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Regolamento Polizia Municipale. AN tuona: "Sintomo di crassa ignoranza della Giunta Falcomatà"

"Da oltre  tre anni il Corpo di Polizia municipale è costretto ad operare in uno stato di totale anarchia con evidenti disservizi per la cittadinanza dovuti, non certo all’incapacità del personale che si fa in quattro per assicurare alla città un minimo di servizio, ma alla totale incapacità politica - sottolineata in una nota da Azione Nazionale Reggio Calabria - di dotare  di una guida adeguata un settore strategico, principale strumento di cui dispone l’Amministrazione per garantire la sicurezza, la difesa del territorio e il rispetto delle regole. Fino ad oggi abbiamo assistito infatti ad uno stucchevole alternarsi di decreti sindacali che conferiscono e revocano incarichi, più o meno legittimi. Sintomo di un’attività amministrativa svolta con crassa ignoranza della normativa che regola il settore. Il conferimento dell’incarico dirigenziale al segretario generale rappresenta una soluzione creativa adottata dall’Amministrazione per procrastinare sine die l’adozione di una soluzione seria e responsabile per l’affidamento della direzione del Corpo ad un dirigente avente titoli e requisiti professionali.  Ma, in ordine di tempo, l’ultimo obbrobrio giuridico che ha partorito la Giunta Municipale è rappresentato - rimarca AN - dalla delibera n. 12 datata 08/02/2016, con la quale è stato proposto al Consiglio Comunale l’approvazione di un nuovo regolamento della Polizia Municipale. Con tale atto la Giunta,  ha formulato una proposta indecente, piena di incongruenze e illegittimità, priva delle più elementari basi giuridiche. Di certo non degna di chi predica legalità e trasparenza tutti i giorni: non bisogna essere avvocati, infatti, per evidenziare le macroscopiche irregolarità, gli errori e le illegittimità. Sarebbe interessante conoscere il grande esperto cui si è rivolta la Giunta per l’elaborazione di tale documento e se, e in che misura, sia stato remunerato. Considerato che sono state violate elementari norme  (legge n. 65/86, legge regionale n. 24/90, d.lgs 165/01, d.lgs 267/00, delibera di G.M. n. 125 del 31.07/2015 e CCNL Enti Locali) e, viste le ultime attività amministrative che hanno riguardato il Corpo, viene da pensare che il nuovo regolamento sia strumentale a  garantire posizioni di privilegio a personale dipendente senza titolo, a discapito di coloro che i titoli li hanno e non sono nelle grazie dell’Amministrazione. L'azione amministrativa posta in essere è ispirata dalla cultura politica della sinistra che quando, per mera casualità o grazie all’utilizzo di armi improprie, assume  funzioni di governo antepone  agli interessi della città, quelli personali e familistici prima ancora che di parte. Azione Nazionale ritiene che anche in questo caso la cittadinanza debba sapere come questa Amministrazione continui ad agire in spregio ai fondamentali principi di legalità e trasparenza. In quanto al concetto di legalità si attende di sapere se anche in questo caso, come per le vicende dell’assessore Quattrone, il sindaco rimarrà in colpevole silenzio o se procederà alla sostituzione dell’assessore alla Legalità Giovanni Muraca che, proponendo un tale documento, ha dimostrato sul campo di non avere le competenze necessarie a svolgere la delega assegnata. In ordine al concetto di trasparenza si osserva come in qualsiasi campo operi questa Amministrazione riesca ad essere talmente trasparente da diventare invisibile Alla luce delle considerazioni esposte, sarebbe auspicabile che il sindaco e l’assessore alla Legalità, anziché trincerarsi dietro il solito atteggiamento di sufficienza e di noncuranza rispetto alle critiche che vengono loro mosse pubblicamente, affrontassero democraticamente le questioni, spiegando ai dipendenti e alla cittadinanza i motivi delle loro scelte, soprattutto - è la conclusione di Azione Nazionale - quando riguardano settori nevralgici dell’azione amministrativa".

