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Reati ambientali, quattro denunce

Nei giorni scorsi, i carabinieri della Compagnia di Palmi e personale dei Nuclei forestali di Cittanova e Sant’Eufemia d’Aspromonte, hanno deferito in stato di libertà 4 persone per reati in materia ambientale.

In particolare, a Seminara i controlli effettuati dai militari dell’Arma hanno consentito di sequestrare una discarica abusiva di pneumatici ormai fuori uso accatastati in un terreno adiacente la strada provinciale 26.

A Scido, a causa dei forti odori di fumo provenienti da un garage, i carabinieri della locale stazione hanno effettuato un’ispezione, trovando e sequestrato una carrozzeria abusiva, con tanto di forno per la rinverniciatura e canna fumaria artigianale.

Infine, a Sant’Eufemia d’Aspromonte i controlli hanno consentito di sequestrare tre autolavaggi abusivi, le cui acque reflue, unitamente a detersivi industriali ed olio motore, sfociavano nei corsi d’acqua della zona circostante.

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Rifiuti petroliferi e reati ambientali: la posizione di Fratelli d’Italia

In riferimento alla questione dei rifiuti petroliferi ed ai reati ambientali, il coordinatore di Fratelli d’Italia di Vibo Valentia Anthony Lo Bianco dichiara quanto segue:

Le dimissioni del ministro Guidi hanno messo in secondo piano le pesantissime accuse per reati ambientali della Procura di Potenza. Secondo i pm, grazie all'alterazione dei codici rifiuto, l'azienda ha risparmiato fino a 100 milioni sui costi di smaltimento. Anche le emissioni in atmosfera, sistematicamente in eccesso, venivano taroccate. Le modalità di smaltimento dei rifiuti petroliferi accertate dalla procura della Repubblica di Potenza non sono un caso unico e ribadiscono che c'è un vero e proprio sistema criminale che opera nel resto d'Italia nell'occultamento dei residui petroliferi. Questi allarmanti retroscena che stanno emergendo sugli ipotizzati  illeciti nella gestione dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano è solo uno dei tanti ingranaggi che ruotano attorno  allo smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi ed alla vicinanza con il mondo politico, così come testimoniato dalle vicende che hanno determinato le dimissioni del Ministro Guidi e che oggi coinvolgono tutto il Governo Renzi. Ci sono anche dei calabresi nell’inchiesta della Procura di Potenza, sul petrolio e lo smaltimento illecito di rifiuti, che hanno scosso il mondo politico per l'aiuto che il ministro Guidi avrebbe dato al suo compagno, indagato per corruzione e millantato credito nell'ambito dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata. I rifiuti, arrivati dall'impianto lucano, sarebbero stati trasportati in Calabria e smaltiti presso i siti di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Bisignano. A Lamezia con la Ecosistem srl, a Gioia Tauro con la I.A.M. spa, e con la Consuleco srl di Bisignano. Visto che il più grande  giacimento petrolifero europeo è proprio la Basilicata, è facile pensare, quindi, che intorno a questa regione gravitino interessi economici non indifferenti. L’inchiesta, però si allarga, e dalla Basilicata, passando per la Calabria, si arriva alla Sicilia, dove si trovano dei dati, anche qui preoccupanti. Nel canale di Sicilia al largo di Ragusa secondo i documenti  dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sono stati smaltiti i rifiuti della piattaforma petrolifera Vega A nel pozzo sterile V6 a 2800 metri di profondità, pari mezzo milione di metri cubi di liquidi altamente inquinanti. Circa 147 mila metri cubi di acque di strato miste a idrocarburi, 333 mila metri cubi di acque di lavaggio delle cisterne di petrolio e 14 mila metri cubi di acque di sentina. Per l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in questo modo sono stati risparmiati 70 milioni di euro smaltendo illegalmente i rifiuti. Ciò che è grave è che mentre il ministero dell'Ambiente su richiesta di Ispra ha chiesto il risarcimento del danno, il ministero dello Sviluppo Economico ha raddoppiato la concessione petrolifera della piattaforma Vega A in Vega B. Il ministero in quel periodo guidato da Federica Guidi autorizza il 12 dicembre 2014 il raddoppio della concessione con la seguente motivazione: ''la società ha ottemperato ai termini di buona gestione del giacimento''. Su questa vicenda c'è già un''inchiesta della procura di Ragusa e l''inquinamento inizia dal 1989 ininterrottamente ma c'è purtroppo un rischio di prescrizione. Spero quindi, che la magistratura possa dare risposte su quest’ennesima inchiesta che riguarda il traffico e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi nel Sud, dove ne traggono beneficio principalmente la criminalità organizzata ed anche una classe politica e dirigente molte volte incompetente. Vorrei concludere con questa frase:

