Tropea: furto in una gioielleria, in manette il presunto responsabile

Un carabiniere libero dal servizio, udite le urla dei passanti che davano l’allarme per un furto appena commesso in una gioielleria ubicata nel centro di Tropea, ha notato un uomo che si allontanava con in mano una borsa da donna.

Il militare ha quindi bloccato il sospettato, constatando che la borsa, nella quale sono stati trovati soldi e monili in oro, era appena stata rubata nella gioielleria.

I successivi accertamenti hanno permesso di scoprire che l'uomo, M.D., dopo aver rubato una Renault Clio parcheggiata sul lungomare di Tropea aveva raggiunto la zona centrale della cittadina per compiere il colpo nella gioielleria.

Pertanto, l'uomo è stato arrestato in flagranza con l'accusa di furto aggravato.

 

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Armato di coltello rapina una gioielleria e scappa con il bottino

Rapina a Cosenza, dove, intorno alle 13,30 di oggi, un uomo armato di coltello e con il volto travisato da un cappellino ha fatto irruzione in una gioielleria.

Una volta entrato nel negozio, il rapinatore ha minacciato la titolare e danneggiato il sistema di videosorveglianza interno.

Messe fuori uso le telecamere, l'uomo ha estratto dalla tasca delle fascette di plastica con le quali ha legato ad una sedia la proprietaria dell'esercizio commerciale. Una volta messe le mani su gioielli e preziosi, il malvivente si è dato alla fuga.

Sul posto sono, quindi, intervenuti i poliziotti della questura di Cosenza, che si sono avvalsi dei colleghi della scientifica per cercare d' individuare indizi utili alle indagini.

La donna, ancora in stato di shock, ha fornito sommarie informazioni sul rapinatore.

Colpo in una gioielleria del vibonese, bottino da 100 mila euro

Furto a Nicotera, dove, la notte scorsa, ignoti hanno svaligiato una gioielleria ubicata in pieno centro.

I ladri, introdottisi nell’esercizio commerciale dopo aver sfondato una finestra, hanno razziato i preziosi presenti negli espositori.

Nonostante non siano riusciti a mettere le mani sul contenuto della cassaforte, i malfattori hanno portato via gioielli per un valore stimato in oltre 100 mila euro.

A denunciate il fatto è stato il titolare, un 22enne del luogo, che al momento dell’apertura del negozio ha fatto la triste scoperta.

Sul fatto indagano i carabinieri della locale Stazione, che stanno vagliando le immagini riprese della telecamere di videosorveglianza.

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Cercano di rapinare una gioielleria, messi in fuga dalle urla della titolare

Tentata rapina ad Isola di Capo Rizzuto, dove due uomini con il volto coperto, uno dei quali armato di fucile, hanno cercato di svaligiare una gioielleria.

Entranti nel negozio, i malviventi hanno intimato alla titolare 72enne di consegnare i gioielli e l’incasso.

Comprensibilmente spaventata, la donna ha urlato a tal punto da mettere in fuga i rapinatori che si sono allontanati a bordo di un ciclomotore.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale Tenenza ed i colleghi della Compagnia di Crotone che hanno avviato le indagini per cercare di dare un volto ai malfattori.

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Due rapinatori svaligiano una gioielleria

Rapina nel rione Pellaro di Reggio Calabria dove, verso le 12 di oggi, due malviventi hanno svaligiato una gioielleria. Secondo una prima ricostruzione, i rapinatori avrebbero messo a segno il colpo senza fare ricorso ad armi.

Una volta fatta irruzione nel negozio, i banditi avrebbero immobilizzato ed imbavagliato la proprietaria prima di rubare i preziosi contenuti in cassaforte.

Sul posto sono intervenuti gli uomini della Scientifica e gli agenti della Squadra Mobile che hanno avviato le indagini per cercare di risalire all'identità dei rapinatori.

 

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Rubano orologi di marca da una gioielleria: arrestati

Nella prima mattinata di oggi, personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Castrovillari, ha eseguito le misure di custodia cautelare in carcere a carico di un 59enne, già detenuto per altro reato, e un 27enne, entrambi residente a Corigliano Calabro, perché resisi responsabili del reato di furto di orologi - per un valore complessivo di circa 10.000 euro - perpetrato in una gioielleria sita in Castrovillari.

