Cavallaro (Cisal): "Samengo alla TGR segnale della Calabria che cambia"

L’arrivo del nuovo caporedattore della Tgr della Calabria, Alfonso Samengo, deve rappresentare un severo cambio di linea e, meglio ancora  una svolta nella promozione e lo sviluppo dei programmi della rete dell’informazione pubblica regionale". Il giudizio sul cambio della guardia al vertice della Testata Giornalistica Regionale è di Francesco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal (Confederazione Italia Sindacati Autonomi Lavoratori). "Il Tg3 della Calabria - evidenzia Cavallaro - non può continuare a fungere da Tele Cosenza, Tele Regione, Tele Confindustria etc. Serve la diffusione di un servizio pubblico non più di parte e adeguato alle reali necessità di una regione che lotta disperatamente contro la disoccupazione, l’illegalità e la delinquenza organizzata. Serve una informazione libera, lontana da ogni pressione politica di potere, pronta a raccogliere le istanze ed i fermenti che nascono dalla necessità di offrire alla popolazione nuovi momenti di proposta e di superamento dei quotidiani disagi che angustiano i giovani e la disoccupazione, le difficoltà degli anziani, lo scenario delle nuove povertà, l’imperante strapotere di chi continua a servirsi delle istituzioni per consolidare posizioni personali e lobby. L’accreditata esperienza, la conoscenza del territorio e dei problemi che insistono giornalmente, la capacità di esaminarli e individuarne un serio e concreto momento di proposta costituiscono l’impegno del nuovo caporedattore della Rai calabrese. Condivido le nuove linee guida che Alfonso Samengo ha presentato ai colleghi alla presenza del direttore di testata della Tgr Vincenzo Morgante. E’ un segnale della Calabria che vuole cambiare. Alfonso Samengo ha maturato tutte le più collaudate esperienze per imprimere una inderogabile inversione di tendenza anche perché supportato da un team di collaboratori che ben si prestano a ridisegnare il ruolo della Rai in Calabria". "Auguri ad Alfonso Samengo e buon proseguimento di carriera ad Annamaria Terremoto che ha tentato di interpretare al meglio - è la conclusione di Francesco Cavallaro - le sofferenze della realtà calabrese2. 

 

Concorsi nella Sanità, Cisal: "Si sveglino politica e Dg Asp"

“La delibera a firma del commissario straordinario per la sanità calabrese Massimo Scura, del subcommissario Andrea urbani e del direttore generale del dipartartimento per la Salute Riccardo Fatarella  con cui si da il via alla disposizione per il concorso per l’assunzione per 300 infermieri e 300 operatori sociosanitari mette a dura prova commissari straordinari di Aziende ospedaliere e sanitarie ed il direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia Florindo Antoniozzi chiamati ad offrire, il più obiettivamente possibile, i dati per capire quali sono le reali esigenze della sanità calabrese tutta. Una procedura che investe anche la classe politica regionale che sullo sblocco delle assunzioni disposto dalla triade deve dimostrare tutta la sua capacità interpretativa e di sostegno”. È quanto viene rilevato dalla Cisal che sostiene che “a Vibo Valentia oggi, a commento della disposizione di Scura, Urbani e Fatarella, è stato detto che questa volta non sarà tollerabile che ad avere la meglio in questa sorta di  ‘spartizione’ tra parenti poveri non dovranno essere, come al solito, gli ospedali ed i servizi più raccomandati dalle rispettive classi politiche di ogni area della regione.  Una volta per tutte, però – viene puntualizzato - occorre capire bene le criticità più allarmanti e fare in modo che negli obiettivi di Scura si facciano strada le strutture ospedaliere che necessitano di interventi ormai irrinviabili”. La Cisal, che stamattina ha riunito in sede d’urgenza la Segreteria provinciale, presieduta da Filippo Curtosi, per discutere su questa ventata di speranza lanciata da Scura, Urbani e Fatarella, ha deciso di investire della sua iniziativa il prefetto Giovanni Bruno, che già da tempo segue con estrema attenzione e capacità le vicende che riguardano la sanità pubblica vibonese, affinchè “trovi il sistema per sensibilizzare il direttore generale Florindo Antoniozzi e la politica locale che fino ad oggi hanno dimostrato di avere scarso credito da parte della politica regionale che conta e decide”. “L’ospedale di Vibo Valentia – è scritto nella nota della Cisal - non può più attendere, ne può concedersi il lusso di attendere altri momenti di sblocco di turn over per risolvere i suoi gravi problemi attinenti, soprattutto, la pianta organica. Ed in questo contesto è sempre più avvilente la condizione sofferta, in particolare, dai lavoratori part-time e ausiliari specializzati, da anni penalizzati dall’indifferenza e dall’apatia registrata nei loro confronti dai direttori generali e commissari che si sono succeduti alla guida della prima poltrona di Palazzo ex Inam. Chiedono, legittimamente, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno. Una speranza suffragata dal sempre generoso e competente impegno di lavoro svolto tutti i giorni ed in piena difficoltà organizzativa”. La proposta della segreteria provinciale del sindacato resta quella di “invitare la politica ad interpretare con tempestività, correttezza e alto senso di responsabilità lo stato d’arte della condizione di tutti gli operatori che lavorano con grandi difficoltà pur di mantenere adeguata e di elevato profilo l’assistenza e cura verso i pazienti. La politica – è il monito - deve realizzare un tavolo comune con l’Azienda sanitaria  per formulare un immediato piano di interventi sui settori nevralgici delle strutture e dei servizi che continuano a presentare carenze preoccupanti”. La Cisal è convinta che “con la spinta autorevole del prefetto Giovanni Bruno sarà possibile portare i curatori dell’iter a favorire anche l’accelerazione dei concorsi per l’assunzione del personale infermieristico e gli operatori sociosanitari”. 