 

Maiolino (FI): "La modifica del regolamento della Polizia Municipale scatenerà una rivoluzione"

"Sembrerebbe quasi un'idiozia perseverare nella rimodulazione regolamentare della Polizia Municipale di Reggio Calabria, considerando le palesi incongruenze, dal punto di vista legislativo, che verrebbero apportate qualora si procedesse all'iter consiliare di discussione". E' questa la posizione di Antonino Maiolino, consigliere comunale di Forza Italia, in merito alle modifiche al Regolamento della Polizia Municipale, auspicate dall'Amministrazione Falcomatà e fortemente osteggiate anche da buona parte del Corpo. "Il nuovo regolamento - secondo l'esponente 'azzurro' - graverebbe, in ottica finanziare, sulle casse dell'Ente senza recare alcun beneficio all'Amministrazione né migliorie di alcun tipo per la città. Il nuovo regolamento, noncurante della legislazione nazionale e regionale, perde totalmente di vista l'attuale macrostruttura dell'Ente, approvata con delibera n.125 del 31/07/2015. La violazione di molti articoli andrebbe così a provocare la frattura con il Corpo della Polizia Municipale che non gioverebbe certamente al nostro territorio".  Senza scendere nel particolare - punta l'indice il rappresentante forzista a Palazzo San Giorgio - si intaccano le funzioni vicarie del Vice Comandante in caso di vacanza del Comandante, funzione svolgibile solo per assenza o impedimento temporaneo del Comandante; abbandonata, a chiare lettere, la meritocrazia per le fasce di responsabilità degli agenti che si caratterizzerebbero esclusivamente per un discorso anagrafico, improntandole sul parametro dell'anzianità; l'attuazione illogica di una turnazione, di competenza dirigenziale e non regolamentare, che non migliorerebbe i servizi offerti al territorio e andrebbe a gravare economicamente sul Fondo di produttività dell'Ente di tutti i dipendenti comunali. Questo rappresenta, purtroppo, l'ennesima manifestazione di una Giunta distratta che, andrebbe sottoposta ad un'opera di tutoraggio per non cadere ancora nell'errore". "Nell'estrema difficoltà di un Ente come quello della Polizia Municipale che, al livello di organico, affannatamente porta avanti il proprio lavoro, sarebbe opportuno non peccare di presunzione - è il suggerimento conclusivo di Maiolino - ascoltando la voce dei sindacati considerando l'iter consiliare che seguirà; si passerà, infatti, al vaglio critico della commissione e successivamente alla votazione in consiglio ed è qui che la mia attenzione non mancherà nel vigilare affinché il Corpo della Polizia Municipale venga tutelato in ottemperanza delle regole".

 

Regolamento Polizia Municipale: Cisl chiede incontro urgente con l'Amministrazione Falcomatà

