Massimo D’Alema a Reggio Calabria per l’inaugurazione della sede Provinciale di Articolo 1 – Mdp

Appuntamento reggino per Massimo D'Alema che, alle 19,45 di oggi, farà tappa nella città dello Stretto per inaugurare la sede provinciale di Articolo 1- Mdp, che si trova sul Corso Garibaldi 210.
Per i componenti del coordinamento provinciale di Articolo 1- Mdp: “la presenza del Presidente Massimo D’Alema sottolinea come, i dirigenti nazionali del movimento, mostrino particolare attenzione ed interesse per il lavoro messo in campo negli ultimi mesi. 
La necessità – continuano i membri di Articolo 1 Mdp – di costruire una nuova piattoforma della sinistra nella provincia di Reggio Calabria è ormai palese, basta solo riflettere sulle condizioni sociali ed economiche delle nuove generazioni, sulla possibilità di studiare e curarsi nel nostro territorio, a questi dati drammatici va aggiunto il dato sulle disuguaglianze che vanno sempre più ad aumentare. 
In queste settimane tanti cittadini si sono avvicinati al nostro movimento, in nome dei valori fondati del nostro progetto, la presenza di Massimo D’Alema  – concludono i dirigenti della sinistra Reggina - sarà l’ennesimo momento di confronto e coinvolgimento per i  tanti giovani e cittadini che vogliono costruire un alternativa credibile, democratica e progressista nel territorio reggino". 

 

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Il calabrese Marco Minniti, sarà il nuovo ministro dell'Interno

Il calabrese Marco Minniti sarà il nuovo ministro dell'Interno. L'ex sottosegretario reggino fa parte della lista dei ministri che il Capo del governo incaricato Paolo Gentiloni sottoporrà, domani e dopodomani, alle Camere per il voto di fiducia.

 Marco Minniti: biografia

Nato a Reggio Calabria nel 1956, si è laureato in filosofia. Vicino alle posizioni di Massimo D'Alema, Minniti, ha ricoperto la funzione di sottosegretario alla difesa nel governo Amato e con delega ai servizi segreti nei governi Letta e Renzi. Nel 1992 è diventato segretario regionale del Pds calabrese prima di lasciare l’incarico per occuparsi del dipartimento problemi del partito. Nel 1996 è diventato coordinatore del Pds, due anni dopo, invece, è stato investito del ruolo di segretario organizzativo dei Ds. Entrato, per la prima volta, in parlamento nel 2001, con i Ds è stato riconfermato nel 2006 con l'Ulivo diventando viceministro dell'Interno nel governo Prodi. In seguito alla nascita del Pd, è diventato segretario regionale della Calabria, incarico che manterrà fino al 2009. Presidente del forum nazionale sicurezza con la segreteria di Dario Franceschini, in quella di Bersani è stato responsabile nazionale del Pd per la verifica dell'attuazione del programma del governo Monti. Nel 2009 ha partecipato alla nascita della Fondazione Icsa, che si occupa di sicurezza, difesa e intelligence, di cui è stato presidente, mentre Francesco Cossiga ne era presidente onorario.

Marco Minniti entrerà, quindi, a far parte della squadra di governo che affiancherà il neo presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni.

I ministri del governo Genitloni

Questi i nomi dei ministri che comporranno il nuovo governo: Anna Finocchiaro (Rapporti col Parlamento), Marianna Madia (Pubblica amministrazione), Enrico Costa (Affari regionali), Claudio De Vincenti (Coesione territoriale), Luca Lotti (Sport), Angelino Alfano (Esteri), Marco Minniti (Interno), Roberta Pinotti (Difesa), Orlando (Giustizia), Pier Carlo Padoan (Economia), Carlo Calenda (Sviluppo economico), Maurizio Martina (Agricoltura), Gianluca Galletti (Ambiente), Delrio (Infrastrutture), Beatrice Lorenzin (Salute), Maria Elena Boschi (Sottosegretario alla Presidenza), Dario Franceschini (Beni culturali), Valeria Fedeli (Istruzione), Giuliano Poletti (Lavoro).

La sinistra non va mai al potere, se ci va non dura

I fatti novembrini della Leopolda, con agitazioni contro Bersani eccetera, mentre gli energumeni dei centri sociali, tra le mie risate, difendono con le spranghe la costituzione, inducono a qualche simpatica riflessione.

La sinistra non va mai al potere, e se ci va, non dura. Ci va, qualche volta, sotto forma di centrosinistra, cioè di un centro più vaghe opinioni ugualitarie. C’è stata in Russia, ma come dittatura della burocrazia. Il solo esempio di sinistra sinistra andato al potere in Europa Occidentale fu il Fronte Popolare di Blum, che nel 1936 vinse le elezioni in Francia. Nel 1938 venne abbattuto… e voi pensate da una congiura di aristocratici dell’ancien régime? Da biechi fascisti? Ma no, da un’ondata di scioperi operai!

 Fin dalle origini, negli ultimi decenni del XVIII secolo, la sinistra ha mostrato due evidenti caratteristiche, la seconda conseguenza della prima: alto livello di ideologizzazione, e altissima conflittualità. Marx ha passato più tempo a dir male di Mazzini e Proudhon che dei capitalisti; e viceversa.

 I socialisti italiani si divisero subito in correnti, che, alla grossa, erano due: riformisti e massimalisti; siccome nel 1919 avevano vinto le elezioni ma non sapevano che fare, subito una bella scissione, ed ecco il Partito Comunista d’Italia. Ogni socialista che si rispetti odia i comunisti, e ogni comunista disprezza i socialisti: vi ricordate di Craxi?

