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Serra. Decisa la chiusura dell’Inps, Di Bella: “Effetti devastanti, soprattutto per gli anziani”

L’Inps, nell’ambito del Piano di riassetto territoriale di alcune Direzioni provinciali, e tra queste quella di Vibo Valentia, ha disposto, con determina n. 122 del 15 settembre 2016, la chiusura dell’Agenzia di  Serra San Bruno trasformandola in Punto Inps. La decorrenza è 1 gennaio 2017. 

La notizia, trapelata già nei mesi scorsi, ha destato profonda delusione soprattutto in chi sperava che il programma dell’Inps potesse conoscere un cambio di rotta considerato che in fase di diffusione di questo tipo di scelta non era mancata una prima  vibrata forma di protesta da parte delle popolazioni dei 19 comuni che insistono nell’hinterland serrese. 

Oggi la conferma ufficiale che nessun fatto nuovo è intervenuto sulla determina firmata dal presidente Tito Boeri che mette sostanzialmente all’angolo le legittime aspirazioni sopratutto delle fasce più deboli di quel territorio.  

Nino Di Bella, vicesindaco di Dinami e responsabile regionale del patronato Encal Cisal, ha dichiarato che verrà dichiarata guerra alla “irresponsabile decisione dell’Inps”, non mancando di sottolineare che “è  inverosimile quanto sta per accadere. La politica ha confermato la sua più totale indifferenza ed apatia verso il grave problema – ha spiegato -  per cui chi sperava che dopo l’annuncio in tanti si sarebbero fatti carico della assurda decisione dell’Inps sui possibili  effetti devastanti del provvedimento è rimasto letteralmente deluso.

Sono certo che i 19 Comuni dell’hinterland serrese avvieranno una comune battaglia per impedire l’attuazione della cervellotica scelta dell’Inps che suona come una severa condanna nei confronti di un territorio che vive il disagio più tremendo se si pensa che soprattutto nel corso della stagione invernale sono tante le difficoltà nei servizi di trasporto”. Per Di Bella “il pretesto del risparmio dei costi non regge”.

“Il Comune di Serra San Bruno, attraverso la sensibilità del commissario prefettizio Sergio Raimondi – ha affermato ancora Di Bella - aveva già provveduto ad assicurare idonei locali alla sede dell’Agenzia di Serra San Bruno contribuendo così ad ottenere un forte risparmio sulla spesa. Evidentemente l’Inps ha trovato nell’Agenzia terreno fertile da zappettare per cui è riuscito nell’intento di annullarne la funzione. 

Così, a partire dal 1 gennaio prossimo, soprattutto i nostri anziani si vedranno costretti a raggiungere Vibo Valentia per i servizi più importanti offerti dall’Istituto di prevenzione.

Ma non staremo con le mani nelle mani -  ha concluso Di Bella – ed è giusto che in prima linea in questo tentativo ci siamo proprio noi, gli amministratori della cosa pubblica”. 

Nuovo ospedale di Vibo, tutte le perplessità della Cisal

In riferimento alle vicende concernenti la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo, il segretario generale della Cisal Franco Cavallaro dichiara quanto segue:

