Reggio C.: "Non si declassi la sede dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata"

“Non si porti a compimento il declassamento della sede di Reggio Calabria dell'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.

Lo sostiene il consigliere regionale di “Calabria in Rete” Flora Sculco, secondo la quale “Verrebbe meno, rendendo periferica la sede reggina, soprattutto in questo frangente delicato per una regione in ginocchio, caratterizzata da acuti squilibri sociali, povertà in aumento  e da un allarmante sfilacciamento del tessuto produttivo, un importante riferimento istituzionale. I segni contano a volte anche più dei fatti, pur sapendo che i fatti che la Calabria attende, per dare risposte alla disoccupazione galoppante e all’assenza di prospettive per i nostri giovani, tardano a venire. Peggio ancora - sottolinea il consigliere regionale – qualora la sede centrale dell’Agenzia venisse spostata a Roma. In tal caso, lo Stato confermerebbe, anche in un settore cruciale che riguarda la legalità e il contrasto al crimine organizzato, che la Calabria continua ad essere terra da cui prendere senza mai dare. Se esistono difficoltà logistiche si rimuovano”.

Conclude Flora Sculco: “E’ pur vero che i collegamenti da e per la Calabria sono disastrosi. Non degni di un Paese civile, visto tra l’altro che, dopo i tagli ai collegamenti ferroviari, si vorrebbe addirittura eliminare i due aeroporti di Reggio e Crotone, fondamentali per qualsivoglia progettualità di sviluppo, ma le sorti di una regione intera dell’Italia non possono lasciare indifferenti Governo e Parlamento. Ogni limite ha una pazienza, direbbe Totò, ma la società calabrese di pazienza ne ha avuta fin troppa, come hanno dimostrato la Coldiretti con l’imponente manifestazione di qualche giorno addietro e come presto faranno Cgil-Cisl-Uil. Si tratta, ora, di evitare che lo Stato sconfini nell’irresponsabilità che da un lato  deluderebbe la Calabria e dall’altro soffierebbe altro vento nelle vele dell’antipolitica e del populismo. Perciò, è auspicabile che martedì il Senato rifletta attentamente prima di assumere decisioni improvvide”.

Sculco (Calabria in rete): "L’aumento degli sbarchi di migranti rischia di far saltare le capacità di accoglienza"

“L’aumento esponenziale degli sbarchi di migranti sulle nostre coste, che sta interessando in particolare la Calabria soprattutto nelle ultime settimane,  rischia di far saltare le capacità di accoglienza delle strutture preposte e di far prevalere nei cittadini la paura e la diffidenza, piuttosto che la consapevolezza di quanto tragica sia la vita per milioni di persone. Da un  lato, assistiamo ad un aumento straordinario degli sbarchi e dall’altro all’ostinazione dell’Europa di non dotarsi di una strategica unitaria. Tutto ciò è preoccupante, perché  può generare un cortocircuito nella funzione di governo del fenomeno. Più volte ho segnalato - commenta il consigliere regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - l’urgenza di monitorare rigorosamente sia gli  sbarchi, che ormai in Calabria sono all’ordine del giorno, che i sistemi di accoglienza, soprattutto perché si garantiscano percorsi di inserimento adeguati  per chi ne ha diritto, ma se i numeri degli arrivi  lievitano in maniera eccezionale  e non si interviene a monte del fenomeno, per arginarlo con provvedimenti efficaci nei Paesi da cui le persone scappano, tutto  diventa più complesso e difficile”.

Ad avviso di Flora Sculco: “E’ apprezzabile che i  leader del G7 a Taormina si siano detti concordi nel realizzare  partnership per aiutare i Paesi a creare nei loro confini le condizioni che risolvano le cause della migrazione, ma è indispensabile agire in fretta. Attendere oltre sarebbe da irresponsabili. Con le migrazioni avremo a che fare per almeno un decennio, viste le condizioni di squilibrio economico e  geopolitico dei Paesi da cui i migranti scappano, ma all’azione di solidarietà dispiegata in Italia e in altre Paesi dell’Occidente che non intendono fare come lo struzzo, occorre affiancare interventi mirati che risollevino le condizioni generali di quelle realtà colpite da gigantesche diseguaglianze sociali e da guerre sanguinose. Per regioni come la Calabria, come di recente ha segnalato il Censis interpellato dall’Associazione ex consiglieri regionali,  i migranti possono essere un volano di sviluppo e costituire un punto di riferimento per    trasformare  i flussi dal Mediterraneo in piattaforme di relazionalità, ma per inverare un auspicio siffatto - conclude la consigliera regionale -  è fondamentale che si agisca sulle varie criticità anzitutto puntando a ridurre le partenze”.  

