad una crisi depressiva, trovando conforto, ascolto e fiducia nei militari a cui aveva rappresentato la propria  situazione di estrema indigenza e assoggettamento psicologico ingenerata dall’odierno arrestato. Quest’ultimo, con minacce, promesse, raggiri e insidiose telefonate, lo avrebbe, infatti, indotto a cedere alle sue richieste facendo sprofondare la vittima in uno stato di totale degrado psicofisico e disagio patrimoniale. Le  cessioni di denaro, per decine di migliaia di euro sarebbero già avvenute in passato, in un rodato meccanismo di calcolo e coazione. L’arrestato, infatti, avrebbe fatto credere che la dazione del denaro sarebbe servita a placare gli animi e le intenzioni di rappresaglia di taluni, indispettiti da estirpazioni di piante demaniali operate dalla vittima durante alcune passeggiate nei boschi.  Le attività  dei carabinieri avrebbero accertato sia la continua truffa nei confronti del vegliardo, sia le minacce a lui rivolte che, sovente molto gravi, incutevano uno stato d’ansia tale da determinarne il ricovero del malcapitato presso l’Ospedale di Serra San Bruno, ove era stata diagnosticato un principio di ischemia cerebrale, dovuto proprio al continuo stress psico-fisico. Anche durante la degenza in ospedale sarebbero state recapitate minacce in vario modo. Nelle telefonate minatorie l’indagato sarebbe arrivato persino a simulare la voce di donna, che prometteva all’anziano un rapporto “sentimentale” in cambio di soldi.  Si tratterebbe della fine di un reato odioso, consumato in danno  di un soggetto annoverabile tra le “fasce deboli”, la cui tutela ha avuto sempre speciale attenzione da parte della Magistratura  e dell’Arma dei Carabinieri.

 

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