 

Vibo, domani riapre il mercato coperto. I commercianti ringraziano il prefetto

“Dobbiamo la riuscita di questi lavori, in via prioritaria, al signor prefetto dottor Giovanni Bruno che non solo ha preso immediatamente a cuore la nostra drammatica situazione quanto ha costretto l’Amministrazione comunale a rispettare i tempi e le modalità di esecuzione dei lavori. Per lui un grazie infinito. Poi un doveroso ringraziamento anche  al sindaco della città avvocato Nicola D’Agostino ed al Sindacato della Cisal ”. Michele Brogna, commerciante, uno degli occupanti l’attuale postazione di emergenza per la vendita dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari, in Piazza Spogliatore, questa mattina, appresa la notizia che domani mattina, verranno riaperti i cancelli del mercato coperto di via Clarisse per la ripresa della vendita all’interno, in seguito alla ultimazione dei lavori di ristrutturazione di buona parte dello stabile, ha dichiarato tutta la sua soddisfazione  per quanto finalmente realizzato esternando il suo apprezzamento, anche a nome degli altri venditori, alla segreteria dell’Ufficio provinciale della Cisal. Più tardi, sul posto, si è portato il segretario provinciale del sindacato, Filippo Curtosi, a cui Michele Brogna, unitamente agli occupanti la postazione, Teresa Tavella, Francesca Piperno, Maria Arena, Caterina La Bella, Anna Barbuto, Rita Brogna, Giuseppina La Bella, Annunziata Jannello, Maria Rosa Jannello, Domenica D’Amico, Nazzarena La Bella, Angela Brogna, Caterina Lococo, Michele Siciliano, Francesco Piperno, Saveria Zaccheria, Giuseppina Comito e Gregorio Airoldi, ha continuato ad esternare il suo più vivo compiacimento per la soluzione del grave problema logistico ambientale. A sua volta Filippo Curtosi ha, poi, inteso sottolineare, tra l’altro, che “la caparbia e costante vigilanza esercitata dalla Cisal sull’andamento dei lavori ha permesso di garantire sempre più concrete speranze per superare i disagi dei venditori e perché no anche quelli delle massaie che quotidianamente si sono presentate ai  banchi di vendita per gli acquisti”. Il segretario provinciale del Sindacato, dopo il sopralluogo di giovedì mattina da parte del Prefetto e del Sindaco con quest’ultimo che ha garantito l’immediata riapertura del mercato, ha, tra l’altro,  dichiarato che “si pone fine alle tantissime difficoltà vissute dai venditori agricoli e che con l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione di buona parte dell’area viene consentito il ritorno ad un dignitoso posto di lavoro. La Cisal ritiene di aver contribuito a garantire il successo a quelle che fino a tempo addietro erano considerate delle semplici speranze e ringrazia sua eccellenza il prefetto, Giovanni Bruno, per aver  espresso tutta la sua autorevolezza nell’accogliere le nostre spinte tese a legittimare le attese di lavoratori che hanno finalmente finito di soffrire i disagi per il guadagno di pochi euro al giorno. Ringraziato anche il sindaco Nicola D’Agostino, Filippo Curtosi  ha aggiunto che “pensiamo sia, altresì,  giusto ringraziare anche il Segretario generale della Cisal, Franco Cavallaro, per aver offerto la sua risolutiva esperienza e determinazione anche nei momenti più drammatici della vertenza, soprattutto quando le preoccupazioni dei venditori sono apparse esasperate”. Un impegno importante quello della Cisal che riesce a portare a casa una prima soddisfazione dei venditori agricoli che tornano al loro posto di lavoro e che attende, adesso, per considerare ultimato l’impegno la definitiva sistemazione della struttura che probabilmente avverrà, stando a quanto riferito, entro fine giugno.