Flora Sculco sul porto di Gioia Tauro

“Se la politica, in questo Paese, continua a non occuparsi dei problemi dello sviluppo, in particolare del Mezzogiorno e delle sue aree più svantaggiate, e soprattutto della vertenza simbolo di uno sviluppo possibile ma finora negato qual è quella del Porto di Gioia Tauro, rischia di soccombere. E di perdere non solo funzione, ruolo e fiducia, ma persino ‘senso’ e valore”. Lo dice la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Auspico che l’appuntamento che i lavoratori e il sindacato si sono conquistati a Roma per il 19 aprile presso il Ministero delle Infrastrutture abbia come esito risposte e risposte certe. E fatti, da ottenersi, sia per il bacino di carenaggio, il gateway ferroviario e la Zes in tempi rigorosamente monitorati. Non solo un intervento utile a bloccare l’indicibile diktat sui 400 esuberi, ma finalmente l’assunzione di una responsabilità da parte del Governo che finora è mancata”.

Conclude Flora Sculco: “A nessuno serve un incontro interlocutorio o tanto per ascoltare sviolinate sulla rilevanza di un’infrastruttura internazionale a cui un Paese dignitoso avrebbe dovuto, già da molto tempo, dedicare l’attenzione necessaria. La politica ponga fine all’abitudine di intervenire dopo che i guasti sono prodotti, per commentarli o per esprimere solidarietà di maniera. E’ in gioco, a Gioia Tauro segnatamente, non solo l’importante patrimonio democratico di lotte sindacali e non solo il diritto al lavoro che per nessuna ragione può essere calpestato, ma uno dei punti centrali delle politiche meridionaliste e del rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno e del Paese”. 

Sculco: “Bisogna avviare al lavoro i mille tirocinanti negli uffici giudiziari calabresi”

“Sul Mezzogiorno resti alta l’attenzione. Capiamo che la fase politica nazionale è complessa e difficile, ma ci sono impegni assunti per dare risposte ai territori di questa parte del Paese che non consentono alle istituzioni nazionali di distrarsi. La situazione di aree come la Calabria rischia di diventare esplosiva. Aumentano  disoccupazione,  povertà,  emarginazione e diseguaglianze sociali. Fenomeni che, aggiungendosi alla fragilità istituzionale della Calabria e ai ritardi accumulati  nell’utilizzazione della spesa pubblica e nell’erogazione delle risorse concernenti il welfare, accrescono la sfiducia dei cittadini e portano acqua al mulino dell’antipolitica”.

È quanto sostiene  la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, secondo cui “soprattutto in questo delicatissimo frangente della vita politica nazionale, si ha il dovere di essere responsabili. E di dare seguito ad ogni ‘pratica’ che interessa direttamente la vita dei cittadini. In tal senso, auspico che il  Ministero della Giustizia conceda il nulla osta necessario ai mille tirocinanti negli uffici giudiziari per avviarsi al lavoro. Al contrario, se si ritenesse di non doverlo dare, si spieghi perché, visto che le intese tra la Regione e gli uffici giudiziari interessati sono state da ormai da tempo formalizzate”.

Conclude la consigliera regionale: “Occorre dare subito al Paese una legge elettorale per poi andare al voto, ma nel frattempo non si trascurino gli ‘Sos’ lanciati dal Mezzogiorno. Dopo il Masterplan per il rilancio del Sud e i relativi Patti, gli stanziamenti finanziari su più questioni, inclusa l’urgenza di colmare la deficitaria dotazione infrastrutturale, e le previsioni della legge di bilancio, è necessario che si prosegua sulla strada tracciata con tempestività e rigore. Naturalmente, ognuno deve fare la propria parte. A Roma ma anche in Calabria. Qui, più di un episodio, numerosi ritardi e tante defaillance, sia nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse che nell’azione politica quotidiana, suggeriscono un rapido cambio di passo, nuovi ritmi, velocità nelle decisioni, altre impostazioni. E in particolare un coinvolgimento, nell’assunzione delle scelte strategiche, delle istanze più rappresentative della società. La politica deve urgentemente riattivare un dialogo franco e aperto con la società reale, se non vuole definitivamente allontanarsene”.

