Serra, rientro a scuola: i dubbi dei genitori

Si moltiplicano le preoccupazioni in vista della riapertura delle scuola prevista per domani.

Così, “un gruppo di genitori”, alcuni dei quali “rappresentanti di classe della varie scuole facenti parte dell'Istituto comprensivo Azaria Tedeschi”, che si dicono “preoccupati dall'andamento epidemiologico”, hanno preso carta e penna per chiedere chiarimenti al dirigente dell’Istituto comprensivo “Azaria Tedeschi” ed al sindaco di Serra San Bruno Alfredo Barillari.

Scopo della lettera, inviata per conoscenza, tra gli altri, anche al prefetto di Vibo Valentia, è quello di “eliminare, in qualsiasi modo, i rischi di possibili contagi da Covid-19 nell'ambiente scolastico”.

Per tale ragione, gli estensori della missiva chiedono:

“E' stato predisposto un Piano per il rientro a scuola con Protocollo anticontagio e con l'indicazione delle modalità ed i tempi di entrata ed uscita?

Sono stati sanificati i plessi scolastici (ambienti comuni ed aule)?

E' stata effettuata o sarà effettuata prima di lunedì mattina la pulizia degli stessi ambienti a seguito della sanificazione come da protocollo?

Perché non è stato previsto uno screening preventivo a tutti gli alunni prima del rientro a scuola?

E' stato organizzato il trasporto degli studenti da e per la scuola? E se la risposta è positiva, sono stati sanificati in mezzi pubblici?

Conosciamo molto bene le condizioni delle aule nelle nostre scuola, come verranno gestite le lezioni per  garantire il ricambio d'aria nelle aule?

Sono stata adottate tutte le misure  di prevenzione al contagio così come richiesta dai responsabili per la sicurezza?”.

Infine, “preoccupati sia per la sicurezza dei bambini sia per il loro futuro”, i genitori chiedono “risposte chiare ed esaustive”.

“Qualora queste risposte non fossero esaurienti e soddisfacenti – conclude la lettera - comunichiamo, sin d'ora, che non garantiremo la presenza dei nostri figli nelle scuole”.

 

Covid, i presidenti delle Regioni "arancioni" scrivono al governo: «Subito i ristori»

I presidenti delle cinque regioni finite ieri in zona arancione, tra cui il calabrese Nino Spirlì, hanno inviato una lettera congiunta al Governo con la quale chiedono rassicurazioni circa l’immediata messa in campo dei relativi ristori economici.

La missiva, oltre che da Spirlì, è stata sottoscritta dai presidenti Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Attilio Fontana (Lombardia), Nello Musumeci (Sicilia) e Luca Zaia (Veneto) ed è indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri Roberto Speranza (Salute), Roberto Gualtieri (Economia e Finanze), Francesco Boccia (Affari regionali) e Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento).

I cinque presidenti di Regione – consapevoli del fatto che la disposizione relativa alle nuove zone arancioni «è stata adottata in base ai dati elaborati dalle autorità scientifiche e alle indicazioni della Cabina di regia che si è riunita l'8 gennaio a fronte della preoccupante diffusione del virus Covid-19» –, nel prendere atto della decisione, sottolineano che «non si può fare a meno di rimarcare quale ricaduta drammatica il provvedimento abbia su imprenditori e operatori impegnati in attività produttive, commerciali, ricettive, turistiche, gastronomiche, sportive e ricreative».

«Il provvedimento impone, infatti – spiegano –, ulteriori restrizioni alla mobilità dei cittadini e alla normale conduzione delle attività economiche dei tessuti produttivi, già duramente messi alla prova e segnati da un punto di vista finanziario, economico e operativo da precedenti provvedimenti restrittivi e dal lungo lockdown primaverile».

«Alla luce di questa situazione di profondissima crisi in cui si dibattono migliaia e migliaia di imprese dei nostri territori – continuano i presidenti di Regione –, siamo pertanto con la presente a chiedere che il Governo ci fornisca doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie e affinché venga scongiurato il rischio – assai concreto – che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni».

