Pedopornografia, 42enne arrestato in Calabria

Il compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Reggio Calabria, nell’ambito dell’azione di contrasto al fenomeno della pedopornografia online, ha eseguito una perquisizione locale, personale ed informatica a carico di un 42enne residente nella provincia di Reggio Calabria, resosi responsabile del reato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico mediante social network.

La perquisizione e l’immediata attività di analisi forense effettuata da personale specializzato della polizia di Stato ha consentito di rinvenire oltre mille, tra immagini e video con bambini in tenera età abusati da soggetti adulti, il che ha determinato l’arresto in flagranza di reato.

Le successive indagini tecniche svolte sul materiale informatico sequestrato hanno consentito di accertare, allo stato degli atti e fatte salve le successive verifiche giudiziarie, il possesso di un ingente quantitativo di file multimediali di natura pedopornografica, ritraenti minori anche di tenera età, archiviato sia sui propri dispositivi fissi e mobili, sia direttamente sul web, in cloud.

Come in precedenti occasioni, anche in questa vicenda è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto da una segnalazione pervenuta attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online, con enti esteri e associazioni non governative, i cui sviluppi sono coordinati sul territorio nazionale dal Centro nazionale per contrasto alla pedopornografia online, incardinato a Roma presso il servizio Polizia postale e delle comunicazioni.

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Pedopornografia, manette per un 46enne

A pochi giorni di distanza dalla conclusione dell’operazione denominata “Canada 2.0”, che ha visto coinvolti più di cento soggetti in tutta Italia per reati concernenti la pedopornografia, la Polizia Postale della Calabria ha proceduto all’arresto in flagranza di reato di un uomo di 46 anni per ingente detenzione di materiale pedopornografico, a seguito di perquisizione personale, locale e informatica disposta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nel corso della quale gli operatori hanno sequestrato e verificato i dispositivi informatici ed i supporti di memoria in suo possesso.

Il decreto di perquisizione eseguito è stato adottato in seguito alle risultanze investigative raccolte dalla Polizia Postale, a conclusione delle indagini informatiche e tradizionali, che hanno consentito di individuare il soggetto destinatario del provvedimento quale presunto autore dei delitti perpetrati online in danno dei minori.

L'analisi tecnica del contenuto degli strumenti in possesso dell’indagato, condotta nell’immediatezza dagli operatori della Specialità presso gli Uffici del Commissariato di Siderno Marina, nel cui ambito territoriale risiede l’uomo, ha infatti consentito agli investigatori di individuare oltre 1000 files di immagini e video a carattere pornografico ritraenti minori, in molti casi abusati o torturati in tenerissima età.

Accertata la gravità e flagranza della condotta, dunque, la Polizia Postale ha proceduto all’arresto in flagranza del 46enne disoccupato, separato dalla moglie e senza figli, ed alla sua traduzione in carcere.

Come in precedenti occasioni, anche in questa vicenda è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto da una segnalazione pervenuta attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori nella produzione di materiale pornografico, successivamente scambiato e divulgato online, con enti esteri e associazioni non governative, i cui sviluppi sono coordinati sul territorio nazionale dal Centro Nazionale per Contrasto alla Pedopornografia Online, incardinato a Roma presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

 

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Operazione “Canada 2” contro la pedopornografia: tre arresti e oltre cento denunce

Oltre cento perquisizioni sono state eseguite dalla polizia di Stato su tutto il territorio nazionale, nell’ambito di una vasta indagine di contrasto alla pedopornografia online, condotta a carico di svariati soggetti che utilizzavano social network per scambiare materiale, anche in ambito internazionale.

L'attività, iniziata più di un anno fa dalla polizia postale di Reggio Calabria sotto la direzione della Procura della Repubblica distrettuale di Catanzaro, trova origine nelle segnalazioni di carattere internazionale recepite dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni nell’ambito del coordinamento svolto in tale materia.

Il caricamento del materiale illecito riguardavano minori abusati o vittima di violenze, la maggior parte dei quali in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Da qui è stata sviluppata dagli investigatori l’indagine, che ha consentito di dare un’identità agli username utilizzati in rete dai 119 indagati, denunciati e destinatari di altrettanti decreti di perquisizione personale, la cui esecuzione, grazie si è distribuita in 16 diverse regioni e 60 province, con maggiore incidenza in Lombardia, Piemonte e Veneto, aree geografiche nelle quali risiede quasi la metà dei destinatari dei provvedimenti.