Sembra prendere il largo la convinzione secondo cui sarebbero sempre di meno i cittadini interessati alla realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia? Il preoccupante interrogativo resta  sempre più che attuale visti la delusione e lo sconforto che continua a serpeggiare con insistenza nell’animo di ognuno. A chi credere? All’Asp? Alla Regione Calabria? Intanto sono in tanti a prendere atto che pare sia intervenuta una sorta di stanchezza psicologica e che la stessa abbia preso il sopravvento sulla cultura della speranza che aveva tenuto in piedi per molti anni i cittadini vibonesi che da tempo sognano un nuovo e più adeguato ospedale. Stando a quel che appare la cultura dei rinvii e delle novità esercitate, con fin troppo evidente “ successo”, dai management che si sono susseguiti negli ultimi vent’anni alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale, sembra continui a rendere sempre più lontana anche la pur minima curiosità da parte di quei cittadini che sperano nella nuova struttura. Costituiscono un fondato motivo di credibilità le recenti dichiarazioni del Dg Angela Caligiuri? Le sue convinte precisazioni sugli effetti dell’arresto del presidente della Società di Rovigo che si è assicurata l’appalto dei lavori, sono a dir poco avvilenti. L’allarme rosso scattato negli ultimi giorni legato alla notizia rimbalzata da una  inchiesta giudiziaria di Padova che ha portato all’arresto di cinque persone e tra questi anche l’imprenditore di Rovigo, Saverio Guerrato, presidente e legale rappresentante dell’omonima società per azioni che nel 2014 si aggiudicò i lavori di appalto  per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Vibo Valentia, aggiunge ulteriori dubbi sul rispetto della data, giugno 2017,  indicata per la consegna chiavi in mano all’Asp di Vibo Valentia della nuova struttura. Anche questa vicenda incomincia ad assumere i contorni di una telenovela. Prima che il management dell’Asp faccia conoscere le sue decisioni in ordine alla verifica dei cosiddetti requisiti di moralità utili per confermare l’impegno sulla concretezza del contratto d’appalto sottoscritto, in illo tempore, con la Regione Calabria, i cittadini vibonesi si chiedono che ne sarà ora del progetto esecutivo affidato alla “Vibo Hospital Service spa” che consorzia “Guerrato spa”, “Costruzioni Propcopio srl”, e l’impresa “Carchella spa”. L’Asp, secondo l’attuale manager, ritiene ininfluente quanto accaduto nei giorni scorsi a Rovigo. Ne importa più di tanto il fatto che Saverio Guerrato possa essere ritenuto, per la magistratura,  un mafioso o un delinquente. Per Angela Caligiuri l’iter per assecondare la procedura legata all’iniziativa può andare avanti. “L’arresto di Saverio Guerrato ed i motivi per cui è stata determinata la sua detenzione non implicano alcun effetto – precisa la Dg dell’Asp di Vibo Valentia – si sta ottemperando a tutti i passaggi burocratici che una realizzazione del genere richiede”. A confortare l’opinione del Dg la notizia che Guerrato, che secondo le accuse rivolte dalla magistratura di Rovigo sarebbe stato coinvolto in un giro di mazzette, si sia dimesso da ogni incarico e questo vorrebbe dire che con un solo colpo di spugna la Società capofila per il nuovo ospedale all’improvviso si sia alleggerita di tutte le ombre e dei dubbi che hanno costretto la magistratura del posto a metterla sotto inchiesta, favorendo il ripristino della “purezza societaria” e rendendo nuovamente inossidabile il requisito di affidabilità previsto nel contratto.Ma uno dei motivi per cui i cittadini vibonesi tendono a perdere ogni speranza sul progetto è determinato dal fatto che l’Azienda, grazie al groviglio burocratico in cui l’ha cacciato la Regione Calabria, non riesce ad essere chiara fino in fondo con chi ha il diritto di sapere i dati ufficiali e non quelli “pendolari” sulla data legata alla fatidica consegna chiavi in mano della struttura. La Dg dell’Asp, se in reale possesso dei dati definitivi sul percorso dell’iniziativa, farebbe bene a convocare una conferenza stampa per sgombrare il campo da ogni incertezza. Che il faldone sul nuovo ospedale di Vibo Valentia sia sempre più cospicuo di novità non v’è dubbio. La telenovela per certi aspetti, da quelli politici a quelli amministrativi e strutturali, contiene elementi sempre più interessanti. Fino ad oggi l’intento di non far capire niente ai cittadini, alimentando una continua confusione di notizie, è perfettamente riuscito.

Sanità nel Vibonese. Dura replica della Cisal: "Oliverio sostituisca Mirabello"

