Tragedia sul lavoro in Calabria, operaio morto al porto di Gioia Tauro

Un operaio di 28 anni è morto a causa di un incidente sul lavoro avvenuto nel terminal portuale di Gioia Tauro.

La vittima, che svolgeva la manutenzione di mezzi meccanici per conto di una società esterna, sarebbe stata travolta mentre lavorava su un bus utilizzato per il trasporto del personale.

Non è ancora chiaro se ad investire l’uomo sia stato il mezzo sul quale stava lavorando o un altro veicolo

Sul posto sono intervenuti i poliziotti, gli uomini della capitaneria di porto ed i vigili del fuoco.

Gioia Tauro, Tallini: "Il governo confermi l’ammiraglio Agostinelli alla guida dell’autorità portuale"

“Il porto di Gioia Tauro rappresenta la più importante scommessa per il futuro della Calabria. Sono convinto che una questione così centrale e strategica debba registrare una convergenza di tutte le forze politiche e non debba prestarsi a forme di occupazione del potere. Così come è fondamentale che attorno al progetto Gioia Tauro ci sia una piena intesa tra il Governo, la Regione, i Comuni su cui insiste questa importantissima infrastruttura del trasporto via mare”.

È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini. “C’è dunque la necessità, a mio parere – spiega Tallini - di proseguire nello sforzo di rilancio del porto che ha conosciuto in questi ultimi anni un impegno importante dell’attuale commissario dell’autorità portuale, ammiraglio Andrea Agostinelli. Non sono io a dirlo. Lo dicono i fatti e i risultati. Con la gestione dell’ammiraglio Agostinelli, Gioia Tauro ha ripreso a pulsare, registrando un consistente aumento dei volumi, grazie alle nuove politiche del gestore terminalista, Msc del gruppo Aponte, subentrato ad Eurokai. Il gruppo Aponte, che gestisce oltre a tantissimi altri porti anche la società di navigazione, è un vettore internazionale ha riportato i traffici merci nel porto di Gioia con un incremento nei primi mesi dell’anno del 50%. Sono in tanti, in maniera bipartisan, a riconoscere grandi meriti all’ammiraglio Agostinelli: il riassorbimento di 350 lavoratori reso possibile dall’aumento del traffico, l’impulso dato al progetto del bacino di carenaggio che consentirebbe alle navi di essere riparate e manutentate a Gioia Tauro, lo sblocco, in sinergia con la presidente Santelli e il ministero delle infrastrutture, del raccordo ferroviario tra il porto e Rosarno che consentirà d incrementare il traffico merci su rotaie”.

“In un momento di gravissima crisi imposta dall’epidemia, sarebbe inopportuno e incomprensibile – dichiara ancora il Presidente del Consiglio regionale - non garantire la continuità di tale impegno. Mi appello al Governo perché, in sintonia con la Regione Calabria, confermi alla guida dell’autorità portuale l’ammiraglio Agostinelli che ha dato prova non solo di competenza, ma anche di equidistanza e autonomia. Non sarebbero accettabili – conclude Tallini - forzature o, peggio, soluzioni al ribasso che non assicurerebbero la prosecuzione dell’azione di rilancio del porto".

Porto di Gioia Tauro, sequestrati 17 Kg di cocaina

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria ed i funzionari dell'Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia - hanno individuato e sequestrato 17 chilogrammi di cocaina purissima nello scalo portuale calabrese.

La droga è stata rinvenuta in un contenitore che trasportava semi di girasole, proveniente dal porto argentino di Buenos Aires e destinato in Libia.

Lo stupefacente, che era suddiviso in sedici panetti, una volta immesso sul mercato avrebbe, fruttato almeno 3 milioni e mezzo di euro.

Capi d’abbigliamento contraffatti, sequestrati oltre 600 articoli

Le Fiamme Gialle del Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, unitamente ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, hanno individuato un container, proveniente dalla Cina, contenente capi d’abbigliamento delle più note marche, quali: “Harmont & Blaine”, “Moncler”, “Dsquared” e “Porsche”. 

L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito presso il porto di Gioia Tauro, l’individuazione di un carico illecito imbarcato nel porto cinese di Huangpu. 