In più di 80 casi, durante le perquisizioni informatiche condotte sui dispositivi in uso agli indagati, sono stati rinvenuti gli account utilizzati per le richieste di materiale illecito, consentendo agli operatori di isolare, in prima battuta, la presenza di circa 28 mila immagini e 8 mila video a carattere pedopornografico e di sequestrare più di 230 dispositivi informatici di varia natura (cellulari, tablet, hard disk, pen drive, computer, cloud, account email e profili social associati).

In tre di questi casi, l'ingente quantitativo di media pedopornografici rinvenuti ha fatto scattare l'arresto in flagranza di reato dei responsabili, residenti nelle province di Imperia, Pistoia e Reggio Calabria.

Gli altri soggetti, denunciati a piede libero, abbracciano un’ampia forbice anagrafica, compresa tra i 18 e i 72 anni, circostanza che, unita alla dislocazione in diversi contesti sociali, mette in risalto l’assoluta trasversalità del fenomeno criminale, che ricomprende professionisti studenti, disoccupati, pensionati, impiegati privati e pubblici, compresi militari, un appartenente alle forze di polizia e una guardia particolare giurata.

Come in precedenti occasioni, anche in questo caso è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto dalle segnalazioni pervenute attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online, con enti esteri e associazioni non governative, gestite presso il Servizio centrale dal centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online, realizzando delle vere e proprie partnership fondamentali per un’efficace azione di contrasto agli abusi in danno di minori online.

Altrettanto fondamentale, accanto all’azione di contrasto al turpe fenomeno della pedopornografia, risulta essere l’attività di prevenzione e sensibilizzazione al corretto uso della rete posta in essere quotidianamente dalla polizia postale e delle comunicazioni, specialmente nell’attuale periodo di limitazione del contatto fisico, che aumenta la propensione all’uso delle risorse tecnologiche da parte dei minori, così come della popolazione adulta.

Pedopornografia, 24enne arrestato in Calabria

Reggio Calabria - La polizia di Stato, nell’ambito dell’azione di contrasto al fenomeno della pedopornografia online, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di un giovane del Reggino, accusato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico mediante social network.

Dalle indagini è emerso il possesso, da parte dell’arrestato, di un ingente quantitativo di file multimediali di natura pedopornografica, ritraenti minori anche di tenera età, archiviato sia sui suoi dispositivi fissi e mobili, sia in cloud, sul web.

Come in precedenti occasioni, anche in questa vicenda è stato fondamentale il ruolo d’impulso assunto da una segnalazione pervenuta attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori online, con enti esteri e associazioni non governative, i cui sviluppi sono coordinati sul territorio nazionale dal C.N.C.P.O., Centro nazionale per contrasto alla pedopornografia online, incardinato a Roma presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Tale forma di partnership fornisce un contributo fondamentale per l’efficace azione di contrasto agli abusi online nei confronti di minori e alla diffusione del materiale illecito in rete, stante la natura prettamente transnazionale dei reati commessi in tale contesto da individui e gruppi organizzati.

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Vasta operazione contro la pedopornografia, decine di arresti

Oltre 300 uomini della polizia postale hanno eseguito perquisizioni ed arresti in 53 province e 18 regioni italiane. Si tratta della più imponente operazione degli ultimi anni contro la pedopornografia online.

Dopo due anni di indagini condotte “sotto copertura” sulla rete internet, la polizia postale di Milano e del Cncpo (Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del servizio polizia postale di Roma), coordinata dalla Procura distrettuale del capoluogo lombardo, ha identificato 432 utenti che tramite WhatsApp e Telegram, partecipavano a “canali” e “gruppi” finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici con violenze sessuali su minori.

Gli abusi riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e in alcuni casi, anche neonati.
Dei 159 gruppi individuati dagli investigatori, 16 erano vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Ciascun gruppo era regolato da precise e severe norme di comportamento finalizzate a preservare l’anonimato e quindi, la “sicurezza” del sodalizio criminale, oltre che dei singoli partecipanti. La violazione di tali regole comportava, infatti, l’espulsione da parte degli amministratori. La lunga e capillare attività di indagine ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall’anonimato della rete.

Sono 81 gli italiani identificati dalla polizia postale milanese, due dei quali, un ottico 71enne, con collaborazioni universitarie e un disoccupato veneziano di 20 anni, sono accusati di aver promosso e gestito gruppi pedopornografici, organizzandone l’attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo.

