Guardavalle: picchia il figlio e cerca d'investirlo, arrestato

I carabinieri della stazione di Guardavalle hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti di un 44enne del posto. L'uomo è accusato di maltrattamenti contro familiari e conviventi e lesioni personali aggravate.

Il provvedimento è scaturito in seguito alle risultanze finora acquisite dai militari dell'Arma che avrebbero accertato l’escalation di violenza, che a partire dal 2011, avrebbe avuto come vittima il figlio minore dell'uomo.

Per l'accusa, il 44enne, facendo un uso smodato di sostanze alcoliche e lamentando la presunta mancata corresponsione di somme di denaro, avrebbe assunto atteggiamenti aggressivi culminati in ripetute  minacce di morte e violenze, anche in presenza di altri familiari.
La situazione sarebbe definitivamente degenerata nel pomeriggio del 9 dicembre scorso, allorquando, dopo averlo picchiato per l’ennesima volta l'uomo avrebbe inseguito per strada, il figlio tentando addirittura d' investirlo con la sua autovettura e provocandogli lesioni.

Nella circostanza, ad evitare conseguenze ben più gravi è stato il tempestivo intervento dei carabinieri.

Espletate le formalità di rito, l'arrestato è stato ristretto in regime di arresti domiciliari presso la sua abitazione.

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Episodi di maltrattamenti in una scuola materna: maestra sospesa dell’insegnamento

Nella mattina odierna, la Polizia di Stato ha notificato ad un’insegnante di una scuola materna un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizi, emessa dal Gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica. 

Il provvedimento cautelare trae origine da alcune denunce presentate negli uffici della locale Squadra Mobile il 6 dicembre, da genitori di bambini, alunni dell’indagata, che lamentavano la circostanza che la maestra, a dire dei propri figli, durante gli orari scolastici, teneva condotte vessatorie di natura fisica e psicologica nei loro confronti.

In particolare, le querelanti hanno evidenziato di aver notato, sin dall’inizio dell’anno scolastico o, comunque, nell’ultimo mese, un comportamento insolito nei figli, i quali erano diventati insofferenti verso la scuola; questo unito a nervosismo, con pianti improvvisi, anche durante la notte, al solo pensiero di doversi recare in aula l’indomani. Aggiungevano che tali atteggiamenti, così come riferito dai figli,  erano originati dalle percosse sulle mani, alla nuca e sul viso perpetrate dalla maestra durante gli orari in cui era nella classe frequentata dai piccoli alunni. 

A seguito di tali denunce, d’intesa col il Pm titolare, i poliziotti della Squadra Mobile crotonese hanno avviato un’articolata attività investigativa supportata da servizi d’intercettazione di conversazioni e comunicazioni audio-video presso l’aula della scuola materna frequentata dai bambini; venivano parallelamente effettuate escussioni testimoniali di persone informate sui fatti.

La visione dei filmati acquisiti dai servizi d’intercettazione ambientale ha consentito di verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico della maestra la quale in più occasioni ed in giorni diversi, colpiva taluni alunni con schiaffi alla nuca ed in pieno viso, li percuoteva più volte alle gambe, li afferrava con violenza e li tirava con forza dalla sedia provocandone spesso la caduta a terra.

Con le attività tecniche i poliziotti hanno documentato ulteriori vessazioni di natura psicologica rivolte agli allievi che si dimostravano lenti nell’esecuzione dei lavori di classe o nel consumare la loro merenda; in tali frangenti la maestra castigava i bambini costringendoli a rimanere in piedi verso la finestra o addirittura gli strappava la merenda dalle mani per poi gettarla nel cestino.

Giova evidenziare che il 20 dicembre, si presentava nuovamente presso gli uffici della Squadra Mobile una delle madri che aveva fatto l’iniziale denuncia,  per raccontare l’ennesimo episodio di maltrattamento di cui l’insegnante si era resa responsabile nei confronti del proprio figlio, consistito in un pugno dato alla pancia del bambino, a suo dire non collaborativo durante le prove della recita di Natale fatte nella palestra della scuola.   

Le risultanze investigative sono state trasfuse in una dettagliata informativa di reato all’Autorità giudiziaria procedente che, sulla scorta degli inconfutabili elementi di reità raccolti in capo alla docente in ordine al delitto di maltrattamenti di natura cd. “abituali”, otteneva dal Gip il provvedimento cautelare in parola, con annesso divieto di svolgere l’attività di insegnamento fino alla data del 30.06.2017, quale termine dell’anno scolastico in corso.

