Mensa scolastica di Fabrizia, “Crescere insieme”: “Illegittima la nuova proroga”

"L'Amministrazione comunale fabriziese perpetua il suo illegittimo modus operandi, in completa indifferenza e spregio dei diritti”. È l’atto d’accusa dell’associazione “Crescere insieme” che specifica che “la Giunta comunale presieduta dal sindaco Minniti, con delibera n. 20 del 25 marzo 2016, ha disposto una nuova proroga del servizio mensa scolastica: addirittura la terza! E la motivazione è sempre la stessa, cioè l'eccessivo carico di lavoro del responsabile del servizio che però è stato dalla Giunta stessa dispensato per metà tempo dalle incombenze del Comune di Fabrizia per sbrigare quelle del comune di Botricello. Che la beneficiaria ditta Scamar di Lamezia Terme, esecutrice del servizio fuori contratto abbia dichiarato la propria (ovvia) disponibilità ed abbia formulato ‘specifica istanza’ – viene rilevato - non ha nulla a che vedere con la necessità di difendere la necessaria legalità, ma anche la sicurezza di un servizio così importante. Come al solito – è la conclusione – i componenti della minoranza pare siano indifferenti rispetto a quanto avviene in questo comune senza regole, non solo alle denunce pubbliche ma anche alle sorti del paese”.

I briganti nelle Serre, i nomi dei ricercati di Fabrizia

Divenuto padrone incontrastato dell’Europa continentale, dopo la vittoria conseguita ad Austerlitz  (2 dicembre 1805), Napoleone, decise di portare i vessilli del suo impero sul trono del Regno di Napoli. Per farlo si affidò, come spesso accadeva, ai parenti. Così ai “napoletani”, per poco meno di due anni, toccò in sorte, quale nuovo sovrano, Giuseppe Bonaparte. Ottenuta la corona di Spagna, il fratello di Napoleone, lasciò Napoli al cognato, Gioacchino Murat, marito della sorella Carolina, il cui regno si concluderà, il 2 maggio 1815, con la sconfitta a Tolentino. L’arco temporale compreso tra il 1806 ed il 1815, passato alla storia come decennio francese, è stato caratterizzato da lutti, devastazioni e ribalderie d’ogni genere. Una lunga guerra senza quartiere, animata, da una parte, dai soldati francesi desiderosi di stabilire il loro ordine e dall’altra dai cosiddetti briganti, la cui lotta era sostenuta dalla corte di Ferdinando IV di Borbone, che dalla Sicilia, dove si era ritirato, grazie al sostegno inglese cercava di riprendersi il Regno, fiducioso di riuscire a replicare i fasti del 1799 quando, le armate della Santa Fede, guidate dal Cardinale Fabrizio Ruffo, avevano scacciato i francesi e restaurato la monarchia. Nella guerra senza quartiere la Calabria fu in prima fila. Ad insidiare le truppe francesi i numerosi briganti che, favoriti dall’orografia e dalla fitta vegetazione, si cimentavano in continue azioni di guerriglia. Il sangue dei morti, da una parte e dall’altra, intrise la terra di ogni contrada, le Serre non furono risparmiate. Anzi, come riporta la “Platea”, ovvero la cronistoria redatta dai cappellani della chiesa Matrice di Serra, i paesi situati sull’altopiano serrese diedero un contributo piuttosto significativo alle ragioni della rivolta. Molti, infatti, “iniziarono a battere le campagne assumendo il nome di ‘Briganti’”. Si trattava di “uomini senza legge che fin da subito si dichiararono nemici aperti dei giacobini, ossia dei sostenitori dei francesi”. I boschi delle Serre divennero, quindi, rifugio di bande di briganti provenienti da tutto il circondario. Molti furono uccisi, altri arrestati, di altri ancora non si seppe più nulla. Tra i centri delle Serre dove la presenza brigantesca era piuttosto significativa, figura anche Fabrizia. La schiera dei “fabrizioti” fu particolarmente nutrita tra le fila di coloro i quali, nel maggio 1807, misero a ferro ed a fuoco Serra. Giova ricordare che, all’epoca, Fabrizia comprendeva anche i territori sui quali nasceranno successivamente i comuni di Mongiana e Nardodipace. E’ difficile dire quanti e chi fossero i briganti attivi nel circondario, tuttavia, almeno parzialmente la lacuna può essere colmata grazie alla “Nota de’ briganti in campagna, compilata secondo il Decreto del I Agosto 1806, richiamato in vigore con altra Sovrana disposizione data dal Campo del Piale”. Il documento, firmato dal Regio procuratore generale presso la Corte di Calabria Ultra, Giovanni La Camera, dal comandante la Provincia Battiloro e dall’Intendente Pietro Colletta risale, molto probabilmente, ad un periodo compreso tra il 9 settembre 1809 ed il 26 settembre 1810. A farlo ipotizzare, la firma dell’Intendente Colletta ed il riferimento al “Campo di Piale”. Il primo, infatti, ricevette la nomina il 9 settembre 1809, mentre il secondo cessò d’esistere il 26 settembre 1810. Il “Campo di Piale” era stato allestito da Murat sulle alture dell’attuale Villa San Giovanni con l’intenzione di conquistare la Sicilia. Un’impresa impossibile, abbandonata nel corso degli ultimi giorni del settembre 1810. Ad aprire la “Nota” un preambolo: “Ogni individuo che si troverà inscritto nella nota suddetta, avrà la facoltà tra gli otto giorni dalla pubblicazione di essa, di presentarsi o al Comandante Militare, o all’Intendente, o al Sotto – intendente del suo distretto, per reclamare contro l’inscrizione suddetta, rimanendo in arresto fino alla giustificazione del richiamo. Spirato detto termine, ogni individuo che non avrà reclamato in persona, sarà in caso di arresto trattato conformemente alle disposizioni degli articoli suddetti. I beni dei briganti scritti nelle dette note saranno confiscati, ed i briganti medesimi saranno trattati come fuor giudicati, e condannati a morte”. Grazie alla “Nota” è possibile risalire all’identità dei 16 “fabrizioti”, 12 uomini e 4 donne, che tra il 1809 ed il 1810 si erano dati alla macchia. Questi i nomi: Ilario Jenco Gajaro e sua moglie, Domenico Cirillo, Domenico Gallace, Bruno Ciancio e sua moglie, Fortunato Masi alias Zio Bruno, Deodato Masi alias Petrichia, Stefano Aloe, Pasquale Monteleone Imiso e sua moglie, Pietro Monteleone, Giovanni Franzé alias Rici e sua moglie, Vincenzo Franzé alias Rici, Giuseppe Franzé.