Quella della transnazionalità è una caratteristica che accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti infiltrati. Sono, infatti, ben 351 gli utenti stranieri coinvolti nell’indagine, per ciascuno dei quali sono state raccolte tutte le tracce informatiche utili alla loro identificazione. Tali elementi, condivisi tramite il Servizio polizia postale e delle comunicazioni con le Agenzie di cooperazione internazionale di polizia, hanno consentito di trarli in arresto sia in Europa che nel resto del mondo.

L’attività svolta ha evidenziato come il fenomeno sia trasversale, dal momento che tra gli indagati figurano persone di estrazione sociale ed età molto eterogenee, quali affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici, tra cui un vigile urbano e diversi disoccupati, con età anagrafiche che oscillano tra i 18 e i 71 anni.

Con riferimento, infine, al fattore geografico, le regioni maggiormente interessate risultano essere la Lombardia e la Campania. In tali territori, infatti, risiede il 35 per cento degli indagati.
Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura distrettuale di Milano, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante le perquisizioni sono stati altresì rinvenuti gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e un ingente quantitativo di materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro.

In Calabria nessun arrestato, ma le perquisizioni eseguite hanno interessato anche due indagati della provincia di Cosenza, con sequestro di materiale informatico ritenuto di interesse investigativo.

 Quella di oggi è l’ennesima attività portata a termine dalla polizia postale che, va ricordato, effettua il monitoraggio h24 dell’intera rete internet a salvaguardia dei minori e di tutte le fasce deboli.
 
La prevenzione e il contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori sulla rete vedono in prima linea la polizia postale. Per questo motivo è di fondamentale importanza per tutti gli utenti segnalare eventuali contenuti illeciti rinvenuti sul web, rivolgendosi al Servizio polizia postale e delle comunicazioni sia
mediante il Commissariato online (www.commissariatodips.it), dove sono proposte linee guida e suggerimenti utili a contenere i rischi presenti in rete, sia attraverso le diverse Sezioni e compartimenti di polizia postale presenti su tutto il territorio nazionale.

Pedopornografia, calabrese arrestato a Roma

Continua incessante l’attività di prevenzione e contrasto dei crimini in materia di violenza sessuale su minori ad opera della polizia postale di Roma e del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online C.N.C.P.O. che ha consentito, in due diverse occasioni, di trarre in arresto due uomini per detenzione di ingenti quantità di video e foto ritraenti bambini da 0 a 14 anni.

Nel primo caso, nel corso di una perquisizione, gli investigatori della polizia postale hanno sequestrato oltre 1.700 immagini e circa 400 video pedopornografici.

L’uomo, un romano di 42 anni, aveva accuratamente stampato alcune foto raccapriccianti e le teneva appese in camera da letto come fossero dei quadri.

L’arrestato su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, è stato associato alla casa circondariale di “Rebibbia”.

Nel secondo caso, poliziotti di Roma, Reggio Calabria e Cosenza, a seguito di complesse e meticolose indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno individuato un cosentino di 41 anni, domiciliato a Roma che, utilizzando la rete Internet, deteneva e divulgava immagini ritraenti minorenni tra gli 8 e i 14 anni, nonché video dove venivano ripresi minori anche in tenera età, in rapporti sessuali con adulti

Ingente la quantità di materiale nella disponibilità dell’arrestato, per un totale di oltre 7.500 immagini ed oltre 640 file video di carattere prettamente pedopornografico,

L’uomo è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale “Mammagialla” di Viterbo.

Prostituzione minorile e violenza sessuale su minore, manette per un 42enne

Violenza sessuale su minori, prostituzione minorile, stalking, detenzione di ingente quantità di materiale pornografico prodotto con l’utilizzo di minorenni.

Questi i gravissimi capi di imputazione contestati dal gip presso il tribunale di Reggio Calabria, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica reggina, a carico di un insospettabile operaio della provincia di Reggio Calabria, al termine delle indagini svolte dalla polizia postale e delle comunicazioni su numerosi casi di minori adescati on line attraverso relazioni virtuali avviate sui social network con il fine, concretizzatosi in diversi casi, di successivi incontri reali di natura sessuale.

Gli inquirenti hanno accertato che, dietro l’apparente normalità familiare e lavorativa, si celava la personalità di un adescatore seriale di adolescenti che, approfittando delle opportunità di anonimato che offre il web, non esitava a mentire spudoratamente sulla propria identità, al solo fine di ingannare gli interlocutori, per indurli ad inviare proprie immagini intime e compromettenti e poi minacciarli al fine di concordare incontri reali nel corso dei quali consumare atti sessuali.

