Grecia, D’ Ascola: “Revisione delle strategie europee per la salvaguardia economica”

“Il risultato del referendum in Grecia indica il prevalere dei sentimenti nazionali dei cittadini, nei confronti dell’Unione Europea che con una politica di austerità ed a trazione tedesca, ha contribuito a dividere e non ad unificare gli Stati membri”.  A dichiararlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare. “Le pressioni a livello internazionale su un Paese già duramente provato dalla crisi economica, non potevano che portare a questo risultato. Questa politica creerà nuove crepe nella coalizione internazionale, i cui effetti non sono possono essere prevedibili. Un contesto in cui l’ Europa è fortemente indebolita, perché insieme alla Grecia molti altri Paesi potrebbero scegliere la via dell’allentamento delle politiche di austerità. La Grecia – sostiene D’Ascola - deve svolgere il suo ruolo di debitore, facendo fronte agli impegni che sono stati sottoscritti e che hanno consentito al Paese di superare la fase più dura e difficile di congiuntura economica. Un quadro dinanzi al quale la Commissione Europea deve cercare di trovare nuove soluzioni, facendo leva sulla necessità di rispondere alle esigenze dei singoli Stati, ma anche difendere la missione che la stessa si era inizialmente data. Il risultato del voto in Grecia – prosegue D’Ascola - richiama ad una revisione delle strategie europee per la salvaguardia economica dei paesi, unendo al rigore il rispetto per ogni Stato membro. L’estrema severità delle politiche di austerità imposte dalla Germania,  se da un lato ha consentito il superamento di una crisi finanziaria senza precedenti, dall’altra ha risvegliato sentimenti nazionalistici i cui prodromi sono visibili anche in Italia. Con amarezza mi sento di concludere che non è questa l’Europa che ci aveva fatto sognare”.

Scioglimento Comuni per 'ndrangheta, D'Ascola: "Lo Stato affianchi il sindaco"

Si è svolta a Marina di Gioiosa Jonica, la  tavola rotonda dal titolo “Scioglimento dei Comuni per sospette infiltrazioni mafiose.. a che punto siamo?”. Tra i relatori, era presente Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare e componente Commissione giustizia al Senato. "Dobbiamo interessarci sia della fase condizionante che delle conseguenze – ha dichiarato il senatore – la legge è scritta con estrema chiarezza e ci sono delle fattispecie condizionanti. La prima è costituita dalla presenza di collegamenti diretti o indiretti con le organizzazioni mafiose. La seconda si caratterizza sul versante dei diritti essenziali dei cittadini. Se c’è un condizionamento che impedisce all'ente territoriale di manifestare la propria volontà, questo  offende i diritti dei cittadini. La terza fattispecie riguarda la sicurezza pubblica.  Secondo la tradizione i beni giuridici di massima rilevanza, non  si possono tutelare quando sono offesi. L’ essenzialità di tali beni comporta il ricorso alla categoria del pericolo nell’ambito della pubblica sicurezza, conformemente ai principi costituzionali". "Le norme di  cui stiamo discutendo – ha evidenziato D’Ascola -  riguardano un fatto, poiché puniscono l' infiltrazione criminale nell'amministrazione che non ha più, dunque,  il  diritto di manifestare la propria volontà, senza condizionamenti". Il sindaco – ha concluso il senatore - deve creare sistemi di neutralizzazione, ma lo Stato lo deve affiancare, per garantire che l' amministrazione del Comune sia funzionale agli interessi dei cittadini e agli interessi economici dei contesti territoriali. Gli amministratori non devono essere custodi. La funzione del custode è di evitare il rischio di riammissione del bene nel circuito criminale. Stiamo discutendo un testo al Senato, in cui compare una nuova figura di amministratore. Certamente il funzionario prefettizio, non può  gestire l'ente come un amministratore". All’incontro, hanno partecipato tra gli altri, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo, Giorgio Imperitura, presidente Assemblea Assocomuni Locride, Pietro Fuda, sindaco di Siderno, Giovanni Piccolo, presidente Assocomuni città della piana, Roberto Vizzari, presidente Assocomuni dello stretto, Mauro Ottobre, deputato. Le conclusioni sono state affidate al viceministro all’interno Filippo Bubbico. 