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Viabilità e rifiuti al centro dell'ultimo Consiglio comunale di Fabrizia

Durante il Consiglio Comunale di Fabrizia, svoltosi il 15 marzo, sono stati approvati all’unanimità i punti posti all’ordine del giorno. Contestualmente all’elezione del presidente del Consiglio Comunale, Pietro Mamone, sono stati comunicati al Consiglio i nuovi assessori: Domenico Suppa e Antonio Carè con delega di vice sindaco. Approvata la convenzione che istituisce l’Ambito Territoriale Ottimale dei rifiuti, che avrà il compito di gestire su base territoriale provinciale l’intero ciclo integrato dello spazzamento, raccolta e smaltimento. Approvato, inoltre, il progetto di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della viabilità provinciale nel tratto urbano di Fabrizia, compreso tra il bivio del Cimitero e quello di Caglioti nei pressi del quale sarà realizzata una rotonda in sostituzione dell’attuale incrocio. Via libera anche alla delibera di accensione mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, assistito da contributo regionale con la legge n. 24. L’opera prevede un investimento di 100.000 euro, ad integrazione della programmazione avviata dalla Provincia di Vibo Valentia, che ha già appaltato i lavori di manutenzione sull’ex S.S. 501, Bivio Ninfo–Mongiana – Fabrizia Laureana di Borrello, in aggiunta al contributo straordinario di 150.000 euro concesso dalla Regione Calabria al Comune di Fabrizia. Ciò consentirà di estendere la manutenzione straordinaria sul tratto stradale dal bivio Caglioti di Fabrizia al bivio Cassari di Nardodipace – imbocco strada che porta allo svincolo “Limina” della super strada "Ionio Tirreno".