"La  sterile replica del consigliere regionale del PD Michele Mirabello all’iniziativa della Cisal di denunciare pubblicamente i guasti e gli atteggiamenti della politica sulla sanità vibonese che sta morendo conferma nella sua sostanza la gravità di una situazione - afferma in una  nota Franco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal - di cui è fortemente responsabile la politica, soprattutto di quella che conta e sceglie. Dalla sua posizione di presidente della Commissione sanità della Regione Calabria ci aspettavamo che intervenisse più incisivamente a sostegno della iniziativa assunta dai Primari dell’Asp di Vibo Valentia che per domani, lunedì, hanno indetto ed organizzato con il più convinto coinvolgimento di tutte le articolazioni del territorio, e tra esse anche la Cisal, quella che da più parti è stata meglio definita la 'marcia dei diritti negati'. Un’idea di grande intuito organizzativo che tutta la popolazione sembra aver sposato con straordinaria dignità e condivisione avendo capito l’importanza del suo significato che va oltre la necessità di guardare insieme e con più impegno al futuro della comunità. Un evento che la dice lunga sulla rabbia e la insoddisfazione che gli operatori sanitari e non solo hanno voglia di esprimere, molto eloquentemente e in silenzio, contro la politica che non ha mai saputo interpretare e far propria la disperata condizione in cui versa da almeno un ventennio la sanità pubblica vibonese. Dove non sono mai stati tenuti in debita considerazione i sacrifici e le difficoltà quotidiane dovute, in via prioritaria ai balletti che si sono susseguiti con l’assurdo andirivieni di commissari alla guida di Palazzo ex Inam, alla carenza organica del personale, alle lacune strutturali che hanno propiziato, alla fine, una serie di criticità che per andare avanti richiedono adeguato spirito di impegno e sempre più responsabile e aggiornata competenza proprio in assenza di un circuito politico che prendesse seriamente a cuore i drammi vissuti dall’intera classe del personale che opera e della popolazione servita. La 'marcia dei diritti negati' dovrà sortire gli effetti che ogni vibonese ritiene più che legittimi". "Ovvero - rimarca il rappresentante sindacale -  l’immediata convocazione, da parte del Commissario straordinario Massimo Scura, di una autorevole e competente delegazione che consigli il responsabile dell’emergenza sanitaria in Calabria di rivisitare il decreto n.30 assegnando, immediatamente, all’Asp di Vibo Valentia, attraverso una particolare e privilegiata attenzione, gli interventi più adeguati per rendere possibile la ripresa della più adeguata efficienza dei servizi, iniziando a renderla protagonista di un riscatto che gli è dovuto. I ritoccucci, purtroppo, sono sempre serviti a mettere pezze ma non a risolvere il più complessivo problema che è stato sempre demandato all’incessante abnegazione, soprattutto dei medici, momento guida di tutte le prestazioni sanitarie. Chi, mesi addietro, ha appreso con evidente attenzione la nomina di Michele Mirabello alla guida della Commissione forse più delicata della struttura regionale ha dovuto, però, fare presto i conti con la ineffabile realtà. Perché egli ha subito dimostrato la sua grande ed inevitabile difficoltà nel calarsi in una realtà così ardua e preoccupante al punto che chi si attendeva che promuovesse una adeguata assemblea di esperti della sanità locale, istituzioni e forze rappresentative di ogni settore per compiere una giusta analisi della situazione per poi  presentare un conseguente progetto di proposta per il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria regionale Massimo Scura è stato inevitabilmente  superato dagli effetti devastanti della obbligatorietà, per il consigliere del PD,  di rispondere, così come si usa fare,  alla politica che lo ha 'nominato'. Così, mentre Roma conferma nella sua scelta e quindi nella sua competenza specifica  Massimo Scura, lui deve assecondare il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che si è guardato bene, tranne che in campagna elettorale, di incontrare la gente su un problema di così vitale e scottante importanza". Oggi - continua Cavallaro - a Michele Mirabello gli è toccata la difesa d’ufficio, prendendosi in carico, per dovere, Mario Oliverio e Angela Caligiuri. E’ stato delegato a rispondere polemicamente alla Cisal e non a proporre, a dire, nei contenuti, come diventa possibile superare il dramma sanità a Vibo Valentia. Ovvero quello che da mesi si attende la popolazione. Forse avrebbe fatto bene a spiegare a tutti, perché nessuno lo ha dimenticato a Vibo Valentia e dintorni,  perché a Reggio, a Catanzaro, a Cosenza e Crotone sono stati nominati Direttori Generali del luogo e a Vibo Valentia, assurdamente, Angela Caligiuri, scarsa di attinenti esperienze manageriali, proveniente da Savelli, penalizzando un ricco albo di legittimi aspiranti, ma soprattutto creando le condizioni per far sì che prima di capire dove sta seduta ci impiegasse un po' di tempo e non soltanto per guardarsi attorno. Le storiche e antiche criticità dell’Asp di Vibo Valentia avrebbero dovuto consigliare a Mario Oliverio di fare molta attenzione sul nome e la competenza da spendere per questo territorio". "Chi doveva avvertirlo? Mario Oliverio, forse, potrebbe iniziare a correre ai ripari sostituendo Michele Mirabello con un consigliere regionale dotato di un minimo di cognizione sanitaria e che, nella priorità delle sue scelte, possa pensare di tuffarsi a capofitto nei meandri della sanità pubblica vibonese alla ricerca delle vere cause dell’attuale disastro sanitario e del sistema più ideale per promuovere un progetto che consenta alla Regione Calabria di non continuare a pensare a soddisfare le sole indicazioni provenienti dai papaveri di Reggio, Catanzaro e Cosenza, ricordandosi - termina la dichiarazione del Segretario Generale della Cisal - che a Vibo Valentia non può campeggiare l’eterna convinzione che l’indifferenza e l’apatia della Regione Calabria continui a mietere  disperazione e sconforto".                  