 

Congresso Cisal, Cavallaro attacca Renzi e propone un polo sindacale dell'autonomia

Con la relazione del segretario generale Francesco Cavallaro, si sono aperti oggi a Rimini, al Palacongressi, i lavori del IX Congresso della CISAL, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori. Oltre mille delegati, provenienti dal congressi provinciali e regionali, si sono dati convegno del discutere attorno a un attuale e sempre più scottante tema “Il lavoro che non c’è”. Il leader della CISAL ha lanciato una sfida al Congresso, invitandolo a individuare le più opportune strategie per promuovere il lavoro uscendo, però, dal coro, dando un senso al modo di essere autonomi, propiziando una autentica svolta strategica, tanto attesa dai lavoratori quanto disattesa dalla politica. 

 

I numeri impietosi del sistema Renzi

 

Franco Cavallaro ha attaccato il Governo di Matteo Renzi motivando l’accusa, ribadendo l’assurdo atteggiamento del Premier che insiste nel promettere 12 riforme in due anni quando la realtà avverte che:

a. la spesa pubblica è aumentata di 8 miliardi; 

b. i tagli della spending review non ci sono stati, anzi, Cottarelli se n’è andato; 

c. le privatizzazioni continuano a slittare; 

d. l’abolizione delle province è, di fatto, in mezzo al guado; 

e. la drastica riduzione dei centri di spesa non si è vista; 

f. il famoso rientro dei capitali procede al rallentatore; 

g. le circa 9mila tra municipalizzate e partecipate continuano a drenare risorse a favore delle clientele politiche, scaricandone gli oneri sui cittadini (circa 1,2 miliardi annui di perdite); 

h. i fallimenti sono aumentati del 66%; 

i. i consumi ristagnano, ormai da tempo, mentre che incombe il rischio che scattino le clausole di salvaguardia (aumento di IVA e accise) per la copertura degli 80 euro e della riduzione IRAP 2015.

“Numeri impietosi – ha evidenziato il leader della più grande confederazione sindacale autonoma – specie per i giovani e le donne (con punte superiori al 40% e nel Mezzogiorno dove si raggiunge al 20,7%); la situazione si presenta drammatica rispetto alle stesse previsioni del Governo che sono tutt’altro che rassicuranti, se è vero che nell’arco dei prossimi 3 anni è prevista una diminuzione di pochi decimi di percentuale”. La CISAL è ben consapevole che il lavoro non si crea dal nulla, né tantomeno per decreto, proprio perché manca il riconoscimento ufficiale e condiviso del ruolo centrale che il lavoro deve assumere nella vita economica e sociale del Paese. Per Francesco Cavallaro la Riforma del mercato del lavoro è un’opportunità mancata perché la CISAL, prima che il provvedimento vedesse la luce, e sempre che il Governo volesse cogliere l’opportunità di una vera Riforma e affermare l’imprescindibile primato del lavoro e dell’economia reale su ogni velleitaria alternativa, aveva richiamato la sua attenzione anche sulla grave omissione che il legislatore si accingeva a perpetuare: la totale ignoranza dell’art. 39 della Costituzione e, per logica connessione, dell’art. 46 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Abbiamo invece assistito a un dibattito unidirezionale, a volte stucchevole, su art 18 sì e art 18 no.  Proseguendo nell’analisi delle proposte di Riforma più attuali, Francesco Cavallaro ha evidenziato la necessità di tirare le fila per riprendere il tema che domina lo scenario del Congresso, ovvero “Il lavoro che non c’è”, rilevando che, in una siffatta realtà, tutte le riforme, per quanto necessarie, stentano a decollare per le solite e ricorrenti ragioni: la mancanza di risorse economiche e la presa d’atto di un debito pubblico pari al 132% del PIL, senza dimenticare che siamo costretti, annualmente, a sottrarre dalle entrate una parte rilevante (circa 80 miliardi) per pagare i relativi interessi. La verità è anche che il nostro paese non può sopportare l’espandersi di uno dei fenomeni più odiosi, che avvilisce la società democratica fondata sul lavoro. Il riferimento è all’evasione fiscale e contributiva, ovvero ai 170 miliardi che sottraggono annualmente all’erario dai 130 ai 170 miliardi di euro, che – secondo Cavallaro – potrebbero essere invece impiegati a sostegno delle riforme per favorire una nuova strada all’occupazione.