Il vero e retto fine dell'attività politica è il benessere materiale e spirituale della società, in modo che i diritti e i doveri siano da tutti rispettati e tutelati (Papa Giovanni Paolo II).

Quindi, non rimane che attuare una serie di attività rivolte al controllo ambientale e alla sicurezza del nostro quasi distrutto meridione, da parte di quella classe politica inerte, sulle soluzioni definitive per il nostro paese.

Reati contro l’ambiente e gli animali, convenzione fra Comune di Serra e Guardie zoofile

Il Comune di Serra San Bruno (rappresentato dal responsabile dell’Area Vigilanza Nazzareno Mannella) ed il Coordinamento provinciale Guardie zoofile di Fare Ambiente Vibo Valentia (rappresentato da Giovambattista Pileggi) hanno stipulato una convenzione per “l’espletamento del servizio di polizia ecozoofila per il controllo del territorio, la prevenzione e la repressione dei reati di natura ecologico-ambientale zoofila”. La convenzione durerà fino al 31 dicembre 2016 e sarà rinnovabile. Il servizio di vigilanza avrà come obiettivo “il controllo preventivo e repressivo sulle violazioni in materia di ambiente e animali nonchè la collaborazione dinamica con il Corpo di Polizia municipale e le Autorità di P.S. per accertamenti e provvedimenti da adottare a tutela del cittadino, dell’ambiente e degli animali in genere”. A tale scopo Fare Ambiente-Corpo Guardie zoofile “mette a disposizione dell’Amministrazione comunale uomini e mezzi”. In particolare, le Guardie zoofile effettueranno: l’organizzazione dei servizi di controllo del territorio ed il pattugliamento statico e dinamico; i controlli sull’anagrafe canina; l’esecuzione delle procedure relative le segnalazioni di carcasse di animali sul territorio; i controlli sugli allevamenti degli animali e nei trasporti sulle strade comunali sia d’affezione che per scopi commerciali; i controlli nella raccolta dei rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali e materiale ingombrante; controlli sull’abusivismo edilizio; azioni di informazione della cittadinanza sui comportamenti da adottare sul conferimento dei rifiuti; controlli delle attività di interesse del Comune disciplinate con apposite ordinanze sindacali; vigilanza e controlli sull’osservanza delle leggi che regolano l’attività venatoria per la prevenzione e la repressione del bracconaggio; attività di Protezione civile e ambientale nel territorio intercomunale; lotta agli incendi boschivi e soccorso dinamico in occasione di calamità naturali; attività di ausilio al Corpo di Polizia municipale ed agli organi di Pubblica sicurezza impegnati a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica in occasione di eventi e manifestazioni.

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Reati ambientali nel Vibonese: denunciato imprenditore agricolo

I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia nell’ambito di una serie di controlli finalizzati al contrasto dei reati in materia ambientale hanno denunciato in stato di libertà C.C., 48 anni, imprenditore agricolo titolare di un oleificio sito nella frazione Favelloni di Cessaniti. In particolare i militari delle Stazioni Carabinieri di Cessaniti e Briatico, con il supporto di personale della Sezione Tutela Ambiente della Procura della Repubblica di Vibo Valentia hanno eseguito un accesso ispettivo all’azienda olearia accertando, secondo la loro stessa ricostruzione, che il titolare, attraverso la realizzazione di uno scarico abusivo, sversava le acque reflue di vegetazione direttamente nella fogna comunale. L’interno impianto di molitura è stato posto in sequestro. L’imprenditore agricolo dovrà rispondere del reato di sversamento illecito di acque reflue industriali.

 

 

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