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Sequestrati 119 chili di cocaina purissima: avrebbe fruttato 24 milioni di euro

Gli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, hanno individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima. Il quantitativo di stupefacente, pari a circa 119,035 chilogrammi, è stato rinvenuto occultato all’interno di 3 borsoni nascosti in un container, che trasportava caffè, proveniente da Santos (Brasile) e destinato al porto di Trieste. L’operazione è stata eseguita attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner. La cocaina sequestrata avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 24 milioni di euro. L’attività delle Fiamma Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale di Reggio Calabria, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro.

 

Mauro rilancia la Zes a Gioia Tauro: ''No all'accorpamento dell'autorità portuale con Messina"

''Per il porto di Gioia Tauro è l'ultima chiamata. Il principale snodo industriale della nostra provincia rappresenta uno dei pilastri della nascente Città Metropolitana. Alla costante situazione di crisi, che l'infrastruttura soffre ormai da diversi anni, si risponda con una decisa inversione di tendenza, partendo dall'istituzione della Zes''. E' quanto dichiara il consigliere delegato alla Città Metropolitana di Reggio Calabria Riccardo Mauro commentando la recente apertura del Ministro ai Trasporti Graziano Delrio circa la possibilità di istituire la Zona Economica Speciale al porto di Gioia Tauro. ''La recente mobilitazione degli operatori portuali - prosegue Mauro - ha messo ancora una volta in evidenza la drammatica situazione che il porto sta vivendo. Una condizione depressiva che rischia di impoverire, soprattutto dal punto di vista occupazionale, la principale eccellenza industriale della Città Metropolitana di Reggio Calabria''.  ''Il porto di Gioia Tauro è a un bivio - dichiara ancora il consigliere delegato - da una parte l'impoverimento definitivo della struttura ed il conseguente tramonto di qualsivoglia prospettiva di sviluppo, dall'altra la possibilità di rinascere come centro propulsivo integrato in un sistema di trasporti a infrastrutture che rilanci la Città Metropolitana di Reggio Calabria come uno dei principali snodi logistici e commerciali di tutto il Mediterraneo''.  "Occorre ricordare - continua il consigliere della Svolta - come di recente una multinazionale abbia scelto Gioia Tauro per produrre una nuova e tecnologica autovettura. Questo è un segnale importante che ci suggerisce  come su questa zona vadano incentivati gli investimenti e la Zes è fondamentale per sviluppare tutte le attività del così detto retro porto". ''Non ci convince al contrario - prosegue Mauro - la proposta, inserita nel piano strategico della portualità e della logistica, approvato in via preliminare all'inizio dello scorso mese di luglio, che accorpa l'autorità portuale di Gioia Tauro con quella messinese, svuotandola di fatto della sua specifica vocazione e rischiando un pasticcio burocratico assolutamente disallineato rispetto alla centralità che l'infrastruttura calabrese dovrebbe riacquistare all'interno del sistema portuale italiano''. ''Nei giorni scorsi abbiamo finalmente appreso un segnale incoraggiante dal Ministro ai Trasporti Graziano Delrio. L'istituzione della Zes sarebbe il primo passo verso il rilancio dell'infrastruttura portuale. Ma non basta. Il porto va collegato all'interno della rete logistica dei trasporti calabresi, inserendolo in un sistema che metta insieme le due direttrici, tirrenica e jonica, anche attraverso l'implemento delle trasversali. Se così non fosse - conclude il consigliere Mauro - il porto sarebbe destinato a rappresentare per la Calabria l'ennesima cattedrale nel deserto. Un'ipotesi da scongiurare con un intervento immediato da parte del Governo''.

Porto Gioia Tauro, Nicolò: "Regione e Governo giocano col fuoco"

