'Ndrangheta: sequestro di beni a esponente cosca coinvolto nell’operazione “Stige”

In seguito a indagini patrimoniali, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la Guardia di finanza di Crotone ha eseguito un sequestro di beni nei confronti di un uomo attualmente detenuto, considerato elemento di spicco della potente cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola egemone sul territorio di Cirò Marina (Kr) e con importanti ramificazioni nel nord-Italia, in Germania ed all’estero.

L'uomo è stato recentemente condannato in appello, nell’ambito dell’operazione “Stige”, per il reato di associazione di tipo mafioso.

Il provvedimento di sequestro rappresenta l’epilogo di un‘attività investigativa grazie alla quale le fiamme gialle hanno ricostruito le disponibilità patrimoniali e finanziare facenti riferimento in maniera diretta o indiretta al destinatario della misura.

Per gli investigatori, i beni sottoposti a sequestro sarebbero stati acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo, quali associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, anche nella forma associata, ed estorsione o, comunque, risultati ingiustificatamente sproporzionati rispetto al reddito dichiarato.

Grazie agli accertamenti patrimoniali, i finanzieri sarebbero riusciti a risalire all’origine del patrimonio che sarebbe stato illecitamente accumulato.

Complessivamente, in esecuzione del decreto emesso dal tribunale di Catanzaro sono stati sottoposti a sequestro il 90 per cento delle quote di una società con sede a Cirò Marina, operante della produzione dei prodotti dolciari,  due ditte individuali - la prima con sede a Verona, operante nel settore della ristorazione e la seconda con sede a Cirò Marina, esercente l’attività di procacciatori d’affari - disponibilità finanziarie e una polizza assicurativa, per un valore stimato pari a diverse decine di migliaia di euro.

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Operazione Stige, M5S: “Emergenza elezioni”

«La politica calabrese deve raccogliere all'istante l'allarme lanciato dalla Dda di Catanzaro a commento dei 169 arresti dell'operazione “Stige”, tra cui amministratori locali vicini a Enzo Sculco, alleato politico di ferro del governatore Mario Oliverio, esponenti attuali e passati del Pd e un dirigente nazionale di Fratelli d'Italia».

Lo affermano in una nota i portavoce parlamentari e comunali calabresi del MoVimento 5 Stelle.

I pentastellati aggiungono: «Le ricostruzioni della Dda di Catanzaro confermano che in Calabria 'ndrangheta e politica camminano a braccetto, che esiste un sistema di controllo delle scelte e dei fondi pubblici per favorire la criminalità e fabbricare il consenso elettorale, anche attraverso lo sfruttamento illecito dei boschi della Sila così come stiamo denunciando da anni in Parlameto ed alle Procure».

«Un’inchiesta che mostra ancora una volta l’internazionalità della ‘ndrangheta che all'estero fa riciclaggio, crea basi logistiche locali, si impossessa del mercato della droga, sfrutta l'immigrazione clandestina, usa il traffico di esseri umani per fare business. La mafia agisce come una vera e propria impresa. La ‘ndrangheta fa affari anche sull'agroalimentare e sui rifiuti. Attualmente secondo la Dda nazionale sta riciclando denaro sporco in Canada dove è ben radicata. L'inchiesta in questione – proseguono i 5stelle – sconfessa i vecchi, immobili partiti e rivela il condizionamento del voto nei Comuni calabresi, negato ogni volta da 'soloni' e analisti di regime, che hanno accusato il Movimento 5stelle di non avere presa nei territori. Anche la politica nazionale – concludono i 5stelle – deve trarre le giuste conseguenze da questa ennesima vicenda sul connubio tra 'ndrangheta e politica, legame che determina l'emigrazione dalla Calabria, lo spopolamento dalla regione e l'aumento della povertà, dei disservizi, delle ingiustizie, dei disastri ambientali e delle diseguaglianze sociali».

Operazione Stige: il Prefetto sospende amministratori e nomina il commissario a Cirò Marina

In seguito all’operazione "Stige", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nella quale sono stati coinvolti diversi amministratori pubblici del territorio provinciale di Crotone, il Prefetto Cosima Di Stani, ha disposto la sospensione degli amministratori raggiunti dal provvedimento cautelare, appartenenti a: Provincia di Crotone e Comuni di Cirò Marina, Strongoli, Casabona e Crucoli.

“Inoltre – si legge in una nota della Prefettura - alla luce della complessa situazione del Comune di Cirò Marina, dove risultano attinti da provvedimenti restrittivi cautelari sia il Sindaco che il Vice Sindaco – il Prefetto - ha nominato un Commissario presso lo stesso Comune, nella persona del Dott. Eugenio Pitaro, Vice Prefetto, Dirigente dell’Area ordine e sicurezza pubblica presso la stessa Prefettura, con i poteri di Sindaco e di Giunta Municipale”.

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Maxi operazione contro la 'ndrangheta, arrestate 169 persone

Una maxi operazione contro la 'ndrangheta è stata avviata alle prime ore di questa mattina.

L'operazione, condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Crotone, ha interessato sia la Germania che diverse regioni italiane. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno portato all'esecuzione di 169 arresti.

L’inchiesta si è concentrata sulle attività criminali della cosca Farao-Marincola, una delle più potenti della Calabria con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia (Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia) e in Germania (lander dell’Assia e del Baden-Württemberg).

E’ stata documentata l’infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, che ha consentito alla cosca di strutturarsi come una vera a propria “holding criminale” (dal commercio di prodotti vinicoli e alimentari, alla raccolta dei rifiuti, ai servizi funebri, agli appalti pubblici, nonché una fitta rete di connivenze da parte di pubblici amministratori) in  grado di gestire affari per milioni di euro.

I numerosi arresti ed i sequestri per un valore complessivo di 50 milioni di euro sono stati eseguiti dai carabinieri in Italia e contestualmente dalla polizia tedesca in Germania

 

 

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