 

Riforma della Previdenza

 

Cavallaro si è poi chiesto perché ancora oggi manca una Riforma della Previdenza e avverte che sono due le posizioni in discussione: una finalizzata a riparare i danni della Fornero, l’altra che fa capo al neo Presidente dell’Inps Boeri, che ha preannunciato per il prossimo giugno un’articolata proposta capace di garantire un reddito di sostegno ai lavoratori tra i 55 e i 65 anni in attesa di pensione. 

 

Riforma  della “Buona scuola”

 

C’è poi un problema legato alla Riforma per una “Buona Scuola”. Qui Francesco Cavallaro ha definito l’odierna situazione un caos di idee. Tutto l’impianto del documento è fortemente centralistico e l’autonomia delle scuole rischia di essere assorbita da una regolazione interamente affidata a scelte governative. A cominciare dall’assunzione dei 150 mila docenti e dalla gestione dei concorsi. La CISAL è a favore di una vera cultura manageriale nella scuola per promuovere un vero sistema di valutazione delle performance, del merito e delle qualità, da affidare a organismi assolutamente indipendenti e da utilizzare per la progressione di carriera.

 

Riforma della Pubblica Amministrazione

 

Sulla Riforma della PA c’è un mancato mea culpa da parte della politica per avere fino a oggi interferito nella gestione della cosa pubblica a soli fini clientelari. Resta il dubbio che tutte le riforme, compresa l’attuale, siano servite esclusivamente al ministro di turno per dare lustro alla propria immagine. 

Per la CISAL un pubblico impiego gestito con criteri improntati al massimo di efficienza, efficacia ed economicità presupporrebbe attribuzioni di incarichi strettamente collegati a obiettivi chiari, misurabili e raggiungibili. Noi invitiamo il governo a parlare di Pubblica Amministrazione e non di un grande moloch.

Riforma della Giustizia

 

Un giustizia che funziona rappresenta uno dei più efficaci deterrenti contro  il malaffare e la corruzione in particolare. Anche qui occorre un vero e proprio piano strategico che consenta di avere quel minimo di certezze che possano aiutare verso la voglia di fare, di intraprendere e di operare nella legalità. La Riforma della Giustizia resta ad avviso dela CISal una delle condizioni indispensabili per attrarre capitali di investimento nel Paese. 

 

Rilancio dell’autonomia

 

Avviandosi verso la conclusione, Franco Cavallaro ha dichiarato che negli ultimi anni la CISAL ha iniziato un rinnovamento della propria cultura organizzativa e del modo di fare sindacato, elevando lo spessore progettuale della propria proposta e aumentando gli spazi di partecipazione. Ecco perché da questo Congresso parte la conferma che la CISAL è punto di riferimento, quale promotore, quale potenziale polo aggregante di quanti, nel variegato mondo sindacale, si riconoscono nell’unica matrice ideale dell’Autonomia. La proposta non mira a contrapporsi alle atre confederazioni, anzi è volta a semplificare il quadro stesso della Rappresentanza e della Rappresentatività.