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Referendum, Sculco: “Ecco i motivi per votare Sì”

"Ho deciso di votare ‘sì’ al referendum sulla riforma costituzionale, promuovendo comitati in tutta la Calabria. La scelta è maturata dopo un’attenta riflessione sul merito della riforma, ma anche sulle innovazioni che essa produrrebbe nella vita istituzionale, politica e sociale del Paese. L’Italia - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - deve poter andare avanti e non rimanere bloccata, ‘conservata’ e trattenuta nell’immobilismo. Io stessa mi sono sempre adoperata per promuovere processi di cambiamento e d’innovazione, sia all’interno del Consiglio regionale che nel corso della mia esperienza politica e sociale. L’adesione alla riforma - spiega Flora Sculco - è coerente con la mia e con la storia del movimento di cui sono espressione. Il profondo cambiamento realizzato a Crotone e in alcuni tra i più importanti centri della sua provincia in occasione delle ultime amministrative, nonché l’impegno a ridare slancio all’area centrale della Calabria, sono la conseguenza di questo sincero desiderio di sostenere ogni iniziativa finalizzata a incidere nello scenario regionale. Ora bisogna compiere un deciso passo avanti”. Sottolinea Flora Sculco: “Un successo del ‘sì’ in Calabria sarebbe estremamente importante. Significherebbe che i calabresi, consapevoli della posta in gioco, intendono essere un’importante risorsa per la trasformazione del Paese. Non ci sottraiamo dalla battaglia referendaria e politica, anzi intendiamo parteciparvi con entusiasmo. Siamo certi che il successo del ‘sì’ al referendum abbia un valore che va oltre gli specifici aspetti su cui la riforma è incentrata. Si tratta di cambiamenti che produrranno sostanziali modifiche anche nella vita politica e nella stessa geografia dei partiti e nel loro funzionamento. A seguito del referendum - aggiunge la consigliera regionale - avremo un’Italia in grado di realizzare un’architettura istituzionale e politica più adatta ad assicurare stabilità di governo e un più moderno funzionamento della politica e dei partiti. Naturalmente, il nostro impegno per il ‘SI - per cambiare l’Italia’ va visto come un impegno proteso a cambiare anche la Calabria. La Calabria, più di ogni altra realtà, ha bisogno di cambiamenti e di decisivi e urgenti processi di modernizzazione in grado di favorire crescita e sviluppo. Per questo il nostro ‘sì’ al referendum vuole distinguersi e proporsi come sollecitazione a cambiare una realtà che da tempo non produce nulla di positivo per i calabresi”. Conclude la consigliera regionale: “Il nostro ‘sì’ al referendum interpreta il  desiderio dei calabresi di innovare la funzione politico - istituzionale e di governo della nostra regione. Dunque, ‘SI - per cambiare l’Italia’; ‘sì’ per cambiare la Calabria. Questo significa che, a distanza di due anni di governo del centrosinistra alla Regione, va fatta un’approfondita e rigorosa  verifica dell’esperienza e dei risultati realizzati ed ottenuti. Tutto ciò, per individuare i punti di debolezza e di difficoltà, e per capire, nello stesso tempo, a quali condizioni si potrà andare avanti, cambiando decisamente rotta, ritmo, metodo ed obiettivi. Dopo il referendum niente potrà più essere come prima, in Italia come in Calabria”.

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Sbarchi migranti in Calabria, Sculco: “Stop caos, servono provvedimenti urgenti”

“L’emergenza migranti sulle nostre coste sta mettendo a dura prova la capacità di fronteggiare gli sbarchi e diventa sempre più drammatica, se si pensa ai migranti morti da seppellire senza un nome. Gli ultimi sbarchi a Reggio, Vibo e ieri a Crotone, danno la somma, in soli due giorni, di circa duemila persone in fuga con donne incinte e centinaia di minori non accompagnati. Tutto ciò - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - ci deve indurre, prima che la situazione sfugga di mano, a farci sentire a Roma e in Europa con la necessaria determinazione. Il Consiglio regionale a giugno del 2015, su  mia proposta - aggiunge Sculco - ha approvato  all’unanimità un ordine del giorno in cui, pur ribadendo ‘il dovere di organizzare l'accoglienza’, ha sollecitato lo Stato e l’Europa ad occuparsi delle migrazioni dall'Africa e dal Medio Oriente. Al Governo chiedevamo di predisporre strumenti organizzativi e risorse adeguate a supporto ed a sostegno della gestione del fenomeno che oggi pesa fortemente sul sistema delle autonomie locali, specie per quanto concerne i minori.  In quel documento - aggiunge la consigliera regionale - il Consiglio regionale, per dimostrare di non voler accollare ad altri l’emergenza migranti, chiedeva sia l'applicazione della legge regionale del 2009, finanziandola adeguatamente, sull’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, ma anche che la Regione si dotasse di una programmazione complessiva e inclusiva sia dei bisogni del momento che di un diverso approccio con i paesi da cui i migranti scappano anche per irrobustire le relazioni con l'altra sponda del Mediterraneo. Dopo tanto tempo, però, pur apprezzando la posizione ferma del premier Renzi in Europa, non abbiamo risposte confortanti”. Aggiunge Flora Sculco: “Ritengo sia giunto il momento che la Calabria sostenga sì il Governo nella battaglia che sta conducendo per far cambiare passo all’Europa sempre più sorda e indifferente, ma spinga, nel contempo, perché a livello nazionale sia costituito un organismo unitario che consenta, come ha  proposto Milena Gabanelli, alla mano pubblica di riprendersi l’organizzazione, il controllo e la gestione dell’intera filiera, utilizzando cooperative e associazioni per svolgere solo funzioni di supporto. L’onere che le nostre città si stanno accollando – conclude Flora Sculco - è estremamente gravoso e richiede rimedi, attenzioni e provvedimenti ad hoc che non possono più essere rinviati. Provvedimenti urgenti, sia per fronteggiare ‘la crisi umanitaria più grave dal dopoguerra’ che per evitare il caos. E nel caos, come sappiamo, non c’è trasparenza sugli affidamenti, i finanziamenti e il rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto, a parte i rischi rappresentati dal caporalato e dalle mafie”. 

