Fornisce false generalità dopo un incidente stradale, arrestato

Un reggino di 37 anni, R. M., è stato arrestato a Melito di Porto Salvo (Rc) dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della locale Compagnia, con l’accusa di false dichiarazioni sull'identità o sulla qualità personali.

In particolare, i militari sono intervenuti in seguito ad un incidente stradale nel quale erano rimaste coinvolte due autovetture, una delle quali condotta dall’arrestato.

Sia agli uomini dell’Arma, che ai sanitari del 118, l’uomo avrebbe riferito di chiamarsi con un altro nome.

L’atteggiamento nervoso del trentasettenne ed il rifiuto di farsi accompagnare in ospedale, nonostante i traumi riportati, hanno insospettito i militari che, grazie ai rilievi dattiloscopici, sono risaliti alla vera identità dell’arrestato.

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In auto con oltre 1,5 Kg di marijuana, giovane finisce nei guai

Con l'accusa di detenzione e trasporto illegali di sostanze stupefacenti, i carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, hanno tratto in arresto il ventottenne Gaetano Nucera.

Il giovane, nel corso di un servizio di controllo alla circolazione stradale, è stato fermato mentre viaggiava a bordo di una Smart sulla quale era presente un grande sacco nero.

Insospettiti dall’atteggiamento di Nucera, i militari hanno deciso di perquisire il veicolo.

Durante il controllo, nel sacco in questione, gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto oltre un chilo e mezzo di marijuana.

L’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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Manomettevano sportelli bancomat e s'impossessavano del denaro, in manette 3 giovani romeni

Tre pregiudicati romeni, di età compresa tra i 20 ed i 27anni, sono stati arrestati, in flagranza di reato, dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, perché ritenuti responsabili di aver manomesso alcuni  sportelli bancomat a Bova Marina e Condofuri, nel reggino.

Le manette sono scattate attorno ai polsi di Claudio Adrian Punica di 27anni, Vladut Constantin Guinie e Viorel Costantin, entrambi 20enni.

 A partire dai giorni scorsi, i militari si erano messi sulle tracce di Costantin, il quale sarebbe riuscito ad impossessarsi di 200 euro, manomettendo lo sportello bancomat dell’ufficio postale di Bova Marina.

 In particolare, il 20enne, insieme a due complici che facevano da “palo”, avrebbe usato la sua carta bancomat per effettuare un prelievo di poche decine di euro. Al momento dell’erogazione, il giovane avrebbe inserito una “forchetta” all’interno del distributore di banconote, al fine di bloccarne lo sportellino.

Si tratta di un collaudato sistema che permette di bloccare le banconote prelevate dai clienti che usano lo sportello successivamente.

  Notata una persona che aveva infruttuosamente cercato di prelevare del denaro, Costantin si sarebbe avvicinato allo sportello  e, dopo aver estratto la “forchetta”, si sarebbe impossessato delle banconote.

 L’arresto è, quindi, scattato nel corso di un servizio durante al quale i militari dell’Arma hanno notato due giovani in prossimità dello sportello bancomat. Una volta sottoposti a controllo, uno di loro è stato trovato in possesso di un paio di forbici con la punta mozzata – probabilmente utilizzata per forzare gli sportelli automatici di erogazione delle banconote –  e di alcune banconote prelevate con analogo sistema da alcuni bancomat a Bova Marina e a Condofuri.

I tre, quindi, sono stati accompagnati presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Melito Porto Salo dove, una volta terminate le formalità di rito, sono stati dichiarati in stato di arresto e posti agli arresti domiciliari, in attesa di essere giudicati con rito direttissimo.

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Scoperta coltivazione con mezza tonnellata di cannabis skunk

Nel corso di un'attività finalizzata al contrasto della produzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti, i finanzieri di Melito Porto Salvo, con l’ausilio degli elicotteri della Sezione aerea della guardia di finanza di Lamezia Terme (CZ), hanno scoperto una piantagione di cannabis del tipo Skunk.

Il particolare tipo di stupefacente, ottenuto dalla fusione delle linee genetiche di piante originarie del Messico, della Colombia e dell’Afghanistan, era stato coltivano in un appezzamento di terreno a Bianco, in provincia di Reggio Calabria.

Le piante, in ottimo stato vegetativo e ben nascoste all'interno di un fitto roveto, in alcuni punti alto più di cinque metri, erano più di 300 ed avevano un'altezza media superiore ai due metri e mezzo.

Il quantitativo sequestrato ammonta a 508 chilogrammi e una volta immesso sul mercato avrebbe assicurato un cospicuo introito.

Oltre allo stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro: un impianto d'irrigazione costruito con 800 metri di tubi in pvc; i fertilizzanti e gli attrezzi agricoli utilizzati per la coltivazione.

I finanzieri sono, ora, alla ricerca dei responsabili. 

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