 

Cisal, Cavallaro cerca la riconferma al Congresso nazionale

A Roma attacca Matteo Renzi e lo tiene sempre all’erta senza concedergli sosta. Ribattendo con fermezza, le “a volte scellerate”, decisioni del premier. A Catanzaro tallona Mario Oliverio perché vuole convincerlo che il recupero della condizione socio-economica ed occupazionale in Calabria passa attraverso una completa rivisitazione di quello che è stato fino ad oggi il deludente sistema lavoro che ha portato al più alto tasso di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione in Calabria è aumentato arrivando al 23,4%, che è il dato peggiore tra tutte le regioni italiane. Infatti la media nazionale di questo tasso e del 12,7%, aumentata in un anno dello 0,6%, ma in tutto il sud, le persone in cerca di occupazione sono il 20,7%, rispetto al totale di quelle occupate e disoccupate, al centro invece sono l’11,4% , mentre è il nord-est ad avere il minore tasso di disoccupati, attestato al 7,7%, contro il 9,3% del nord-ovest. Franco Cavallaro, segretario generale uscente della Cisal, la Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori, affonda la sua sfida e si presenta ai lavori del IX Congresso Nazionale della Cisal, in programma al Pala Congressi di  Rimini dall’11 al 14 maggio, con rinnovate velleità e forte dell’unanime sostegno che gli oltre mille delegati, provenienti da ogni regione d’Italia, andranno a tributargli nell’importante congresso confederale. A Rimini, l’autorevole esponente calabrese del sindacalismo nazionale, cerca la riconferma ed ha pronta una sua idea su come vincere la sfida in Calabria. All’apertura dei lavori di martedì è prevista la sua attesa relazione congressuale volta a lanciare l’ennesimo richiamo della Cicasl al Governo di Matteo Renzi sulla assoluta priorità di una radicale riforma fiscale e di nuove relazioni industriali, perché vengano finalmente recuperate le risorse economiche indispensabili a dare credibilità e concretezza alle riforme e quindi alla crescita, all’occupazione e al “lavoro che non c’è”. Ad ascoltare il leader della Cisal esponenti nazionali del mondo politico, economico, sindacale e sociale  tutti impegnati a capire la rinnovata essenza di una spinta sindacale che considera abbastanza delicato il momento che sta vivendo il Paese. “Discuteremo in particolare di riforme efficaci, forti della convinzione – avverte, alla vigilia dell’evento congressuale, il massimo esponente della Confederazione di via Torino a Roma -  che non si possono attuare  senza risorse. E le risorse ci sono. Bisogna avere la volontà e il coraggio di portarle alla luce”. Quella di Franco Cavallaro sarà una relazione corposa, ricca di novità ed indicativa del percorso che il mondo sindacale  dovrà sostenere per superare le difficoltà odierne, investendo la situazione politica, economica e sociale. La Cisal manterrà ferma la sua linea sulle riforme costituzionali e istituzionali, sul mercato del lavoro (Jobs act);  la riforma della giustizia e le misure anticorruzione; la “buona scuola”, la riforma della P.A. e della Previdenza e ultima la decisione della Consulta sulla Riforma Fornero in merito alla rivalutazione delle pensioni. Per Franco Cavallaro, a cui il Congresso si appresta a confermare la sua leadership anche per i prossimi cinque anni,  la Cisal può e deve riuscire ad intercettare la voglia di cambiamento proponendosi come sindacato moderno, proprio perché autonomo ed indipendente da sempre e quindi capace di intraprendere e vincere la più importante delle battaglie: la battaglia delle “libertà responsabili”. Le altre sigle sindacali ed il mondo politico, in particolare, guarderanno con attenzione a quanto accadrà al Pala Congressi di Rimini dove il lavoro ed i lavoratori, la disoccupazione e le potenziali occupazioni saranno al centro del preannunciato intenso dibattito. La Cisal propone la sua idea e vuole renderla condivisibile per non tradire la giusta attesa di chi continua a sperare che la Confederazione autonoma rappresenti la grande scommessa per un futuro più ricco di speranze soprattutto per il mondo dei giovani.  