Sistema aeroportuale calabrese, Sculco: “Senza trasparenza non si concretizzano i piani industriali”

“Chiediamo, sul sistema aeroportuale calabrese, sulle sue  criticità e sulle sue enormi potenzialità, un impegno forte, diretto e trasparente del Governo e la piena concertazione, sulle scelte da farsi, con le istanze più rappresentative dei territori interessati, a partire dai comuni, dalle forze imprenditoriali e dai sindacati”. È quanto sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “La trasparenza è ciò di cui si sente al momento la mancanza, e che, invece, riteniamo essere indispensabile, per addivenire alla concretizzazione di piani industriali concreti, formulati con cognizione di causa e atti a garantire sia la spesa fin qui erogata, con grandi sacrifici, dalle realtà in cui insistono gli scali che quella futura. La premessa indiscutibile, in ogni caso, è che  i calabresi hanno diritto ad avere un dignitoso sistema aeroportuale e che senza un organico, efficiente e ben strutturato  sistema aeroportuale, la Calabria non uscirà dalla preoccupante crisi economica e sociale di questi tempi difficili”. Sottolinea Flora Sculco: “Non è certo con gli slogan sulla gestione unica dei tre scali che si può fare affidamento, posto che nessuno è pregiudizialmente contrario ad una soluzione siffatta, qualora fosse frutto di piena condivisione e fornisse le necessarie  certezze che al momento neppure s’intravedono. Ciò che occorre è ascoltare le istanze dei singoli territori, valutare ‘sine ira et studio’, la progettualità proposta e rispettarne l’autonomia istituzionale e delle scelte. Le scorciatoie, specie su questo versante dei problemi, magari dettate dal desiderio di sovrapporsi ai soggetti direttamente coinvolti, sarebbero oltre modo inopportune e pericolose”.

“Situazione migranti esplosiva in Calabria, serve soluzione d’ampio respiro internazionale”

“L’Europa dia segni di resipiscenza sulla questione migranti. Mentre negli Stati prevale l’attenzione alle vicende interne, la situazione, specie nel Mezzogiorno italiano, rischia di esplodere”. È quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco. “Venerdì scorso - aggiunge - Crotone ha dato sepoltura ad otto persone giunte sulle nostre coste già morte. Persone di cui non si conosce neppure la provenienza, giovani, e private di tutto: una tragedia che dà il segno della gravissima emergenza umanitaria che ogni istituzione nazionale e sovranazionale dovrebbe fronteggiare con responsabilità. È encomiabile l’opera di tutti coloro che sono chiamati a favorire l’accoglienza, ma lasciare sole l’Italia ed in particolare regioni come Calabria e Sicilia, su cui si scarica l’onere del primo impatto, sembra  una dichiarazione di resa  che amplifica il disagio dei cittadini e la sfiducia verso l’Europa”. Finisce Sculco: “Occorre una soluzione d’ampio respiro internazionale, che punti anche a recuperare le relazioni con l’intera area euro-mediterranea, e che non sia  contingente né transitoria, se non si vuole che l’immensa questione  dell’immigrazione, che denuncia un’impotenza clamorosa  dell’Occidente, squilibri  le già fragile condizioni sociali dei nostri territori e soffi vento nelle vele delle forze euroscettiche, populistiche e reazionarie”.

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