 

Sanità, Mirabello (PD) ammonisce la Cisal: "Cavallaro sbalordisce per totale disinformazione"

"'Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito', recita un noto proverbio. Il significato è chiaro: non bisogna essere epidermici, ovvero approssimativi, ma occorre saper cogliere la vera essenza delle cose, soprattutto quando l’oggetto della discussione è una problematica di significativo interesse per collettività". E’ quanto afferma il consigliere regionale del PD, nonché presidente della III Commissione consiliare "Sanità, attività sociali, culturali e formative", Michele Mirabello commentando la dura presa di posizione del Segretario generale della Cisal, Franco Cavallaro, nei confronti del Presidente della Regione Mario Oliverio e del Direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Angela Caligiuri. "A mio sommesso avviso - prosegue il consigliere regionale - il Segretario generale della Cisal restringe troppo il campo visivo, sbagliando, nelle questioni poste, sia nel metodo che nel merito. Desta stupore, anzitutto, la circostanza secondo cui un Segretario nazionale di un sindacato, rimasto silente nei giorni scorsi, quando la polemica infuriava e le questioni erano tutte sul tappeto, si concentri oggi su aspetti prettamente locali, marginali, rispetto alla complessità della vicenda. Nel merito, invece, mi trovo totalmente in disaccordo con Cavallaro che, anziché analizzare la drammatica situazione in cui versa il Servizio sanitario calabrese e ricercare le cause e i responsabili che la hanno determinata, si limita, erroneamente, a lanciare inspiegabili strali all’indirizzo del presidente Mario Oliverio e del Direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia. Eppure – ricorda Mirabello – il primo si è messo alle testa di una grande mobilitazione, con obiettivi chiari e definiti, per uscire definitivamente dalla palude nella quale è stata risucchiata in questi anni la sanità calabrese, mentre la seconda, con grande determinazione, ha contestato con forza e grande coraggio le storture del Decreto n. 30/2016, proponendo al Commissario Scura una modifica del decreto stesso attraverso un condivisibile piano che contempla 350 posti letto, di cui 286 per la degenza ordinaria, 33 per l’high care, 28 per il day hospital e 50 tecnici, per il nuovo nosocomio di Vibo Valentia e il mantenimento degli attuali posti letto e dei relativi servizi per le strutture periferiche di Tropea e Serra San Bruno, per le quali va difesa la specificità e la funzionalità territoriale. Peraltro - aggiunge - faccio notare che le osservazioni formulate dalla Caligiuri al tavolo regionale ed alla presenza di tutti gli altri dg derivano da una ricognizione fatta con i sindaci ed i primari. Pertanto, prima di sputare inutili sentenze, Cavallaro avrebbe fatto meglio a seguire le vicende in maniera più attenta e meno superficiale, a studiare atti e fatti che evidentemente non conosce. Insomma – conclude Michele Mirabello - mentre gli altri sindacati, tutti i partiti politici, i sindaci, i medici e gli operatori sanitari continuano a lanciare un inequivocabile grido di allarme e di profonda preoccupazione nei confronti del Commissario ad acta Massimo Scura e della nuova riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti pensata con il Decreto Commissariale n.30/2016, il Segretario generale della Cisal, invece, non trova nulla di meglio che scagliarsi come al solito in maniera qualunquista e superficiale contro il presidente Oliverio e il Dg dell’Asp di Vibo Valentia, con polemiche dal sapore strumentale che non meriterebbero nella sostanza grande considerazione se non perché creano inutili scontri su un tema sul quale la Calabria, e il Vibonese in particolare, scontano un ritardo gravissimo nel confronto con il resto del Paese"

 

Sanità, la Cisal contesta il Dg dell'Asp Angela Caligiuri

Di seguito l’intervento del segretario generale della Cisal Franco Cavallaro: 

È proprio vero che i cittadini vibonesi non sanno proprio a quale santo votarsi quando si parla di sanità e della sua pessima condizione di attività non soltanto in materia di scarso organico del personale e della erogazione di servizi quanto di quella strutturale.  

La nomina, “esterna alla realtà professionale vibonese”, del nuovo Direttore Generale che continua ad essere impegnato nella non facile opera di ricognizione dei servizi ospedalieri e di quelli sul territorio, non si è rivelata una scelta felice visto che la grave situazione esistente consigliava l’incarico ad un esperto conoscitore dei problemi della sanità a livello locale e questo vuol dire che il Presidente Mario Oliverio non ha tenuto affatto conto di questo importante aspetto.  