Operazione "Helvetia". Tentacoli della 'ndrangheta di Fabrizia in Svizzera: nomi degli arrestati e dettagli

In data odierna, la Polizia Cantonale Svizzera, su ordine del locale Ufficio Federale di Giustizia, ha arrestato 12 presunti appartenenti alla ‘ndrangheta, accusati di associazione di tipo mafioso. Si tratta, in particolare, di soggetti già destinatari di decreto di fermo di indiziato emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 18 presunti affiliati alla ‘ndrangheta nell’ambito dell’operazione cosiddetta "Helvetia" condotta Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, di cui già 2 catturati dagli stessi Carabinieri il 22 agosto 2014. Tutti gli indagati sono tutti ritenuti componenti dell’articolazione territoriale denominata "Società di Frauenfeld (Svizzera)" – dipendente dal “Crimine di Polsi” con collegamenti alla "Società di Rosarno" ed alla "Locale di Fabrizia", in provincia di Vibo Valentia–  considerati responsabili di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità in quanto sarebbe stato commesso in Italia e Svizzera da un sospetto gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno Stato. Le indagini, avviate dai Carabinieri di Reggio Calabria nel gennaio del 2012, hanno consentito di confermare l’esistenza e l’operatività – già dagli anni settanta - della “Locale” di Frauenfeld, alla cui testa vi sarebbe Antonio Nesci, e di individuarne, secondo gli inquirenti, gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al "Crimine" calabrese, per il tramite di Giuseppe Antonio Primerano, la cui figura era stata riconosciuta sia in Calabria, ove era “accreditato” presso il “Crimine” sia all’estero, in Germania e in Svizzera. Significativa della funzione baricentrica di Primerano sarebbero poi i contatti pregressi, già registrati durante l’attività d’indagine  “Il Crimine” dalle quali emergeva, a parere degli investigatori, il suo ruolo apicale e la sua influenza nella risoluzione delle controversie criminali, anche internazionali; proprio Primerano si sarebbe rivelato personaggio cui Antonio Nesci, sostengono i titolari dell’inchiesta, doveva far riferimento per ottenere l’autorizzazione ad estendere il dominio territoriale oltre che in Svizzera anche in altre località tra cui Singen – comune tedesco del Baden – Wuttemberg. Primerano, nel luglio 2013 è stato condannato alla pena di 13 anni di reclusione poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione di tipo mafioso proprio a seguito dell’operazione “Il Crimine” venendo valutate a suo carico innanzitutto la posizione direttiva rivestita in seno all’organizzazione, la sua frequentazione con Domenico Oppedisano, 86 anni, con il quale si intratteneva durante il summit di Polsi nonché il ruolo ricoperto in seno alla compagine di appartenenza che lo rendeva - diretto referente anche delle locali radicate in Germania. Antonio Nesci il 23 ottobre 2015 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria alla pena di 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, mentre la pena comminata a Raffaele Albanese è di 12 anni di reclusione. L’analisi complessiva delle risultanze investigative ha consentito per la prima volta in assoluto, di apprendere dettagli e caratteristiche del contesto criminale elvetico con riguardo alla struttura di 'ndrangheta in quel territorio. Il dato essenziale appurato – sino ad ora inedito -  riguarda la piena operatività da circa 40 anni dell’articolazione di ‘ndrangheta insediata in territorio elvetico ed in particolare nella città svizzera di Frauenfeld ("… la nostra società è formata da 40 anni …") con la piena e diretta rispondenza alla terra d’origine degli affiliati ("… Gli ho detto…gli ho detto che il “locale” è da 40 anni che “risponde” a Fabrizia …").  Le investigazioni dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria si sono avvalse del contributo dell’Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, in relazione alle attività svolte in territorio elvetico, per l’utilizzo delle quali, il 17.Aprile 2013, è stato siglato a Milano, presso gli uffici del Comando Provinciale Carabinieri, un “accordo su indagini collegate tra il Ministero Pubblico della Confederazione Svizzera - Divisione Protezione dello Stato - Reati Speciali e Criminalità Organizzata e la Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria”. In ordine agli odierni provvedimenti restrittivi eseguiti in Svizzera, L’UFG ha ordinato gli arresti sulla base delle richieste d’estradizione presentate dalle autorità italiane, da cui risulta che gli indagati, domiciliati in maggioranza nel Canton Turgovia, siano indiziati di appartenere alla “locale” di Frauenfeld della ‘ndrangheta. Sulla scorta delle risultanze investigative assunte,  l’UFG è giunto alla conclusione che i fatti esposti nelle richieste siano punibili a priori anche in Svizzera secondo l’articolo 260ter CP (organizzazione criminale) e che quindi è adempiuta la condizione d’estradizione della doppia punibilità. Per quanto riguarda la procedura di estradizione, in linea di massima, il procedimento del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per lo stesso reato avrebbe la precedenza rispetto ad un’estradizione. Tuttavia la legge sull’assistenza internazionale in materia penale consente – tra l’altro per motivi di economia processuale – di derogare a tale regola e di autorizzare l’estradizione in determinati casi. I reati perseguiti in Svizzera si sono rivelati rientrare nel quadro di indagini più ampie condotte dalle autorità italiane. Anche in ragione delle due richiamate condanne comminate a carico di Nesci ed Albanese, il MPC ha pertanto invitato l’UFG a privilegiare l’estradizione. Oggi stesso, su ordine dell’UFG, le autorità svizzere sentiranno le persone arrestate per conoscerne il parere in merito alle richieste d’estradizione. Il consenso all’estradizione immediata comporterà la procedura semplificata: l’UFG potrà autorizzare senza indugio l’estradizione all’Italia e disporne l’esecuzione. Se invece l’interessato si dovesse opporre all’estradizione, l’UFG deciderà in merito, fondandosi sulla richiesta italiana e il parere dell’estradando. Contro la decisione di estradizione dell’UFG è possibile ricorrere al Tribunale penale federale, la cui decisione è impugnabile dinanzi al Tribunale federale soltanto in casi particolari – segnatamente se sussistono indizi di gravi vizi procedurali all’estero. Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione. In quanto cittadini svizzeri non possono infatti essere estradati in Italia senza il loro consenso. Gli arrestati sono: Rocco Antonio Cirillo, 61enne nato a Fabrizia; Giovanni Demasi, 39enne nato a Fabrizia; Nazareno Salvatore Demasi, 53enne nato a Fabrizia; Antonio Salvatore Greco, 64enne nato a Fabrizia;  Sandro Iacopetta, 38enne nato a Frauenfeld; Cosimo Laporta,  57enne nato a San Marzano; Francesco Lombardo, 44enne nato a Frauenfeld; Cosimo Montagnese, 61enne nato a Fabrizia; Raffaele Monteleone, 54enne nato a Fabrizia; Brunello Nesci, 50enne nato a Fabrizia; GiulioNesci, 49enne nato a Fabrizia;  Angelo Rullo, 57enne nato a Fabrizia. Sempre questa mattina, investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Torino e Verbania, coadiuvati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale, hanno operato in territorio elvetico, procedendo alla localizzazione e cattura di Antonio Nucera, detto Ntonaci, di 60 anni e Franceco Nucera, di 34 anni, ritenuti esponenti di vertice della omonima cosca di Condofuri , in provincia di Reggio Calabria, latitanti dal 2013 ed indagati per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, poi condannati in primo grado all’esito del giudizio abbreviato per il reato di associazione per delinquere ex art. 416bis del Codice Penale.. Nel corso dell’operazione, condotta insieme agli organismi della Polizia Federale svizzera e a quella cantonale dell’Oberwallis (Canton Vallese), sono state effettuate anche diverse perquisizioni nelle località elvetiche di Visp, Stalden e Saas-Grund, presso immobili riferibili al sodalizio indagato ovvero ai presunti favoreggiatori dei latitanti. L’inchiesta - coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria - è stata condotta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta reggina nell’Alto Piemonte, con ramificazioni in territorio svizzero. In tale contesto, è stata accertata la presenza dei latitanti in argomento, appartenenti alla criminalità organizzata calabrese, operante nel Canton Vallese della Confederazione elvetica. La presenza dei Nucera in Svizzera è stata riscontrata grazie ad attività investigative congiunte, sviluppate nell’ambito di attività rogatoriali promosse dall’autorità giudiziaria reggina, d’intesa con la Procura Federale e il Ministero della Giustizia elvetico.

