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Sculco: "Il Consiglio Regionale sostenga politiche di accoglienza degli immigrati"

“In Conferenza dei Capigruppo mercoledì prossimo chiederò che il Consiglio regionale, nella sua prossima riunione, dia forza e sostegno alle politiche di accoglienza degli immigrati. La Calabria si sta accollando un onere gravoso grazie ai nostri centri d’accoglienza ed alla peculiare generosità della nostra gente. Occorre - afferma la capogruppo di Calabria in Rete Flora Sculco - anche attraverso una formale presa di posizione, rimarcare, come giustamente ha sostenuto il presidente Oliverio, l’importanza di un’assunzione di responsabilità che coinvolga tutte le Regioni e tutte le aree del Paese. Il presidente Maroni non può enfatizzare Expo 2015, la cui carta di Milano ha tra i principali intenti il nutrimento del pianeta, e contemporaneamente, tirarsi indietro quando c’è da dare una mano a bambini, donne ed uomini che patiscono sofferenze immani. Dinanzi ad un’emergenza che - se non affrontata alla radice e con provvedimenti che incidano nei Paesi da cui i migranti scappano, rischia di non essere più tale, ma un fenomeno endemico che mette in discussione l’assetto geopolitico mondiale - l’Europa, nell’appuntamento del 25/26 giugno, deve determinarsi ad affrontarlo risolutamente. Altrimenti - sottolinea Flora Sculco - rischia di perdere del tutto fiducia e credibilità”.

Cadavere di un immigrato trovato in una zona di campagna

In serata è stato rinvenuto il corpo senza vita di un immigrato extracomunitario che, da un primo esame, pare avesse poco meno di quarant'anni. La scoperta è avvenuta in un terreno coltivato ad agrumi nella campagna che circonda Rosarno, a breve distanza dalla zona che ospita diversi container in cui vivono i migranti che lavorano nelle aziende agricole del circondario. Sul luogo del ritrovamento sono intervenuti i Carabinieri della Tenenza di Rosarno che, effettuati i primi accertamenti con il supporto di un medico legale, hanno dato avvio alle indagini per individuare quale sia stata la causa del decesso. La procedura di identificazione è resa più complicata dalla circostanza che la salma appare abbondantemente decomposta.  

Stranieri in Calabria, ieri ed oggi

Per farla breve, Altomonte si chiamava Brahalla, e una fontana di Brahallà si trova a Filadelfia, dove il “ballo dei ciuccio” si chiama del cammello, come nel Reggino; diffusissimi sono i cognomi Marrapodi, Mauro, Morabito, Negri, Neri, Sgro. Ci sono poi tantissimi Baldari, Biondo, Gualtieri, Guiscardi (Viscardi), Ranieri, Ruggero, Russo, Tedesco… significanti in qualche modo un’origine germanica.  E che dire dei molti immigrati che vennero per lavorare? Minatori del Bresciano, donde i cognomi Brescia, Bressi, Brizzi… ma anche Lungo, che denunzia persino una provenienza ungherese; e Fransè e simili. Do per conosciutissimi gli Albanesi, sia quelli che conservano lingua e identità, sia i molti in paesi non più conservativi.  E quanti Greci bizantini, denunziati da palesi cognomi: per vanagloria, cito solo Nisticò; ma sono migliaia! Come arrivarono, o per meglio dire arrivammo, qua da noi? Come contadini soldati inviati dagli imperatori d’Oriente; come invasori arabi, e più spesso come “baziarioti”, mercanti; schiavi; prigionieri di guerra come quelli di Schiavonea e di Plaga Sclavonum, Praia… in qualsiasi modo tutti costoro venuti, compresi i miei avi, ora siamo tutti calabresi. Dove voglio portarvi, pazienti lettori? Mi sono forse improvvisamente convertito all’immigrazione? Certo che no, e con fondati motivi: il primo è proprio che tutti quegli stranieri, compresi i miei avi, arrivarono da ogni dove, ma vennero assimilati. Anche il più musulmano dei pirati barbareschi, anche il più burbanzoso spadaccino longobardo, dopo un poco diventarono cattolici, sposarono donne di altra stirpe ma sempre cattoliche, impararono la lingua e i dialetti, e dopo due generazioni non volevano più sapere della lontana Scania o di qualche deserto d’Egitto. Qualche anno dopo, ecco un calabrese di pelle scura o lattea o entrambe, ma sempre e solo un calabrese.  Oggi la Calabria, come del resto l’Europa, si rivela del tutto incapace di assimilare e acculturare, soprattutto perché non ha più forte l’arma della religione, che è una specie di ridotta di Giarabub in eterna difesa. E così rischiamo il peggio che possa capitare: la società multietnica. Lo so che c’è chi pensa sia una cosa bella, ma proprio gli Stati Uniti multirazziali dimostrano il contrario: c’è una sola etnia, gli Stati Uniti; ce ne sono anche delle altre, ma considerate inevitabili emarginazioni cui sperare di porre rimedio e farle sparire prima possibile. Qui rischiamo un arlecchino di lingue e usi e mentalità e fedi che non può giovare a nessuno.

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Un barcone con 150 immigrati a bordo si arena a Caulonia

Sono sbarcati sulla spiaggia di Caulonia stamane. Si tratta di circa 150 tra libici, somali, eritrei e nigeriani, arrivati a bordo di un barcone che si è arenato a pochi metri dalla spiaggia. Dopo aver individuato 21 immigrati sulla statale 106, i carabinieri hanno rintracciato l'imbarcazione con oltre un centinaio persone a bordo.

Trecento immigrati bloccano la SS 106

Hanno bloccato la statale ionica 106, all'altezza dell'aeroporto di Crotone, i 300 immigrati, ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto. A dare origine alla protesta, iniziata nelle prime ore di questa mattina, i ritardi lamentati dagli immigrati nel rilascio del permesso di soggiorno, il mancato pagamento del "poket money" ed altre carenze organizzative del centro in cui sono ospitati.

Traffico di eritrei, sgominata banda con ramificazioni in Calabria

E’ un colpo al cuore di una rete criminale atta al traffico di cittadini eritrei quello inferto dalla polizia di Milano che ha agito sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Monza a carico di 25 soggetti, di cui 14 sono stati già arrestati. L’organizzazione, che aveva ramificazioni in Calabria e in Sicilia, intercettava i clandestini sulle coste meridionali della nostra penisola e si spingeva a produrre e vendere documenti falsi. Finora sono stati accertati 17 viaggi (per un totale di circa 200 persone), che avvenivano su voli di linea o, in caso di minori disponibilità economiche, su treni o bus. Milano era la città da cui poi gli eritrei venivano smistati nel nord Europa. Gli investigatori ipotizzano lo sfruttamento dell’emergenza sanitaria che, di fatto, veniva trasformata in opportunità di affari. L’accusa per gli arrestati, che sono soprattutto eritrei che vivono in Europa da diverso tempo, è di favoreggiamento di immigrazione clandestina.

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