Il Dg Angela Caligiuri  avrebbe fatto bene, nel rimboccarsi le maniche, a preparare, tempestivamente, un faldone con dentro analisi e proposte per cercare di aiutare la sanità vibonese a recuperare almeno la “normalità” dell’attività. Ma se non è riuscita in tempo in questo essenziale obiettivo la responsabilità non è tutta sua.    

Le responsabilità di Angela Caligiuri sono notevoli e imperdonabili. Ci chiediamo, ad esempio,  se ha informato, ufficialmente e  debitamente, il Commissario straordinario Massimo Scura sulle gravi, inderogabili ed urgenti necessità di potenziare la pianta organica ed i motivi per cui non ha chiesto, immediatamente, all’indomani del suo insediamento, un incontro ufficiale con lo stesso ?

C’era un impedimento politico ?    

Perché non v’è dubbio che se il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria regionale non ha assunto adeguati provvedimenti è perché chi avrebbe dovuto portarlo a conoscenza della pesantezza della situazione vibonese non avrebbe dovuto dormire la notte pur di consegnargli in tempi brevi  una mappa dei possibili interventi nei punti critici del sistema sanitario vibonese.   

Una scarsa e inconcludente, oltre che intempestiva, collaborazione a Massimo Scura ? 

Forse è proprio così.  

A Massimo Scura non ci si può negare di avere “pensato” bene a come far funzionare il nuovo ospedale che verrà realizzato da qui al 2018 se è vero che sta predisponendo ogni iniziativa per farne una struttura competitiva e avanzata. Quello che da decenni si attendono i vibonesi. 

Quel che è certo è che lo stato di “salute” della sanità vibonese continua a rimanere critico e quel che più preoccupa e che non si intravedono, al momento, spiragli utili per rendere concreto, oltre che immediato, l’impegno concordato, nei giorni scorsi, in Prefettura, ad iniziativa del Prefetto Carmelo Casabona ed  in riferimento  alla nota e clamorosa iniziativa sanitaria assunta dai Primari dell’Azienda sanitaria provinciale. 

Stando alle cronache a Catanzaro campeggia sempre, lo si voglia o non si voglia, l’avvilente dualismo tra Massimo Scura e Mario Oliverio che nessuno sembra sia in grado di dirimere, e come dimostrano gli eventi, neanche lo stesso  Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 

Questo perché la presa di posizione dei direttori delle unità operative seguita dall’incontro in Prefettura, dalla visita del Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria al presidio ospedaliero “G. Jazzolino” e dall’approccio a Catanzaro con una delegazione della stessa Asp con il Presidente della Regione a Catanzaro non ha sortito gli effetti sperati.

E’ chiaro che lo scontro di Scura con Oliverio continua a far leva sulla rivendicata presa di posizione del massimo esponente di governo della Cittadella che, mal tollerando la copertura politica assicurata a Massimo Scura da Roma, continua a mantenere la sua rigida posizione di netta contrarietà alle scelte operate fino ad oggi dal suo antagonista, lasciando sempre più atterrita l’opinione pubblica vibonese.

In questo contesto c’è chi ritiene che si stia tentando di alimentare il già esistente avvilimento della popolazione vibonese che sembra non sopportare più la carenza d’impegno della sua classe più rappresentativa, quella  politica, che pare avere serie e tangibili difficoltà ad inchiodare di fronte alle proprie responsabilità chi è chiamato a decidere sul futuro della sanità vibonese che da decenni chiede aiuto senza essere mai sostanzialmente ascoltata.

Le morti di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, l’uccisione di Costanzo Catuogno non sembrano bastare a far capire che a Vibo Valentia la sanità sta morendo e con essa tutte le speranze dei suoi cittadini.

Per giovedì è stata convocata una seduta del Consiglio Regionale per discutere di sanità.

Le aspettative dei vibonesi ? Credo che anche in questa circostanza sarà fatto posto alla cultura dell’attendismo!   