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Tombolata di solidarietà organizzata dalle associazioni di Chiaravalle Centrale

Quando la solidarietà da' i numeri. Le seguenti associazioni: AVIS, Il paese dei balocchi, Maneggio Sirio, Sulle note del tempo e la UILDM, organizzano una tombolata di beneficenza online, giorno 5 gennaio alle ore 15.00 su piattaforma web. Ricchi premi per i vincitori. Il tutto nel clima di amicizia e all'insegna della solidarietà. Tutti, bimbi e adulti, sono invitati a partecipare.  Le cartelle verranno spedite gratuitamente sull'email o altro dispositivo elettronico, a gentile richiesta. La piattaforma sulla quale si svolgerà l'evento sarà GoToMeeting.

Partecipate e buon divertimento.

Covid, il Comune di Serra San Bruno avvia l’attività di screening per chi rientra per le festività

In considerazione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, il Comune di Serra San Bruno, in occasione delle festività natalizie, ha promosso un’attività di monitoraggio con tampone antigenico per i giorni del 19 e 20 dicembre dalle ore 16 alle ore 20. Lo screening – che avrà luogo nei locali della Protezione civile C.O.M. n. 7, ubicati presso la sede del Distretto Asp (in via Alfonso Scrivo, ingresso lato scuola) – è destinato a coloro i quali rientreranno in comune per le festività, ed è organizzato in collaborazione con l’associazione Cives (Coordinamento infermieri volontari emergenza sanitaria) Vibo Valentia presieduta da Maurizio Arena e grazie al contributo volontario del dottor Vincenzo Grenci e del dottor Salvatore Regio.

Per prenotarsi è necessario inviare un messaggio whatsapp al numero 3314633226 entro la giornata di giovedì indicando nome, cognome e indirizzo di domicilio o residenza.

 

I tamponi sono destinati a persone residenti o domiciliate nel comune di Serra San Bruno.

Covid: alberi di Natale e cartelli fuori dai Comuni in tutta Italia, nuova protesta delle Mascherine tricolori

Nuova protesta delle Mascherine tricolori in tutta Italia: fuori da numerosi Comuni è stato lasciato un albero di Natale volutamente spoglio e addobbato con diversi cartelli recanti le scritte 'mutuo', 'affitto', 'bollette', 'tassa rifiuti' e lo slogan "non si muore solo di Covid".

L'inziativa, come si legge in una nota, si propone di "evidenziare gli unici e veri regali che troverà il popolo italiano: pagamenti che non conoscono Covid, quarantene e Dpcm vari".

"Nulla è stato fatto - spiegano le Mascherine tricolori - se non piccole briciole fatte passare per 'potenze di fuoco incredibili'. Sta di fatto che numerose categorie come piccole imprese, partite iva, precari e disoccupati, non riapriranno i battenti perché sono state, nella realtà dei fatti, lasciate sole dal governo degli spot".

La protesta ha raggiunto i capoluoghi da Nord a Sud, per sottolineare come questo 'Natale negato', sia l'unico regalo sotto l'albero del governo Conte che, oltre ad aver "rubato l'affetto dei cari, ha lasciato in dote solo tasse".

"L'incapacità del governo - concludono le Mascherine tricolori - è messa in luce da decreti ad uso e consumo per gli show televisivi e le dirette Facebook del premier Conte, che hanno saputo solo mettere in difficoltà migliaia di amministrazioni comunali lasciate sole senza linee guida precise e attuabili".  

 

 

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Covid, studio dell'Iss: "Il caldo rende il virus meno contagioso"

Il decadimento del virus Sars-CoV-2, responsabile della pandemia Covid-19, è sensibile all’aumento della temperatura ambientale, come dimostrato per altri virus. E’ quanto ha potuto osservare un team di ricercatori del dipartimento di Malattie iInfettive dell’Istituto superiore di sanità in uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Microbiologi and Infection dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases.

Gli esperimenti condotti in vitro hanno dimostrato che innalzando la temperatura fino a 28°C, la temperatura massima prevista per il mese di giugno, la carica virale subisce un drastico decadimento entro le prime 24 ore dall’emissione di droplet infette, mentre per raggiungere gli stessi livelli di decadimento alla temperatura di 20-25°C (temperatura ambiente) sono necessari tre giorni.

“I nostri dati aiutano a spiegare il perché le condizioni ambientali estive più sfavorevoli per il virus ne abbiano rallentando la diffusione e il contagio – spiega il virologo Fabio Magurano che ha coordinato lo studio - Al contrario l’abbassamento delle temperature permette al virus di resistere di più e nel contempo giustifica una maggiore capacità delle goccioline respiratorie di persistere e diffondersi nell’ambiente, favorendo la diffusione del virus e il contagio”.