Vibo, la Cisal: "Oliverio delude gli operatori sanitari"

“La sanità vibonese dovrà ancora attendere per conoscere che tipo d’impegno la Regione Calabria ed il Commissario per il Piano di rientro intendono assumersi per fare uscire, soprattutto l’attività dell’ospedale, dal tunnel in cui si è cacciata ormai da anni”. È quanto si legge in una nota diffusa dalla Cisal. “Lunedì sera – viene spiegato dal sindacato - Mario Oliverio ha trasmesso, infatti, la sensazione di riservarsi  in un’altra occasione, probabilmente in tempi più maturi, di fornire il suo pensiero sullo stato di salute della sanità vibonese e sui possibili interventi per superare le criticità esistenti. Motivi al centro dell’invito del  Pd vibonese.  L’unica notizia che ha fatto, relativamente, piacere al folto pubblico presente all’evento promosso dal  Pd vibonese, riguarda l’annuncio che il primo nuovo ospedale che verrà realizzato in Calabria sarà proprio quello di Vibo Valentia, ed entro i termini fissati, vale a dire poco meno di tre anni. ‘Ho sollecitato personalmente la ditta che ha appaltato i lavori – ha detto, tra l’altro, il Governatore della Calabria – invitandola ad esperire urgentemente tutte le procedure per avviare in tempi brevi  il cantiere dei lavori’.  Il suo atteso intervento di lunedì sera  - sostiene la Cisal - non è, quindi, riuscito ad appagare le attese di quanti speravano che  rilasciasse qualche anticipazione, dopo il suo primo colloquio con il Commissario straordinario per  il Piano di rientro, Massimo Scura, in che termini affrontare le scottanti emergenze  che affliggono ormai da anni la sanità vibonese”. La Cisal, tra gli altri, sulla spinta della denuncia e delle  conseguenziali proposte avanzate ormai da tempo dal suo segretario generale Franco Cavallaro, credeva che questo incontro potesse rappresentare una seria opportunità per tentare di far capire alla popolazione vibonese quanto stesse a cuore lo stato di salute della sanità vibonese al vertice regionale.   “Il suo intervento, invece, non ha rappresentato alcuna novità – viene rilevato - se è vero che ha ripercorso tutto il più che noto panorama di precarietà che travolge la sanità calabrese, confermando  che né lui né Massimo Scura hanno ancora le idee chiare sul da farsi. Tant’è che torneranno a rivedersi tra qualche giorno per meglio approfondire i contenuti del primo approccio avuto qualche giorno fa per  avviare un comune percorso di programma per dare risposte alle attese della sanità  calabrese.  Tutto questo – spiega la Cisal - sta a significare che per il momento la sanità vibonese resta escluso dagli effetti dello sblocco del turn over”.  Nel salone azzurro dell’hotel 501 ad ascoltare Mario Oliverio non c’erano soltanto il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno - al quale è stato dato atto, da parte di tutti gli intervenuti, del suo straordinario impegno e della sua grande disponibilità e vicinanza ai problemi della collettività vibonese - politici, qualche  sindaco e tantissimi operatori sanitari ed amministrativi della sanità pubblica e privata vibonese, ma anche rappresentanze di lavoratori del settore. “Questi ultimi – è stato commentato nei corridoi –  avrebbero preferito che il Governatore della Regione Calabria si esprimesse sui possibili immediati interventi per aiutare la sanità vibonese a superare il grave momento critico che si protrae ormai da anni. Che annunciasse la nuova primavera per la sanità vibonese. Niente di tutto questo”. Chi sperava che Mario Oliverio desse qualche speranza sul coinvolgimento della situazione della sanità vibonese nello sblocco immediato  del turno over  ha quindi dovuto presto fare i conti con il suo silenzio. Ecco perché in molti, tra gli stessi operatori sanitari, alla fine, sono rimasti delusi e  con l’amaro in bocca. Soprattutto le rappresentanze sindacali unitarie di Cisal e Uil, capeggiate, rispettivamente, da Bruno Di Renzo e Nicola Matina cui non è rimasto altro che consegnare, al termine dell’evento, allo stesso Mario Oliverio un documento in cui vengono espressi tutti i disagi che riguardano i precari, i volontari ed i tirocinanti  che svolgono la propria attività nella varie unità operative del “Jazzolino” e con la richiesta di essere ascoltati, al più presto,  nella sede più appropriata, a Catanzaro. “I problemi seri  che attraversa la sanità pubblica vibonese – hanno dichiarato, tra l’altro Bruno Di Renzo e Nicola Matina – rischiano di ricadere sull’attività di assistenza e cura degli ammalati. Una condizione che diventa sempre più difficile  fare intendere a chi gestisce, nei fatti, il potere della sanità in Calabria. Noi pensiamo che la situazione sia sul punto di precipitare. I sacrifici e la passione per il lavoro ma soprattutto l’umanità che giornalmente trasmettiamo ai pazienti non crediamo bastino per andare avanti. Non ci resta che offrire una carta di credito anche al governatore Mario Oliverio. La speranza resta ultima a morire”.     