 

L’ordinanza è stata altresì notificata al direttore scolastico dell’Istituto in cui la maestra insegnava.

Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking: arrestato un 39enne di Reggio Calabria

La sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali” della locale Squadra mobile, a conclusione di serrate indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e dal Procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, lunedì 12 dicembre ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di un 39enne, M.G., ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale aggravata e stalking

Gli uomini della Squadra mobile hanno fatto luce su una tragica storia maturata nel silenzio delle mura domestiche, fatta di reiterate e perduranti vessazioni, violenze fisiche e psichiche, minacce ed ingiurie.

Le indagini sono state condotte con il massimo riserbo, per tutelare la dignità e la privacy delle persone offese da questo tipo di reati, come sempre avviene nei casi di violenza di genere, a maggior ragione quando sono coinvolte non solo le donne ma – come in questo caso – anche minori.

Infatti, ad assistere impotenti ai ripetuti, mortificanti ed insostenibili comportamenti violenti che l’uomo ha posto in essere per molti anni nei confronti di sua moglie, c’erano anche i figli minorenni della coppia, che nulla potevano contro le azioni del padre, il quale in alcuni casi è arrivato anche a malmenare i figli stessi.

Lo stato di paura e sottomissione ha portato la donna anche a dover sopportare rapporti sessuali non voluti ed a volte preternaturali.

Quando la donna ha trovato la forza di lasciare l’uomo – appartenente ad una famiglia ritenuta vicina a contesti di criminalità organizzata reggina – lo ha fatto con il timore fondato di subire un pericolo per la sua incolumità.

L’uomo non pago delle sue azioni, ha posto in essere numerose condotte persecutorie, minacce telefoniche e pedinamenti, giungendo anche a minacciarla di morte allorquando, di recente, si è recato presso la nuova abitazione presa in locazione dalla donna, danneggiandole la porta di ingresso, perché convinto – in modo infondato – che la donna in quel momento stesse intrattenendo una relazione con un altro uomo.

Le indagini hanno consentito di circostanziare ogni singolo episodio delittuoso e di acquisire gravi indizi di colpevolezza in danno di M.G., tali per cui il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere, che gli uomini della Squadra mobile hanno eseguito nel pomeriggio del 12 dicembre scorso, conducendo l’indagato presso il carcere di Arghillà, dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Maltrattamenti aggravati a bambini di 6 anni, due maestre finiscono ai domiciliari

Nella tarda serata di ieri i finanzieri del Comando provinciale di Reggio calabria hanno notificato a due insegnanti di un istituto scolastico pubblico del capoluogo reggino, di 61 anni e di 37 anni, una misura cautelare agli arresti domiciliari, con l’accusa di maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti di minori di 6 anni loro affidati. 

A dare il via alle indagini, svolte dai finanzieri la denuncia di una madre preoccupata per il cambiamento d’umore e di comportamento delle sue due figlie, sintomo dell’allarmante livello di malessere raggiunto dalle stesse. 

Per accertare la veridicità delle accuse, l’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria attraverso il procuratore capo Federico Cafiero de Raho, coadiuvato dal procuratore aggiunto Gerardo Sominijanni e dal sostituto pm Teodoro Catananti, è stata espletata anche mediante l’installazione di alcune telecamere e dispositivi di registrazione ambientali dislocate all’interno dell’aula dove si ipotizzava si sarebbero potute perpetrare le condotte illecite delle docenti. 

Le registrazioni audio – video hanno, così, consentito di accertare i maltrattamenti psico-fisici subiti da alcuni alunni minorenni. 

In particolare, le due docenti colpite dall’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, a firma del gip Adriana Trapani, maltrattavano alcuni degli alunni minorenni, a loro affidati per ragioni di educazione, istruzione, cura e custodia, utilizzando violenza contro di loro. 

Espletate le formalità di rito, entrambe sono state poste agli arresti domiciliari.

 

Presunti casi di maltrattamento: indagini su tre case di riposo calabresi

Abbandono di incapace e reati di natura finanziaria: sono queste le contestazioni mosse dagli inquirenti ai due titolari di una cooperativa sociale che gestisce tre case di riposo per anziani. Si tratta di strutture ubicate a Laino Borgo e Villapiana, in provincia di Cosenza. Al centro delle indagini, sostengono gli investigatori, sospetti episodi in cui alcuni ospiti sarebbero stati oggetto di maltrattamenti. L'inchiesta è stata avviata in seguito al trasporto, presso l'ospedale di Castrovillari, di una persona anziana che versava in un pessimo stato fisico. Immediati sono stati gli accertamenti effettuati dai Carabinieri. 