Emergenza covid, Tassone: "Sensato sospendere le attività didattiche fino al 28 novembre"

 
“Registriamo che finalmente, da parte del presidente facente funzioni Nino Spirlì e del Governo regionale di centrodestra, è stata scelta la via del buonsenso e che sono state deposte quelle argomentazioni, forzate per giustificare una determinata posizione politica, che raccontavano di una dichiarazione di “zona rossa” come provvedimento punitivo nei confronti della nostra regione. La realtà è che non bisogna cadere nel panico, ma occorre mantenere altissima l’attenzione".
 
È quanto scrive in una nota il consigliere regionale della Calabria, Luigi Tassone (Pd).
 
"La sospensione di tutte le attività didattiche fino al 28 novembre, stabilita con ordinanza regionale, è una scelta difficile ma certamente sensata.
 
L’andamento del contagio - conclude Tassone - si sta mantenendo indicativamente costante, ma è fondamentale mantenere alta l’attenzione. Bisogna lavorare ancora molto per recuperare i forti ritardi che la Calabria ha accumulato sul fronte dell’organizzazione sanitaria. Continuiamo a fare il possibile per garantire la sicurezza rispettando le regole, proteggendo noi stessi e i nostri cari”.
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Emergenza Covid, Graziano (UdC): "Sia tutelato diritto ad essere informati"

«Emergenza Covid, che sia tutelato il diritto di tutti i cittadini ad essere puntualmente informati sull’andamento della pandemia sul territorio. È inaccettabile la censura posta dall’Asp di Cosenza sui dati giornalieri. Ognuno ha bisogno di sapere come si evolve la diffusione del virus nel proprio comune. Così facendo non si contrasta l’infodemia. Tutt’altro! Si rischia di sopprimere le regole della trasparenza a cui sono soggetti gli enti pubblici. Non è che, per caso, così facendo, l’Azienda sanitaria vuole nascondere le immense falle che si sono create sul sistema di tracciamento territoriale dei positivi?»

 È quanto dichiara il Presidente del Gruppo UdC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, in polemica con la direzione generale dell’azienda sanitaria di Cosenza che da più giorni sta omettendo il dato comune per comune dei positivi.

 «Si è creato un vuoto di informazioni – dice Graziano – sull’andamento dell’epidemia nella provincia di Cosenza. E questo è inaccettabile. Non è bastato nemmeno l’appello lanciato nei giorni scorsi dall’Fnsi, il sindacato dei giornalisti e rivolto proprio ai vertici dell’Asp di Cosenza, affinché si continuasse ad avere un quadro completo, quotidianamente aggiornato, sui casi di positività comune per comune. È proprio vero quello che dice la Federazione della stampa, in questo modo si rischia di innescare un processo controproducente con i cittadini, che non sapendo più quanti positivi hanno attorno, abbasserebbero la guardia contro un virus infido e meschino».

«Credo però – aggiunge il capogruppo dell’UdC – che dietro alla decisione dell’azienda sanitaria non ci sia alcuna intenzione nobile ma solo la voglia di voler spegnere i riflettori sulle deficienze della struttura commissariale. La quale, di fatto, ha perso il controllo sul tracciamento dei positivi. E questo perché si sta impiegando una vita ad attivare i nuovi laboratori per il processamento dei tamponi dilatando i tempi di riscontro sugli esiti, nonostante la Regione Calabria con propri fondi abbia acquistato già a maggio scorso tutte le strumentazioni necessarie; perché i tamponi non vengono più forniti alle Usca territoriali e perché non è stato fatto nulla per potenziare con nuovo personale le squadre operative mediche ed infermieristiche che operano sul territorio. Insomma, l’Asp non dà più i numeri con la scusa di voler “tranquillizzare” i cittadini ma in realtà non li dà perché non li ha e quelli che ha sono vecchi di almeno una settimana. Questo è l’ennesimo fallimento prodotto dal Decreto Calabria e dalla gestione commissariale delle aziende sanitarie».

 «Da parte, mia rimarrò vigile e attento – conclude Graziano – e mi impegnerò quotidianamente ad incalzare quanti oggi gestiscono il sistema sanitario in Calabria e in provincia di Cosenza richiamandoli ai loro doveri e ai loro impegni nel caso in cui se ne dimentichino. Perché qui si sta giocando a Stratego sulla pelle dei cittadini».

 

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