Sanità nel Vibonese, Curtosi (Cisal): "Quanto accade è figlio di menefreghismo e pressapochismo"

"Sarà difficile trovare qualcuno che possa smentire che fondamentalmente la cultura delle chiacchiere non ha mai giovato a questa città. Spesso, seppur talvolta  fondata, ha finito, poi, col relegare ogni speranza nell’abisso dei ricordi". Lo dichiara Filippo Curtosi, Segretario provinciale della Cisal in merito alle condizioni in cui versa la sanità locale. "L’ospedale 'G. Jazzolino' cade a pezzi ed è sempre emergenza sanità. Si abbia il coraggio, così come aspramente denunciato dal direttore dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia dell’Asp, Michele Soriano, di assumersi ognuno le proprie responsabilità e di ammettere, per come l’opinione pubblica da tempo vuole, e giustamente pretende, piena confessione su un dato ineluttabile e che vuole questo territorio - è l'accusa mossa dal rappresentante sindacale - fino ad oggi soggiogato assurdamente dalla politica tra speranze, promesse e delusioni  anche nel delicatissimo settore della salute. E se l’ospedale di Vibo cade a pezzi, non sappiamo in quale 'normale' stato di salute potrebbero trovarsi anche le strutture periferiche di Tropea, Serra San Bruno, Nicotera e Pizzo che ospitano servizi vari. E’ evidente che quanto accade è il risultato della pratica della cultura del menefreghismo, del pressapochismo, dell’isolamento politico, in voga più che altrove da queste parti. Intanto non è escluso che il grido di allarme del presidio ospedaliero di Vibo Valentia sia destinato ad aprire una voragine sul complessivo stato di efficienza del sistema strutturale dell’Asp. E questo vuol dire che potrebbe diventare immediata la decisione di costituire una task force per avviare una tempestiva indagine conoscitiva dei servizi strutturali che insistono sul territorio. Di questo dovrebbe tener conto Angela Caligiuri, il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale che, nel dare fondo alle proprie riconosciute esperienze politiche (incarichi di partito, sindaco e altro), non può prescindere da quanto realmente accade, affidandosi soltanto alla redazione di un piano per tentare di superare le emergenze sanitarie.  Parafrasando  Matteo Renzi, indica in fine dicembre la data di realizzazione  del progetto con cui la sanità vibonese potrebbe imboccare la strada della 'normalità'. Anche la sua enunciazione ha fatto sorridere i sempre più scettici". "Un’impresa credibile solo sulla carta e straricca di ottimismi - secondo l'esponente della Cisal - perchè come del resto accaduto in passato, si ripete il solito clichè. Chi si è avvicendato alla guida della più scottante sedia degli uffici di Palazzo ex Inam ha presentato, sia pure con accorgimenti diversi, un proprio piano di fattibilità ma le risposte, purtroppo, e da come tristemente evidenziano i fatti, non hanno mai sortito gli effetti sperati.  Credo converrà dire che i vibonesi ne hanno piene le tasche di sempre nuove e rinnovate promesse. La classe politica regionale c’è ma sono i risultati della sua presenza su Vibo Valentia che non ci sono. Angela Caligiuri avrà pure chiesto a Mario Oliverio di attenzionare con maggior impegno e più sensibilità, rispetto al passatole criticità della sanità pubblica vibonese, ma è fuori di dubbio che nel redigere lo strumento di sviluppo delle attività non avrà fatto i conti con l’oste, ovvero con la Regione Calabria e, appunto, quelle che potranno essere le disponibilità anche del Commissario per l’emergenza sanitaria,  Massimo Scura, che della sanità vibonese conosce solo i report, ammesso che li abbia letti. D’altra parte Angela Caligiuri  cosa avrebbe dovuto fare se non inventarsi una strategia in grado di tentare di superare, soprattutto sul piano mediatico, le enormi difficoltà che stanno insorgendo in un ospedale, quale il 'G. Jazzolino', che da decenni tira a campare, con  toppe a destra e a sinistra, nella speranza che intervenga, miracolosamente, qualcosa di nuovo.  Ben comprendendo le obiettive difficoltà di immediato inserimento nel sistema ambientale e sanitario, Angela Caligiuri potrebbe conoscere presto e meglio il suo percorso se si affidasse anche ad una possibile rivisitazione delle funzioni, nel rispetto dei ruoli, di chi occupa un posto di non trascurabile responsabilità nel sistema sanitario vibonese.  Eliminando, ad esempio, la cultura delle raccomandazioni perché l’influenza della politica a Palazzo ex Inam è stata sempre preponderante. Se crede che bisogna rispondere al conseguimento degli obiettivi e non alla cultura della appartenenza sarà bene che cambi sistema e tutti gliene saranno grati, non solo il personale sanitario e amministrativo dell’ente ma anche ed essenzialmente, tutti i cittadini.  Ad iniziare dalla vergogna con cui sono state assegnate le indennità di posizione, vera e propria orgia di molti privilegiati che hanno creato puntualmente malcontenti e polemiche di ogni tipo. Ma è pur vero che di fronte al deliberato del direttore generale nessuno, o forse in pochi, hanno tentato di deplorare la scelta". Questo, come tanti altri,  sarà un vero e proprio banco di prova per Angela Caligiuri - conclude Curtosi . chiamata a non ripetere il copia e incolla col passato".