 

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Maltratta e picchia la moglie davanti ai figli piccoli

Ad un 42enne la Polizia ha consegnato la notifica del provvedimento di allontanamento dall'abitazione di famiglia e quello che gli impone di non avvicinarsi ai luoghi in cui si trova la moglie. Misure, disposte dal Giudice delle indagini preliminari in accoglimento di una istanza inoltrata dalla Procura della Repubblica, ed adottate a causa dei maltrattamenti e delle aggressioni subiti per anni dalla donna per mano del marito che, in una circostanza, le ha puntato una forbice al collo sotto gli occhi dei figli minorenni. La vicenda è avvenuta a Lamezia Terme. La vittima, nel frattempo separatasi dal consorte e che, lasciando la casa di famiglia, ha portato anche i bambini, si è rivolta alle forze dell'ordine, riferendo le umiliazioni patite e di aver dovuto badare autonomamente al sostentamento suo e dei piccoli. Ha, inoltre, spiegato di non aver denunciato le percosse, mentendo anche ai parenti cui raccontava, nelle occasioni in cui veniva picchiata, di essere incappata in incidenti occorsi sbrigando faccende domestiche. L'attività d'indagine portata avanti dagli agenti di Polizia ha permesso, secondo gli inquirenti, di accertare l'effettiva condotta dell'uomo. Decisive si sono rivelate, tra l'altro, le dichiarazioni, degli stessi figli, dei familiari e di persone amiche.

   

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Calabria: maltrattamenti ai danni di anziani e disabili, arrestate due persone

 

Questa mattina le Fiamme Gialle della Compagnia Guardia di Finanza di Crotone hanno dato esecuzione ad un’altra Ordinanza per i maltrattamenti che sarebbero stati commessi nella casa famiglia denominata “San Francesco e Santa Maria” gestita dall’associazione “Opus onlus”. Il provvedimento, emesso dal Gip  Michele Ciociola, prevede la misura dell’arresto domiciliare nei confronti di due persone, nonché il divieto di dimora nella provincia di Crotone nei confronti di un’altra. Le persone interessate dal provvedimento sono  coinvolti a vario titolo nella gestione e amministrazione della struttura assistenziale. Le  indagini coordinate dal sostituto procuratore  Gaetano Bono hanno consentito di accertare ulteriori responsabilità per atti lesivi dell’integrità fisica e morale nei confronti di alcuni ospiti della struttura di ricovero. Secondo l’accusa, gli ospiti del centro avrebbero subito percosse, umiliazioni e vessazioni di natura psicologica.  Le misure cautelari disposte si aggiungono, quindi, ai tre arresti, eseguiti  alcuni giorni fa nei confronti della responsabile della struttura e di due operatori, nonché al sequestro della struttura stessa. Uno dei destinatari della misura degli arresti domiciliari risulta, allo stato, irreperibile.

Maltrattamenti agli ospiti di una struttura di ricovero: scatta la custodia cautelare

La Guardia di Finanza ha eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti a vario titolo responsabili per il reato di maltrattamenti; uno di essi anche del reato di sequestro di persona. Sono tutti soggetti con vari titoli di responsabilità nell’ambito della gestione dell’associazione “Opus Onlus”, che gestisce la casa famiglia denominata “San Francesco e Santa Maria”. L’attività, coordinata dal Sostituto Procuratore Ivan Barlafante, ha permesso di acclarare che i gestori della struttura di ricovero, non predisponevano nei confronti dei degenti un’assistenza medica ed infermieristica adeguata; inoltre, gli stessi davano disposizione ai dipendenti affinché fossero somministrate ai degenti razioni vitto assolutamente insufficienti sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo. Le indagini hanno altresì permesso, anche attraverso l’ausilio di captazione audio/video, di costatare che due degli indagati ponevano in essere atti lesivi dell’integrità fisica e morale nei confronti di alcuni ospiti della struttura di ricovero: percosse fisiche; umiliazioni e vessazioni di natura psicologica. Tali comportamenti sono risultati palesemente lesivi della dignità, del decoro, della libertà e dell’integrità fisica e morale delle persone assistite ed a loro affidate anche con scopi protettivi. La struttura di ricovero è stata sottoposta a sequestro preventivo e affidata in giudiziale custodia ad un funzionario dell’Asp di Crotone.

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