“Su Gioia Tauro e il porto la Regione ed il Governo giocano col fuoco. Si sappia che la Calabria, questa volta, nonostante i precedenti inaugurati dal centrosinistra del presidente Oliverio, non andrà col cappello in mano a Roma. Ognuno - afferma il presidente del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò -  inizi ad assumersi le proprie responsabilità”. Nicolò, all’indomani dello sciopero, chiede “immediatamente una seduta del Consiglio regionale, alla presenza di un esponente del Governo. La protesta dei lavoratori - spiega -  e l’offuscarsi delle prospettive di uno dei punti di forza più importanti del Mezzogiorno italiano qual è il porto di Gioia Tauro, esigono un confronto pubblico e senza riserve mentali. Un confronto in cui ogni carta sia messa sul tavolo e resi trasparenti gli impegni e i punti di criticità. Su questa vicenda, così fondamentale per l’economia della Calabria e del Paese, qualora i risvolti fossero negativi, non sarebbe fuor di luogo una mozione di sfiducia verso l’attuale assetto di governo della Regione. Deve essere insomma chiaro, in Calabria ed in Italia, che se Gioia Tauro perde la partita non ce ne staremo con le mani in mano”. Aggiunge il capogruppo di Forza Italia: “Non possono più essere ignorate le potenzialità del porto di Gioia Tauro. Ciò che sta accadendo è una delegittimazione costante, perpetuata dal governo regionale sulla delicata questione inerente le strategie messe in atto per lo scalo gioiese. Al momento, non si conosce il progetto che si intende concretizzare alla luce delle ultime vicissitudini che investono la portualità nel Mediterraneo e nel mondo. Perciò, condividiamo pienapienamente le ansie, le preoccupazioni e le proteste dei portuali che, anche con la manifestazione di sabato, hanno segnalato un problema occupazionale e, contemporaneamente, l’urgenza che con loro scenda in campo la Calabria, per chiarire, qualora ce ne fosse bisogno, che a Gioia Tauro esiste un’infrastruttura dalle enormi potenzialità collegata con i maggiori porti mondiali e che ancora e dopo anni, è tenuta ai margini. Probabilmente - sottolinea Nicolò - a causa di interessi economici e strategie politiche che non guardano certamente allo sviluppo del Mezzogiorno di cui, come si evince dai fatti, non si occupano affatto. Gioia Tauro e il porto, anzi, dimostrano che per Renzi la Calabria invece di essere ‘la madre di tutte le battaglie’ è un territorio visto come un fastidio. Un ostacolo piuttosto che una risorsa”. Conclude il capogruppo di Forza Italia: “A Gioia Tauro serve una vera svolta. Senza più i giochi di parole cui ci ha abituato un Pd indeciso su tutto, tranne che sugli organigrammi di potere. Il porto di Gioia Tauro deve diventare un vero motore di sviluppo, aperto e stimolante per il territorio circostante, diversificandone ruoli e prospettive strategiche di servizio, a partire dal potenziamento delle infrastrutture collaterali. Occorre un lavoro serio e una programmazione degli interventi di qualità miranti ad obiettivi importanti, finalizzati a preparare il terreno per accelerare i sistemi di collegamento attraverso un piano di sviluppo intermodale. Le logiche contorte, dettate da anni di annunci, ora non stanno più in piedi. A fronte di un porto che starebbe vivendo alla giornata, afflitto da traffici dirottati, perdite di linee di navigazione, esuberi e licenziamenti, la reazione deve essere corale e determinata. Purtroppo, i movimenti all'interno dell’ hub  hanno toccato il minimo storico ed il porto sta lentamente perdendo terreno, vivendo, ormai dal lontano 2011, un costante stato di crisi oggi aggravato da un vertiginoso calo dei volumi di contenitori movimentati. È finito il tempo delle promesse. Basta parole! Se l’Italia non fosse disorientata, ma fosse un Paese dignitoso e unito, oggi, proprio sulla vicenda Gioia Tauro, dovrebbe dare l’aut auto al Governo Renzi ed all’insieme di forze che lo sorreggono”. 

Porto Gioia Tauro, Sculco: "Vicinanza ai lavoratori, attenti al declino"

"Se i lavoratori sono costretti a scioperare in difesa di un’infrastruttura indispensabile per il rilancio del Mezzogiorno, non si può che stare dalla loro parte. Proprio in quanto accade al porto di Gioia Tauro -  afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco -  per la storia che lo contraddistingue, le speranze suscitate e le promesse disattese, si ravvisano i tratti dell’irrisolta questione meridionale. Il porto di Gioia Tauro è lo specchio di un Paese che tarda a dotarsi di una politica industriale e di sviluppo”. Ancora la consigliera regionale: “Serve una prospettiva chiara che rassicuri i lavoratori e punti sull’intermodalità e la diversificazione delle attività portuali. Soprattutto, è necessaria una programmazione che scongiuri quanto paventano esperti e commentatori, secondo cui l’infrastruttura sta subendo un devastante ridimensionamento ed un inesorabile declino”. 