In data 24 febbraio 2016 si è tenuta presso i locali Comando della Polizia Municipale di Reggio Calabria un’assemblea del personale che - rende noto un comunicato trasmesso da Giuseppe Falcone, Coordinatore provinciale Polizie locali della Cisl Funzione Pubblica - ha visto la partecipazione di circa 60 operatori, tra agenti e istruttori direttivi, assemblea estremamente partecipata in cui vi era, all’ordine del giorno, la proposta di modifica del regolamento della Polizia Municipale, portata avanti dalla Giunta in base alla Relazione dell’Assessore Muraca. Il Coordinamento Provinciale delle Polizie Locali composto dallo scrivente coordinatore e dai dirigenti sindacali Felice Cacurri, Vincenzo Chirico nonché dal Segretario Aziendale Aldo Russo, nell’aprire il confronto con gli operatori della Polizia Municipale, ha dapprima rappresentato le gravi criticità che l’eventuale introduzione di questo nuovo regolamento comporterebbe, innanzitutto, l’irregolarità della delibera di Giunta in quanto mancante del parere di regolarità contabile dato che non è a spese zero per l’Ente ma, anzi, graverebbe oltremisura, sul fondo dei lavoratori e senza aggiungere, inoltre, vantaggi alla cittadinanza e all’erogazione dei servizi; le modifiche della denominazione da polizia municipale a polizia locale, atto che oltre che illegittimo comporterebbe solo un inutile esborso di risorse finanziarie; l’attribuzione di gradi difformi a quelli previsti dalla Legge Regionale 24/90 (compito spettante sempre alla Regione, art. 6 L. 65/86); attribuzione illegittima di incarichi ad agenti ed istruttori direttivi basandosi sul solo criterio dell’anzianità e senza valutazione di titoli, meriti e reali capacità, in violazione della normativa in materia di pubblico impiego; violazioni di leggi per l’attribuzione di funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria a operatori di categoria C, contrariamente a quanto previsto dall’art. 5 della L. 65/86 e dall’art. 57 del codice di procedura penale; l’attribuzione di poteri di comando e dirigenza al vice comandante quando è vacante il posto di comandante/dirigente, in palese violazione dell’art. 52 del D. Lgs. 165/2001; le funzioni esclusive di comandante a personale avente lo status di appartenente alla polizia municipale, dimenticando che la legge di stabilità 2016, art. 1 comma 221 prevede esattamente il contrario; istituire un’unica fascia oraria e inserire tutto il personale in regime di turnazione, spodestando le prerogative dirigenziali così come prevede il testo unico del pubblico impiego (d.lgs. 165/2001) con un costo aggiuntivo di oltre 130.000,00 euro da reperire sul fondo di produttività dell’Ente. Dopo la rappresentazione delle suddette criticità gli agenti e gli istruttori direttivi, hanno preso la parola, e, condividendo quanto sopra esposto hanno evidenziato in modo palese enormi preoccupazioni sull’eventuale avanzamento dei lavori in materia di modifiche del regolamento così com’è stato redatto. Gli operatori hanno evidenziato la necessità di creare istituti incentivanti, così come prevede l’attuale legislazione e di veicolare parte dei fondi provenienti dal Governo Centrale e destinati a Reggio Calabria, per l’istituzione dell’Area Metropolitana, al fine di migliorare i servizi di polizia municipale. Alla fine dell’assemblea, gli operatori, all’unanimità, hanno votato di dare mandato alla scrivente Organizzazione Sindacale di chiedere all’Amministrazione:

L’urgente nomina di un comandante/dirigente per riportare in condizione di normale gestione un settore così delicato come quello della Polizia Municipale, adottando una soluzione giuridicamente sostenibile;

- L’immediato ritiro della delibera del 08.02.2016 avente ad oggetto una proposta di modifica del regolamento della Polizia Municipale

- L’istituzione di tavoli tecnici con le OO.SS. per l’elaborazione di un regolamento tecnicamente adeguato alla realtà attuale ed alla prospettiva dell’istituenda area metropolitana e che sia conforme all’attuale quadro normativo;

- Maggiore attenzione in generale, per valorizzare il personale della Polizia Municipale, attivando sistemi incentivanti, soprattutto per il personale operativo esterno oggi ridotti al minimo e non confacenti con l’effettivo impegno svolto dal personale;

Lo scrivente Coordinamento chiede un incontro urgente con l’Amministrazione per dirimere le problematiche su evidenziate nell’ottica, sempre, di una proficua e pacata collaborazione".