 

 

 

 

Fabrizia, il cavaliere Suppa al contrattacco: “Da ‘Crescere insieme’ solo illazioni e fandonie”

In riferimento alla situazione delle viabilità nelle Serre, si registra l’intervento del già vicepresidente del Consiglio provinciale di Vibo Valentia, cavalier Domenico Suppa, il quale “onorandosi di aver rappresentato per tre consiliature sia l’Istituzione Provincia, sia il PD”, chiarisce una volta per tutte, che “non è una novità quanto affermato dal coordinamento civico e politico per la mobilità stradale di cui fanno parte il movimento ‘Crescere insieme’ e il Partito Democratico di Fabrizia/Mongiana/Nardodipace – Cassari. I lavori – sottolinea Suppa - erano già stati appaltati alla ditta ‘Moter di Simeri Crichi’ dalla Giunta del presidente De Nisi, di cui l’onorevole Mirabello era assessore dimissionario, per un importo di finanziamento di 710.000 euro, come da delibera n. 420 del 29/11/2011, di Giunta provinciale di devoluzione del mutuo ed approvazione del progetto definitivo. Tutto ciò che pretende di legittimarsi il fantomatico movimento ‘Crescere insieme’ – sentenzia Suppa - sono illazioni e fandonie destituite di ogni fondamento, che strumentalmente si vuole utilizzare a fini elettorali e pubblicitari, dimenticando che manca ancora oltre un anno alle prossime elezioni amministrative. L’Amministrazione comunale – conclude - onorerà il programma amministrativo di mandato così come è stato presentato agli elettori all’atto suo insediamento, consapevole che in questo scorcio di consiliatura saranno realizzate ancora diverse opere pubbliche utili alla collettività di Fabrizia”.