Sabato tavola rotonda sullo scioglimento dei Comuni per sospette infiltrazioni

l senatore Nico D’Ascola interverrà alla tavola rotonda dal titolo “Scioglimento dei Comuni per sospette infiltrazioni mafiose.. a che punto siamo?”. I relatori discuteranno sul tema “Le norme, l’evoluzione della giurisprudenza e lo stato attuale. Ipotesi di interventi correttivi”. Ai lavori che saranno presieduti da Antonio Vincenzo Lombardo, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, interverranno Domenico Vestito, sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Giorgio Imperitura, presidente Assemblea Assocomuni Locride, Giuseppe Strangio, presidente comitato Assocomuni Locride, Pietro Fuda, sindaco di Siderno, Giovanni Piccolo, presidente Assocomuni città della Piana, Roberto Vizzari, presidente Assocomuni dello stretto, Serena Callipari, presidente Anga Locri, Mauro Ottobre, deputato. Seguiranno gli approfondimenti di Arturo Bianco, Ciom Idea – già consulente Commissione Antimafia, Ernesto Magorno, Commissione Antimafia, Antonio Le Donne, segretario generale comune di Messina, senatore Nico D’Ascola, componente Commissione giustizia Senato, Elio Costa, sindaco di Vibo Valentia. Le conclusioni saranno affidate al viceministro dell’interno Filippo Bubbico. I lavori saranno moderati da Michele Albanese, giornalista del Quotidiano della Calabria. La tavola rotonda si terrà sabato 27 giugno, presso la sala conferenze Palazzo Municipale, via F.lli Rosselli, Marina di Gioiosa Ionica, con inizio alle ore 10. L’evento è accredito presso l’Ordine degli avvocati di Locri.

D'Ascola: "Anas ha deliberato procedura per lavori sul tratto Campo Calabro–Reggio Calabria”.

"Esprimo le mie congratulazioni per la decisione assunta dal Cda dell’Anas, composto tra gli altri dalla professoressa Francesca Moraci”. Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare.” Il Cda, infatti, ha deliberato la procedura per i lavori di ammodernamento e manutenzione del tratto autostradale Campo Calabro – Reggio Calabria. Il percorso era rimasto fuori dai lavori generali di ammodernamento dell’A3 e sarà completato con l’intera gestione da parte dall’esecutivo dell’Anas. Si tratta di un segnale di attenzione nei confronti della città, per la realizzazione di un raccordo essenziale per la circolazione urbana e di collegamento tra Reggio Calabria e Villa San Giovanni".

D'Ascola: "Certezza della pena appartiene a diritto penale del passato"

"Più il sistema si sbilancia nella direzione di prevedere fatti illeciti qualificati nelle forme del reato,puniti con la pena detentiva, più il problema dell'affollamento carcerario è destinato a non risolversi". Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare, intervenuto al convegno sulle carceri nell’aula magna della facoltà di Architettura di Reggio Calabria. “Reato e pena non costituiscono più un collegamento assolutamente indissolubile. La certezza della pena appartiene ad un diritto penale del passato, non certo ad un diritto penale del presente. Sarebbe il caso ovviamente di prenderne atto allorquando ci ricordiamo di principi fondamentali che non trovano più un corrispettivo nelle attuali esigenze di un diritto penale che ormai, perlomeno da quarant’anni, si è trasformato in questa direzione. Tra l’altro – prosegue D’Ascola - non dobbiamo dimenticare una circostanza estremamente importante, che è dimostrativa di una sorta di cortocircuito nel quale versa questa difficile e complessa disciplina. Il punto serio della questione dovrebbe consistere nel comprendere, intanto, che l’affermazione della responsabilità penale andrebbe garantita da un sistema che, rispetto all’ attuale, sia più in grado di selezionare la certa responsabilità del condannato rispetto ai casi di incerta responsabilità che dovrebbero esitare in sentenze dichiarative della non responsabilità dell’imputato. Quindi, la garanzia andrebbe certamente riferita alle fasi dell’accertamento, a pene commisurate effettivamente alla gravità del fatto e che tengano conto del principio della rieducazione”.