In particolare lo scorso 22 novembre i due  individui si sono recati presso la citata gioielleria  fingendo di dover acquistare degli orologi.

Gli arrestati, distraendo la titolare dell’attività ed una sua collaboratrice, sono riusciti con destrezza a forzare il lucchetto di una vetrina interna che conteneva diversi orologi, anche di marche prestigiose, asportandone diversi.

Solo dopo che i due si erano allontanati dal locale, le donne si sono rese conto di quanto era accaduto facendo intervenire la Polizia di Stato.

Infatti, a seguito di regolare denuncia sporta dal titolare dell’esercizio commerciale, sono state immediatamente attivate le attività di indagine tese all’identificazione degli autori dell’illecito a cura del personale del Commissariato di P.S. di Castrovillari.

Mediante la visualizzazione e l’estrapolazione di immagini registrate dal sistema di videosorveglianza di cui era dotata l’attività commerciale in argomento e la foto-comparazione con le effigie raffiguranti soggetti, gravitanti sul territorio, dediti a reati della stessa specie, gli Agenti di Polizia, a seguito della laboriosa attività investigativa, hanno individuato i due malfattori e, nelle prime ore di oggi, hanno eseguito  l’ordinanza applicativa di misura cautelare personale in carcere a carico dei due individui.

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Sanguinosa rapina ai danni di un gioielliere: la dettagliata ricostruzione dei fatti