La merce, secondo la documentazione doganale esibita, era destinata formalmente in Albania e risultava costituita da “giubbotti”. Tuttavia i finanzieri ed i funzionari doganali, nel corso dell’ispezione, si sono ritrovati di fronte un numero considerevole di prodotti che apparivano riportare marchi non veritieri. 

Pertanto, si è proceduto ad accertamenti peritali, da parte dei tecnici delle società titolari dei marchi, i quali hanno confermato l’intuizione dei finanzieri e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti erano contraffatti. 

Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro oltre 600 articoli, per un valore complessivo di circa 12.500 euro. 

Si sottolinea, ancora una volta, l’importanza dell’azione svolta a contrasto del fenomeno dell’illecita commercializzazione di prodotti contraffatti che - in assenza delle condizioni di genuinità previste dalla vigente normativa - sono potenzialmente dannosi per la salute delle persone.

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Cocaina fra le arachidi: maxi sequestro nel porto di Gioia Tauro

Gli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - hanno individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro. 

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava arachidi, proveniente da Buenos Aires (Argentina) e destinato a Novorossiysk (Russia). 

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane ed unità cinofile della Guardia di Finanza. 

La cocaina sequestrata, suddivisa in 39 panetti, per un totale di 44 Kg, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, quasi 9 milioni di euro. 

L’attività delle Fiamme Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, dall’inizio dell’anno, al sequestro di oltre 1500 chilogrammi di cocaina.

Maxi sequestro di prodotti contraffatti

La Guardia di Finanza di Gioia Tauro, unitamente ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha individuato tre container, provenienti dalla Cina, contenenti giocattoli e capi d’abbigliamento contraffatti recanti i marchi "Angry Birds", "Thomas & Friends" e "The North Face".

L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito presso il porto di Gioia Tauro, l’individuazione dei carichi illeciti imbarcati nei porti cinesi di Xiamen e Ningbo. La merce, secondo la documentazione doganale esibita, risultava costituita da "giocattoli di plastica" e "capi d’abbigliamento". Tuttavia i Finanzieri ed i funzionari doganali, nel corso dell’ispezione, si sono ritrovati di fronte un numero considerevole di prodotti che apparivano riportare un marchio non veritiero. Pertanto, si è proceduto ad accertamenti peritali, da parte dei tecnici delle società titolari dei marchi, i quali hanno confermato l’intuizione dei finanzieri e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti erano contraffatti.

Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro 2.460 giocattoli contraffatti. 

Sequestrati dalla Guardia di Finanza 19 kg di cocaina purissima

La Guardia di Finanza, unitamente a funzionari dell'Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – ha individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro. Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava pollo congelato, proveniente da Paranagua (Brasile) e destinato a Durazzo (Albania). Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane ed unità cinofile della Guardia di Finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 17 panetti, per un totale di 19 kg., avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, quasi 4 milioni di euro. L’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, dall’inizio dell’anno, al sequestro di oltre 1.100 chilogrammi di cocaina purissima.

Maxi sequestro di circa 35 tonnellate di rifiuti speciali in Calabria

Tre container contenenti rifiuti speciali, di cui uno proveniente dal Belgio con destinazione finale in Egitto e due provenienti da Genova e destinati negli Emirati Arabi Uniti, sono stati individuati dalle Fiamme Gialle della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, unitamente ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro. L’operazione ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli, l’individuazione dell’illecito carico contenuto nei tre container in transito presso il porto di Gioia Tauro. La merce, secondo la documentazione doganale esibita, risultava costituita da "ricambi usati di autoveicoli". Tuttavia, i finanzieri ed i funzionari doganali, nel corso dell’ispezione, si sono ritrovati di fronte a parti di automezzi non sottoposti ai trattamenti di bonifica obbligatoriamente previsti ai fini della tutela ambientale dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, quindi, da considerare come rifiuti speciali. Tale aspetto veniva confermato dai successivi riscontri eseguiti con l’ausilio dei funzionari del dipartimento di Reggio Calabria dell’A.R.P.A.C.A.L. (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria). Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro 34.435 tonnellate di rifiuti speciali contenuti in tre container.

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