 I comunisti, giunti al potere con la forza in Russia poi Unione Sovietica, non per questo trovarono pace; anzi, Trotskij, che se ne stava micio micio e inoffensivo in Messico, venne raggiunto da una picconata speditagli da Stalin in persona: prevenire è meglio che curare, pensava Baffone. Gli anarchici spagnoli non dovettero attendere di essere eliminati dai franchisti, perché ci pensò alla grande il medesimo Stalin attraverso i suoi agenti, tra cui il famigerato Vittorio Vidali, che avrà a che vedere con l’assassino del detto Trotskij, e sarà deputato del PCI. 

 Per dirla con la Traviata, “qui son più miti i cuori”; e non è più tempo di omicidi politici. Renzi chiama rottamazione le sue operazioni di eliminazione politica dei vari D’Alema, Bersani eccetera.

 Tutto questo avviene, dal XVIII secolo, nella più ottusa buona fede; e gli odi tra le sinistre non son dovuti a volgari motivi di soldi e potere, ma sempre a nobili ragioni di alti ideali e parole; parole cui l’uomo di sinistra, a furia di ripeterle, crede davvero, e per cui lotta; nel passato neanche troppo lontano, fino a uccidere e morire. Non sto facendo ironia, è davvero così. Per le infinite divisioni sulle parole, la sinistra propriamente detta non andrà mai al potere. Il massimo che può sperare, qualche compromesso storico di breve durata; e che, generalmente, provoca interessi e corruzione. Tranquilli, è successo lo stesso ai miei ex camerati quando sono divenuti Alleanza Nazionale, Dio me ne liberi, a parte che nel 1995 me ne liberai da solo.

 Oggi, meno male, a sinistra si contentano di espulsioni.

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Autolico, D'Alema, la Raggi e le bugie della politica

Che fa D’Alema, un comitato per il no? E come mai, se il partito cui è iscritto è per il sì? Roba da probiviri, roba da espulsione dal partito per evidente tradimento. Giusto. Che fa di bello, D’Alema? Forma un comitato per il no, cioè contro il PD, però nomina alla guida un Pincopalla non iscritto al PD, un prestanome cui non possono dire niente. Che volpe, vero? Ecco una soluzione di fatto politicamente ignobile, però avvocatescamente ineccepibile. Che fa la Muraro, amica del cuore della Raggi? Alla domanda se ha ricevuto un AVVISO DI GARANZIA risponde di no; mentre anche i gatti dei vicoli di Roma sanno che è sotto inchiesta fin da aprile scorso. La Muraro ha ragione: non ha ricevuto un AVVISO DI GARANZIA propriamente detto, bensì una cosa equivalente che si chiama con un altro nome. Che volpe, vero? Ecco una soluzione di fatto politicamente ignobile, però avvocatescamente ineccepibile. Sono tutti discepoli di Autolico, l’epirota nonno materno di Ulisse, precursore della sofistica. Egli, infatti, si vantava di essere “il primo degli uomini nel mentire e nel giurare”, cioè diceva bugie smaccate formalmente esatte, e ciò con il sofisma, il gioco di parole. Che volpe, vero? Ecco una soluzione di fatto politicamente ignobile, però avvocatescamente ineccepibile. Per inciso, fu lui a dare il nome al nipotino non meno, in futuro, furbone (come ti chiami? Utis, Nessuno!). Lo chiamò Odysseus “perché sono odiato da molti” (odyssomai). Inventò così anche la glottologia, sia pure a modo suo e arbitrario: ma non è il solo. Anche lui del resto aveva un bel nome: “Lupo in persona”. Leggete il XIX dell’Odissea.  Un esempio nostrano. Quando arrivarono i Locresi, incontrarono l’ostilità dei Siculi dell’Aspromonte. Fecero pace giurando di non combattere “finché tenessero la terra sotto i piedi”; ma era il terriccio dentro le scarpe, messo apposta, e, arrivati a casa, lo tolsero, riprendendo la guerra alla prima buona occasione. Che volpi, vero? Ecco una soluzione di fatto politicamente ignobile, però avvocatescamente ineccepibile. Ma quelli dei 5stelle non erano tutti quanti onesti come agnellini neonati? E invece devono dare la tessera ad honorem a quel lestofante di Autolico. Congratulazioni.

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Domani tappa calabrese per Massimo d'Alema

Tappa calabrese per Massimo D'Alema che, domani, parteciperà a due iniziative che si svolgeranno a Soverato ed a Catanzaro. Alle 15,30, l'esponente democrat prenderà parte, nella cittadina jonica, ad una manifestazione a sostegno di Giulio Moraca, candidato a sindaco del Pd e del movimento "Oltre". Alle 17, invece, l'ex Presidente del consiglio farà tappa all'hotel Guglielmo di Catanzaro, dove interverrà ad un'incontro, promosso dalle associazioni "Riformismo oggi" e "La Calabria che cambia", nel quale si discuterà di "Riforme istituzionali e qualità della democrazia". Nel corso della manifestazione, alla quale prenderanno parte la senatrice del Pd Doris Lo Moro ed il presidente della Regione Mario Oliverio, verrà presentato l'ultimo numero della rivista "Italianieuropei", edita dall'omonima fondazione presieduta da D'Alema.

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