Cisal: "Il ruolo e la funzione delle Rsu"

I più che positivi risultati ottenuti dalla Cisal alle recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu saranno al centro di un incontro che la Segreteria provinciale terrà con eletti e non eletti la prossima settimana. Presente il Segretario Generale, Franco Cavallaro, che intende ringraziare personalmente eletti e non eletti, che interverranno allo stesso incontro, verrà fatto il punto sul “Ruolo e la funzione delle Rsu” attraverso  anche l’illustrazione di tutti i dati che hanno permesso alla Confederazione di via Torino a Roma di conseguire un ruolo di notevole impegno su tutto il territorio della provincia di Vibo Valentia. Prevista anche, tra gli altri, la partecipazione di Fabio Schiavone, segretario nazionale del dipartimento ministeri della Cisal e di Mimmo Soldano referente provinciale della Fsi, Federazione sindacati indipendenti. Hanno trascinato la Cisal al successo, in particolare,  le liste della Funzione Pubblica Centrale, del Fsi, la Federazione sindacati indipendenti il Csa, il coordinamento sindacati autonomi. “E’ stato programmato e realizzato un concreto impegno – avverte Filippo Curtosi, Segretario provinciale del Sindacato -  che ci ha reso sempre più spendibili alla luce dei sempre più gravi problemi che avviliscono le Aziende pubbliche. Questo vuol dire che i lavoratori hanno pensato che la politica sindacale della Cisal non poteva rimanere estranea al dibattito all’interno delle  Rsu”. La funzione pubblica, che conta il  70% dei dipendenti dell’Amministrazione pubblica ( ministeri ),  passa, su scala regionale,  dal 20°% del 2012 al 58% del 2015.  Notevole l’expolit a Vibo Valentia con Giovanni Serratore eletto alla Procura della Repubblica ( 12 voti su 25); in Prefettura ( da 1 a 3 seggi) con Salvatore Laface, Rocco Gramuglia e Michele Larobina.  Ai  Trasporti  eletto Franco Filippo; alla Capitaneria di Porto due “nuovi” seggi con Filippo Lico e Antonio Fiorillo. La Cisal si fa largo anche all’Asp grazie all’affermazione della lista dell Fsi, coordinata dal segretario provinciale Mimmo Soldano e conquista tre “nuovi” seggi con Bruno Di Renzo, Amalia Cupo e Francesco Calabretta. “I lavoratori dell’Asp hanno raccolto il nostro invito – ha detto, tra l’altro, Mimmo Soldano che vanta una notevole esperienza sindacale di settore -  ci hanno creduto e ci hanno dato fiducia. Sono certo che non deluderemo le loro attese.” Per Bruno Di Renzo, primo eletto nella lista del Fsi,  “il successo premia il lavoro di squadra e la volontà di far crescere il confronto all’interno dell’Asp che continua a soffrire la pochezza dell’impegno sindacale”. La Cisal ottiene una più consistente presenza rispetto allo scorso triennio anche all’interno di tredici comuni Comuni. A Vibo Valentia, tra gli altri, guadagna due seggi con Antonello Nusdeo e Giuseppe De Vita e a Mileto supera ogni più rosea aspettativa con Maria Rosa Natale e Salvatore La Scala.   “Abbiamo sfiorato un risultato più clamoroso – sostiene Antonello Nusdeo -  ma quel che più conta e che la credibilità della Cisal si è fatta strada nel migliore dei modi. Il dato, comunque, permette al Sindacato di alimentare l’impegno sui gravi problemi che attanagliano l’attività dell’Azienda Comune”. Nella scuola con la lista Anief ( Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione) ottiene tre seggi con Veneranda Iorfino, Giuseppe Imeneo e Antonio Paino. L’incontro promosso dal leader  nazionale Franco Cavallaro ha anche l’obiettivo di avviare un concreto programma per mettere subito al centro dell’attività le sempre più crescenti criticità che investono l’impegno quotidiano del mondo dei lavoratori vibonesi.