 

Polizia Municipale. Siluro di un gruppo di agenti sulla Giunta Falcomatà: "Regolamento vergognoso"

Tensione, fibrillazione, malcontento: sono questi gli elementi che si raccolgono a piene mani dando ascolto alle considerazioni ed alle riflessioni di un folto drappello di agenti della Polizia Municipale di Reggio Calabria che hanno accolto con scarso, scarsissimo, favore, contenuto e filosofia del nuovo Regolamento varato dalla Giunta presieduta dal sindaco Giuseppe Falcomatà. "Con delibera n. 12 del 08/02/2016 - spiegano iniziando una precisa disamina- l'Esecutivo cittadino ha proposto al Consiglio Comunale l’approvazione di un nuovo regolamento della Polizia Municipale. A tal proposito è doveroso stigmatizzare il comportamento della Giunta che demanda al Consiglio l’approvazione di un Regolamento che concerne la riorganizzazione degli uffici, materia di sua competenza. Evidentemente ha preferito coinvolgere l’intero Consiglio Comunale per avallare un regolamento pregno di illegittimità. E’ quantomeno vergognoso da chi predica legalità e trasparenza tutti i giorni proporre un atto del genere". "Già da una prima lettura, infatti, chiunque riesce ad evidenziare - sostengono rimanendo ancorati a questioni di principio prima di scendere nel merito dell'atto formale- le macroscopiche irregolarità, gli errori e le illegittimità. Sarebbe bello sapere a quale grande esperto si è rivolta la Giunta per formare un atto privo dell’ABC del diritto e se i tanti avvocati che la costituiscono, sindaco in testa, non siano in grado di capire che norme regolamentari non possono modificare norme di livello superiori (regionali e statali), a meno che non lo si faccia volontariamente per favorire l’uno o l’altro dipendente a discapito della legalità di cui si vanta. Fa specie inoltre che a relazionare e quindi a presentare alla Giunta un tale atto sia stato l’assessore alla Legalità Giovanni Muraca". "E’ giusto - rivendicano gli agenti focalizzando l'attenzione su alcuni snodi cruciali del documento - che la popolazione sappia da chi è amministrata e pertanto procediamo ad una breve analisi delle norme violate". Prima di tutto, rimarcano: "Si contempla il cambio della denominazione da Corpo di Polizia Municipale a Corpo di Polizia Locale. Variazione illegittima in quanto sia ai sensi dell’art. 1 della Legge Quadro n. 65/86 e sia ai sensi dell’art. 1 della Legge Regionale n. 24/90 le funzioni di polizia locale possono essere svolte dai Comuni attraverso l’istituzione del Corpo di Polizia Municipale. Tra l’altro, tale amena modifica oltre che giuridicamente infondata comporterebbe un inutile aggravio di spesa per le necessarie modifiche di tutte le insegne sui veicoli, sul vestiario, sugli arredi del Comando, dei segnali distintivi, delle tessere di servizio, ecc. ecc. (violazione di legge)". Una seconda tappa nella Via Crucis del Regolamento è indicata nell'art. 2, comma 3, che "esclude la possibilità che il Corpo possa essere posto alle dipendenze di un Dirigente che non abbia lo status di appartenente alla Polizia Locale.  E’ vero esattamente il contrario, in quanto lo status di appartenente alla Polizia Municipale si acquista con il conferimento dell’incarico da parte del Sindaco e non può ovviamente  preesistere. A conferma di ciò si fa presente che il comma 221 art. 1 della ultima legge di stabilità (2016), testualmente recita: 'Allo scopo di garantire la maggior flessibilità della figura dirigenziale nonché il corretto funzionamento degli uffici, il conferimento degli incarichi dirigenziali può essere attribuito senza alcun vincolo di esclusività anche ai dirigenti dell’avvocatura civica e della polizia municipale' (violazione di legge)". Proseguendo nel rosario delle doglianze il gruppo di Vigili Urbani si sofferma sull'articolo 4 che, secondo quanto da essi stessi sostenuto, "viola palesemente, il combinato disposto dell’art. 57 del Codice di Procedura Penale, e dell’art. 5 della L. 65/86, dove si stabilisce molto chiaramente che sono ufficiali di polizia giudiziaria i responsabili di servizio o del corpo e gli addetti al coordinamento e controllo. E’ evidente, pertanto, che quest’articolo, istituendo la nuova figura del sottufficiale, travalica i limiti della competenza del regolamento comunale e dei poteri dell’Ente, invadendo materie che sono, ai sensi dell’art. 117 della Costituzione, di competenza dello Stato. (violazione di legge, per carenza di competenza, più volte sancita dalla Corte Cosituzionale)". E ancora, in un filo apparentemente ininterrotto di incongruenze ed errori rilevati dagli uomini e dalle donne in divisa: "l’art. 5 riporta una definizione abrogata dal D.lgs. 285/92,  ovvero il rilevamento degli incidenti stradali ai fini giudiziari. La dicitura 'ai fini giudiziari' è stata eliminata con il nuovo codice della strada rendendo quindi obbligatorio il rilevamento di incidenti stradali a qualsiasi titolo e non solo ai fini giudiziari (violazione di legge)". "Con l’art. 8 - è un ulteriore passaggio della 'requisitoria' tecnicamente dettagliata - viene istituito un nuovo servizio, modificando di fatto la macrostruttura dell’Ente, approvata con delibera di G.M. n. 125 del 31.07/2015. Di esclusiva competenza della Giunta e non del Consiglio Comunale". L'ennesimo abbaglio, a parere degli appartenenti al Corpo, è ravvisabile nel comma 3 art. 11, relativo alla figura del Comandante. Esso "stabilisce che in sua assenza, vacanza, impedimento o malattia, previo provvedimento del Sindaco viene sostituito dal vice comandante ed in assenza di questi dall’ufficiale con più elevata anzianità. Tale previsione è in evidente contrasto con l’art. 52 del D. Lgs. 165/2001 che prevede espressamente che 'per obiettive esigenze di servizio il prestatore di lavoro può essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore: a) nel caso di vacanza di posto in organico, per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti……'; b) nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con esclusione dell’assenza per ferie, per la durata dell’assenza (violazione di legge).  Inoltre il criterio di sostituzione del vice comandante, in caso di sua assenza, è in contrasto con le previsioni del Regolamento degli Uffici e dei Servizi dell’Ente, infatti l’eventuale sostituto è da individuarsi tra gli Istruttori Direttivi Specialisti Area di Vigilanza  - Responsabili di servizio e non secondo il solo criterio dell’anzianità tra gli Istruttori Direttivi". Nell’art. 12 - altro motivo di controversia - il vice comandante viene posto al di fuori di ogni servizio, frapponendolo tra il comandante e i responsabili dei vari servizi e creando pertanto una nuova 'figura' che il Regolamento degli Uffici e dei Servizi dell’Ente non prevede. Tale figura anomala, non si rinviene né nella legge n.65/86  di riordino della Polizia Municipale, né nella legge regionale n. 24/1190, né nel CCNL (violazione di legge). Il nuovo regolamento ha istituito distintivi di grado per gli appartenenti al Corpo difformi in modo clamoroso  da quelli previsti dalla Legge Regionale n. 24/1990 (violazione di legge)". "Con l'art. 21 - è l'ultimo tassello dei rilievi circostanziati mossi dagli agenti - in maniera del tutti illegittima viene disciplinata l’articolazione dell’orario di lavoro. Materia di esclusiva competenza dirigenziale, in qualità di datore di lavoro, violando così il D.lgs. 165/2001 (TUPI). Con l’applicazione di quanto previsto dall’art. 21 del nuovo regolamento e quindi con l’impiego di tutto il personale, compreso quello non idoneo ai servizi esterni impiegato in ufficio, in regime di turnazione vi sarebbe  un aumento della spesa di circa 130.000,00 euro annui , senza alcun vantaggio per la cittadinanza (violazione di legge)". La bocciatura è inappellabile, le contestazioni non sembrano concedere alcun appiglio giustificativo: "Un tale regolamento, come facilmente comprensibile, danneggia sia gli appartenenti al Corpo che la cittadinanza tutta e sicuramente - è convinzione granitica della schiera di Vigili - sarà censurato dal Ministero dell’Interno a cui deve essere inviato a norma dell’art. 11 della legge 65/86, in quanto va oltre le competenze del Consiglio e della Giunta".

 

 

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