L’indagine ha avuto inizio quando una delle vittime, dopo aver subito forti pressioni dall’indagato, ha deciso di denunciare l’accaduto.

I poliziotti hanno, quindi, avviato le indagini, analizzando i flussi telematici relativi ai contatti con le vittime, allo scopo di risalire al soggetto che si celava dietro i numerosi profili facebook falsi ed il reale utilizzatore di alcune utenze telefoniche, attivate per intrattenere i rapporti con i minori adescati.

L’indagine è poi proseguita, attraverso un'attività tecnico-informatica avviata in seguito ad una perquisizione a carico dell’indagato, nel corso della quale gli investigatori hanno sequestrato numerosi supporti informatici, la cui analisi ha permesso di scoprire una complessa mole di conversazioni intrattenute con le numerosissime potenziali vittime.

Particolarmente laboriosa è risultata la valutazione dei contenuti estrapolati dai supporti informatici sequestrati, che incrociati con i dati presenti all’interno dei form di registrazione dei profili aperti sui social network interessati, ha permesso di individuare numerosissime vittime, alcune delle quali hanno confermato gli incontri fisici seguiti all’approccio virtuale ed ottenuti, quasi sempre, con la minaccia di divulgare le immagini compromettenti carpite.

Particolarmente proficua si è poi rivelata la collaborazione fornita al servizio di polizia postale e delle comunicazioni di Roma dal Ncmec “National center for missing and exploited children”, un'organizzazione non governativa statunitense impegnata in attività e scambi informativi a livello internazionale a tutela dei minori, che ha consentito ai poliziotti di acquisire il materiale pedopornografico scambiato dall’indagato con i minori, attraverso facebook.

 

 

 

 

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Marziale:"Tolleranza zero per i pedopornografi con archivi devastanti"

“Tremila file, tra video e foto, a contenuto pedopornografico, nel computer di un uomo, fanno di esso un complice del mercato più turpe e criminale della storia contemporanea, il cui indotto a livello mondiale potrebbe far impallidire il bilancio di una multinazionale, tanto incalcolabile é. Un mercato che vede coinvolti anche bambini in tenera età e che non può passare inosservato all’opinione pubblica, anzi deve accompagnare e fortificare l’azione investigativa e giudiziaria con i sentimenti di uno stigma sociale fortemente sentito dalla comunità”.

È quanto dichiara il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale in merito all’arresto di un commerciante di Reggio Calabria per detenzione di materiale pedopornografico.

“Il tizio - continua il Garante - stando alle informazioni dateci dagli investigatori, deteneva un vero e proprio archivio pedopornografico, indice di un’attrazione morbosa, certamente malata, ma non per questo giustificabile ai fini processuali, laddove certamente si farà di tutto per dimostrare che il soggetto è parafilico, ossia affetto da disturbi della sfera psico-sessuale. Se questo è vero, allora si commini il massimo della pena con l’ingiunzione di curarsi, ma dentro il carcere. Al cospetto di un crimine contro l’umanità debole e indifesa è tempo che comincino a crollare tutti questi espedienti, che finiscono per garantire impunità ai delinquenti e ingiustizia alle vittime”.

“Basta davvero con la tolleranza - afferma Marziale - e basta con il considerare bambini e adolescenti come “più grandi”, distorsione che avviluppa finanche i genitori talvolta, i quali non si rendono conto che con il tentativo di adultizzare precocemente l’infanzia si finisce inconsciamente per incoraggiare e agevolare l’azione quotidiana di criminali che guardano ai nostri figli minorenni come volano per la soddisfazione di pulsioni sessuali criminali”.

“Il mio ringraziamento più sincero - conclude Il Garante - alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, al procuratore Giovanni Bombardieri ed ai suoi magistrati inquirenti, ed alla Polizia delle Comunicazioni reggina, guidata dal dirigente Vincenzo Cimino, ed ai suoi operatori di qualsiasi ordine e grado, impegnati quotidianamente nel contrasto di quanti, sul web, sono dediti alla condivisione e dunque divulgazione di un reato che grida vendetta al cospetto finanche di Dio, spesso perpetrato da persone insospettabili e magari rispettatissime nelle nostre città, alle quali è bene togliere la maschera e gettarli nell’arena della disistima e della vergogna senza confini”.

 

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