Carenze igienico sanitarie all'ospedale Annunziata di Cosenza, sequestrate 7 sale operatorie

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, i carabinieri della Compagnia di Cosenza unitamente ai militari del NAS stanno procedendo al sequestro preventivo, con facoltà d’uso condizionata, di sette sale operatorie dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza

Ad essere oggetto delle attenzioni degli uomini dell'Arma sono le sale operatorie dei reparti di chirurgia generale e ortopedia, dove è presente anche una sala di day surgery per oculistica.

Il provvedimento, disposto dal sostituto procuratore Donatella Donato, sotto la supervisione del procuratore capo Mario Spagnuolo e del procuratore Aggiunto Marisa Manzini, scaturisce dagli accertamenti svolti dagli uomini della Benemerita che hanno eseguito approfondite ispezioni anche con l’ausilio del personale dello Servizio prevenzione igiene e sicurezza smbienti di lavoro (SPISAL) di Catanzaro.

I risultati dei controlli hanno evidenziato una serie di carenze sotto il profilo igienico-sanitario con particolare riferimento a rischi di contaminazione derivanti dalla promiscuità nel ciclo sporco-pulito, dalla presenza di locali adibiti a stoccaggio di rifiuti speciali in aree non previste, nonché dal mancato rispetto dei parametri microclimatici e microbiologici previsti con la pressurizzazione delle sale operatorie. Sono state, inoltre, contestate violazioni in tema di sicurezza dell’ambiente di lavoro.

Infine, nel provvedimento di sequestro sono state indicate una serie di prescrizioni a cui è subordinata la facoltà d’uso, in caso contrario l’utilizzo delle sale operatorie è da ritenersi interdetto.

Sequestrato allevamento di suini nelle Preserre

I Carabinieri hanno sequestrato un allevamento di suini nelle Preserre del Vibonese. I militari dell'Arma della Stazione di Arena e del Nucleo antisofisticazioni di Catanzaro hanno verificato che gli esemplari non erano stati registrati all'anagrafe veterinaria. Nei confronti del titolare è scattata una sanzione. 

Sette persone arrestate per traffico illecito di farmaci

Ricettazione di farmaci: era questa l'attività criminale messa in atto, secondo le ipotesi formulate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, da un'organizzazione  che è stata smantellata alle prime luci dell'alba nel contesto di un blitz  sfociato nell'esecuzione di sette arresti da parte dei Carabinieri della locale Compagnia, affiancati dai colleghi de Nucleo antisofisticazione di Catanzaro. I presunti responsabili degli illeciti agivano in tutta Italia diramando i loro interessi illeciti dalla Campania, dal Lazio, dalla Puglia, dalla Sicilia.  

Olio d'oliva venduto come extravergine, 7 aziende indagate da Guariniello

Frode in commercio, questa l’accusa con la quale il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, ha iscritto nel registro degli indagati i rappresentanti di sette aziende italiane che producono e distribuiscono olio d’oliva. Dall’inchiesta, condotta dai Nas della città della Mole, è emerso che Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia avrebbero etichettato e commercializzato come extravergine semplice olio d’oliva. A dare l’avvio all’indagine era stato, nel maggio scorso, un articolo pubblicato da un giornale specializzato nel quale  venivano riportati i risultati delle analisi fatte effettuare su 20 bottiglie d’olio riconducibili a diversi marchi. Dal test condotto, a Roma, presso il laboratorio chimico dell'Agenzia delle Dogane era emerso che in nove casi il contenuto non corrispondeva a quanto riportato dall’etichetta.