Con volo di bandiera, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia - Divisione Interpol, è giunto presso lo scalo aereo di Fiumicino il cittadino romeno Antonie Alexandru Dragos, nato in Romania nel 1988, al quale la Polizia di Frontiera del medesimo aeroporto ha notificato il provvedimento restrittivo della libertà personale. Il soggetto era stato arrestato in Grecia in quanto destinatario di un mandato di arresto europeo, a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro il 10.06.2013, poiché ritenuto responsabile del reato di rapina aggravata e tentato omicidio, in concorso, in danno del grossista di preziosi di Crotone Luciano Colosimo. I fatti contestati risalgono al 16 giugno 2012, allorquando due malviventi, identificati successivamente in Gheorghe Geanca e Mihai Ciovica, entrambi di nazionalità romena ed imputati nel medesimo procedimento penale, indossando divise da finanzieri, si sarebbero introdotti all’interno degli uffici della gioielleria e, mentre il secondo avrebbe minacciato tre presenti, il primo, dopo aver selvaggiamente aggredito e malmenato il titolare, riducendolo in fin di vita, sarebbe riuscito ad impossessarsi di circa 40 Kg di oro. I malviventi si sarebbero dati a precipitosa fuga con la refurtiva a bordo di un’auto,  guidata da altro complice che li avrebbe attesi in una via limitrofa all’attività commerciale. Dalle immediate indagini avviate, è stato possibile verificare che l’autovettura, di proprietà di una persona risultata estranea ai fatti, era in realtà utilizzata al momento da Antonio Musacchio, 38enne residente a Cotronei. A seguito di ininterrotte ricerche, quest’ultimo è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Crotone alle successive ore 14, a Cotronei. Accompagnato in Questura, lo stesso ha indicato il luogo dove era stata nascosta l’autovettura, che è stata rinvenuta in un garage nella sua disponibilità, ubicato nel medesimo centro, e posta sotto sequestro. Sulla scorta degli elementi di reità raccolti e dai quali sarebbe emerso un grave quadro probatorio a suo carico, Musacchio è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto poiché gravemente indiziato di rapina in concorso aggravata in danno di Colosimo. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Crotone a disposizione della competente Autorità giudiziaria. Dall’attenta analisi delle conversazioni ambientali registrate ed inerenti i colloqui intrattenuti in carcere da Musacchio, sarebbe emerso come questi, anche con l’aiuto di alcuni familiari, abbia cercato di recuperare, per meglio occultare, parte della refurtiva da lui sottratta all’insaputa dei suoi complici, oltre alla parte al medesimo spettante, quale provento dell’azione delittuosa. Sarà proprio questo insistente tentativo di “recupero dell’oro” da parte di Musacchio a rivelare e mettere in evidenza il ruolo di organizzatore e ideatore della rapina  del noto 44enne pregiudicato  Annibale Barilari, sospettato di tenere occultato il “ricco bottino”, al quale è stata notificata in data 11.06.2013, ordinanza applicativa della Custodia Cautelare in Carcere. Le attività tecniche ed info-investigative sono state riccamente integrate dalle risultanze delle analisi dei tabulati telefonici delle utenze utilizzate dai malviventi nei giorni antecedenti e successivi alla rapina. Quest’ultima attività ha consentito, infatti, di identificare i cittadini stranieri Ciovica  e Geanca, nonché di comprovare la presenza, all’atto, del crimine, a Crotone sia dei predetti che di Antonio Musacchio e Pasquale Maccarrone, quest’ultimo poi morto suicida in carcere, dove è stato ristretto in quanto anch’egli attinto da Ordinanza di Custodia Cautelare. Le incessanti indagini e ricerche esperite dagli uomini della Squadra Mobile hanno, inoltre, consentito di individuare in provincia di Taranto ed in particolare nel Comune di Massafra, importanti elementi di reità a carico degli indagati Ciovica  e Geanca, i quali sono stati riconosciuti ed identificati anche grazie alle testimonianze di vittime di altra rapina, commessa dagli stessi, in concorso con altri, in danno di un’altra gioielleria di San Giovanni in Fiore, in data 12.09.2012. Tale evento, per modalità di esecuzione nonché per la brutalità con il quale è stato eseguito, è sembrato subito riconducibile agli stessi rapinatori che avevano “operato” all’oreficeria Colosimo. Fra i partecipanti alla rapina perpetrata a San Giovanni in Fiore furono, infatti, riconosciuti anche il Ciovica  e Geanca; ancor più significativi sono stati i dati investigativi che hanno dimostrato come, anche gli organizzatori di quell’efferato crimine, siano stati gli stessi della omologa rapina di Crotone, atteso che l’autovettura Fiat Punto utilizzata nella rapina di San Giovanni in Fiore era anch’essa nella disponibilità ed in uso a Musacchio. A seguito di incessanti attività investigative, si è riuscito, altresì, a trarre in arresto, in esecuzione di due distinti mandati di arresto europeo, i cittadini rumeni Ciovica e Geanca, il primo rintracciato in Francia ed il secondo nel paese di origine. Ciovica peraltro, estradato in Italia, è stato processato per il reato a lui ascritto e condannato dal Tribunale di Crotone in data 21 aprile 2016, alla pena di 9 anni di reclusione; Geanca, invece, si trova ancora recluso in Romania per altri fatti, in attesa di essere consegnato alle autorità italiane. Quanto ad Antonie Alexandru Dragos, abitante a Crotone nel 2012 e conosciuto con il nome di Alex, è emerso come lo stesso, anche sulla scorta delle dichiarazioni di un noto collaboratore di giustizia, abbia rivestito il ruolo di “reclutatore” degli esecutori materiali della rapina di Colosimo. L’analisi dei tabulati telefonici di Dragos nel periodo dal 10 al 18 giugno 2012, arco temporale immediatamente antecedente e successivo alla rapina, dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, l’esistenza di reiterati contatti con Geanca e Ciovica. Ultimate le incombenze di rito, Dragos è stato condotto presso la casa circondariale di Rebibbia.

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Aggredisce con violenza un gioielliere e i suoi familiari: bloccato e arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 40 anni per i reati di lesione personale e rapina. Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma, S.A., dopo essere entrato in una gioielleria di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, ed aver visionato alcuni orologi, avrebbe preteso dal titolare la consegna di 50 euro. Al rifiuto opposto, il 40enne dapprima avrebbe spintonato il proprietario dell'esercizio commerciale ed i relativi genitori, per poi colpirlo con un pugno al viso e scaraventare a terra la nipote di questi, strappandole dalle mani il telefono cellulare con cui la giovane aveva inviato una richiesta di aiuto al 112. Vista la reazione violenta, il titolare del negozio ha ceduto alla richiesta consegnando la somma a S.A., che è riuscito ad allontanatosi a piedi, venendo poco dopo fermato dai militari dell'Arma, prontamente intervenuti sul posto a seguito della richiesta d’aiuto al 112.

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