Maltempo, torna la neve sulle Serre

La primavera che sembrava fosse arrivata nelle scorse settimane cede il passo ad un’ondata di maltempo che nelle ultime ore sta colpendo il comprensorio montano delle Serre dove - segnatamente a Fabrizia e Nardodipace - è tornata la neve. Da un'ora, infatti, i fiocchi candidi stanno scendendo giù sui monti seghettati dell’entroterra vibonese e già i cittadini si augurano che questa volta non torni il pericolo ghiaccio. Per tutto il fine della settimana correnti gelide di origine polare continueranno a scorrere sulla nostra Penisola, favorendo ovunque un ulteriore graduale aumento del freddo, con piogge e nevicate fino a quote relativamente basse che però rimarranno concentrate più che altro al Sud.

Fabrizia: "In arrivo 500 mila euro per la manutenzione straordinaria delle strade"

"Abbiamo l’onore e l’immenso piacere di comunicare alla cittadinanza il primo vero risultato ottenuto in merito all’intervento di manutenzione delle strade". E' quanto si legge in una nota stampa vergata dal "Coordinamento civico e politico per la mobilità stradale" di cui fanno parte il "Movimento politico Crescere insieme Fabrizia" ed il Partito democratico di " Fabrizia - Mongiana- Nardodipace/Cassari". "Grazie ai nostri insistenti e numerosi interventi, - si legge nel comunicato - il progetto dei lavori di manutenzione straordinaria delle strade, dell’importo di circa 500.000 euro a base di gara sta per essere reso operativo". La notizia sarebbe stata confermata dagli " Uffici della Provincia di Vibo Valentia" dove, una delegazione del "Coordinamento" si sarebbe recata insieme al "Consigliere Regionale Onorevole Michele Mirabello". Gli uffici di contrada Bitonto avrebbero, quindi, assicurato che " la gara è stata aggiudicata e al più presto dovrebbero iniziare i lavori". "Nel ringraziare l’On.le Mirabello per l’aiuto e la collaborazione fornita, il Coordinamento Civico e Politico suddetto vigilerà sull’iter del procedimento, informando tempestivamente i cittadini dei Comuni interessati, garantendo altresì l’impegno per la risoluzione delle altre problematiche stradali e varie, esistenti sul nostro territorio". "Seguiranno - conclude la nota - le iniziative pubbliche informative e il Coordinamento s’impegna a vigilare affinché tutto avvenga alla luce del sole e senza strumentalizzazioni".

 

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Mercoledì prossimo l'Arcivescovo Bertolone in visita a Fabrizia

Per espresso invito dell’Amministrazione Comunale di Fabrizia, giorno 24 febbraio, a partire dalle ore 9,30, Sua Eccellenza Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Catanzaro-Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, compirà una visita Pastorale Istituzionale nelle scuole dell’obbligo dell’Istituto Comprensivo di Fabrizia, ed incontrerà in forma ufficiale il Consiglio Comunale e la Comunità Locale nella Sala Consiliare del Municipio. Il Sindaco Totò Minniti ha dichiarato: "Nel porgere il saluto di benvenuto a Fabrizia a Sua Eccellenza Vincenzo Bertolone, a nome mio personale, dell’Amministrazione Comunale e dell’intera Comunità, intendo ringraziarlo per l’alta sensibilità dimostrata in occasione dell’invito rivoltogli che è stato prontamente accettato. Egli ha colto l’essenza e l’importanza di una presenza spirituale in un territorio di frontiera che fatica ad andare avanti tra mille difficoltà e problemi, che però non si scoraggia e non si rassegna al fatalismo dell’ineluttabile.  E’ il segno dei tempi, è l’impronta di quello spirito di apertura, di ascolto e di andare incontro all’altro a braccia aperte del nuovo corso della Chiesa, che sotto la guida spirituale di Papa Francesco si sforza ogni giorno a costruire ponti e non ad ergere barriere, muri o frontiere.

 

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