 

Sciopero dei portuali a Gioia Tauro: centinaia di adesioni

Lo sciopero proclamato dal coordinamento del Sindacato unitario lavoratori ha ricevuto centinaia di adesioni da parte dei portuali di Gioia Tauro. L’obiettivo è quello di ottenere il rilascio della struttura. Secondo quanto riporta l’Ansa, nello scalo le gru sono alzate: segno che la movimentazione dei container è bloccata. Assenso all’iniziativa dai sindaci dell’area.

 

Porto di Gioia Tauro: accordo per la proroga della cassa integrazione

E' stato sottoscritto l'accordo tra Regione, Autorità Portuale di Gioia Tauro, Direzione Territoriale del Lavoro di Reggio , Medcenter Container Terminal S.p.A., Confindustria di Reggio ed Organizzazioni Sindacali per la proroga della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. È stata questa una importante occasione per fare il punto sulle iniziative che in particolare riguardano l'infrastruttura portuale e l'intera area del retroporto di Gioia Tauro. "Quella di Gioia Tauro- ha detto il Presidente della Regione Oliverio- è un'infrastruttura che ha rilevanza strategica per lo sviluppo della Calabria e dell'intero Paese. Ecco perché, in coerenza con il programma presentato agli elettori, abbiamo istituito un apposito assessorato al sistema della logistica, sistema portuale regionale e 'sistema Gioia Tauro' per il quale abbiamo chiamato il professor Francesco Russo, la cui competenza in tema di portualità e logistica è nota e riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Il nostro obiettivo è quello di realizzare intorno allìinfrastruttura di Gioia Tauro la Zona Economica Speciale (ZES). Uno strumento per il quale, anche in queste settimane, abbiamo approfondito l'interlocuzione con il governo nazionale, affinché siano attivate la procedure necessarie in sede comunitaria per candidare l'area portuale di Gioia Tauro a tale importante e strategico riconoscimento.” “ Abbiamo già avviato un confronto- ha proseguito- con il Ministero delle Infrastrutture sul progetto relativo alla portualità e sulle ipotesi di riordino delle Autorità Portuali. L'infrastruttura di Gioia Tauro, per la rilevanza che assume nel sistema portuale nazionale e del Mediterraneo, avrà un ruolo centrale nella riorganizzazione del sistema portuale calabrese e nazionale. L'assessore Russo è già all'opera per monitorare l'Accordo di Programma Quadro su Gioia Tauro e per definire un cronoprogramma in direzione della realizzazione di obiettivi importanti in esso contenuti e non realizzati nel corso di questi anni, con implicazioni certamente non positive, per aiutare il porto di Gioia Tauro ad affermare pienamente le proprie potenzialità di sviluppo e la funzione strategica che può esprimere.Anche le potenzialità e le implicazioni che questa infrastruttura può esprimere- ha affermato ancora Oliverio- per l'intera area del retroporto saranno al centro della nostra azione di governo. In tal senso bisognerà recuperare ritardi e mettere in atto una concreta azione in direzione di attrattività, di investimenti e di incentivazione e sostegno alle imprese. L'Accordo di Programma che proprio in questi giorni sottoscriveremo con il Ministero dell'Economia, Invitalia, la Regione Puglia e LCV( investitore internazionale nel settore automotive) costituisce un primo, significativo risultato di una azione che dovrà essere sviluppata anche attraverso la destinazione di risorse verso un necessario processo di industrializzazione a cui la Calabria non può rinunciare e che dovrà, a partire da Gioia Tauro, coinvolgere importanti realtà del territorio regionale. Anche in direzione della intercettazione di crescenti volumi di traffico che il porto di Gioia Tauro è in grado di movimentare- ha informato inoltre il presidente della Regione- abbiamo avuto nelle scorse settimane a Ginevra un importante incontro con il signor Aponte che ha riconfermato l'interesse della MSC per Gioia Tauro e naturalmente il nostro impegno, ma anche quello del governo nazionale, dovrà essere volto ad alimentare le condizioni per affermare pienamente il livello di competitività richiesto. In questo senso, come Regione, abbiamo deciso la destinazione di 4 milioni e 200mila euro per l'abbattimento delle tasse di ancoraggio che, sommate ai 3milioni destinati in tale direzione dall'Autorità Portuale, consentono di fare concreti passi in avanti in questa direzione. Il nostro obiettivo è quello di attivare investimenti perché la infrastrutturazione ed i collegamenti necessari ( gateway, bacino di carenaggio ecc. ) siano realizzati in tempi certi e tali da consentire di non perdere ulteriori battute rispetto ai ritardi accumulati negli ultimi anni. " Nel corso dell'incontro sono intervenuti i rappresentanti dei soggetti firmatari dell'accordo che hanno per questo espresso la propria soddisfazione