 

Violazioni sanitarie e penali: sequestrato capannone che ospitava migranti nel Vibonese

Una struttura che ospita migranti minorenni giunti in Italia senza l'accompagnamento di adulti è stata posta sotto sequestro dalla Polizia giudiziaria e dai Carabinieri del Nucleo antisofisticazioni, su disposizione della Procura della Repubblica. Il fabbricato, ampio 900 metri quadri si trova nell'area industriale di Maierato, in provincia di Vibo Valentia. Era stato messo a disposizione di un’associazione. Numerose violazioni di natura sanitaria, amministrativa e di carattere penale sono state riscontrate dagli investigatori. Il capannone non era a norma nemmeno per quel che riguarda le norme antincendio. Quasi un mese addietro avevano fatto ingresso nel sito, che comprende anche un edificio,  trentuno giovanissimi cittadini sbarcati a Vibo Valentia. Si è già provveduto al loro trasferimento. L'arredamento delle stanze era spartano. 

Sequestrato supermercato in pessime condizioni igieniche

Un supermercato che vende prodotti etnici è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri. Ad eseguire il provvedimento sono stati i militari dell'Arma di Crotone e del Nucleo antisofisticazioni di Cosenza che hanno anche denunciato la titolare dell'esercizio commerciale, originaria della Nigeria. All'interno del negozio, ubicato nel cuore del capoluogo pitagorico. gli uomini in divisa hanno accertato numerose violazioni di carattere igienico-sanitario. e trovati spezie e prodotti alimentari chiusi artigianalmente. Uno spazio estremamente ridotto era, invece, riservato, al bagno. Dentro un deposito, infine, hanno rinvenuto un numero enorme di scatolette di carne e pesce che aveva congelato in assenza di qualsiasi tutela. 

Escrementi di topo ed insetti sul cibo: chiusa azienda alimentare

Sono stati sottoposti a sequestro 3.400 chilogrammi di prodotti alimentari su cui i Carabinieri del Nucleo antisofisticazioni hanno rinvenuto escrementi di topo ed insetti. L'azienda, ubicata nella zona industriale di Lamezia Terme, è stata chiusa a causa delle accertate violazioni in materia igienico-sanitaria riscontrate anche dagli addetti dell'Azienda sanitaria provinciale. Si tratta di una ditta attiva nella produzione di rosticceria congelata da distribuire in rosticcerie e supermercati. 

Alaco: Nuovi avvisi di garanzia e perquisizioni negli uffici regionali

L’Alaco non è mai stato classificato. Anziché procedere alla classificazione delle acque del bacino che rifornisce le case di migliaia di calabresi, sarebbero state analizzate le acque di due delle numerose fiumare tributarie dell’Alaco. Solo in tal modo, sarebbe stata attribuita la classificazione A3, ovvero “acque potabili previo trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione”. E’ quanto emerge dal nuovo filone d’inchiesta denominato “Acqua sporca 2” nell'ambito del quale i carabinieri hanno notificato dieci avvisi di garanzia a funzionari regionali ed imprenditori. La nuova inchiesta segue la prima tranche, “Acqua sporca”, che aveva portato al coinvolgimento di 16 persone tra funzionari, amministratori pubblici e dirigenti Sorical. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Vibo Valentia, Michele Sirgiovanni, ha preso l’abbrivio dalla ripetuta non idoneità al consumo umano dell’acqua fornita dall’invaso Alaco. Gli avvisi di garanzia, distribuiti in diverse città (Vibo Valentia, Reggio C., Bologna, Ragusa e Roma), sono stai emessi per reati che vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, avvelenamento colposo delle acque, abuso d’ufficio, omissione d’ufficio e falso. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, i carabinieri del Nas avrebbero acquisito una gran mole di documenti nei dipartimenti regionali Ambiente, Obiettivi strategici, Lavori pubblici, oltre che in due società private con uffici a Roma e Vibo Valentia. Tra le contestazioni anche l’aver dirottato, mediante una gara d’appalto, fondi pubblici destinati all’Arpacal a beneficio di una società privata. In tal caso, dall’esame della relativa documentazione sarebbe emerso che la copertura finanziaria sarebbe stata trovata, solo, nella fase successiva all’aggiudicazione.

  • Published in Cronaca
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