 

Carceri, lunedì il convegno a Reggio con Nico D'Ascola

Il senatore Nico D’ Ascola interverrà al convegno “Carceri d’invenzione e spazi del corpo recluso – tra Architettura e Diritto”. All’ incontro parteciperanno Attilio Gorassini, ordinario di diritto penale, che relazionerà (tema “Spazio, corpo e diritto”), Gianfranco Neri, ordinario di composizione architettonica (tema “Carceri d’invenzione di Giovanni Battista Piranesi”), Marco Pellisero, ordinario di diritto penale (tema “Spazi e funzioni della pena”), Annunziata Maria Oteri, ricercatrice di restauro (tema “Una gabbia crudele e sapiente architetture carcerarie tra modelli e crisi”), Nicola Selvaggi, ricercatore di diritto penale (tema “Limitatezza di spazio con eccesso di tempo – la formula del carcere ed il principio di umanità della pena”). Le conclusioni saranno affidate al senatore Nico D’Ascola, ordinario di diritto penale e componente della Commissione giustizia del Senato.  Il convegno si svolgerà lunedì 22 giugno alle ore 11.30, presso l’aula magna della facoltà di Architettura di Reggio Calabria.

D'Ascola: "Eliminando la prescrizione avremmo processi della durata irragionevole"

"Dobbiamo giungere ad un rapporto di giusto equilibrio tra la riduzione del rischio di prescrizione, sino portarlo ai casi marginali, non ipotizzabili nemmeno astrattamente, con la certezza di un processo che sia in qualche modo caratterizzato da una durata ragionevole, insistere sulla eliminazione della prescrizione ci porterà ad avere processi della durata irragionevole". Ad affermarlo è il senatore Nico D' Ascola, responsabile giustizia Area Popolare."E' necessario un maggiore equilibrio. Da un lato bisogna ridurre al minimo il rischio di prescrizione, dall'altro non è possibile rinunciare all'unico istituto che assicura la ragionevole durata del processo che è un principio costituzionale. Dunque, pensare a reati imprescrittibili che però siano di media gravità, penso sia oggettivamente un azzardo".

Ddl reato di tortura: il commento del senatore D'Ascola

"Con il disegno di legge del reato di tortura sono stati introdotti nel codice penale gli articoli 613-bis e 613-ter, che disciplinano rispettivamente il delitto di tortura e la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che istiga altri alla commissione del fatto". Così Nico D'Ascola, intervenuto stamani al programma Rai "La Radio ne parla", sul ddl che ha introdotto il reato di tortura nel codice penale. "Innanzitutto, si è inteso introdurre un reato comune, come testimonia espressamente la possibilità che a commetterlo sia chiunque, senza che il soggetto attivo debba ricoprire una specifica qualifica. Un profilo di una qualche delicatezza concerne il requisito, ai fini dell’integrazione del reato, che siano compiuti più atti di violenza o di minaccia, ovvero plurimi trattamenti disumani o degradanti la dignità umana, oppure omissioni. Tale scelta - ha proseguito D'Ascola - in favore della pluralità di azioni materiali nasce dall’evidente necessità di evitare doppie incriminazioni, giacché ciascuno degli atti compiuti dal soggetto agente implica o può implicare la consumazione di un autonomo reato, quale, ad esempio, il delitto di lesioni personali. Si è convenuto sulla necessità di prevedere non solo che la lesione del bene giuridico tutelato debba compiersi con più atti, ma anche che ad essi seguano acute sofferenze fisiche o psichiche ai danni di una persona privata della libertà personale o affidata alla custodia, autorità, potestà, cura o assistenza del reo. La norma - ha evidenziato il senatore - ha introdotto una specifica causa di esclusione del respingimento, dell’espulsione o dell’estradizione di un individuo verso uno Stato nel quale costui rischi di essere sottoposto a tortura. Si è inteso introdurre un criterio al fine di valutare i fondati motivi necessari per ritenere che la persona rischi di essere sottoposta a tortura. Si è disposto l’obbligo di tener conto dell’esistenza, nello Stato verso cui si realizzano l’espulsione, il respingimento o l’estradizione, di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani. Si è escluso che possa essere riconosciuta l’immunità diplomatica ai cittadini stranieri sottoposti a procedimento penale o condannati per il reato di tortura in altro Paese o da un tribunale internazionale".

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