Sequestrati oltre 10 mila giocattoli contraffatti provenienti dalla Cina

Due container partiti dalla Cina ed a bordo dei quali erano stipati diecimila giocattoli con marchio falsificato di diverse celebri aziende sono stati sequestrati dall'Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro, supportato dai militari della Guardia di finanza. La merce approdata al porto della città della Piana ha un valore che supera complessivamente i 13 mila euro. A coordinare le indagini, fatte di accertamenti e minuziose verifiche dei documenti,  sono stati i magistrati della Procura della Repubblica di Palmi. 

Basta chiacchiere: al Porto di Gioia Tauro serve la Zona Economica Speciale

Politica, economia, visione strategica del futuro, differenti livelli istituzionali, relazioni interazionali e dimensione locale, sicurezza e collegamenti infrastrutturali: sono tutti intrecciati fra loro i molteplici nodi stretti attorno al destino, presente e futuro del porto di Gioia Tauro. Una discussione, spesse volte sterile, su cui incidono pesantemente interessi, leciti ed illeciti, oltre che l'incapacità, da parte della classe dirigente e dell'opinione pubblica calabrese,  di assumere posizioni forti che non si limitino a subire passivamente l'ignavia capace solo di mettere ai margini una incrocio potenzialmente straordinario nel commercio intercontinentale. A dare la stura all'ennesima disputa è il contenuto del Piano strategico di portualità che porta la firma del ministro Graziano Delrio, titolare delle deleghe ad Infrastrutture e Trasporti. Un provvedimento di capitale importanza per le prospettive dell'intera Calabria che dallo sviluppo, vero e non immaginifico, del porto di Gioia Tauro avrebbe da trarre guadagni incalcolabili ed una crescita ad oggi impensabile. Inutile girarci intorno: uno dei pilastri indispensabili per costruirne l'ascesa è rappresentata dall'istituzione della Zona economica speciale. Dotare un impianto normativo tagliato su misura in base alle esigenze economiche di un territorio è lo strumento principe per spalancare le porte agli investitori esteri.  Lo sanno bene in Cina, India e Russia, che non casualmente, infatti, hanno scatenato negli ultimi anni un'inversione di tendenza nei rapporti di forza globali. E ne è consapevole anche Giuseppe Pedà, neo sindaco di Gioia Tauro, che ha manifestato tutti i suoi dubbi in merito al documento varato preliminarmente la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. "L'impianto della riforma - è il giudizio senza appello formulato dal Primo Cittadino -  appare permeato da una filosofia che mette al centro i concetti di competitività e razionalizzazione, linee guida già tristemente perseguite con pessimi risultati su un piano più strettamente macroeconomico". Quello che serve, in realtà, ed il sindaco lo esprime a chiare lettere, è " un completo cambio di paradigma, destinato a privilegiare le singole specificità locali con interventi precisi e mirati. I problemi che attanagliano il Porto di Gioia Tauro, opera decisiva che esprime un potenziale nettamente al di sotto delle aspettative, non sono sovrapponibili a quelli che gravano sui porti siciliani, come tra l'altro correttamente evidenziato dai più sensibili esponenti della classe politica isolana con i quali manteniamo un continuo e proficuo rapporto di collaborazione". "Gioia Tauro - come è logico che sia e come il Primo Cittadino ha intuito - più che di accorpamenti, avrebbe bisogno di vedersi riconosciuta la Zes, in virtù anche delle promesse passate di un Governo centrale pronto a garantire un giusta compensazione in favore di un territorio che si era sobbarcato, nel nome di un solidarietà vera e non pelosa, l'onore di smaltire i veleni chimici siriani per aiutare e facilitare la risoluzione di un problema geopolitico che aveva assunto dimensioni globali. Riservandoci quindi di inviare a breve all'attenzione del ministro competente una relazione contenente le nostre specifiche osservazioni sui singoli punti del progetto di riforma in argomento, chiediamo nuovamente - è la sua conclusione - e con forza al governo centrale di rimettere al centro del dibattito italiano ed europeo il riconoscimento per Gioia Tauro della Zona Economica Speciale".

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