 

Cavallaro: "Il Pd pensa solo ai compari"

In merito alla discussione scaturita dall'intervento del Prefetto di Vibo sulle primarie del Pd, riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario generale della Cisal, Franco Cavallaro:

"Chi sperava di ergersi a paladino della difesa della libertà individuale e del rispetto della opinione di ognuno e dei comportamenti più sereni ha fallito una buona occasione per starsene zitto.

Ernesto Magorno e Nico Stumpo, due espressioni del Pd che divide e non unisce, che della storia e delle vicissitudini di questa città non gli è mai importato niente se non di venire a raggranellare voti per interessi personali e di pochi compari si prendono il lusso di giudicare l’autorevole intervento del Prefetto di Vibo Valentia, dott. Giovanni Bruno, sulla vicenda legata alle conclusioni delle primarie del Pd, reo ancora una volta di garantire ai cittadini vibonesi sicurezza e tranquillità su una vicenda che merita un chiarimento e null’altro. 

Attaccare il Prefetto Giovanni Bruno che fino ad oggi ha assunto la piena difesa dei diritti dei lavoratori, della gente che giornalmente patisce la fame e che evita di darsi a gesti inconsulti nella speranza che dietro l’angolo si profili una inversione di rotta, è cosa grave e spregiudicata.

Non è permesso nè a Magorno nè a Stumpo mettere in discussione il ruolo e la funzione di un’autorità di governo che si è assunto, ormai da tempo, il gravoso compito di sostituirsi, nei fatti, all’assente potere civico per difendere e tutelare gli interessi di buona parte della popolazione che vive quotidianamente un assurdo stato di angoscia e disperazione dettato dalla mancanza di un posto di lavoro o di uno stipendio che tarda sempre più a venire.

E’ forse questo il torto del dott. Giovanni Bruno?  Impegnato tutti i giorni a Palazzo Rizzuto per accogliere le legittime lamentele di chi non può più portare a casa un tozzo di pane, di chi medita la partenza per andare altrove a tentare la via di un posto di lavoro e di chi soffre gli effetti di una povertà che spesso non lascia scampo e spesso spalanca la porta al peggio, il Prefetto di Vibo Valentia ha fatto bene ad attivare l’iniziativa per meglio capire cosa possa aver, probabilmente,  adombrato il regolare svolgimento di una consultazione elettorale che ha avuto il suo normale svolgimento e che inevitabilmente poteva condurre anche verso polemici  strascichi finali.

Ernesto Magorno e Nico Stumpo spieghino meglio ai cittadini vibonesi il vero motivo della loro intromissione nella vicenda, facendo capire il reale intento delle loro accuse di ingerenza al Prefetto.

Vibo Valentia, e probabilmente Magorno e Stumpo non ne hanno mai saputo nulla, devono all’animo, alla passione, alla capacità emotiva, alla straordinaria competenza, ai sacrifici giornalieri del Prefetto dott. Giovanni Bruno se oggi vive una condizione di vita che avrebbe potuto essere diversa e più avvilente.

Non ha mai dimostrato di possedere la bacchetta magica il più autorevole inquilino di Palazzo Rizzuto ma è certo che non gli si può non riconoscere la capacità di ascoltare, valutare e proporre proposte piene di speranza e concretezza alle giuste lamentele di tutti quei cittadini che continuano a bussare sempre con speranza alla sua porta.

Il Pd prenda atto del gesto di Ernesto Magorno e Nico Stumpo che invitano il Prefetto di Vibo Valentia a desistere dall’idea di far capire meglio alla gente cosa realmente accade attorno alla vicenda politica odierna. Il dott. Giovanni Bruno, ed i fatti e le testimonianze di tutti i giorni lo dimostrano,  non ha mai pensato di mettere il naso nella politica per chissà quali reconditi interessi personali o di parte. Proprio per questo non si può non essere d’accordo con il suo modo di essere garante della libertà dei cittadini e della sicurezza pubblica".

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