 

Cavallaro (Cisal): “Vibo sprofonda, Oliverio convochi una Giunta su un territorio al collasso”

"La condizione in cui versa, sul piano più complessivo, lo stato di salute del territorio di Vibo Valentia e dintorni continua ad essere in un certo senso sottovalutato da autorità politiche e  istituzionali o per meglio dire l’impegno che viene prestato  non è all’altezza dei seri rischi che corre”. È quanto afferma il segretario generale della Cisal Franco Cavallaro per il quale “disoccupazione, dissesto idrogeologico, raccolta rifiuti, sanità, sicurezza, legalità, porto, turismo  sono alcune tra le problematiche che stanno mettendo a dura prova la reazione di addetti ai lavori e soprattutto cittadini. Ormai la cronaca di tutti i giorni mette in primo piano le difficoltà di chi è chiamato a fronteggiare, spesso improvvisamente, stati di calamità e avversità, disagi e disperazione  che costituiscono una seria preoccupazione per la vita di tutti i giorni per cui accade che le iniziative, spesso assunte con grande volontà operativa, capacità e competenza, non riescono ad ottenere risposte adeguate. La città, in queste ultime ore, sprofonda. In più punti si aprono falle. Chiesto lo stato di emergenza. Le iniziative – sostiene il sindacalista - non bastano e non basta neanche prendere atto che l’intervento economico resta limitato alla disponibilità. Urge compiere notevoli sforzi e pensare ad un piano di interventi che prioritariamente e gradatamente prenda in esame la situazione e spinga in direzione di una iniziativa energica e rispondente alle attese del territorio. Questa vuole essere anche una risposta al fatto che l’esame delle più svariate situazioni, anche attraverso convegni, incontri e pressioni di ogni genere, non rappresenta la giusta chiave di volta per superare ogni tipo di difficoltà. Per questo motivo – spiega Cavallaro - va lanciato un appello pensando, ad esempio, ad una idea che può diventare momento di seria riflessione e quindi momento di rilancio dell’iniziativa, soprattutto politica e governativa. Se è vero che fino ad oggi la classe politica e dirigente che conta nella Regione Calabria non ha prestato la dovuta attenzione ai guai che assillano questo territorio, è altrettanto vero che la Regione Calabria  deve, obbligatoriamente, rivedere il suo atteggiamento su Vibo Valentia e dintorni, soprattutto oggi a causa del registrarsi di sempre nuovi fenomeni di dissesto idrologico.  L’idea è una immediata visita del presidente Mario Oliverio con i componenti della Giunta a Vibo Valentia per concorrere a rimuovere l’accusa di isolamento  e di indifferenza verso questa realtà,  spesso lanciata, a pieno titolo, dai cittadini nei confronti del potere regionale e che potrebbe trovare un tentativo di adeguata risposta. Insomma i signori della politica prendano atto che Vibo Valentia ha bisogno di qualcuno che accorra, senza indugio,  al capezzale di questa grande ammalata. Una ‘riunione di ascolto’, presieduta dal prefetto Carmelo Casabona, presenti sindaci, autorità politiche e istituzionali del Vibonese tutto, supportata dallo studio e presentazione di schede tecniche intese a tratteggiare le criticità ed i rischi del momento e che presidente e giunta potrebbero far loro con più convinzione e condivisione proprio perché uniti nell’ascolto. Un modo come un altro per dimostrare, da parte della politica regionale, che in questa provincia non si viene a chiedere soltanto voti alla vigilia della campagna elettorale ma anche per conoscere, de visu, e più concretamente, la triste realtà di situazioni assurde e avvilenti. Vibo Valentia – conclude Cavallaro - ha bisogno di contare su un vero progetto di condivisione e chiede che a firmarlo sul posto sia, congiuntamente, il potere esecutivo della Regione Calabria per un serio impegno davanti a quella  popolazione spesso tradita nei suoi più legittimi interessi”.

Riorganizzazione Protezione Civile, la Cisal chiede la testa di Tansi

“La buona volontà spesso non basta così come la voglia di mettersi in gioco non è facile perché l’incarico di coordinare la Protezione civile in Calabria, affidatogli qualche mese fa dal presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, è di quelli pesanti considerato che l’impegno richiede estrema competenza, seria professionalità e straordinaria conoscenza del delicato settore che il geologo Carlo Tansi sta dimostrando, nei fatti, di non possedere”. Considerazioni pesanti quelle del segretario generale della Cisal Franco Cavallaro che attacca con forza la controparte. “Cosa sia capace di fare,  quest’ultimo, nel senso più penalizzante del termine – sostiene il sindacalista - è facile leggerlo nei  recenti lavori del Consiglio regionale chiamato a discutere sul decreto relativo alla riorganizzazione della Protezione Civile in Calabria, dove, tra l’altro, si è discusso della richiesta, avanzata da Carlo Tansi, sulla soppressione delle sedi della protezione civile di Vibo Valentia e Crotone, proponendo l’accorpamento a Catanzaro. Una proposta  assurda, sbagliata, quasi a voler dire, nel caso del disastrato territorio vibonese, che quanto accaduto nell’alluvione di Bivona nell’estate del   2006 e quanto avvenuto nei giorni scorsi nella via Carlo Parisi dello stesso capoluogo, o le centinai di denunce tutte intese a dimostrare la gravità della condizione del sistema ambientale e idrologico, con in registro anche morti, non è servito a niente. Ma il sopralluogo compiuto qualche giorno fa a Vibo Valentia lo ha convinto della grave emergenza di cui soffre il territorio oppure gli ha confuso le idee? Certo l’emendamento proposto, ed accolto all’unanimità dal Consiglio regionale, dai consiglieri regionali Flora Sculco, Vincenzo Pasqua e Michele Mirabello, ha salvato Carlo Tansi da una ulteriore bocciatura al suo mandato. È quanto basta – rileva Cavallaro - per capire che non può giocare a suo favore il tentativo di dimostrare naturale capacità e disinvoltura se non esiste un supporto di esperienza, un bagaglio di una certa portata e caratura tecnico professionale. È indubbio che chi pensava che Carlo Tansi potesse rappresentare una storia, un passato, una esperienza in un compito così arduo e serio è rimasto letteralmente deluso. Egli non ha trovato di meglio, valutando la condizione del sistema sulla ‘Protezione Civile che non va’, che  prendersela con la  Cisal, la Confederazione italiana sindacato autonomi lavoratori. Un grave errore di calcolo perché è andato a mettere in discussione  l’impegno  dei lavoratori di un sindacato che proprio per la sua  incessante e appassionante  abnegazione nella difesa dei diritti e nella ricerca di nuove energie per il lavoro che non c’è, continua a far salire l’astina dei suoi iscritti fino a diventare la quarta rappresentanza sindacale del Paese. E Carlo Tansi – prosegue Cavallaro - ha sbagliato anche quando ha pensato che,  per poter realizzare l’obiettivo, vincolato alla sua nomina legata alla piena attuazione di una politica dello spending review che prevede tagli agli sprechi, trasparenza nelle procedure e riorganizzazione della macchina e quindi del personale, diventava facile mettere in croce il personale, ovvero quello che anche nella più dura precarietà formativa e di ruolo e compiti ha sempre dato l’anima spendendosi su ogni fronte e a costo di grandi e talvolta insopportabili sacrifici. Certo sarà interessante vedere se Carlo Tansi, che dice di aver scoperto tutto questo fardello di irresponsabilità, sprechi e  consulenze a personaggi in conflitto d’interesse con la stessa Protezione Civile e quindi con la Regione Calabria,  sarà capace di presentare un adeguato faldone alla magistratura. Quel che conforta in questa circostanza è che il presidente Mario Oliverio, prendendo atto della grave condizione in cui versa il sistema idrogeologico e ambientale del territorio vibonese, abbia deciso di assumere immediate iniziative allo scopo di avviare un articolato e funzionale intervento pronto a limitare eventuali  danni a persone e cose per poi puntare ad una definitiva messa in sicurezza. La Cisal, in ogni caso,  chiede le sue dimissioni  ed è pronta a motivarne la richiesta. Così come conferma la fiducia all’impegno dei lavoratori associati e spera che al di sopra del fallimento dell’esordio di Carlo Tansi alla guida della Protezione Civile in Calabria – è la conclusione - prenda il sopravvento un progetto che aiuti la nostra popolazione a sperare in un futuro meno drammatico per eventuali calamità naturali”.

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